Oggi incontriamo l’artista poliedrica Cat Carol, che vive a San Severo in provincia di Foggia . Per presentarti inizierò con una tua espressione: ”La poesia per me nasce dentro l’anima e scrivere è un po’ come giocare con il tempo che passa, ma non dimentica.” Raccontaci delle tue creazioni poetiche che spesso abbini a composizioni con elementi naturali come le foglie e fiori.
Le mie creazioni poetiche nascono spesso dall’osservazione della natura. Infatti sento che la bellezza dei fiori, delle foglie, del cielo e degli altri elementi naturali può trasmettere emozioni in modo immediato e profondo. Ogni piccolo particolare nella natura mi parla di ciclicità, di trasformazione e di vita che continua nonostante tutto.
In questi tuoi allestimenti del “quadro poesia” collabori con lo scenografo Giulio Pettinato e vorrei sapere come sono organizzate queste mostre e dove è possibile visitarle.
Inizierò parlando del mio pensiero riguardo alle foglie. Vedo in esse la metafora del cambiamento e della resilienza. Le foglie che cadono in autunno sembrano raccontare la fine di un ciclo, ma allo stesso tempo, portano in sé la promessa di una nuova rinascita, come se ogni caduta fosse necessaria per un nuovo inizio. Mentre i fiori per me rappresentano l’esplosione di bellezza effimera, che ci ricorda quanto sia importante apprezzare ogni istante, nonostante la sua brevità. Mi piace anche associare questi elementi naturali con sensazioni più intime, come le foglie che si muovono nel vento, il profumo di un fiore appena sbocciato, il suono della pioggia sulle piante. Sono tutti elementi, che mi ispirano un senso di connessione con il mondo e con me stessa. Penso che, attraverso la poesia, io riesca a dare forma e voce a queste percezioni, facendo in modo che anche gli altri possano sentire la stessa magia che io provo. Un elemento che mi ispira in particolar modo sono le piume dei volatili. Queste sono un simbolo così delicato e profondo, che mi legano ai miei cari e amatissimi nonni. Con la loro leggerezza, fluttuano nell’aria, ma allo stesso tempo portano con sé una forza silenziosa, un legame che non si spezza mai. Le piume, così come i ricordi, sembrano essere un po’ sospese nel tempo. Infatti sono delicate, ma racchiudono dentro di sé storie, emozioni, affetti che non vanno mai persi. Questo per me è un bellissimo simbolo, un dono che esplora l’amore che rimane intatto nel cuore, nonostante la distanza ed il passare degli anni. Nelle mie poesie le piume portano anche un senso di leggerezza, come se, attraverso la scrittura, riuscissi a far volare i ricordi ed i sentimenti, che mi legano ai miei nonni, rendendoli sempre presenti e non solo a loro. L’idea di abbinare la poesia e l’arte visiva in un allestimento che mescola parole e scenografia è davvero affascinante. Questi tipi di mostre sono un’esperienza coinvolgente ,dove il pubblico non solo legge poesie, ma le vive attraverso gli spazi, gli elementi naturali, le luci e le ombre create dallo scenografo. Collaborare con un esperto di scenografia come Giulio Pettinato con la sua grande esperienza nel settore, per me è davvero un grande onore dove io posso solo imparare ed arricchire il mio bagaglio culturale, consentendomi di dare una dimensione visiva e tangibile alle emozioni, che le parole evocano. Inoltre sono una collaboratrice del Centro Arte, mi occupo delle pubbliche relazioni con il Club BLUOLTREMARE International Art. In genere queste mostre vengono allestite in spazi culturali come gallerie d’arte, musei, ma anche in luoghi non convenzionali come giardini, teatri o persino spazi all’aperto, dove la natura diventa parte integrante dell’installazione. Ogni stanza o area dell’esposizione potrebbe essere progettata in modo da accompagnare il visitatore in un percorso sensoriale, dove la poesia si intreccia con gli elementi naturali scelti per il tema della mostra: piume, foglie, fiori ed altri simboli,che arricchiscono il significato delle parole. Le mostre potrebbero anche prevedere performance dal vivo, dove letture poetiche si alternano a momenti di interazione con il pubblico, facendo diventare la poesia un’esperienza collettiva e dinamica. Questi allestimenti potrebbero includere anche momenti di riflessione, come installazioni interattive, che permettano al pubblico di scrivere le proprie poesie o di lasciare dei pensieri legati ai temi trattati. Per quanto riguarda la possibilità di visitarle, dipende dalla programmazione delle mostre. Queste potrebbero essere organizzate in eventi specifici, che si svolgono in determinati periodi dell’anno.
Nel periodo natalizio ti sei esibita al Teatro Cantina a San Severo in uno spettacolo con la regia di Nicola Giuliani dove hai interpretato un fantasma. Come si intitola questa commedia e qual è la trama?
Lo spettacolo al Teatro Cantina di San Severo con la regia di Nicola Giuliani per me è stata un’esperienza davvero speciale, perché ho interpretato un personaggio particolare come un fantasma. Si tratta di una commedia ispirata a Canto di Natale di Charles Dickens, è un classico, che affascina da sempre con il suo messaggio di speranza e di redenzione. La trama di Canto di Natale (A Christmas Carol) ruota attorno a Ebenezer Scrooge, un vecchio e avaro banchiere, che disprezza il Natale e tutto ciò che rappresenta. La sua indifferenza verso la generosità e l’amore per il prossimo lo rende isolato ed infelice. Tuttavia, la notte della vigilia di Natale, Scrooge viene visitato dal fantasma del suo ex socio Jacob Marley, che gli annuncia, che sarà visitato da tre spiriti. Il primo spirito, quello del Natale passato, mostra a Scrooge scene della sua giovinezza, quando era un uomo più gentile ed affettuoso. Il secondo spirito, quello del Natale presente, gli fa vedere come vive il mondo intorno a lui, mettendo in luce la miseria delle persone, che soffrono, ma anche la gioia che il Natale porta nelle loro vite. Infine, il terzo spirito, quello del Natale futuro, gli mostra una visione cupa del suo destino, con la morte solitaria e l’indifferenza di tutti verso la sua fine. Queste esperienze di “viaggio nel tempo” spingono Scrooge a riflettere sulla sua vita e sul suo comportamento. Alla fine, Scrooge si redime, si ravvede ed inizia a vivere con un cuore più generoso ed aperto, facendo del bene ed imparando a condividere il suo benessere con gli altri. Il messaggio centrale della storia è che è sempre possibile cambiare, che anche le persone più dure possono aprirsi all’amore e alla compassione. Interpretare un fantasma in questa commedia, significa incarnare uno degli spiriti che spingono Scrooge verso la sua redenzione, un ruolo che può essere sia inquietante che simbolico, ma che, come tutta la storia, porta con sé una speranza di cambiamento e rinascita.
Quali sono le emozioni che provi durante la tua attività teatrale?
Durante uno spettacolo teatrale, le emozioni che si provano sono davvero molteplici ed intense, sia prima che durante la performance. Ogni momento sul palco è un’esperienza unica, che unisce l’arte, l’emotività e la connessione con il pubblico. Proverò a spiegarle iniziando con l’adrenalina e la tensionechemi accompagnano durante la preparazione e l’attesa prima di salire sul palco portando una certa ansia, che però può trasformarsi in energia pura. Questa sensazione di nervosismo, unita all’emozione di esibirsi, spesso aiuta a dare il massimo. Il cuore batte forte, e ogni battito è carico di aspettativa. Poi c’è la connessione con i personaggi che devi interpretare. Infatti quando interpreti un personaggio, senti un legame profondo con le sue emozioni, le sue motivazioni ed il suo percorso. Ad esempio, interpretando un fantasma come in Canto di Natale, puoi sentire una certa inquietudine, ma anche una sorta di solennità o compassione per il personaggio, che aiuta il protagonista a crescere. Questa connessione ti porta a vivere ogni scena come se fosse tua, in un’emozione che va al di là della finzione. Un aspetto fondamentale della recitazione è la relazione, che si crea con il pubblico. Questa è l’empatia e la reazione del pubblico. Quando il pubblico ride, si commuove o applaude, è un feedback immediato. Questo ti carica e ti fa sentire, che quello che stai facendo è significativo. In quel momento c’è una fusione tra le emozioni sul palco e quelle vissute dagli spettatori. Il teatro permette una sorta di liberazione emotiva. Mentre interpreti un personaggio, puoi esprimere emozioni, che magari nella vita quotidiana non sarebbero facilmente accessibili. La scena diventa un luogo sicuro in cui vivere emozioni forti, dalle lacrime alla gioia, dalla rabbia alla tenerezza. Una delle sensazioni più potenti è quella di essere completamente immersi nel “qui e ora”. Sul palco, non c’è spazio per il passato o il futuro: tutto è concentrato sul momento in cui reciti. Questa intensità del presente è una delle ragioni per cui il teatro è così affascinante. Ogni replica è diversa. Infatti ogni volta che entri in scena, c’è un brivido nell’ignoto, nell’improvvisazione, nelle reazioni impreviste. Alla fine di ogni spettacolo, c’è un grande senso di soddisfazione. Vedere che lo spettacolo è riuscito, che hai dato tutto di te stessa e che il pubblico ha vissuto un’esperienza coinvolgente, è una sensazione indescrivibile. C’è anche un profondo senso di orgoglio per aver condiviso qualcosa di speciale con gli altri, attraverso il proprio talento ed impegno. Ogni spettacolo è diverso, e quindi anche le emozioni cambiano di volta in volta. Il teatro è una continua scoperta, dove ogni rappresentazione ti offre l’opportunità di esplorare nuove sfumature e di arricchirti emotivamente. La performance teatrale delle mie poesie al Teatro Giannone di San Marco in Lamis è stata un’esperienza molto intensa e coinvolgente, un incontro tra parole, emozioni e pubblico. Il teatro, con la sua atmosfera accogliente e carica di storia, ha creato il contesto perfetto per dare vita alle mie poesie, trasformando i testi scritti in una performance dal vivo, che si è sviluppata attraverso la voce, i movimenti e l’interpretazione. Ogni poesia è stata accompagnata da un’interpretazione teatrale, che ha cercato di esprimere non solo il significato delle parole, ma anche l’intensità emotiva che le accompagna. Il pubblico ha avuto l’opportunità di immergersi nei temi trattati, come l’amore, la solitudine, il tempo e la ricerca di senso, mentre il teatro, con la sua dimensione visiva e sonora, ha amplificato la potenza dei versi. Inoltre, il fatto che la performance sia avvenuta in un contesto culturale così ricco, come quello di San Marco in Lamis, ha contribuito a rendere l’esperienza ancora più speciale, grazie anche all’interazione diretta con il pubblico, che ha accolto con calore e partecipazione l’evento. È stata una fusione di poesia e teatro, creando così un ponte tra il mondo delle parole scritte e quello delle emozioni vissute. Ringrazio il presentatore Luigi Mossuto ed il direttore artistico Silvio Nardella per l’attestato e la bellissima esperienza.
Il titolo del tuo libro di poesie è: “Sogna più forte quando pensi di non farcela”. Come hai organizzato questo testo e quali sono le tematiche che il lettore trova nella sua lettura?
Il titolo del mio libro di poesie, “Sogna più forte quando pensi di non farcela”, racchiude in sé un messaggio di speranza e resilienza. È un invito a non arrendersi nei momenti difficili, ma a trovare la forza dentro di sé per andare avanti. L’idea di “sognare più forte” è un invito a guardare oltre le difficoltà, a coltivare la bellezza del sogno e della speranza, anche quando tutto sembra oscuro. Questo tema è centrale in tutte le poesie del libro. La struttura del libro si sviluppa attraverso diverse sezioni, ognuna delle quali esplora un aspetto diverso di questo cammino emotivo. Si inizia con l’introduzione alla lotta interiore. Infatti le prime poesie parlano di quella fase di incertezza e frustrazione, quando ci si sente sopraffatti dalle difficoltà. In queste poesie, il lettore può ritrovare le emozioni di chi sta vivendo un momento di crisi, ma anche il seme della consapevolezza, che c’è sempre una via d’uscita. Si affronta la ricerca di un senso. In questa sezione, esploro il viaggio interiore, il tentativo di trovare un significato anche nei momenti di buio. Le poesie sono più riflessive e cercano di analizzare le ragioni della sofferenza, con la speranza che da essa possa nascere una nuova forza. Qui si intrecciano anche temi di spiritualità, natura e connessione con l’universo. Poi si arriva alla parte dove si affronta la forza del sogno e della speranza. Infatti man mano che il libro avanza, le poesie diventano più positive ed incoraggianti. Raccontano di come il sogno e la speranza possano essere la chiave per superare le difficoltà. Queste poesie sono piene di immagini naturali come foglie, fiori e stelle, che simboleggiano la bellezza e la rinascita. La speranza diventa il motore, che spinge il lettore a non arrendersi. Si arriva alla parte della Rinascita ed il superamento. Qui le poesie finali sono un tributo alla resilienza ed al potere trasformativo delle difficoltà. In questa sezione, il lettore trova una visione più ottimista e consapevole del futuro, dove l’esperienza passata non è solo sofferenza, ma anche una fonte di crescita e di forza. Le tematiche che attraversano il libro sono molteplici, ma tutte sono legate a un filo conduttore di speranza, crescita personale e connessione con l’universo. I temi affrontano tematiche come la resilienza intesa come la capacità di rialzarsi dopo una caduta, di affrontare la vita con determinazione anche nei momenti più bui. Poi ci sono temi come il sogno e la speranza, facendo comprendere l’importanza di non perdere mai la speranza, di continuare a sognare anche quando sembra impossibile. La lettura porta ad una riflessione interiore come l’esplorazione del proprio io, la ricerca di significato nelle difficoltà e nei momenti di solitudine. Tutte le tematiche hanno in comune la natura come simbolo. Infatti è la natura è spesso un elemento ricorrente, che simboleggia il ciclo della vita, la rinascita, la bellezza nascosta anche nei momenti di dolore. Ogni poesia è pensata per essere una piccola luce che guida il lettore verso una nuova consapevolezza, un invito a non mollare mai ed a credere nel potere trasformativo del sogno. La lettura del libro diventa quindi un viaggio di crescita, dove ogni parola è un passo in più verso una rinascita emotiva. Mi piace pensare che il libro possa essere per il lettore un compagno nei momenti di difficoltà, un promemoria che, anche quando tutto sembra perduto, c’è sempre un motivo per continuare a sperare ed a sognare senza arrendersi mai! In questa raccolta di poesie compare il mio nome Carolina Catalano e non il mio pseudonimo Cat Carol.
Ringraziamo Cat Carol di averci dedicato il suo tempo e le facciamo gli auguri per tutte le sue forme artistiche sia di attrice che di poetessa e di scrittrice.