Libri: intervista a Laura Rubiola, la counselor che scrive e dipinge | di Alessandro Zecchinato

da | 07 Ottobre 2024 | Interviste, Libri

«Istanti di ispirazione, parole che sfrecciano proprio come quelle “sette colombe bianche” della mia adolescenza. Crescendo hanno preso sempre più forma frasi rappresentanti emozioni, amori, gioie e tristezze. La vita insomma. Quando si scrive prosa poetica non si può programmare nulla ma occorre decisamente lasciarsi andare al flusso dell’intuizione e dell’ardore che attraversa i sensi. “Parole sospese tra cielo e terra” rappresenta il percorso e i mutamenti inevitabili compiuti fin qui».

Laura Rubiola, counselor, Costellatrice Familiare specializzata in Psicogenealogia, rebirther, formatrice del metodo Acqua in Movimento per Educatori Acquatici e insegnante di Yoga Armonia, ci presenta il suo “quasi-libro”, uno scritto intimista eppure in qualche modo “di formazione”.

Benvenuta, Laura, e grazie per aver accettato il mio invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori?

Sono molto emozionata nel rispondere a questa domanda perché in genere sono io che intervisto gli artisti o gli scrittori… intendiamoci, per diletto, non come professione. Comunque mi presento: sono Laura Rubiola, amante appassionata delle storie umane in tutte le sue forme. Sono da sempre curiosa e impegnata a scoprire cosa si cela nell’invisibile mondo che chiamiamo umanità. Questa curiosità mi ha accompagnato fin dai miei primi passi e oggi, con 66 primavere nel cuore, continuo a sentirmi in un cammino alla scoperta della vera me stessa. Mi applico per essere una buona “costellatrice”, pratica che ritengo sacra e profondamente collegata alle mie radici. Arrivata a questo punto della vita desidero condividere ciò che ho imparato in questo cammino lasciando una sorta di eredità… ma sì, anche degli errori fatti. Penso possa essere utile, no?

Com’è nata l’idea di scrivere questo tuo nuovo libro, Parole sospese tra cielo e terra? Quale ne è stata la gestazione e quanto tempo hai impiegato a mettere insieme questa raccolta di immagini scritte e testi dipinti?

L’idea è nata spontaneamente negli ultimi mesi. A dire il vero quando ero una ragazzina non immaginavo neanche lontanamente che scrivere mi piacesse così tanto. Ma il tempo, le vicissitudini, e naturalmente le letture, mi hanno portata a maturare la convinzione che mettendo insieme ciò che avevo fissato sulla carta nel corso degli anni, avrei potuto assistere al film della mia vita. Le parole sono sempre arrivate nella mia mente così, come per magia, come un battito d’ali, senza neanche a volte capire bene cosa in quel preciso istante volessero dire. Le ho lasciate lì, anno dopo anno, spesso dimenticandomi di averle scritte, in quale quaderno si erano intrufolate. Questa idea nasce dall’esigenza di osservare e prendere atto dei vari passaggi che ho attraversato vivendo: una sorta di “riassunto delle puntate precedenti”; lo stesso per i dipinti (o disegni emotivi, come li chiamo io: dipinti mi sembra un termine troppo pomposo). Erano tutti lì, in una cartelletta, alcuni incorniciati nel mio studio. Ogni tanto li riguardavo fino al giorno in cui mi sono resa conto della possibilità di abbinarli a qualche mio scritto. Anche i disegni sono arrivati durante fasi della mia vita: in particolare ricordo il primo in assoluto (che non ho messo nel testo), nato nel ricordo di come mia madre mi insegnò a usare i gessetti. “Una striscia sul foglio e poi distendi con la mano il colore”. Così faccio ancora adesso, muovendo le mani, accarezzando fogli, aggiungendo a strati i colori. Tutto questo mi calma, mi rassicura, un po’ come se mamma fosse ancora lì con me.

Goethe, ne I dolori del giovane Werther, scrisse: «Qualcuno ha pensato che la vita dell’uomo sia soltanto un sogno, e questo sentimento si è impadronito anche di me». Sei d’accordo con lui? e quale attinenza potrebbe avere coi tuoi disegni?

Sì, condivido pienamente questo pensiero: sono assolutamente certa che la cosiddetta realtà quotidiana altro non sia che un continuo sogno, diverso certamente nella percezione rispetto a quello notturno, ma sempre di sogno si parla. Viviamo immersi in un mondo olografico dove i pensieri tessono la nostra realtà e i disegni rappresentano certamente quei movimenti vitali che mi attraversano per rendermi più consapevole del “sogno” che sto vivendo e magari poterlo aggiustare. Un colloquio tra la parte razionale e l’inconscio, di cui, grazie alle mie scelte, mi occupo da ormai più di venticinque anni (mamma mia, solo dirlo mi fa impressione!).

Invece pare che Benedetto Croce avesse affermato: «Fino a diciotto anni tutti scrivono poesie; dopo, possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini». Vorresti commentarla per noi?

Beh, direi che mi posso annoverare in tutte e due le categorie. La vena cosiddetta poetica certamente l’ho sentita molto nella mia tormentata adolescenza ribelle; ripensandoci e prendendone le distanze, mi osservo con tenerezza. Forse sono anche nella categoria dei cretini ma che dire, non mi dispiace se per cretino si intende una persona ingenua, senza eccessive strutture. Ultimamente tutto il lavoro fatto a livello di crescita personale mi ha portato a rivalutare, a rivedere, delle credenze invalidanti attraverso la lente del sorriso, cioè con un discreto distacco, legato forse alla saggezza dell’età che avanza (forse), che mi aiuta a sostenermi con maggior forza e minor critica. Cretina? Boh, forse anche un poco, ma mi ritengo una cretina in buona fede e questo non è poco!

Chi sono i destinatari che hai immaginato mentre scrivevi il tuo libro? A chi è rivolto?

Come ho scritto anche nel libro stesso, immagino di invitare a una specie di party letterario tutte le persone che per un motivo o per un altro sono passate lungo la mia strada nel corso degli anni: alcune sono rimaste (poche), altre le rivedo occasionalmente, altre ancora, mai. Ma io sento che ci sono: ambiti diversi, destini diversi, daimon distanti, eppure qualsiasi persona, cosa, animale o pianta con cui ho avuto a che fare fino a oggi, sono parti di me, delle mie cellule, e volevo poterle vedere tutte insieme. A tal proposito, quando ho compiuto 50 anni ho proprio fatto una festa vera, affittando un grande locale dove si suona jazz: c’erano tutte le persone che provenivano dagli ambiti che avevo frequentato fino a quel momento, dallo yoga, allo spinning, ai terapeuti, ai musicisti… sono arrivati in tanti, anche da lontano, riuniti insieme ad ascoltare il canto meraviglioso di un’amica che ci ha lasciato troppo presto. Penso che in particolare le parole possano arrivare a chi già mi ha incrociato, ma non è detto, non saprei: in fondo spero che, chissà, quelle parole sospese possano ispirare, consolare, attivare, anche qualcuno che ancora non conosco e che magari non conoscerò mai. Insomma, che facciano bene come un budino fresco al cioccolato a fine pasto.

Quali sono gli autori che preferisci, o che ritieni che in qualche modo ti abbiano influenzata o ti siano stati d’ispirazione? Vorresti consigliarci qualche autore che ritieni importante e che senti affine al tuo stile o ai tuoi temi?

Oooh… domandona! Mi imbarazza anche, risponderti, perché, a oggi non credo di avere il diritto di definire un mio “stile” in ciò che ho scritto o dipinto: ma posso con certezza affermare che alcuni libri sono stati i miei maestri, degli attivatori al cambiamento, entità divine sotto forma di libri che mi hanno aiutato moltissimo a espandere la coscienza e portarla più in là “del mio naso”: Siddharta di Herman Hesse, Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani, Il silenzio è cosa viva di Livia Chandra Candiani; naturalmente ho ristretto di molto la cerchia solo per dare una indicazione più precisa. Tutti e tre sono stati, e sono ancora, coloro che mi ricordano chi io sia veramente, che mi spingono a esplorare con pazienza e dedizione la strada da percorrere per ritrovarmi e amarmi nel più profondo senso del termine.

Una domanda difficile, Laura: perché i lettori di MobMagazine dovrebbero comprare “Parole sospese tra cielo e terra”? Prova a incuriosirli affinché vengano a conoscerti alle presentazioni che conduci o a cercare i libri sui portali on-line per acquistarlo.

Mi piacerebbe, come accennavo poc’anzi, che “arrivasse” leggerezza. Sono parole che esprimono sentimenti, emozioni comuni a tutti gli abitanti della terra. A volte ci si dimentica di essere fragili o vulnerabili e cerchiamo di mascherarci in una “finta forza” che alla fine ci annienta. Io credo che alla fine di questo brevissimo libretto (72 pagine… di certo non ci si può annoiare, al massimo ci si addormenta alla terza) si possa ricordare con amorevolezza i nostri errori importanti e accoglierli nel cuore come si accolgono i figli che si allontanano precocemente da casa, così come ho fatto io peraltro, per cercare una propria identità. In tutto questo, come costellatrice familiare riconosco l’infinita importanza che hanno le mie radici.

C’è qualcuno che vuoi ringraziare che ti ha aiutato a realizzare questa opera? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi pubblicamente?

Sì: ringrazio innanzi tutto te, caro Alessandro, perché senza il tuo aiuto tecnico e soprattutto quello morale, forse (e dico forse) avrei abbandonato il progetto, come spesso mi è successo con altri propositi andati in fumo. Il tuo supporto delicato ma incisivo mi ha permesso di dire a un certo punto: ”Bon, questa sono io!” e sono andata. Ringrazio il tempo, che mi ha portata fino a qui; i miei genitori per avermi accompagnata a essere ciò che sono ora; le amiche del cuore; e perché no, anche gli antipatici, perché grazie a loro posso vedere parti di me che si nascondono ma che hanno bisogno di cura e comprensione.

Quali sono i tuoi prossimi progetti e appuntamenti o eventi che vuoi condividere con i nostri lettori?

Dunque, sono due i progetti più importanti: gli altri possono aspettare ancora un poco.

Il primo è già in atto: consiste nell’essere una counselor formatrice parte di uno staff dedicato al percorso per diventare Educatori Acquatici con il metodo Acqua in Movimento©: si tratta di un progetto iniziato circa un anno fa; a oggi abbiamo svolto due edizioni e ci stiamo preparando ad avviare la terza tra poco. Amo molto ciò che faccio in acqua con i bambini, le mamme, le donne incinte, le persone anziane, e quelle persone che, soprattutto già grandi, hanno paura dell’acqua; è bellissimo come mi fa sentire: utile e gratificata! Penso che l’esperienza di tutti questi anni debba essere condivisa con le nuove generazioni, altrimenti cosa me ne faccio del sapere? Un bel nulla.

Il secondo si è manifestato quest’anno grazie a un caro amico, formatore e costellatore, che mi ha invitata a tenere una sessione ai suoi allievi di costellazioni applicate ai tarocchi. Già, perché non l’ho detto, ma sono anni (davvero tanti) che sono affascinata dalle immagini dei tarocchi, anche se inizialmente ho provato una forte resistenza a mostrarmi a usarli, per paura del giudizio altrui, che poi in fondo era il mio. Intanto le mie amiche e le colleghe in un sol coro continuavano a dirmi: “Ma sei fuori? Perché non li fai? Cosa ti blocca?“ e sono andata avanti così almeno per 30 anni (caparbia eh?), non esagero, fino a che qualcosa si è smosso, qualcosa che dal profondo mi ha detto: ”Perché no? Vai!” e così eccomi qui, pronta e carica per fare “un altro giro di giostra”.

IL LIBRO:

Parole sospese tra cielo e terra

Independently published 

ISBN 979-8334121423

Laura Rubiola:

Instagram: https://www.instagram.com/laura_rubiola/

Studio Armonia su Instagram: https://www.instagram.com/studioarmonialaura/

Sito laurarmonia:  https://www.laurarmonia.it/

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