L’umanità contro il male ꟾ di Franca Spagnolo

da | 27 Agosto 2024 | Attualità, Libri

Cerchiamo la luce nel bene affondando il nostro “essere” nel buio del male. Viviamo come lumache che attraversano a fatica le strade d’asfalto, mentre passi veloci d’ umanità distratta, calpestano insensibili le nostre fatiche…

“L’umanità contro il male” èl’opera di cui parlerò in questo articolo. Una scultura di Gaetano Cellini, modellata in gesso nel 1906 per l’Esposizione Nazionale di Milano, successivamente scolpita in marmo nel 1908, oggi esposta alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

La prima volta che mi sono trovata davanti questa scultura, ho provato lo stesso identico turbamento che ho avuto di fronte “Il Cristo Velato” (di cui vi ho parlato in un altro articolo ecco il link https://www.mobmagazine.it/larista-illuminato-di-franca-spagnolo/

Ammirare la Magnificenza vuol dire osservare ciò che appare agli occhi, ascoltando l’infinito circolo di suggestioni che l’Artista ha lasciato nella materia da cui ha tirato fuori l’anima. Se ci pensiamo, lo scalpello e i ferri che incidono la pietra, sono l’essenza stessa del male che ogni essere umano produce a se stesso dovendo scavarsi, per raggiungere l’anima e la luce.

Cellini rappresenta la lotta in cui sembra perdere l’uomo, che consumando le forze si contorce nell’atto di spazzare via il male, immaginato come sudario impalpabile, funereo, che copre la terra e avvolge le sagome di chi la abita. Un uomo piegato su se stesso, manifesta la forza fisica brutale e quella incisiva dell’animo. Scultura emblematica in cui l’artista rappresenta la battaglia tra forza e stanchezza: l’eterno conflitto tra bene e male. Le braccia sono tese, il marmo diventa strato sottile della pelle che ricopre i muscoli ben definiti del corpo dove appaiono in modo evidente i tendini, le vene. Tutto conduce lo sguardo alla tensione, lo sforzo. Sulle mani nodose affiora imponente il vigore con cui sembrano voler strappare dal suolo il velo scuro di cui tuttavia sono parte. Non è visibile il volto dell’uomo. La testa è liscia con un sottile accenno ai capelli. Lo spettatore si trova a viaggiare con il pensiero, immaginando il dolore e i tratti di un viso distrutto, in cui ognuno riflette le proprie angosce. La torsione del busto evidenzia i muscoli dorsali. Gli arti inferiori visibilmente possenti quasi sproporzionati, si fondono con il velo che le mani cercano di strappare, evidenziando la lotta che vive in ogni essere umano con la propria dualità: vittima e carnefice, salvato e salvatore.

Ammirando “L’umanità contro il male” nasce il desiderio di toccare quel corpo che trasuda forza, incanto, dolore, purezza e oscurità.  Un’esperienza extracorporea in cui la materia subisce uno stimolo a l’azione ma non può agire, così lo spirito dello scultore guida l’osservatore scortandolo in un viaggio dove la coscienza viene incisa dai colpi dello scalpello. Nel percorso suggestivo nasce il desiderio di stringere a sé tanta bellezza. Il senso d’abbandono da cui si è colti, trascina il corpo nel punto in cui la “sostanza” si frantuma e con lei sparisce il male. Non a caso Gaetano Cellini, a descrizione della sua opera, accanto la firma, scrive: “Così ti sterperò coi denti e l’ugne / Dolore eterno che nel cor mi pugne”.

L’Arte è nutrimento, il talento è nello stesso tempo debolezza e forza, gioia e dolore, luce e ombra. Ogni Artista porta con sé il segreto della luce divina, che solo il passo lento della sensibilità può salvare dalla brutalità di un’umanità distratta.

Namasté

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