Carolina Giudice Caracciolo, con Maschere dell’anima, SBS Edizioni, ci conduce in un racconto intriso di introspezione e riflessioni sul passato, esplorando i turbamenti di un uomo che attraversa momenti cruciali della sua vita.
Con uno stile evocativo e denso di sentimenti, l’autrice ci invita a riflettere sulle maschere che indossiamo e sui segreti che custodiamo. Selezionata per la vetrina letteraria nazionale Casa Sanremo Writers, in concomitanza con il festival di Sanremo, Carolina condivide il significato dietro il suo racconto profondo e ci offre uno sguardo sul suo percorso di scrittrice. La campagna di promozione è organizzata da SBS Edizioni & Promozione.
Il protagonista di Maschere dell’anima è un uomo che affronta una profonda crisi interiore. Come hai sviluppato questo personaggio e quanto della tua esperienza personale si riflette in lui?
È nato attraverso l’osservazione dell’universo maschile che orbita nella mia vita. Sono sempre stata attratta a scrutare attentamente l’essere umano in tutte le sue tonalità, comprendendo meglio chi ho davanti a me.Questa esplorazione umana, ha permesso alla creatività di trovare la giusta chiave. Ho tentato di entrare nell’ anima del personaggio attraverso occhi sinceri. Uno dei principali disagi emotivi presenti nel protagonista della storia, ho avuto modo di testarlo personalmente di recente. E’ stata una terapia anche per me, perché sono riuscita a elaborare scrivendo, un fatto molto triste.
Il tema della maschera è centrale nel tuo libro. Cosa rappresenta per te la maschera e come pensi che influenzi il comportamento umano nella vita quotidiana?
La maschera è finzione, un camuffare costantemente la realtà, recitando un copione che non ci appartiene. È una forma di tutela per il quale si preferisce la finzione alla tangibilità reale. Penso fermamente che siamo tutti un po’ indossatori di maschere in certe circostanze scomode.
Attraverso la narrazione si percepisce una forte connessione con i ricordi e il passato. Quanto è importante per te il rapporto con la memoria e come influisce sulla tua scrittura?
Il passato è il risultato del comportamento nella vita presente. Questo incrementa sia in negativo che in positivo: il quotidiano. Attraverso il vissuto dei personaggi, riesco meglio a entrare in sintonia con la loro psicologia e le loro azioni, compiute attraverso le loro esperienze antecedenti. È molto importante per me avere questo tipo di connessione remota, perché mi permette di poter ritmare meglio tutto ciò che vorrei raccontare.
Essere stata selezionata per Casa Sanremo Writers rappresenta un riconoscimento importante. Come credi che questa esperienza influenzerà il tuo futuro nel mondo letterario?
Sono molto grata di questo momento propizio che sarà un grande arricchimento personale. Mi auspico di riuscire a fare apprezzare ciò che vorrei trasmettere ai lettori.