Ci parli del tuo libro, “Di un’altra voce sarà la paura”? Come nasce, qual è l’ispirazione che l’ha generato?
Inconsciamente volevo parlarne da tempo, visto che per 12 anni ho lavorato nel consultorio famigliare a Bologna, e ho seguito, tra le tante cose, i colloqui per l’interruzione di gravidanza, secondo la legge 194 del 1978, che descrive con chiarezza le procedure da seguire in caso di richiesta di interruzione di gravidanza. La necessità di garantire un accesso sicuro ai servizi, la necessità di ascolto, empatia e supporto per affrontare gli aspetti emotivi e logistici del processo, richiedono oltre che competenza, istruzione e apprendimento personali, dedizione e conoscenza degli strumenti psicologici per fornire risposte adeguate: ecco perché ho potuto usare nel libro tale bagaglio di conoscenze.
Oltre a questo, alcune amiche, in modo inatteso, mi hanno confidato di avere subito violenza, confermando ancora una volta che la violenza può colpire qualunque persona ed è più frequente di quello che di solito si immagina o viene raccontato e denunciato. Comunque ho capito però che era arrivato il momento di parlarne dato la situazione attuale, in cui gli episodi di violenza sembrano nettamente aumentati, e non so se è solo una percezione oppure se il fatto che se ne parli di più sia dovuto a una maggiore sensibilizzazione riguardo il fenomeno, al fatto che ora si denunci di più oppure all’esasperazione della cronaca che fa delle storie di violenza una sorta di romanzo a puntate, che invade perfino i programmi televisivi, le conversazioni al bar e i commenti nei social. Sicuramente tutte queste cose insieme mi inciso sul fatto che io mi decidessi a parlarne. Ho sentito, quindi, per tutta la suddetta premessa il bisogno di raccontare queste storie, perché sono storie vere. Infatti, il libro contiene storie di cronache, storie che ho ascoltato da donne che hanno subito violenza.
Qual è il messaggio che vuoi che arrivi al lettore, quale i temi e le storie che ci racconti, senza ovviamente fare spoiler?
Il mio scopo è stato fondamentalmente quello di dare voce a donne che a causa della violenza avevano subìto un tale trauma da non essere neanche in grado di esprimere il proprio dolore.
L’ho scritto per prestare la mia voce poetica a queste donne, per dare voce a chi non ha potuto parlare, ma non solo, anche per creare coscienza riguardo il fenomeno, per sensibilizzare le persone, approfittando della diffusione e delle presentazioni del libro per parlare di educazione all’affettività, per parlare delle mie idee per intervenire prevenendo il fenomeno prima che accada.
Il libro è anche uno strumento per me e vorrei pertanto presentarlo nelle scuole e in tanti altri luoghi. Abbiamo bisogno di raccontare storie come queste perché basta guardare i telegiornali per rendersi conto che c’è ancora un estremo bisogno di questo. È un libro che porta a riflettere sulla violenza, sul trauma da stupro, sull’affettività e sul non senso della violenza. Vorrei che questo libro faccia emergere riflessioni sul fenomeno e sui tempi che viviamo, sulle relazioni di potere, sul fatto di creare una rete di aiuto per prevenire il peggio ed evitare di ri-vittimizzare la donna, senza che questa debba spiegare continuamente a diverse persone quello che le è successo.
Chi sono i destinatari che hai immaginato mentre lo scrivevi?
Il libro è rivolto a un ampio target, ma data la crudezza delle immagini proposte, si può affermare che sia per un pubblico adulto.
Una domanda difficile: perché i nostri lettori dovrebbero comprare “Di un’altra voce sarà la paura”? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria o nei portali online per acquistarlo.
Il libro è qualcosa di necessario, aiuta a connettersi emotivamente con le storie vere di chi ha vissuto il trauma da stupro, la violenza psicologica e fisica. Svela il lato umano delle vittime, è un viaggio emozionante attraverso le storie di resilienza e di coraggio, affronta la sofferenza, il dolore, senza censurare le emozioni delle vittime, è un libro dalle forti implicazioni emotive che dà alle vittime una nuova luce, spostando l’attenzione dei lettori dai fatti di cronache, dalle cifre fredde agli aspetti più personali, cercando di suscitare empatia.
Il libro non si ferma solo alla denuncia ma racconta di speranza e cambiamento, parla di trasformazione, di rinascita, offre soluzioni, possibilità di riscatto, supporto. Le storie vere raccontate sono testimonianze che aumentano l’autenticità e fa riflettere sulle fragilità, sulle strutture sociali che permettono la violenza. il libro racconta queste storie in chiave poetica, con un linguaggio coinvolgente. Una persona sensibile, socialmente impegnata oppure che abbia provato angoscia nell’ascoltare questi fatti di cronaca potrà trovare nella lettura di questo libro un’occasione di riflessione e di accogliere nel proprio animo un completo sentimento di empatia verso le donne di cui scrivo.
Descrivendo le storie vere in chiave poetica, ogni parola diventa un frammento di carne, un colpo, una ferita che si fa visibile nell’aria. Attraverso le immagini poetiche, la violenza non è solo un corpo che soffre, ma un’anima che urla in silenzio. La mimesi si fa palpabile: il lettore entra nei corpi feriti, sente la pressione del respiro, il freddo dell’abbandono, la frantumazione dei sogni. La parola poetica traduce il dolore in metafore vive. Le immagini fluiscono come un fiume che trascina tutto, ma che, allo stesso tempo, è capace di purificare. Poi arriva la catarsi quando, attraverso la lettura, la sofferenza si fa arte, e l’arte diventa un modo per liberarsi. Ogni verso è una porta che si apre, un grido che si fa eco, una carezza che si fa rifugio. In questa danza di parole, il lettore non è solo spettatore, ma partecipante, pronto a sentirsi parte della trasformazione che avviene, tra il dolore e la speranza. La violenza di genere raccontata in poesia non è mai solo tragedia, ma anche possibilità di rinascita, un invito a guardare oltre la ferita e scoprire la bellezza della guarigione. Questa immersione poetica permette al lettore di percepire la violenza come un’energia che scorre attraverso di lui, che lo scuote, lo trasforma. L’empatia che nasce è quella di chi non solo vede, ma sente, di chi non solo osserva, ma vive insieme alla vittima.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare che ti ha aiutato a realizzare la tua ultima opera letteraria? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi pubblicamente?
Desidero ringraziare Ivan Crico, Alessandra Gasparini e Paolo Gera per il tempo dedicato, l’appoggio offerto, i suggerimenti e le preziose idee.
Desidero poi ringraziare gli artisti Orlando Poggi, per l’immagine di copertina, e Adele Quaranta, per le foto che accompagnano le sezioni.
Come vuoi concludere questa chiacchierata?
Abbiamo bisogno di raccontare storie come quelle del libro “Di un’altra voce sarà la paura” perché basta guardare i telegiornali per rendersi conto che c’è ancora un estremo bisogno di raccontare queste storie. È un libro che porta a riflettere sulla violenza, sul trauma da stupro, sull’affettività e sul non senso della violenza. E spero che un giorno diventi un libro che parla di episodi che appartengono al passato…
In un mondo dove il silenzio spesso accompagna il dolore, questo libro rompe le barriere e da voce a chi spesso è stato dimenticato. Attraverso le donne vittime di violenza di genere, di abusi perpetuati dal branco, di violenza durante le guerre e di spose bambine, queste storie in versi offrono una testimonianza di coraggio e resilienza e non si limitano a raccontare la sofferenza. Il libro esplora anche la ricerca dell’innocenza, la lotta per ritrovare sé stesse e la ricerca delle proprie radici, come un viaggio profondo verso la libertà. Ogni pagina invita il lettore a riflettere sulla fragilità della nostra umanità, ma anche sulla forza che nasce dal dolore.
BREVE INTRODUZIONE E SINOSSI DEL LIBRO:
La raccolta poetica comprende 45 poesie ed è divisa in sezioni a ognuna delle quali corrisponde un tipo di storia diverso: ogni sezione inizia poi con una fotografia di autore dell’artista Adele Quaranta e con un aforisma dell’autrice Yuleisy Cruz Lezcano. Il libro racconta storie diverse di violenza, riferendosi per la maggior parte a quella fisica.
I luoghi dove avvengono tali violenze sono vari, così come gli scenari, il libro contiene violenze reali apparse nella cronaca, di gruppo e non, ma anche esperienze anonime sulla violenza di genere (stupro, abuso, disprezzo) in famiglia, con il partner, tra amici o sconosciuti, micro-machismo e violenza durante i conflitti bellici.
Tutte le storie narrate sono state selezionate e divise in modo da offrire una visione sull’enorme varietà di violenze esistenti.
Riguardo alla scelta stilistica si cerca di usare un linguaggio vicino all’esperienza, ma con artifici poetici e tramite l’uso di accostamenti insoliti i lettori possono incontrare l’universo delle parole in altri modi.
La scelta tematica della violenza, sempre attuale e trasversale, porta i lettori a immergersi nell’incendio della vita e nei segreti celati dell’anima umana. Il libro parla di tragedia e speranza, di violenza e resistenza, di bellezza e crudeltà, con uno stile che evoca le sfumature dell’anima.
Queste liriche avvolgono come un abbraccio gelido, toccano nel profondo e spingono a guardare oltre le apparenze, oltre le maschere che spesso si indossano per nascondere dolore e paure.
BREVE BIO DELL’AUTORE:
Yuleisy Cruz Lezcano nata a Cuba, vive a Marzabotto, Bologna. Lavora nella sanità pubblica, laureata in scienze biologiche e con laurea magistrale in scienze infermieristiche e ostetricia, titoli ottenuti presso l’Università di Bologna.
Ha pubblicato numerosi libri a seguito di riconoscimenti e premi in concorsi.
È stata eletta membro onorario del Festival Internazionale di Tozeur, Tunisia.
Si occupa di traduzioni in spagnolo, facendo conoscere poeti italiani in diverse riviste della Spagna e del Sudamerica e, in modo reciproco, facendo conoscere poeti sudamericani e spagnoli in Italia. Collabora con blog letterari come redattrice (Circolo Letterario Vento Adriatico, AlessandriaToday) e con Il Giornale Letterario del Premio Nabokov.
La sua poesia italiana è stata tradotta in francese, spagnolo, portoghese, inglese, albanese.
Il libro:
YULEISY CRUZ LEZCANO, “DI UN’ALTRA VOCE SARA’ LA PAURA”, LEONIDA EDIZIONI, 2024:
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