Il libro: “E ti chiameranno strega” di Katia Tenti | Recensione di Alberto Raffaelli per Segnalazioni Letterarie

da | 01 Dicembre 2024 | Libri

Tremate! Tremate! Le streghe son tornate! In realtà non se ne sono mai veramente andate, almeno negli ultimi decenni: c’è un filo rosso che lega le rivendicazioni femministe d’antan al ritorno della figura muliebre disturbatrice dell’ordine sociale nell’odierno dibattito incentrato attorno all’universo woke (e dintorni).

La bolzanina Katia Tenti, già pregevole giallista (due i suoi crime editi da Marsilio) nonché autrice di un corposo romanzo storico per Piemme (“Resta quel che resta”, 2022), allarga ulteriormente lo spettro della sua scrittura pubblicando un romanzo che affronta la tematica stregonesca con abilità e scioltezza.

L’adozione di un doppio piano temporale, quello moderno e quello remoto, sviluppa nel racconto un parallelismo la cui progressiva convergenza, all’insegna di un’immedesimazione emotiva ma anche razionale della protagonista, ne costituisce il principale asse narrativo e valoriale.

Se è indubbio il rilievo di contenuti basilari nel dibattito civile e culturale odierno – incentrati sul rapporto tra dominatori e minoranze, a livello di genere (maschio vs. femmina), di presentabilità sociale e via discorrendo –, che qualcuno potrebbe tacciare di “politically correct” o addirittura oltranzismo ideologico, forse è possibile rintracciare un messaggio più profondo da parte della scrittrice.

Esso coinvolge il senso che nella nostra epoca può avere ogni narrazione (o storytelling che dir lo si voglia), concetto la cui pervasività è oggigiorno universalmente nota per qualsiasi forma di raffigurazione privata e collettiva (dalla sfera individuale alle grandi analisi globali). Nel caso specifico del racconto degli eventi passati, onde corrodere il presupposto che esso è sempre quello dei vincitori, occorre l’ausilio di strumenti critici come la storia della mentalità e l’adozione di molteplici e dissonanti punti di vista.

È quanto la Tenti compie, in un’intrigante operazione di “riscrittura” che un po’ alla volta finisce per accomunare epoche distanti – intrise di conoscenza istintivamente naturale, supposta superstizione e persino viaggi protolisergici – e presente “raziocinante”, dove le virgolette indicano la necessità di un mettere in discussione i propri fondamenti scientifici e, conseguentemente, etici.

Tale riconversione – sembra dirci la scrittrice – richiede sì strumenti analitici, ma anche e forse soprattutto un’empatia pronta a sgomberare pregiudizi e a sovvertire i nostri metodi operativi e comunicativi: solo un siffatto cortocircuito tra antico e moderno potrà dare la giusta dimensione alle cose che ci hanno proceduto e indicarci la via per una convivenza più giusta e serena.

Se ogni epoca ha la sua caccia alle streghe, la differenza la fanno i margini di reattività, gli spazi di autodeterminazione faticosamente ottenuti nel tempo che portano a conquistare libertà e progresso (da intendersi nell’accezione più sostanziale e nobile del termine).

Il tutto – non va dimenticato come tratto non secondario di “E ti chiameremo strega” – al cospetto di uno scenario privilegiato e ancestrale, fatto di rocce e boschi, la cui presenza immutata e imprescindibile nei secoli dei secoli testimonia come nessun altra il carattere transeunte delle azioni umane.

Alberto Raffaelli

albertoraf2@gmail.com

Il libro:

Katia Tenti, “E ti chiameranno strega”, Vicenza, Neri Pozza, 2024

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Katia Tenti, “E ti chiameranno strega”, Vicenza, Neri Pozza, 2024

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