“Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso egualmente t’amerei”.
Versi toccanti e pieni d’amore
L’istante del ricordo è immediato
I luoghi dell’infanzia ancor nel cuore
Ora che il tempo delle viole è ritornato.
Quando andavamo per i campi in bicicletta
E scoprivo il bambino che dentro di te avevi
Con la vita che pedalava troppo in fretta
E la tua rabbia ben nascosta trattenevi.
I ricordi non colmano mai il vuoto
Dopo la tempesta in quel mare oscuro
Viene la quiete che rimette tutto in moto
E il padre resta l’approdo più sicuro.
La casa paterna non nega il conforto
E’ la prima palestra di virtù e bontà
Ove si misura con il perdono il torto
E si esprime la piena e spontanea volontà.
Dare l’affetto con gesti, parole e sguardi
Anche se i tempi cambiano e sono diversi
Lacrime taciute di solitudine senza riguardi
E l’animo comincia lentamente a rassegnarsi.
Il necessario al vivere divien così speciale
Ogni dimenticanza è peggio di uno schiaffo
Sulle ferite aperte non si sparge il sale
La carezza di un sorriso è al cuore un tuffo.
Ogni figlio somiglia un po’ a suo padre
Che custodisce della famiglia la memoria
Che ben compatta e coordina le squadre
Che tace per non mentire quand’è brutta la storia.
I bambini guardano il papà con occhi sinceri
E lo disegnano come un essere speciale
Re di castelli incantati, mito dei desideri
Una figura straordinaria sempre colossale.
Maria Rosa Bernasconi
