L’amore è luce | di Franca Spagnolo

da | 20 Agosto 2024 | Arte, Esperienze, Libri

“E l’amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno. Finse di morire per un giorno, e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare. Si addormentò in un angolo di cuore per un tempo che non esisteva. Fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, il tempo moriva e lui restava.” Luigi Pirandello

L’amore, quante cose sono state dette sull’amore. Quanta Arte è stata creata a celebrare questo nobile sentimento. L’amore è follia, un tornado che arriva improvvisamente e puoi solo abbandonarti alla sua potenza. L’amore è un movimento impetuoso che non cessa finché non riesce a portarti là, dove tutto tace e il tempo si ferma come un orologio che ha smesso di funzionare.

La ragione impedisce il fluire del sentimento puro, che si nutre e cresce solo se c’è luce nel cuore.

L’artista-giardiniere Rodolfo Marasciuolo che ha creato l’opera che sto per presentarvi forse avrà pensato proprio a l’amore come luce che illumina…

Se avete voglia di immergervi in un’oasi verde e godere della pace di una natura rigogliosa che si mescola alla magia dell’Arte, andate a Torino e visitate il parco del Valentino. Una superfice di 550.000 mq seconda per dimensioni al Parco della Pellerina. Un magnifico spazio disegnato a metà dell’Ottocento dalla paesaggista Barrilet Deschamps, ma le origini di quello che è a tutti gli effetti il polmone verde di Torino, risalgono all’epoca romana quando in questo luogo vennero portate e custodite in una cappella le reliquie di San Valentino. Potremmo dire quindi che parco del Valentino sia per antonomasia il parco per gli innamorati.

All’interno del Giardino Roccioso situato proprio dentro il parco, potrete ammirare La Panchina degli Innamorati, un’opera di Rodolfo Marasciuolo: giardiniere e Artista, autore di sculture molto particolari. Le sue opere e istallazioni infatti, adornano le aree verdi di Torino.

Camminare nei viali del Giardino Roccioso è come passeggiare nei luoghi incantati di una fiaba. Creato da Giuseppe Ratti nel 1961 in occasione della Grande Esposizione che celebrava i primi cento anni dell’Unità D’Italia, il giardino regala ai visitatori incanti rocciosi, vialetti, ruscelli, straordinarie esposizioni floreali e diverse opere artistiche realizzate nel corso degli anni tra cui La Panchina degli Innamorati.

Sulla panchina un gatto si stiracchia, sembra affilare le unghie sul legno a dimostrare che l’amore vero lascia il segno. Tuttavia, quelli che sembrano graffi, sono semplici fessure che permettono alla luce di filtrare meglio. Accanto al felino sono seduti due lampioni: la parte superiore di un lampione è inclinato sull’altro… due innamorati persi in un luogo incantato. Ognuno seduto e padrone del proprio posto, uniti da un sentimento che resiste al tempo, alle intemperie; che si ossida ma rimane lì, davanti gli occhi stupiti chi non sa che non esiste amore senza rispetto.

Ci si innamora solo di chi ti porge la spalla, ti asciuga le lacrime ma piange con te, ride con te e ciò che desidera è regalarti una vita che abbia il fascino di un parco incantato, la pazzia e la fierezza di un gatto capace di guardare negli occhi un Re sapendo si essere suo pari.

L’amore è mutazione – ciò che rimane della passione che nutre la carne – innalza lo spirito ponendo l’essere umano a un livello di comprensione così alto da sentirsi collegato a quel soffio di eterno dove nulla si crea e nulla si distrugge. Chi nell’amore cerca solo passione è destinato a rimanere assetato. Chi ha sete d’amore non cerca l’acqua nei pozzi…scala montagne per dissetarsi alla sorgente

L’amore è luce che arriva quando meno te lo aspetti.  Essere pronti ad accoglierlo vuol dire ascoltate in silenzio che suono ha l’INFINITO.

Namasté

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