Home Blog Page 5

Valeria Tufariello, poetessa e scrittrice di sani valori ed emozioni del Sud Italia, da Napoli a Roma | INTERVISTA

0
Valeria Tufariello

«La poesia per me è come la musica: amo tutto quello che mi fa emozionare, che sia un pezzo rock o un pezzo di musica classica … La poesia deve principalmente emozionare, coinvolgere tutti i sensi e guidarci in un percorso invisibile in cui potersi ritrovare e riconoscere.» (Valeria Tufariello)

Valeria Tufariello

Ciao Valeria, benvenuta. Grazie per la tua disponibilità e per aver accettato il nostro invito. Se volessi presentarti ai nostri lettori, cosa racconteresti di te quale Valeria poetessa e scrittrice?

Sono una viaggiatrice del tempo, amo guardare intorno a me come fuori dal finestrino e cogliere ogni battito di vita e dargli forma, a volte i contorni sono un po’ confusi altre più chiari e nitidi come foto scattate a quello che ho intorno.

… chi è invece Valeria donna che vive la sua quotidianità e cosa fa al di fuori dell’arte dello scrivere che puoi raccontarci?

Sono una madre felice e questo ritengo sia la più grande espressione di poesia presente nella mia vita. Non vorrei sembrare retorica, ma io con i miei tre figli ho vissuto davvero uno stato di simbiotica beatitudine e riconoscenza, fatti di completamento, di ricerca e di crescita reciproca. Poi lavoro e sono (ancora) figlia… e non è poco!

Chi sono e chi sono stati i tuoi maestri d’arte, se vogliamo usare questo termine? Qual è stato il tuo percorso artistico/formativo ed esperienziale nel mondo della scrittura e della poesia?

La poesia per me è come la musica: amo tutto quello che mi fa emozionare, che sia un pezzo rock o un pezzo di musica classica. Così nella poesia spazio da autori classici a quelli più recenti (come Pessoa e Merini), attraverso le loro esperienze, che sono state la spinta che li ha guidati a trasformare quanto vissuto in parole, fino a farne un’opera d’arte.

Come definiresti il tuo stile poetico e la tua poetica? C’è qualche poeta del passato o del presente al quale ti ispiri?

Come ho detto prima mi ispiro a tutto quello che mi fa emozionare; quindi, ognuno è a suo modo occasione di riflessione. Le mie figure di riferimento e che amo particolarmente sono la Merini, Pessoa e Wisława Szymborska.

Raccontaci delle tue poesie e dei tuoi libri. Quali sono che ami ricordare e di cui vuoi parlare ai nostri lettori?

Forse la poesia a cui sono più legata è quella che mi ha dato la spinta per iniziare questo meraviglioso cammino ed è “Madre-perla”, dedicata a mia madre, alla fine di un percorso difficile in seguito ad una malattia. Poi quella dedicata all’autismo, ma anche l’ultima che mi ha vista vincitrice del secondo posto a gennaio, intitolata “Tre baci”.

So che hai vinto tantissimi premi letterari e hai ricevuto tantissimi riconoscimenti per la tua scrittura e per le tue opere poetiche. Ci racconti queste belle esperienze? Cosa ti hanno lasciato e quali sono i riconoscimenti che ricordi con più piacere e soddisfazione? E perché proprio quelli?

Difficile fare una selezione di quello che mi ha colpito di più, perché ogni poesia è un cammino importante ed ogni premiazione, che sia una segnalazione di merito o il premio del Presidente o un primo posto, mi ha riempito il cuore di emozione, perché penso al tempo dedicato a leggere i miei versi, a valutarli in assenza di sollecitazioni personali ed avere uno sguardo epurato da pregiudizi, mi fa sentire davvero una privilegiata. Voglio solo ricordare il primo posto ottenuto con la poesia su mia madre ma solo perché è stato il mio punto di partenza.

Valeria Tufariello

«Appartengo a quella categoria di persone che ritiene che ogni azione debba essere portata a termine. Non mi sono mai chiesto se dovevo affrontare o no un certo problema, ma solo come affrontarlo.» (Giovanni Falcone, “Cose di cosa nostra”, VII ed., Rizzoli libri spa, Milano, 2016, p. 25 | I edizione 1991). Tu a quale categoria di persone appartieni, volendo rimanere nelle parole di Giovanni Falcone? Sei una persona che punta un obiettivo e cerca in tutti i modi di raggiungerlo con determinazione e impegno, oppure pensi che conti molto il fato e la fortuna per avere successo nella vita e nelle cose che si fanno, al di là dei talenti posseduti e dell’impegno e della disciplina che mettiamo in quello che facciamo?

Parole di un grande Uomo. Sicuramente sono molto meno coraggiosa di lui, ma ho sempre sostenuto che se affrontassi la vita come faccio con la scrittura sarei capace di grandi cose… o forse no… ma l’approccio è di sicuro quello giusto: mi metto in gioco, non penso al dopo, butto fuori le emozioni, mi espongo e spesso mi “spoglio” e non temo i giudizi. Diversa cosa è la vita di tutti i giorni. Dico sempre che dovrei affrontarla con la forza che mi spinge a scrivere.

«Io vivo in una specie di fornace di affetti, amori, desideri, invenzioni, creazioni, attività e sogni. Non posso descrivere la mia vita in base ai fatti perché l’estasi non risiede nei fatti, in quello che succede o in quello che faccio, ma in ciò che viene suscitato in me e in ciò che viene creato grazie a tutto questo… Quello che voglio dire è che vivo una realtà al tempo stesso fisica e metafisica…» (Anaïs Nin, “Fuoco” in “Diari d’amore” terzo volume, 1986). Cosa pensi di queste parole della grandissima scrittrice Anaïs Nin? E quando l’amore e i sentimenti così poderosi incidono nella tua arte e nelle tue opere?

Come dico sempre: la scrittura, come la musica, mi ha salvato la vita. Trovo le parole della scrittrice Anaïs Nin altamente rappresentative della mia indole. L’amore, come tutti i sentimenti sono sempre presenti nelle mie opere, anzi sono loro che trovano posto nella mia scrittura. Per me scrivere è una vera e propria terapia, che mi consente di elaborare stati d’animo ed emozioni difficili da spiegare. La poesia mi permette di raccontare quello che mi emoziona e difficilmente fa parte del mondo tangibile, fino alla completa elaborazione di quello che ho dentro.

«…anche l’amore era fra le esperienze mistiche e pericolose, perché toglie l’uomo dalle braccia della ragione e lo lascia letteralmente sospeso a mezz’aria sopra un abisso senza fondo.» (Robert Musil, “L’uomo senza qualità”, Volume primo, p. 28, Einaudi ed., 1996, Torino). Cosa pensi di questa frase di Robert Musil? Cos’è l’amore per te e come secondo te è vissuto oggi l’amore nella nostra società contemporanea, tecnologica e social?

Non mi rispecchia l’affermazione di Robert Musil. Senza amore non saprei vivere. Paradossalmente riuscirei ad accontentarmi di un’esistenza senza sfarzi ma non senza il lusso di poter amare… anche se implica sofferenza.

I social hanno un po’ devastato i rapporti. Ci si invaghisce di ologrammi. Si mette in gioco tutto per un’immagine che difficilmente corrisponde a dei contenuti tali da consentire un rapporto vero e si vive di illusioni, incapaci di toccarsi per timore di rovinare l’immagine statica che i social ci cuciono addosso…

«Direi che sono disgustato, o ancor meglio nauseato … C’è in giro un sacco di poesia accademica. Mi arrivano libri o riviste da studenti che hanno pochissima energia … non hanno fuoco o pazzia. La gente affabile non crea molto bene. Questo non si applica soltanto ai giovani. Il poeta, più di tutti, deve forgiarsi tra le fiamme degli stenti. Troppo latte materno non va bene. Se il tipo di poesia è buona, io non ne ho vista. La teoria degli stenti e delle privazioni può essere vecchia, ma è diventata vecchia perché era buona … Il mio contributo è stato quello di rendere la poesia più libera e più semplificata, l’ho resa più umana. L’ho resa più facile da seguire per gli altri. Ho insegnato loro che si può scrivere una poesia allo stesso modo in cui si può scrivere una lettera, che una poesia può perfino intrattenere, e che non ci deve essere per forza qualcosa di sacro in essa.» (Intervista di William Childress, Charles Bukowski, “Poetry Now, vol. 1, n.6, 1974, pp 1, 19, 21.). Tu da poeta cosa ne pensi in proposito? Ha ragione Bukowski a dire queste cose? Cosa è oggi la poesia per te, riprendendo il pensiero di Bukowski?

Concordo pienamente col pensiero del grande Bukowski. C’è l’assurda convinzione che la poesia debba necessariamente colpire attraverso l’utilizzo di termini ricercati, con l’intento di stupire. Secondo me è profondamente sbagliato. La poesia deve principalmente emozionare, coinvolgere tutti i sensi e guidarci in un percorso invisibile in cui potersi ritrovare e riconoscere. La funzione della scrittura è anche questa: dare voce a chi non sa trovare la strada per veicolare le proprie emozioni e riconoscersi e sentirsi capito e l’utilizzo di termini aulici, spesso scoraggia questi viaggi introspettivi.

«Il ruolo del poeta è pressoché nullo … tristemente nullo … il poeta, per definizione, è un mezzo uomo – un mollaccione, non è una persona reale, e non ha la forza di guidare uomini veri in questioni di sangue e coraggio.» (Intervista ad Arnold Kaye, Charles Bukowski Speaks Out, “Literary Times”, Chicaco, vol 2, n. 4, March 1963, pp. 1-7). Qual è la tua idea in proposito rispetto alle parole di Bukowski? Cosa pensi del ruolo del poeta nella società contemporanea, oggi social e tecnologica fino alla esasperazione? Oggi al poeta, secondo te, viene riconosciuto un ruolo sociale e culturale, oppure, come dice Bukowski, fa parte di una “élite” di intellettuali che si autoincensano reciprocamente, una sorta di “club” riservato ed esclusivo, senza incidere realmente nella società e nella cultura contemporanea?

Tristemente vera questa affermazione. Vivo sperando che qualcuno possa trovare un appiglio per sentirsi capito, nei versi di una poesia; che riesca attraverso la scrittura ad allontanare il senso di disperazione o – peggio – la depressione, male sempre più diffuso soprattutto fra i giovani, in una società basata più sull’apparire e non sull’essere.

«La lettura di buoni libri è una conversazione con i migliori uomini dei secoli passati che ne sono stati gli autori, anzi come una conversazione meditata, nella quale essi ci rivelano i loro pensieri migliori» (René Descartes in “Il discorso del metodo”, Leida, 1637). Qualche secolo dopo Marcel Proust dice invece che: «La lettura, al contrario della conversazione, consiste, per ciascuno di noi, nel ricevere un pensiero nella solitudine, continuando cioè a godere dei poteri intellettuali che abbiamo quando siamo soli con noi stessi e che invece la conversazione vanifica, a poter essere stimolati, a lavorare su noi stessi nel pieno possesso delle nostre facoltà spirituali.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905 | In italiano, Marcel Proust, “Del piacere di leggere”, Passigli ed., Firenze-Antella, 1998, p.30). Tu cosa ne pensi in proposito? Cos’è oggi leggere un libro? È davvero una conversazione con chi lo ha scritto, come dice Cartesio, oppure è “ricevere un pensiero nella solitudine” come dice Proust? Dicci il tuo pensiero…

Secondo me è più vicino a quello che dice Proust: “ricevere un pensiero nella solitudine”. Nella conversazione si rischia di essere distratti da elementi che poco hanno a che fare con il nostro spirito. Nell’interazione fatta di gestualità, di studio e di diretta osservazione del nostro interlocutore, siamo in grado di elaborare molto poco, perché incapaci, tra pensieri e impulsi, di ricevere quegli stimoli atti ad entrare in contatto con noi stessi; siamo “distolti” da ciò che appare e non da quello che realmente sentiamo.

«Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905). Cosa ne pensi tu in proposito? Cosa legge il lettore in uno scritto? Quello che ha nella testa “chi lo ha scritto” oppure quello che gli appartiene e che altrimenti non vedrebbe?

È vero, spesso mi ritrovo immersa in letture alla ricerca di similitudini, o di esperienze che mi avvicinano al protagonista o versi che riescono a rappresentare il mio stato d’animo appieno; e quasi sempre mi scopro nascosta in qualche frase. Anche se, per me, esiste un confine sottilissimo tra quello che è scritto e che ci rappresenta davvero, e la necessità di riconoscersi in una storia per ottenere nuovi spunti o strumenti d’approccio che possano fornire nuovi strumenti per indagare meglio nel nostro spirito.

«I perdenti, come gli autodidatti, hanno sempre conoscenze più vaste dei vincenti, se vuoi vincere devi sapere una cosa sola e non perdere tempo a saperle tutte, il piacere dell’erudizione è riservato ai perdenti.» (Umberto Eco, “Numero Zero”, Bompiani ed., Milano, 2015). Cosa ne pensi di questa frase del grande maestro Umberto Eco? In generale e nel mondo dell’arte, della cultura, della letteratura contemporanea? Come secondo te va interpretata considerato che oggi le TV, i mass media, i giornali, i social sono popolati da “opinionisti-tuttologi” che si presentato come coloro che sanno “tutto di tutto” ma poi non sanno “niente di niente”, ma vengono subdolamente utilizzati per creare “opinione” nella gente comune e, se vogliamo, nel “popolo” che magari di alcuni argomenti e temi sa poco? Come mai secondo te oggi il mondo contemporaneo occidentale non si affida più a chi le cose le sa veramente, dal punto di vista professionale, accademico, scientifico, conoscitivo ed esperienziale, ma si affida e utilizza esclusivamente personaggi che giustamente Umberto Eco definisce “autodidatti” – e che io chiamo “tuttologi incompetenti” – ma che hanno assunto una posizione di visibilità predominante che certamente influenza perversamente il loro pubblico? Una posizione di predominio culturale all’insegna della tuttologia e per certi versi di una sorta di disonestà intellettuale che da questa prospettiva ha invaso il nostro Paese. Come ne escono l’Arte e la Cultura da tutto questo secondo te?

La società in cui viviamo è, purtroppo, una fabbrica di cloni, di persone senza la minima percezione del se reale. Spiace dirlo perché in questo mondo viaggiano anche i nostri figli. I social hanno amplificato ed esasperato quelle dinamiche da cortile, che un tempo, appunto, restavano circoscritte in micro-realtà dei punti di ritrovo come il bar, il mercato o la piazza. Il sentito dire che viaggia alla velocità della luce e diventa il Verbo. Ho notato questo declino anche nel panorama musicale: è sufficiente condividere un brano musicale di scarso valore per farne la hit del momento, senza tener conto del vero valore del testo e della musica. Milioni e milioni di visualizzazioni fatte per la maggior parte da curiosi senza alcuna competenza, penalizzando così l’approfondimento tecnico. Come succede nelle dinamiche da tuttologi da cui siamo circondati che diffondono pareri non solo non richiesti, ma addirittura deleteri.

Quando parliamo di bellezza, siamo così sicuri che quello che noi nati nel Novecento intendiamo per bellezza sia lo stesso, per esempio, per i ragazzi delle Generazione Z, Generazione Alpha o per i Millennial, per gli adolescenti nati nel Ventunesimo secolo? E se questi canoni non sono uguali tra loro, quando parliamo di bellezza che salverà il mondo, a quale bellezza ci riferiamo?

Siamo ben lontani dall’idea bellezza come la intendiamo noi del secolo scorso. Oggi essere belli coincide con un canone estetico massificante che poco ha a che vedere con il rispetto delle caratteristiche di ognuno. Gli influencer sono un po’ il vero pericolo perché in quanto famosi possono creare tendenze senza tener conto dell’effettivo risvolto che può scaturirne. In alcuni video ho visto un’influencer che comunica alla madre di essere rimasta incinta e doveva  aveva ancora terminare il liceo. Sembrava tutto un gioco. La mia impressione è che manchi il senso di responsabilità. Nulla da dire, se la cosa non avesse conseguenze serie. Ho visto ragazze entrare in depressione o avere disturbi alimentari seri, per vestire qualche taglia in meno come visto nei video di tendenza. Troverei più utile se usassero la loro notorietà per sensibilizzare tematiche delicate, ma non tutti lo fanno.

Esiste oggi secondo te una disciplina che educa alla bellezza? La cosiddetta estetica della cultura dell’antica Grecia e della filosofia speculativa di fine Ottocento inizi Novecento?

L’educazione alla bellezza, secondo me, è necessario che passi attraverso il rispetto per se stessi. Comprendere ed accettarsi. Fare della propria unicità un vanto e non uno scoglio da superare per assomigliare a qualcun altro. L’educazione alla bellezza è una questione culturale che parte dall’attribuire un valore a ciò che facciamo e siamo.

Un arricchimento che deve necessariamente partire da un approfondimento di tematiche e valori che forse si sono un po’ persi. Riscoprire la cultura del bello come sinonimo di unico. Esattamente come l’essere umano.

«C’è un interesse in ciò che è nascosto e ciò che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere le forme di un sentimento decisamente intenso, una sorta di conflitto, direi, tra visibile nascosto e visibile apparente.» (René Magritte, 1898-1967). Cosa ne pensi di questa frase detta da Magritte? Nelle arti visive e nella letteratura, qual è, secondo te, il messaggio più incisivo? Quello che è visibile, esplicito e di immediata comprensione oppure quello che, pur non essendo visibile, per associazione mentale e per meccanismi psicologici proiettivi scatena nell’osservatore emozioni imprevedibili e intense?

Se parliamo di interesse, sicuramente questo nasce per un qualcosa che attrae e che difficilmente accade se è di evidente visibilità. Diversa cosa è trovarsi dinanzi a ciò che è celato; in noi si attiva un impegno “investigativo” spinto dalla curiosità che accentua le nostre capacità di ricerca. Non a caso nell’arte la simbologia era ben nascosta e il significato non saltava subito all’occhio. In un quadro di insieme apprezzi l’opera nella sua forma e nei colori, ma solo un occhio attento può cogliere ciò che era intenzione dell’autore trasmettere realmente.

Se casualmente ti ritrovassi in ascensore con un grande editore quale Einaudi, Feltrinelli, Rizzoli, Mondadori, tu e l’Amministratore Delegato di una di questa Case Editrici importantissime, da soli, e avessi un minuto di tempo per sfruttare quell’occasione incredibile e imprevedibile, presentarti e convincerlo a pubblicare il tuo libro, cosa gli diresti di te quale poeta e autore?

Per trovare le giuste parole senza apparire invadente, proverei a spiegare che da piccola avrei dato qualsiasi cosa per leggere parole dove trovare rifugio e conforto e in cui potermi ritrovare, mi avrebbe fatto sentire meno sola ed incompresa e che vorrei dare la possibilità a qualcun altro di imparare a volare e ad amarsi per ciò che è, a conferma che bisogna inseguire i propri sogni per poterli toccare… e non c’è niente di più bello che stringere un libro fra le mani.

«Avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità ma anche per procuraci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell’affrontarlo, il valore nostro. Pertanto, quando il nemico non ci sia, occorre costruirlo. (…) Ed ecco che in questa occasione non ci interessa tanto il fenomeno quasi naturale di individuazione di un nemico che ci minaccia, quando il processo di produzione e demonizzazione del nemico» (Umberto Eco, “Costruire il nemico”, La nave di Teseo ed., Milano, 2021, p.7). Riprendendo le parole di Eco, qual è il tuo nemico? Chi senti come nemico nella tua vita di oggi e chi è stato il tuo nemico nel passato? In altre parole, da cosa ti sei sentito e oggi da cosa ti senti minacciato, da un punto di vista più culturale, etico e morale, che fisico ovviamente, e contro cosa combatti nella tua quotidianità?

Forse sono io il peggior nemico di me stessa. Non credo e poi si. Cammino e poi arretro. Mi metto in gioco e poi dubito. Fluttuo nell’incertezza di ciò che sono stata, che sono e che voglio essere. Nella scrittura per fortuna mi sento a mio agio, un po’ come nella poesia “L’Albatros” di Baudelaire: goffa, impacciata ed insicura nella vita, finché non ho l’opportunità di scoprire un nuovo verso, delle nuove rime o parole perfette legate tra loro, da permettermi di volare libera nel vento.

Se per un momento dovessi pensare alle persone che ti hanno dato una mano, che ti hanno aiutato significativamente nella tua vita artistica e umana, soprattutto nei momenti di difficoltà e di insicurezza che hai vissuto, che sono state determinanti per le tue scelte professionali e di vita portandoti a prendere quelle decisioni che ti hanno condotto dove sei oggi, a realizzare i tuoi sogni, a chi penseresti? Chi sono queste persone che ti senti di ringraziare pubblicamente in questa intervista, e perché proprio loro?

Sicuramente un grosso grazie lo devo a chi mi ha apprezzata e poi invogliata a percorrere questa strada. A chi ha creduto in me prima ancora che lo facessi io. C’è chi trovava del bello anche nei i miei commenti o nelle descrizioni che accompagnavano delle foto – sempre tramite social – ed i miei figli che mi hanno dato diversi spunti su cui riflettere e poi creare, osservandoli nel loro cammino.

Se dovessi consigliare ai nostri lettori tre film da vedere quali consiglieresti e perché?

I film che mi emozionano e che rivedo ogni volta che passano in tv sono “Le ali della libertà” e “Il miglio verde”. Spesso mi sono sentita imprigionata o vincolata, in situazioni di difficile gestione, che mi hanno un po’ spinta a disegnare un mondo colorato cui appigliarmi, per sognare aldilà di quelle sbarre… un po’ come capita ai protagonisti di queste due straordinarie pellicole, dove cercano una ragione per vivere oltre quell’ingiusta oscurità.

E tre libri da leggere assolutamente nei prossimi mesi? Quali e perché proprio quelli?

Sicuramente consiglierei di leggere il proprio diario, sempre che se ne abbia uno, così da vedere il cammino percorso fin qui. E poi amo molto il modo di scrivere di Gramellini. Infine le “Novelle brevi di Sicilia” dove ho trovato personaggi scolpiti a tuttotondo, così perfetti da poterli toccare. Caratteri personalità e dinamiche da sembrare visibili come in un film. Il tutto tenuto su da una sapiente capacità narrativa.

I tuoi prossimi progetti? Cosa ti aspetta nel tuo futuro professionale e artistico che puoi raccontarci?

Sto cercando di raccogliere le poesie e i racconti che hanno ricevuto dei premi e provare a pubblicarli. Per ora sono stati solo pubblicati in raccolte antologiche Autori Vari.

Dove potranno seguirti i nostri lettori?

https://www.facebook.com/valeria.tufariello

https://www.instagram.com/valeria_tufariello/

Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire a chi leggerà questa intervista?

Con un augurio, quello di riscoprire il valore del tempo. Il tempo di leggere, quello di scrivere e quello di emozionarsi, godendo di ogni singolo attimo nel momento esatto in cui tutto accade.

Valeria Tufariello

https://www.facebook.com/valeria.tufariello

https://www.instagram.com/valeria_tufariello/

Valeria Tufariello

Andrea Giostra

https://www.facebook.com/andreagiostrafilm/

https://andreagiostrafilm.blogspot.it

https://www.youtube.com/channel/UCJvCBdZmn_o9bWQA1IuD0Pg

Andrea Giostra al mercato di Ballarò a Palermo_Ph. Mapi Rizzo

FATTIESTRAFATTI: “IO SONO DARTY”, L’AMORE PER I GATTI DI CHIARA VERGANI

0

FATTIESTRAFATTI: “IO SONO DARTY”, L’AMORE PER I GATTI DI CHIARA VERGANI

Benvenuti ancora una volta a #fattiestrafatti, la mia rubrica sulla testata Mob Magazine che racconta le storie di tutti. Questa volta ho il piacere di intervistare Chiara Vergani, insegnante, scrittrice e non solo.  E’ membro di giuria in molti concorsi letterari per adulti e per studenti delle scuole di ogni ordine e grado

Conferenziere e formatrice a livello nazionale su temi sociali: bullismo, cyberbullismo, revengeporn, ludopatia, dipendenza da sostante stupefacenti e da alcol, le sette, didattica a distanza, le soft skills a scuola. E’ articolista di settore in varie riviste in blog culturali e in magazine online. Collabora con emittente televisiva di Pordenone – il 13 – tv azzurra triveneto come esperta di temi sociali (bullismo, cyberbullismo, revengeporn, ludopatia, didattica a distanza, scuola, pedagogia, ecc…) Collabora con WellTVChannel come esperta di temi sociali. Collabora come esperta di cyberbullismo e di tematiche sociali con la giornalista Elena De Vincenzo di Rai 1 per il cantiere delle donne. Conduce la trasmissione “Dentro la società’” su radio Webb Ulisse. Fa attività di divulgazione di ricerca di problematiche ambientali come prevenzione a forme di disagio sociale con centri di ricerche pubblici e privati.

  • Benvenuta Chiara e grazie per l’intervista. Donna dalle mille attività, ma quanto sei #fattaestrafatta di cose da progettare?

Grazie per l’invito cara Daniela, hai proprio ragione, lavoro alacremente a molti progetti editoriali!

  • Come nasce l’idea per “Io sono Darty”? Ma soprattutto vogliamo raccontare chi è?

D’Artagnan è il nome originale di Darty che ne è il diminutivo, è il mio meraviglioso e adorato gatto che compie 11 anni questo mese. Con il libro Io sono Darty ho voluto rendergli omaggio e ringraziarlo per starmi accanto in modo paziente. La mia intenzione è anche quella di fare breccia nel cuore di chi ancora non ha mai avuto contatti ravvicinati con i piccoli felini. Desidero rappresentare quanto amore possa donare a noi umani un animale domestico come il gatto.

  • Ma D’Artagnan, detto Darty, quanto è #fattoestrafatto di furbizia e dolcezza?

E’ vero, Darty è un concentrato di furbizia e dolcezza. Osserva le mie mosse, mi studia, asseconda i miei limiti e sa cogliere al volo le occasioni interlocutorie per inviarmi messaggi a volte di affetto e altre di richiesta delle sue necessità.

  • Come è stata la tua vita dopo l’entrata in scena di questo adorabile guastafeste?

Molto dura all’inizio in quanto da piccolo era vivacissimo e graffiava qualsiasi superficie, mordeva e correva di continuo da una stanza all’altra. Poi con il tempo abbiamo trovato un equilibrio: lui è diventato un micione adulto più tranquillo e io ho accettato completamente tutte le sue “bravate”.

 

  • La tua scrittura si conferma ironica, scorrevole, piacevolissima. Quanto tempo dedichi a questa passione?

Grazie per l’apprezzamento, fatto da una grande professionista come te, mi riempie di orgoglio. Scrivo quando sono ispirata dalla mia creatività, devo avere la mente libera, aperta per dare spazio alle idee.

  • Sei più #gattara o più scrittrice?

Bella domanda! Direi un pareggio!

  • Quanto sei #fattaestrafatta di complicità con Darty?

Darty e io siamo davvero molto complici, ci guardiamo e ci capiamo, ci cerchiamo con lo sguardo, ma ognuno ha imparato a rispettare gli spazi dell’altro che possono essere dedicati sia al riposo che alle varie attività.

  • Vogliamo un po’ raccontare la simbologia del gatto sin dall’antichità?

Fin dall’antichità il gatto è stato sovente accostato alle dee dell’amore e della fertilità, come Bastet dea egizia della casa e della famiglia. Ogni famiglia egiziana aveva un gatto che era adorato e rappresentato in dipinti, sculture e incisioni poiché considerato sacro.  Il gatto di colore nero era il preferito in quanto associato alla notte carica di mistero.

  • Le cose migliori capitano quando meno te lo aspetti, e lo stesso è accaduto con Darty. In psicologia la figura di un animale accanto a chi ha problematiche di ansia e attacchi di panico quanto può essere d’aiuto?

Penso che l’animale possa essere di grande aiuto, infatti la pet terapysi è sempre più sviluppata e viene usata per aiutare soprattutto i bambini in difficoltà. In particolare anche i soggetti con disabilità trovano amore e sollievo mediante il contatto con gli animali. L’amico peloso è in grado di tranquillizzare, di trasmettere calma e serenità, ci permette di occuparci di lui mentre elargisce il suo affetto a piene zampe. Molti studi scientifici hanno evidenziato quanto siano importanti le sedute di pet terapy anche per regolare alcune patologie. Per quanto mi riguarda, la mia vita è nettamente migliorata con la vicinanza di Darty, è sempre pronto ad aspettarmi quando torno dal lavoro e se a volte si sente trascurato, sembra capisca che non lo faccio di proposito, ma per impegni inderogabili. Consiglio a tutti di adottare un gatto!

  • I tuoi progetti futuri riguardo il tuo ruolo di divulgatrice culturale.

Dopo la realizzazione del progetto editoriale “A scuola con noi” dedicato agli studenti ucraini, ho ideato il progetto editoriale “La scuola nel sociale”. Quest’ultimo progetto ha l’ambizione di avvicinare la scuola al mondo sociale. Sto collaborando con scrittrici e insegnanti per la pubblicazione di testi digitali rivolti ai discenti delle scuole di ordine e grado, quindi sia fiabe e racconti, che poesie e saggi. A breve uscirà anche un mio nuovo libro sia in formato ebook che cartaceo dedicato alla tematica della resilienza.

Grazie Daniela per questa originale intervista e congratulazioni per i tuoi successi professionali.

Un grande in bocca al lupo a Chiara Vergani e complimenti per le sue tantissime attività.

DANIELA MEROLA

 

IL LINK DI ACQUISTO:

https://www.amazon.it/Io-sono-Darty-Chiara-Vergani/dp/B0BSLS9ZZS/ref=asc_df_B0BSLS9ZZS/?tag=googshopit-21&linkCode=df0&hvadid=646669674151&hvpos=&hv

 

Il libro: “Di uomini e mostri – Brevi cronache dal mondo”, una raccolta di microstorie nate dalla penna di Nicola Argenti

0
Nicola Argenti
Lo scrittore romano Nicola Argenti è arrivato in libreria con Di uomini e mostri – Brevi cronache dal mondo, una raccolta di microstorie legate fra loro dalla “poetica della miopia” pubblicata con Les Flaneurs Edizioni.
Portando in primo piano i dettagli apparentemente insignificanti e gli aspetti residuali dell’esistenza, attraverso la lente di una raffinata ironia, l’autore nelle sue pagine ci mostra le verità che si nascondono sotto il nostro naso.
“I racconti presenti nella silloge nascono come ritratti in forma di scrittura, basati su personaggi conosciuti nel corso degli anni o su fatti di cronaca realmente accaduti – ha spiegato Nicola Argenti. Ho sempre pensato che alcune storie – pur piccole, invisibili e fugaci – meritassero di essere conservate. Spesso sono proprio gli accadimenti silenziosi e le voci inascoltate che costruiscono le vicende più grandi, contribuendo al tempo stesso alla mutazione (non necessariamente evoluzione) dei tempi, dell’essere umano, delle sensibilità e delle percezioni. Le narrazioni coprono un arco temporale che va dal 1998 al 2021 e durante tutto questo lungo periodo sono intervenuto sui testi manipolando alcuni elementi reali, tramutandoli in favola o narrazione surreale, volendo generare – almeno così nelle intenzioni – un’ampia gamma di sensazioni, quali affezione, divertimento, nostalgia e, perché no, un effetto straniante.
Al pari dei racconti basati principalmente su eventi o personaggi reali, molti altri traggono ispirazione dai semplici aspetti della vita quotidiana, da visioni alterate della contemporaneità o da versioni mostruose (o presunte tali) della condizione umana – da questo il riferimento nel titolo. E poi piccole e grandi allucinazioni quotidiane, individuali e talvolta collettiveIl tutto è caratterizzato dall’elemento fondamentale della brevità. Ho deciso quindi – come cita il sottotitolo – di praticare la forma breve e brevissima, costringendo la scrittura in spazi stretti e angusti, nel tentativo di sprigionare tutta la forza narrativa ed espressiva in poche battute. Ho voluto generare delle strutture dove potessero trovare spazio elementi del reale, minimalismo e disorientamento, atmosfere rarefatte e allegorie, giocando con i personaggi e parimenti con l’ipotetico lettore, fino anche a provocare quest’ultimo”.
Un’opera intensa, frutto di un profondo e articolato percorso personale avviato e portato avanti dal 1990 a oggi, intrecciando poesia e narrativa.
Sinossi
Scrittori fobici dell’immaginazione, vicini di casa troppo distanti, vedove tormentate dalle assenze, antieroi asserviti agli animali domestici, compagni di viaggio assonnati, eroinomani alle prese con la dipendenza affettiva.
Misteriose consapevolezze che irrompono improvvise a squarciare il cielo di carta del tetto coniugale, ingombranti reminiscenze dei tempi andati, dolenti attese alla finestra, eredità segrete affidate alla scrittura, esiti imprevedibili di bocciature prevedibili, atti di ordinaria mostruosità, riflessioni ontologiche e indagini impossibili.
Nicola Argenti
Nicola Argenti, 44 anni, vive e lavora a Roma. Dal 2000 al 2002 è caporedattore di un giornale indipendente romano, KR, sul quale scrive articoli di attualità, cultura e disegna vignette. Nel 2003 fonda, con altri artisti, un collettivo poetico e organizza letture di poesie in diversi locali di Roma. Nello stesso periodo pubblica delle raccolte autoprodotte di poesia e narrativa. Partecipa inoltre a pubblicazioni collettive con piccoli editori indipendenti e fanzine.
Dopo una lunga pausa, nel 2019 torna a partecipare ad alcuni concorsi letterari indetti da editori e associazioni culturali ai quali seguiranno alcune pubblicazioni in antologie poetiche e, nel 2021, la pubblicazione del suo La Rosa nel Magma.
Dal 1990 ad oggi si dedica alla poesia e alla narrativa, in un intenso e articolato percorso personale.
Nicola Argenti
Il libro:
Autore: Nicola Argenti
Titolo: Di uomini e mostri – Brevi cronache dal mondo
Casa Editrice: Les Flaneurs Edizioni
Collana: Fuori collana
Genere: Narrativa
Pagg: 198
Costo: 15 euro
Ean: 9791254511022

Carla Abenante, scrittrice, insegnante, poetessa, autrice | INTERVISTA

0
Carla Abenante

«La bellezza vive nella signorilità, nell’educazione, nella dolcezza, il connubio di questi tre elementi rende bello l’essere umano e il suo sguardo limpido che riflette umiltà» Carla Abenante

Carla Abenante

Ciao Carla, benvenuta e grazie per aver accettato il nostro invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori che volessero sapere di te quale scrittrice, insegnante, poetessa e autrice?

Un saluto a voi e vi ringrazio per avermi dato l’opportunità di fare questa intervista. Sono una docente amante della scrittura che scrive nei versi le sue emozioni, nei romanzi inventa percorsi di vita in rosa, giallo e anche noir dei personaggi, nelle favole inventa personaggi che possano catturare la fantasia dei bambini e nei testi teatrali si sta approcciando per conoscere di più le sue potenzialità di autrice. Fin da piccola ho usato la scrittura come mezzo di comunicazione. Ero una bambina timida nell’approccio con gli altri e ricordo che per chiedere al maestro di andare in bagno glielo scrivevo su di un foglio. Scrivevo poesie e raccontini a scuola e la passione è cresciuta con me. Fin dall’adolescenza mi sono approcciata al mondo educativo infatti ero educatrice ACR. Dopo aver seguito alcuni corsi di scrittura che mi hanno fornito gli strumenti per farlo mi sono appassionata alla scrittura di romanzi.

Chi è invece Carla Donna al di là della sua passione per la scrittura, la poesia e l’arte? Cosa puoi raccontarci della tua quotidianità?

Sono una donna come altre: casa, lavoro, impegni sociali e passioni. Non sono sposata. Non ho figli. L’amore però è una componente importante nella mia vita, senza non si può vivere. Adoro viaggiare, scoprire nuove culture. Mi piace andare a teatro e per musei, guardare mostre e poi amo ballare e andrei spesso se avessi la compagnia per farlo. Disegnare e camminare sono un mio relax.

Mi piace molto stare in compagnia, fare cene fra amici e cucinare e far assaggiare i miei manicaretti.

Qual è il tuo percorso accademico, formativo, professionale ed esperienziale che hai seguito e che ti ha portato a fare quello che fai oggi nel vestire i panni della scrittrice, insegnante, poetessa e autrice?

Il mio percorso di studi è stato diverso da quello che avrei voluto fare. Dopo le scuole medie avrei voluto proseguire con il liceo artistico e poi con l’accademia, avrei dovuto andare in città a Napoli e i miei me lo sconsigliarono. Mi iscrissi al Ragioneria, un percorso all’opposto delle mie inclinazioni artistiche e del mio talento, ma devo dire che non ho avuto problemi e andavo bene, non secchiona, ero disciplinata e organizzata. Ho poi proseguito con studi giuridici, iscrivendomi a Giurisprudenza, laurea non portata a termine per pochi esami da fare, purtroppo la morte di mio padre prematuramente sconvolse la mia vita e il percorso di vita. Il lavoro fu prioritario.

Come nasce la tua passione per scrittura e per i libri? Chi sono stati i tuoi maestri e quali gli autori che da questo punto di vista ti hanno segnato e insegnato ad amare i libri, le storie da scrivere e raccontare, la lettura, la scrittura e l’arte nelle sue varie forme espressive?

La mia passione per la scrittura nacque alle elementari, ogni giorno il maestro, come primo compito della giornata ci proponeva di scrivere il pensierino del giorno, e creazione dopo creazione divenne una passione e un modo di comunicare.

L’amore e il rispetto, la cura per i libri mi è stato trasmesso dai miei genitori, fin da piccola sono stata circondata da enciclopedie e libri di lettura.

Con molti sacrifici mio padre ci comprava come ho detto le enciclopedie, la prima Conoscere, poi i testi scolastici sempre nuovi e diceva di tenerne cura e rispetto, in quanto loro ci avrebbero insegnato il pensiero critico.

Sempre i miei genitori mi hanno trasmesso il piacere dell’arte in genere, del viaggiare, del conoscere nuovi mondi, l’amore per il teatro e il cinema a cui ci facevano assistere.

Non ho un autore a cui mi sono ispirata. Leggo qualsiasi testo tenga accesa la mia curiosità, altrimenti li termino a fatica. Mi piace usare un mio stile di scrittura tenendo in considerazione quanto appreso alla scuola di scrittura e leggendo i vari generi letterari.

Ci parli di “Non sei nella lista” pubblicato nel 2021 e degli altri tuoi libri e scritti? Quali sono, come nascono, qual è l’ispirazione che li ha generati, quale il messaggio che vuoi che arrivi al lettore, quali le storie che ci racconti senza ovviamente fare spoiler?

“Non sei nella lista” è il mio romanzo di esordio e devo dire come primo romanzo trattare un argomento come il bullismo e la violenza non è stato facile, l’ho scelto in quanto mi frullava in testa da tempo, dal momento in cui ci fu l’episodio tragico e atroce di quel ragazzo gonfiato con l’aria compressa dai compagni. L’episodio mi sconvolse molto e mi ripromisi di scrivere sul comportamento degli adolescenti violenti ignari di esserlo in quanto scherzo. Protagonisti di Non sei nella lista sono adolescenti coinvolti in atti di bullismo ma anche dei loro amori, dei rapporti con la famiglia, con gli amici, con le istituzioni, tratta la perdizione di alcuni ma il riscatto di altri. In effetti è un romanzo in cui possiamo ritrovare episodi di uno spaccato di società moderna di cui magari siamo stati spettatori.

In cantiere c’è un romanzo al vaglio dell’editore. Poi il seguito di Non sei nella lista e poi tanto da scrivere che mi frulla nella mente. Ho scritto circa quattrocento poesie di cui non ho nessuna raccolta monografica.

Scrivo anche racconti e favole. I miei romanzi nascono da episodi che mi hanno colpito, da vita vissuta e anche da tanta fantasia e creatività. Le poesie nascono dalle mie emozioni.

I messaggi che vorrei arrivassero ai lettori sono sociali, di riflessione sui rapporti umani, la società, le famiglie, sul lavoro e tra istituzioni. Ovviamente con un pizzico di sorriso e buonumore senza appesantire. In ogni romanzo ci sono storie d’amore perché ritengo che fanno parte della vita sia che siano rosa o problematiche. Il mio intento è che i miei romanzi possano contribuire a costruire un mondo con meno violenza non solo fisica ma anche morale.

Chi sono i destinatari che hai immaginato mentre li scrivevi?

Mentre scrivevo Non sei nella lista mi rivolgevo a lettori adulti, poi quando l’ho finito avevo davanti agli occhi i docenti a cui dare uno strumento per discutere il fenomeno del bullismo. Quando è stato pubblicato, le critiche di alcuni lettori che lo hanno definito con valenza didattica educativa per le istituzioni, le famiglie e i giovani e la società tutta mi hanno suggerito che anche la platea scolastica degli alunni liceali e delle ultime classi delle medie avrebbero potuto leggerlo e commentare, discutere il fenomeno. Adottato, quindi, come testo narrativo nelle scuole.

Quando scrivo di solito è per lettori adulti ma non specifici, scrivo in maniera accessibile ad ogni tipo di lettore. Quando scrivo le poesie non penso ad un tipo di lettore in quanto nascono da una condizione emotiva personale, possono nascere in qualsiasi attimo della giornata, non hanno costruzione specifica se non in seconda battuta. Per le favole è diverso essendo rivolte ai bambini, immagino l’espressione che possano fare ascoltandole

Una domanda difficile, Carla: perché i nostri lettori dovrebbero comprare “Non sei nella lista” e gli altri tuoi libri? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria o nei portali online per acquistarli.

I lettori dovrebbero acquistare Non sei nella lista per leggere uno spaccato di società attuale che, pur essendo marginale, esiste, quello in cui alberga il bullismo, la violenza per capire a quali azioni e quali conseguenze può portare il fenomeno. Inoltre leggerlo è anche camminare per le strade di Napoli, tra le canzoni di Pino Daniele e altre di noti rapper del momento. E anche vestire gli abiti e la vita dei protagonisti, vivere le loro emozioni, delle famiglie e anche delle istituzioni. Beh le poesie e gli altri scritti i lettori dovrebbero leggerli e comparare per navigare nella mia anima e anche nella mia vita conoscendo un po’ di quel che io possa essere come persona.

«… mi sono trovato più volte a riflettere sul concetto di bellezza, e mi sono accorto che potrei benissimo (…) ripetere in proposito quanto rispondeva Agostino alla domanda su cosa fosse il tempo: “Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so.”» (Umberto Eco, “La bellezza”, GEDI gruppo editoriale ed., 2021, pp. 5-6). Per te cos’è la bellezza? La bellezza letteraria e della scrittura in particolare, la bellezza nell’arte, nella cultura, nella conoscenza… Prova a definire la bellezza dal tuo punto di vista. Come si fa a riconoscere la bellezza secondo te?

Per me la bellezza vive nella signorilità, nell’educazione, nella dolcezza, il connubio di questi tre elementi rende bello l’essere umano e il suo sguardo limpido che riflette umiltà. La bellezza nella scrittura credo sia nello stile ed è molto soggettivo. Se un libro non si riesce a leggerlo fino alla fine non è bello.

Secondo me la bellezza nell’arte, nella cultura, nella conoscenza è tutto ciò che ispiri e apri al pensiero critico e ti porti a ragionare sulle motivazioni di un percorso che abbia portato l’artista a quel tipo di opera.

«Appartengo a quella categoria di persone che ritiene che ogni azione debba essere portata a termine. Non mi sono mai chiesto se dovevo affrontare o no un certo problema, ma solo come affrontarlo.» (Giovanni Falcone, “Cose di cosa nostra”, VII ed., Rizzoli libri spa, Milano, 2016, p. 25 | I edizione 1991). Tu a quale categoria di persone appartieni, volendo rimanere nelle parole di Giovanni Falcone? Sei una persona che punta un obiettivo e cerca in tutti i modi di raggiungerlo con determinazione e impegno, oppure pensi che conti molto il fato e la fortuna per avere successo nella vita e nelle cose che si fanno, al di là dei talenti posseduti e dell’impegno e della disciplina che mettiamo in quello che facciamo?

Io la penso come Falcone, il talento è fondamentale ma va coltivato con l’impegno, lo studio, la tenacia ma penso anche che se si aggiungesse un pizzico di fortuna nell’incontrare le persone giuste al momento giusto e che ti tendino una mano per insegnarti come raggiungere il tuo sogno possa completare il percorso.

Camminare sul filo della vita non è una semplice passeggiata, ci sono curve, dossi, ostacoli da superare e se si è forti e determinati con un obiettivo da raggiungere non ci si riesce ad alzarsi dopo le cadute che possono presentarsi improvvisamente. Lo studio apre la mente e insieme alla tenacia e alla forza morale sono componenti essenziali oltre a non avere mai paura di nulla per vivere in un mondo che a volte si presenta come giungla.

«La lettura di buoni libri è una conversazione con i migliori uomini dei secoli passati che ne sono stati gli autori, anzi come una conversazione meditata, nella quale essi ci rivelano i loro pensieri migliori» (René Descartes in “Il discorso del metodo”, Leida, 1637). Qualche secolo dopo Marcel Proust dice invece che: «La lettura, al contrario della conversazione, consiste, per ciascuno di noi, nel ricevere un pensiero nella solitudine, continuando cioè a godere dei poteri intellettuali che abbiamo quando siamo soli con noi stessi e che invece la conversazione vanifica, a poter essere stimolati, a lavorare su noi stessi nel pieno possesso delle nostre facoltà spirituali. (…) Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905 | In italiano, Marcel Proust, “Del piacere di leggere”, Passigli ed., Firenze-Antella, 1998, p.30). Tu cosa ne pensi in proposito? Cos’è oggi leggere un libro? È davvero una conversazione con chi lo ha scritto, come dice Cartesio, oppure è “ricevere un pensiero nella solitudine”, ovvero, “leggere sé stessi” come dice Proust? Dicci il tuo pensiero…

Direi entrambe le affermazioni in quanto leggere è vivere più di una vita e abitare più di un luogo, amare persone, personaggi che esistono nella fantasia dello scrittore che ci offre di conoscerli.

Leggere è anche leggere in se stesi e se stessi, ci si pone sempre davanti all’interrogativo se ci saremmo comportati come i personaggi nel vivere la storia descritta.

Io aggiungo leggere elimina la solitudine.

«Non mi preoccupo di cosa sia o meno una poesia, di cosa sia un romanzo. Li scrivo e basta… i casi sono due: o funzionano o non funzionano. Non sono preoccupato con: “Questa è una poesia, questo è un romanzo, questa è una scarpa, questo è un guanto”. Lo butto giù e questo è quanto. Io la penso così.» (Ben Pleasants, The Free Press Symposium: Conversations with Charles Bukowski, “Los Angeles Free Press”, October 31-November 6, 1975, pp. 14-16.) Secondo te perché un romanzo, un libro, una raccolta di poesie abbia successo è più importante la storia (quello che si narra) o come è scritta (il linguaggio utilizzato più o meno originale, armonico, musicale, accattivante per chi legge), volendo rimanere nel concetto di Bukowski?

Non vorrei dire eresie, dovrei aver scritto un libro di successo per sapere quali elementi ci devono essere per renderlo tale. Comunque penso che un libro per avere successo sia importante sia la storia narrata che lo stile narrante. Credo che fare innamorare dei personaggi, della storia sia fondamentale quanto scriverla in uno stile alla portata di tutti per arrivare alla mente e cuore. Se si usa una scrittura forbita, colta, sarà limitato ad una parte di lettori ma se si usa una scrittura scorrevole, comprensibile, avrà una platea maggiore e potrebbe avere successo.

«Io vivo in una specie di fornace di affetti, amori, desideri, invenzioni, creazioni, attività e sogni. Non posso descrivere la mia vita in base ai fatti perché l’estasi non risiede nei fatti, in quello che succede o in quello che faccio, ma in ciò che viene suscitato in me e in ciò che viene creato grazie a tutto questo… Quello che voglio dire è che vivo una realtà al tempo stesso fisica e metafisica…» (Anaïs Nin, “Fuoco” in “Diari d’amore” terzo volume, 1986). Cosa pensi di queste parole della grandissima scrittrice Anaïs Nin? E quanto l’amore e i sentimenti così poderosi sono importanti per te e incidono nella tua scrittura, nella tua arte e nel tuo lavoro?

L’amore per sé stessi e per quello che si fa è importante per realizzare quanto si è ripromesso. Amarsi significa essere appagati. Nella mia scrittura incidono il mio percorso di vita, le mie esperienze positive e negative ma soprattutto le mie opere hanno l’impronta delle mie emozioni, senza di esse non avrei mai scritto nulla.

«Lasciate che vi dia un suggerimento pratico: la letteratura, la vera letteratura, non dev’essere ingurgitata come una sorta di pozione che può far bene al cuore o al cervello – il cervello, lo stomaco dell’anima. La letteratura dev’essere presa e fatta a pezzetti, sminuzzata, schiacciata – allora il suo squisito aroma lo si potrà fiutare nell’incavo del palmo della mano, la potrete sgranocchiare e rollare sulla lingua con gusto; allora, e solo allora, il suo sapore raro sarà apprezzato per il suo autentico calore e le parti spezzate e schiacciate si ricomporranno nella vostra mente e schiuderanno la bellezza di un’unità alla quale voi avrete dato qualcosa del vostro stesso sangue» (Vladimir Nabokov, “Lezioni di letteratura russa”, Adelphi ed., Milano, 2021). Cosa ne pensi delle parole di Nabokov a proposito della lettura? Come dev’essere letto un libro, secondo te, cercando di identificarsi liberamente con i protagonisti della storia, oppure, lasciarsi trascinare dalla scrittura, sminuzzarla nelle sue componenti, per poi riceverne una nuova e intima esperienza che poco ha a che fare con quella di chi l’ha scritta? Qual è la tua posizione in merito?

Concordo, studiare senza comprendere quel che si studia è inutile. Imparare a memoria una poesia senza scoprire il significato intrinseco del poeta è come memorizzare la marca di una merendina senza averla mai assaggiata. Il pensiero critico s’impara leggendo oltre i righi. Sia che ci si immedesimi nei personaggi lasciandosi trascinare dalla scrittura della storia sia andando oltre il pensiero dello scrittore significa aprire la mente per far proprio qual che si legge e viaggiare con il pensiero.

Se per un momento dovessi pensare alle persone che ti hanno dato una mano, che ti hanno aiutato significativamente nella tua vita professionale e umana, soprattutto nei momenti di difficoltà e di insicurezza che avrai vissuto, che sono state determinanti per le tue scelte professionali e di vita portandoti a prendere quelle decisioni che ti hanno condotto dove sei oggi, a realizzare i tuoi sogni, a chi penseresti? Chi sono queste persone che ti senti di ringraziare pubblicamente in questa intervista, e perché proprio loro?

Pubblicamente voglio ringraziare i miei genitori, anche se non possono leggerlo in quanto non sono più di questa terra fisicamente, lo sono nei loro insegnamenti custoditi nel mio cuore. Mi hanno insegnato ad apprezzare l’importanza di aprire la visione della vita e della mente a trecentosessanta gradi. Guardare oltre la punta del naso. Grazie a loro sono diventata la donna che sono, alla loro educazione offrendomi l’opportunità dell’autonomia fin da ragazzina responsabilizzandomi. Mi hanno dato gli strumenti per non arrendermi, per essere resiliente, per non avere paura ma affrontare a muso duro gli ostacoli senza versare lacrime ma superandoli o schivandoli.

Ringrazio anche i miei docenti che mi hanno gli strumenti per coltivare il talento.

Ringrazio il mio editore che ha creduto in me ed ha apprezzato il mio lavoro.

Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri da leggere nei prossimi mesi dicendoci il motivo della tua scelta.

Beh andrebbe letto sicuramente Non sei nella lista per apprezzare il mio lavoro.

I libri che mi hanno rovinato la vita di Daria Bignardi, un viaggio nell’anima della scrittrice oltre a conoscere libri mai letti o a ritrovare libri letti.

Via col vento un testo che insegna a risalire la vetta, il domani, se si ha la fortuna di viverlo, è un’altra opportunità che ci viene offerta in regalo.

Ti andrebbe di consigliare ai nostri lettori tre film da vedere? E perché secondo te proprio questi?

Il diavolo veste Prada, insegna a non perdere la propria identità e dignità personale per il successo e quale valore possa avere.

Schindler List fa meditare su come evitare che possano ripresentarsi i ricorsi storici.

Forrest Gamp , la diversità non è un limite “Stupido è chi stupido si fa” dice Forrest Gamp

Ci parli dei tuoi imminenti e prossimi impegni culturali e professionali, dei tuoi lavori in corso di realizzazione? A cosa stai lavorando in questo momento? In cosa sei impegnata che puoi raccontarci?

L’impegno professionale che occupa maggior tempo è la professione docente, quella che mi permette di mangiare e vivere.

I miei impegni culturali sono il presentare nelle scuole accompagnando la campagna antibullismo il mio romanzo Non sei nella lista oltre a presentarlo per la promozione. Inoltre partecipazioni a reading poetici, ultimamente sono stata giudice in un concorso di poesia, poi frequento un corso di scrittura e di teatro anche se per vari motivi di salute quest’anno sono molto latitante ai corsi. Lavori di scrittura in corso: poesie nuove, un nuovo romanzo. Sono anche impegnata a memorizzare la parte che sto studiando per il corso di teatro, spero di riuscirci dato che memorizzare le parti per me non è mai stato facile dato che mi hanno insegnato a capire più che memorizzare.

Dove potranno seguirti i nostri lettori?

I lettori li invito innanzitutto alle presentazioni che seguiranno. Possono anche invitarmi nelle scuole i lettori docenti e studenti.

Possono seguirmi sui social Facebook, Instagram, leggendo i miei romanzi, le mie poesie.

Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire a chi leggerà questa breve intervista?

Ringrazio chi mi ha offerto la possibilità di fare questa chiacchierata con voi lettori, ringrazio chi leggerà questa intervista e saluto tutti con un sorriso, il mio marchio di famiglia: sorridere sempre anche quando nel cuore è buio. Sorridere trasmette serenità a chi ti vive accanto. Il domani è un altro giorno per raggiungere i sogni e fare luce nel buio. Non ci si deve mai arrendere nella vita perché ha sempre due facce che girano a seconda del tempo, e quando gira il verso della felicità non lasciarla fuggire senza averla assaporata. Abbiate sempre la curiosità di conoscere per aprire gli orizzonti e abbiate la forza di andare oltre i limiti dei sogni per afferrarli.

Carla Abenante

https://www.facebook.com/carla.abenante.1

https://www.instagram.com/abenantecarla/

Carla Abenante

Il libro:

Carla Abenante, “Non sei nella lista”, Homo Scrivens, 2021

Andrea Giostra

https://www.facebook.com/andreagiostrafilm/

https://andreagiostrafilm.blogspot.it

https://www.youtube.com/channel/UCJvCBdZmn_o9bWQA1IuD0Pg

Andrea Giostra al mercato di Ballarò a Palermo_Ph. Mapi Rizzo

TCBO: IL MEZZOSOPRANO VASILISA BERZHANSKAYA INTERPRETA I “CANTI E DANZE DELLA MORTE” DI MUSORGSKIJ DIRETTA DA DMITRY KORCHAK

0
Korchak_©Rabovsky_0247_R

Completano il programma la Sinfonia “Classica” di Prokof’ev e la Sinfonia “L’anno 1917” di Šostakóvič | Sabato 11 febbraio ore 20.30, Auditorium Manzoni

Korchak_©Rabovsky_0247_R

Sono due artisti russi che il pubblico è abituato a sentir cantare insieme sul palco, ma che nel secondo appuntamento della Stagione Sinfonica 2023 del Teatro Comunale, in programma sabato 11 febbraio alle 20.30 all’Auditorium Manzoni, si avrà l’occasione di ascoltare in un diverso assetto. Sono il tenore Dmitry Korchak, che si presenta per la prima volta al pubblico bolognese nella veste di direttore d’orchestra, e il mezzosoprano ventottenne Vasilisa Berzhanskaya, al suo debutto con l’Orchestra del Comunale.

Vincitrice nella categoria “Giovani cantanti dell’anno” agli “International Opera Awards 2020”, nonostante la sua età Berzhanskaya è tra le nuove stelle del belcanto, con una carriera in ascesa che l’ha già portata a cantare al Festival di Salisburgo, al Concertgebouw di Amsterdam, alla Royal Opera House di Londra e in Italia al Rossini Opera Festival e all’Opera di Roma. A Bologna interpreta i Canti e danze della morte di Modest Musorgskij, un ciclo composto da quattro brani – Ninna NannaSerenataTrepak e Il condottiero – nato per voce e pianoforte tra il 1875 e il 1877. La versione orchestrale arrangiata da Dmítrij Šostakóvič, che si ascolta in questo concerto, è stata donata dallo stesso compositore al direttore d’orchestra Mstislav Rostropovič e alla moglie, la cantante Galina Višnevskaja, che la eseguirono per la prima volta nel 1962 a Gorkij.

Korchak_©Rabovsky_0247_R

Già ospite delle produzioni operistiche del Comunale come tenore, sul podio dell’Orchestra del teatro felsineo Korchak propone anche la Sinfonia n. 12 in re minore op. 112 di Šostakóvič, intitolata “L’anno 1917” perché ispirata al momento storico in cui il regime zarista di Nicola II crollò a causa dell’ondata rivoluzionaria russa. La sinfonia celebra infatti l’inizio di quel percorso politico e sociale che nel 1922 portò alla fondazione dell’URSS. Dedicata alla memoria di Lenin, questa pagina venne composta tra il 1960 e il 1961 ed eseguita, dopo un primo glorioso debutto a Leningrado, per il ventiduesimo congresso del Partito Comunista a Mosca.

Completa il programma la Sinfonia n. 1 in re maggiore op. 25 di Sergej Prokof’ev detta “Classica” per i rimandi allo stile settecentesco. Queste infatti le parole del compositore sulla sinfonia che si leggono nell’autobiografia: «Trascorsi l’estate del 1917 nella più completa solitudine vicino a Pietroburgo […] Avevo l’intenzione di comporre un’opera sinfonica senza l’aiuto del pianoforte […] Nacque così l’idea di una Sinfonia nello stile di Haydn […] Credo che se Haydn fosse vissuto fino ad oggi avrebbe mantenuto la sua scrittura arricchendola però di alcune novità. Quando cominciò a prendere forma concreta la battezzai col nome di Sinfonia Classica».

Il concerto è realizzato grazie a Intesa Sanpaolo, Main Partner della Stagione Sinfonica 2023 del Teatro Comunale di Bologna.

biglietti – da 10 a 40 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale (Largo Respighi), dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18 e il sabato dalle 11 alle 15; il giorno del concerto presso l’Auditorium Manzoni da 1 ora prima fino a 15 minuti dopo l’inizio dello spettacolo.

Per ogni concerto della Stagione Sinfonica 2023 è in programma “Note a margine”, una rassegna di podcast e di incontri con il pubblico che si tengono circa 30 minuti prima dell’inizio del concerto presso il foyer o il bar dell’Auditorium Manzoni.

Info:

www.tcbo.it / https://www.tcbo.it/eventi/korchak-berzhanskaya/

STAGIONE SINFONICA 2023 DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA 

Sabato 11 febbraio, ore 20.30 
Auditorium Manzoni

Dmitry Korchak direttore

Vasilisa Berzhanskaya mezzosoprano

Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

Sergej Prokof’ev

Sinfonia n. 1 op. 25 “Classica”

Modest Musorgskij

Canti e danze della morte

Dmítrij Šostakóvič

Sinfonia n. 12 in re minore op. 112 “L’anno 1917”

ALTAVOCE – IL NUOVO FILM DI MASSIMILIANO RUSSO DAL 13 FEBBRAIO AL CINEMA

0
ALTAVOCE

Dopo Transfert, il regista Massimiliano Russo approda al cinema con la sua opera seconda, Altavoce, un film sperimentale girato fra la Sicilia e Londra e prodotto da Change of (he)Art. L’uscita è prevista per il 13 Febbraio.

Articolato in quattro episodi narrati da voci-pensiero che si interrogano sul significato della morte e della vita, Altavoce è un’opera meta-cinematografica che riflette in chiave solipsistica sul singolo e sulla percezione dell’altro, sul “reale” e su “ciò che non lo è”.

Nel cast, Paola Roccuzzo – che dopo Transfert torna a lavorare con Russo firmando anche la produzione esecutiva – Monique Cynthia Brown, Sean Cronin, Nicola Diodati, Luis Renzi.

Scopri le sale su https://www.facebook.com/Transfertilfilm/

Guarda il trailer https://www.youtube.com/watch?v=2Un3dd9ENmQ

INFO E CONTATTI

mailufficiostampa@changeofheart.it

ALTAVOCE

X Stagione Teatrale 2022-2023 | CENTRO CULTURALE ARTEMIA

0
X° Stagione Teatrale 2022-2023 CENTRO CULTURALE ARTEMIA

Riprende la X Stagione di Artemia con la 7° edizione 2023 di “ARTEMIA OFF” – RASSEGNA DI TEATRO SPERIMENTALE | Direttrice Artistica: Maria Paola Canepa

Venerdì 10 febbraio 2023, ore 19.00

APERITIVO ARTISTICO/LETTERARIO

Mostra

LA LUNA RIVELATA

di Virginia Carbonelli

—-

Presentazione del libro

QUANDO IL FUMO SI DIRADA

Di Federico Raponi

SPETTACOLI IN RASSEGNA

 11 e 12 febbraio 2023
GAETANO – FAVOLA ANARCHICA

Testo e regia: Riccardo Pisani

17, 18 e 19 febbraio 2023
AL DI LÀ DELLA COLLINA

Scritto da: Silvia Ponzo
Regia: Opificio 03

 24, 25 e 26 febbraio 2023
MADRE MONNEZZA

Scritto e diretto da:

Danilo Caiano

Artemia Off ha lo scopo di valorizzare i lavori focalizzati sulla ricerca di nuove e diverse forme drammaturgiche lontane dalla scena teatrale tradizionale. Il Centro Culturale Artemia è una realtà finalizzata alla scoperta di nuovi universi creativi, con uno sguardo rivolto particolarmente verso la grande presenza di sperimentazioni teatrali degne di nota, lontane da cliché e consuetudini, desiderose di un palcoscenico per esprimere la loro qualità artistica. Artemia Off è una possibilità per gli artisti e per il pubblico per proporre e apprezzare nuove e diverse forme di espressione.

La rassegna si svilupperà durante gli ultimi 3 weekend del mese di febbraio e avrà come protagonisti 3 spettacoli completamente diversi l’uno dall’altro ma con uno stesso filo conduttore: la sperimentazione.

La rassegna, sarà accompagnata dalla mostra personale “LA LUNA RIVELATA” dell’Artista Plastica Virginia Carbonelli che il pubblico potrà ammirare nella “Sala Lydia Biondi” del Centro Culturale Artemia, prima e dopo ogni spettacolo e includerà anche la presentazione del libro “QUANDO IL FUMO SI DIRADA” dell’autore Federico Raponi.

Come riferito in precedenza si ribadisce che da 10 anni Artemia è una realtà finalizzata alla scoperta di nuovi universi artistici e creativi, non solo teatrali (sebbene il Teatro sia una delle attività principali del centro culturale), quindi la direzione artistica si impegna da sempre nell’abbinare attività e/o presentazioni nell’ambito della cultura, distinte dal teatro ma in linea con la filosofia di ogni rassegna teatrale. In tal caso, la 7° edizione di Artemia Off inaugurerà con una serata di “Aperitivo Artistico/Letterario” alla quale il pubblico potrà assistere gratuitamente, dove la stessa direttrice artistica presenterà i 3 spettacoli teatrali e dove si terrà anche il vernissage della mostra pittorica insieme alla presentazione del libro, entrambi selezionati per la rassegna; durante quest’incontro il pubblico potrà scambiare le proprie impressioni direttamente con gli autori.

Venerdì 10 febbraio 2023, ore 19.00

APERITIVO ARTISTICO/LETTERARIO

 Vernissage della Mostra personale:

  • LA LUNA RIVELATA

Artista: Virginia Carbonelli

Sinossi:

La luna e le sue fasi, sono da sempre oggetto di osservazione dell’uomo. Queste grafiche e questi dipinti evocano la visione lontana e vicina dell’unico satellite naturale della terra. Oggetto di ispirazione poetica da sempre per artisti e viaggianti, la luna continua ad essere l’oggetto sognante di chi rivolge lo sguardo verso l’alto.

Questa serie di dipinti, disegni e monotipi oltre a manifestare il virtuosismo tecnico dell’artista, rivelano la disposizione a perseguire un tema con maestria e versatilità e l’abilità di costruire un mondo fantastico e allo stesso tempo reale, che svela un’esatta comprensione delle relazioni e contraddizioni tra la cruda bellezza della natura, la sua aggressività e il tempo; la durezza diventa un delicato involucro di protezione dentro al cerchio.

L’Artista:

Virginia Carbonelli nasce nel 1980 a Roma dove vive e lavora nel suo studio in via di San Martino ai Monti. Nel 1999 si diploma al Liceo Artistico, avvicinandosi per la prima volta alle tecniche grafiche. Nel 2000 frequenta un corso di disegno e pittura alla Scuola di Arti Ornamentali S. Giacomo di Roma. Dal 2001 al 2003 segue vari corsi di calcografia presso Associazioni culturali e laboratori privati romani specializzandosi nell’arte della stampa e nell’incisione artistica. Nel 2004 ad Urbino frequenta un Corso di specializzazione in Tecniche Calcografiche presso il Centro Internazionale per la Grafica Artistica – Kaus. Nel 2005 si laurea in Lettere indirizzo Storia dell’Arte discutendo la tesi in Storia sociale dell’Arte. Nel 2007 si avvicina alla fotografia e nel 2008 al restauro e alla rilegatura di libri. Nello stesso anno apre a Roma la_lineaartecontemporanea, un’Associazione culturale dedicata alla stampa e all’incisione artistica in cui tiene corsi di incisione ed organizza workshop sulla stampa sperimentale e tradizionale. Nel 2011 si diploma all’Istituto di Stato per la Cinematografia e Tv “Roberto Rossellini”, l’anno successivo segue un seminario teorico e pratico sul segno inciso, all’Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Dal 2016 al 2019 ha collaborato con HD Edizioni piccola private press che produce Libri d’artista a Roma. Dal 2018 al 2020 ha insegnato alla Asl di Roma 2 a Cinecittà nel Centro Diurno reparto igiene mentale, tecniche di incisione e stampa.

  • Presentazione libro:

QUANDO IL FUMO SI DIRADA
momenti di una vita tra politica, arte e cultura partigiane
Autore: Federico Raponi

Sinossi:
Più di trent’anni, tutti d’un fiato. Dalla Pantera ai centri sociali. Dal Chiapas al Kurdistan. Dal processo Priebke al Teatro Valle Occupato. Soprattutto, Radio Onda Rossa e la passione per Cinema e Teatro.

“Quando il fumo si dirada” è un’autobiografia e soprattutto una testimonianza di Federico Raponi. Un mosaico di ricordi a volte evanescenti a volte molto concreti che va a costruire il percorso culturale e politico di una generazione, quella romana della Pantera, dei centri sociali, delle lotte studentesche fino al più contemporaneo Teatro Valle Occupato.

La copertina stessa è un racconto intenso e appassionato. Nel ritratto del grande Tano D’Amico, il fotografo delle proteste, delle occupazioni, della lotta per la casa, vediamo questa volta un ragazzo che tiene fiero in mano l’asta di una bandiera rossa. Sono gli anni Novanta, indossa una giacca di jeans e un sorriso sornione sotto i capelli arruffati. È Federico. Lo stesso Tano, nella didascalia della foto scrive così: “I giovani che in televisione vengono mostrati correre e sgomitare, affermano di amare cose che non servono a niente. Come l’amicizia per esempio. Cominciano a Palermo, città che non consente a nessuno di chiamarsi neutrale. Si schierano contro il potere”. È proprio così che Federico, detto Fedingo è fermo assieme ad altri studenti sulle rotaie del treno Pendolino a Termini. Attraversa così proteste e cambiamenti sociali ed economici di questo martoriato ma anche carnefice Paese. Federico elegge il suo posto di resistenza: la libreria a Monteverde, la cultura ovunque. Con passione sceglie e promuove film, spettacoli, libri, musica, aggrappato alla convinzione sperimentata che la bellezza sia la via alla liberazione.

L’Autore:

Federico Raponi, dal 1995 a Radio Onda Rossa è ideatore, regista e conduttore di trasmissioni settimanali in diretta su memoria storica (‘Voci della Resistenza’), musica (‘Fedro’), cinema (‘Visionari’, poi divenuta ‘Tutta Scena Cinema’), spettacolo (‘RadioTeatro’, poi divenuta ‘Tutta Scena Teatro’), favole per bambini lette da attori e attrici (‘Sto ‘na Favola’), colonne sonore cinematografiche (‘Tracce di Cinema’). Ha pubblicato diversi articoli su quotidiani nazionali (Liberazione, Terra, l’Opinione), riviste e siti web (Nuova Ecologia, FilmUP, LiminaTeatri). Co-sceneggiatore e co-regista del cortometraggio ‘homo homini loop’ (2007). Vincitore del XVII° premio nazionale ‘Domenico Meccoli – ScriverediCinema’, come miglior giornalista radiofonico per la trasmissione ‘Visionari’ (Assisi, 22/11/2008). Vincitore del premio capitolino ‘Microfono d’Oro’, categoria Cultura, per la trasmissione Tutta Scena Cinema (Roma, 08/06/2018). Dal 2008 presentatore e giurato al Clorofilla Film Festival all’interno di FestAmbiente. Nel 2020 pubblica il suo libro autobiografico “Quando il fumo si dirada”.

SPETTACOLI TEATRALI IN RASSEGNA:

 11 e 12 febbraio 2023
• GAETANO – FAVOLA ANARCHICA

Testo e regia: Riccardo Pisani

Con: Nello Provenzano

Una produzione: Contestualmente Teatro

Sinossi:

Lo spettacolo racconta la storia di Gaetano Bresci, l’anarchico regicida che il 29 luglio 1900 colpì a morte Umberto I, re d’Italia e ne racconta la vita attraverso la scelta di un linguaggio favolistico. La vicenda infatti si intreccia con “A toccare il naso del re”, racconto breve di Gianni Rodari, ed è proprio attraverso la dimensione del gioco che Gaetano arriva a determinare la sua crescita umana e politica.

17, 18 e 19 febbraio 2023
• AL DI LÀ DELLA COLLINA

Scritto da: Silvia Ponzo
Regia e produzione: Opificio 03

Con: Lorenzo De Santis, Silvia Ponzo e Nino Sileci

Sinossi:

Si è parlato molto di Spoon River, tanto da farlo diventare un tema inflazionato. Nella creazione di questo progetto ci è sembrato invece interessante indagare la storia che sta “dietro le quinte” dell’Antologia, andando oltre ad Edgar Lee Masters e alla ancora più celebre rivisitazione musicale di Fabrizio de André, ovvero non solo la sua storia editoriale (ciò come il testo di Masters dall’America, durante i bui anni di censura fascista, sia arrivato in Italia) ma soprattutto quella dei due personaggi fondamentali di questa  vicenda, ovvero Fernanda Pivano e Cesare Pavese, che per primi, in Italia, hanno scoperto l’opera di Masters e l’hanno resa celebre nel nostro paese.

24, 25 e 26 febbraio 2023
• MADRE MONNEZZA

Scritto e diretto da: Danilo Caiano

Con: Gisella Cesari
Una produzione: SinNombre Teatro e Centro Culturale Artemia

Sinossi:
Maria è anziana, vive sola in un appartamento completamente invaso dalla spazzatura, da cartacce, confezioni di plastica, ombrelli, sedie, bottiglie d’acqua, buste della spesa, bacinelle piene di panni. Maria è minuta, claudicante, sempre con le mani gonfie per colpa di un principio di Artrite. L’unica cosa che le tiene compagnia è Mollichino, un topo albino che le è entrato in casa, attirato dalla spazzatura, che lei ormai ha “adottato”.

“Madre Monnezza” è un testo che parla di vecchiaia, solitudine, abbandono, ma non solo. Tratta del delicato ruolo della donna che, soprattutto negli anni passati, non era mai di sua proprietà, ma sempre assoggettata al padre, al marito o ai fratelli. La scena, ovviamente, è invasa da spazzatura di tutti i tipi, perché Maria, non butta più niente, come se volesse conservare, insieme alle cose, ogni ricordo, ogni sensazione, ogni attimo di questa vita che le sta sfuggendo di mano.

Ingresso spettacoli: €12

Ingresso mostra e presentazione libro: GRATUITO

Tessera annuale 2023 nuovi soci: €3

PRENOTAZIONI: 334 1598407 (anche WhatsApp e/o SMS)

Il pubblico è pregato di arrivare quindici minuti in anticipo per non perdere la priorità.

CENTRO CULTURALE ARTEMIA

Direttrice Artistica: Maria Paola Canepa

Ufficio stampa: Andrea Alessio Cavarretta #scrittoremetropolitano

andreaalessiocavarretta@gmail.com

Media Partner: Kirolandia

CENTRO CULTURALE ARTEMIA

Via Amilcare Cucchini, 38 – 00149 Roma

Info line: +39 334 159 8407

www.centroculturaleartemia.org

www.facebook.com/centroculturaleartemia

www.istagram.com/centroculturaleartemia

Festival Spiritualia 2023 | In viaggio da Krónos a Kairós | Roma 25 febbraio – 31 marzo 2023

0
Festival Spiritualia 2023

Concerti, mostre, performance sulla spiritualità | Sedi varie Roma 25 febbraio – 31 marzo 2023

Dal 25 febbraio al 31 marzo 2023 la Città Eterna sarà sede di Spiritualia, un Festival multidisciplinare ed interculturale incentrato sui temi della spiritualità, grazie al dialogo tra musica, arti e scienza.
Ospitato in sedi di particolare interesse storico, artistico e architettonico, dalle barocche San Carlo alle Quattro Fontane e Sant’Agnese in Agone all’antichissima S. Maria in Cappella dell’XI secolo e alla rinascimentale S. Maria dell’Orto nel Rione Trastevere, il Festival Spiritualia si articola in diverse sezioni – Musica, Architettura, Fotografia, Video, Arte, Teatro, Danza, Scienza – e concentra la sua attenzione sul tema “In viaggio da Krónos a Kairós”: partendo da Krónos, l’implacabile scorrere del tempo, ci si muoverà alla volta di Kairós, il momento giusto, l’occasione, che nei vari appuntamenti del festival si manifesterà attraverso la musica, la voce, il suono, che in ogni cultura sono principio vitale, dall’OM dei buddisti al vertiginoso incipit del Vangelo di Giovanni.

Il Festival offre un terreno comune a tradizioni e culture diverse, che qui possono incontrarsi e arricchirsi vicendevolmente, esprimendosi in lingue attuali o antichissime, e nel linguaggio universale della musica. Ogni momento del ricco programma è, dunque, un’esperienza immersiva, un’occasione per leggere attraverso lo sguardo della spiritualità le inquietudini del tempo presente, scosso da conflitti e cambiamenti epocali.

Il Festival Spiritualia è promosso dall’Associazione Culturale Novartes, fondata e diretta da Stefano Sabene, musicista e fotografo, e si avvale della collaborazione di Roma Opera Omnia, della Fondazione Santa Francesca Romana, del Festival del Tempo e di Panzoo.

Programma Festival Spiritualia

25 febbraio 2023 ore 18.30
San Carlo alle Quattro Fontane – Via del Quirinale 23 Roma
Architettura: musica congelata
Interazioni tra spazio architettonico e composizione musicale nel barocco romano.
Luca Ribichini, docente di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma
Luigi Polsini, Viola da gamba e Canto armonico
Lorenzo Sabene, Tiorba e Chitarra barocca

Le relazioni tra musica e architettura sono molteplici, sebbene la prima si attui nel dominio del tempo, la seconda in quello dello spazio. Entrambe si organizzano in strutture formali codificate: un rigore che tuttavia lascia spazio all’estro e alla creatività dell’architetto e del compositore. Lo spazio architettonico è anche un manufatto acustico, soprattutto nelle chiese del barocco romano, dove le liturgie erano corredate da un ricco e variegato mondo sonoro, dalla policoralità al virtuosismo strumentale. La relazione tra spazio, liturgia, musica era tanto stretta da condizionare la natura delle composizioni stesse, spesso dettate dalle risonanze dell’edificio sacro, o dalla disposizione delle cantorie. L’evento si apre con una singolare performance di canto armonico dello specialista Luigi Polsini, che svelerà in chiave esperienziale l’architettura interna del fenomeno che conosciamo come suono. Il pubblico sarà invitato a partecipare attivamente alla performance, producendo collettivamente il suono fondamentale da cui si muoverà il canto armonico. Gli interventi dell’architetto Luca Ribichini si inseriranno nel percorso d’ascolto proposto dal liutista Lorenzo Sabene e dal gambista e cantore Luigi Polsini. In programma musiche di Johann Jeronimous Kapsberger, Ferdinando Valdambrini, Francesco Corbetta, Lelio Colista, Gaspar Sanz.

5 marzo 2023 ore 19.30
S. Maria in Cappella – Via Pietro Peretti 6 – Roma
Musica, il respiro del tempo
Dialogo tra musica 3D, fotografia e fisica teorica. Uno spettacolo olistico sulle identità del tempo.
Stefano Sabene, performer del Traverse consort (Flauti traversi rinascimentali), fotografo
Paolo Modugno, ingegnere del suono
Giovanni Mirarchi, fisico teorico

Un metronomo al centro della chiesa: così inizia il viaggio esperienziale sulle diverse identità del tempo di questo programma. Un musicista e un fisico teorico accompagnano il pubblico in questo viaggio ideale tra Krónos – lo scorrere implacabile del tempo che scandisce la nostra esistenza – e Kairós, il momento giusto, quello nel quale avviene l’evento che decide una fase della nostra vita, o la cambia per sempre. L’installazione sonora esplora il tempo da una prospettiva uditiva: senza il tempo non c’è musica e questa è un’arte performativa che per definizione non può prescindere dal tempo per attuarsi. Ma quale tempo? L’installazione vive di materiali sonori campionati in diversi tempi, eppure tutti presenti nella performance live, che prende vita in una veste 3D. La fisica teorica esplora la natura del tempo nella sua relazione con lo spazio: un approccio che dalle scoperte di Albert Einstein a oggi ha rivelato realtà spesso distanti dalla nostra percezione del fenomeno. Anche la fotografia, che ha nel tempo d’esposizione un’ulteriore manifestazione di questa grandezza, concorre all’indagine condotta attraverso l’installazione sonora, l’arte figurativa e la fisica teorica. Le immagini fotografiche sono state realizzate  su un treno ad alta velocità, con tempi vicini al millesimo di secondo, e si contrappongono a immagini realizzate con tempi lunghissimi d’esposizione, evidenziando l’incidenza del tempo nella creazione dell’immagine. Il dialogo tra le diverse componenti dà così vita a un’esperienza olistica, multisensoriale, che apre a ulteriori sviluppi di questo progetto artistico  “work in progress”.
Programma musicale: Anonimo (IV sec. a.C.) Inno di Seikilos; Diego Ortiz: Recercada primera; Josquin Desprez: La Spagna; Michael Praetorius: Canario; Giovanni Pierluigi da Palestrina: Improperium; Diego Ortiz: Recercada segunda; Girolamo Frescobaldi: Capriccio sul Cucho; Adrian Willaert: Vecchie letrose.

11 marzo 2023 ore 19.30
S. Maria in Cappella – Via Pietro Peretti 6 – Roma
Io chi sono? in viaggio con Franco Battiato
Docufilm di Lino Pinna, preceduto da un incontro con l’autore
Conduce Stefano Sabene – Intervengono Lino Pinna, autore e regista del docufilm; Mizio Vilardi, cantautore

Il docufilm si muove nelle direttrici del tema proposto da quest’edizione del festival Spiritualia: il viaggio, la ricerca spirituale, il suono e la musica: tutte realtà che il grande artista siciliano ha vissuto con grande intensità e rigore. La proiezione, presentata per la prima volta a Roma, sarà preceduta da una conversazione con il regista, che è anche autore dei testi e delle musiche. Parteciperà alla conversazione, interpretando con alcune sue canzoni dal vivo, il cantautore Mizio Vilardi. La chiave narrativa su cui poggia il docufilm sono i quattro punti cardinali: Nord, Oriente, Occidente e Sud. Durante la sua vita, Franco Battiato ha viaggiato metaforicamente verso quattro direzioni. NORD: luogo verso cui è partito da ragazzo per emanciparsi dalle sue origini siciliane; da qui l’esordio artistico milanese e il periodo delle prime canzoni anni ’60, fino alla sperimentazione degli anni ’70. ORIENTE: punto fondamentale per la sua formazione umana e per la ricerca spirituale ispirata ai maestri indiani, alla mistica cristiana e islamica. OCCIDENTE: momento della vita in cui si serve di razionalità e pragmatismo per diffondere e divulgare alle masse i contenuti spirituali attraverso il linguaggio semplice e immediato della canzone. SUD: luogo del ritorno alle radici, alla contemplazione della natura nella sua terra d’origine, la Sicilia. Rappresenta inoltre l’ultima parte della sua vita, la preparazione alla morte intesa come abbandono del corpo materiale e del trapasso verso la dimensione divina. Nel docufilm è Battiato stesso che parla in prima persona attraverso la voce di due attori, scenicamente avvolti in un’atmosfera rarefatta che simboleggia l’aldilà (UOMO: Nord e Occidente, DONNA: Oriente e Sud). Come Franco Battiato, ciascuno ha dentro di sé una parte maschile e una femminile, una parte razionale e una intuitiva. Le direzioni del meraviglioso viaggio della vita sembrerebbero essere solo quattro, all’inizio, ma in realtà sono sei: ci sono anche l’Alto e il basso. E dipende sempre dall’uomo vedere anche l’Alto e il basso. Il film è integrato da interviste e inserti di alcuni collaboratori di Battiato, tra cui Filippo Destrieri, suo tastierista storico, e Gianfranco D’Adda, batterista e percussionista.

12 marzo 2023 ore 19.30

  1. Maria in Cappella – Via Pietro Peretti 6 – Roma
    Come un fiume d’acque celesti
    Storie, immagini, musica sulle orme di S. Francesca Romana
    Progetto a cura di Stefano Sabene e Massimiliano Floridi
    Con la partecipazione degli anziani dell’Ospitale S. Francesca Romana
    Fotografie di Sofia Iacobini, Federica Sarto
    Supervisione al progetto fotografico e curatela della mostra “Come un fiume d’acque celesti”: Patrizia Genovesi
    Conduce Massimiliano Floridi
    Musiche di Autori Vari dal ‘400 all’800 eseguite da
    Luigi Polsini, Viola da gamba
    Stefano Sabene, Traversiere
    Franco Todde, Chitarra romantica

Storie raccontate dalla viva voce dei protagonisti nello stesso sito ove iniziò e che tuttora continua l’opera di S. Francesca Romana. Proprio in questa antichissima chiesa nel cuore di Trastevere, Francesca iniziò la sua opera volgendosi agli ultimi, i poveri, gli ammalati, alle persone ai margini della società, di cui nessuno si prendeva cura. Canonizzata nel 1608 da Paolo V con la bolla Caelestis aquae flumen (da qui il titolo), si vuole rendere omaggio a questa grande donna con una performance che mette al centro della scena, per una volta, proprio gli ultimi. Tramite le loro voci si entrerà nel vivo della carne piagata dalla solitudine, dalla malattia, dalla povertà. La musica sarà per una volta lontana dal centro della scena, e, provenendo da diversi punti della chiesa, farà da contrappunto all’avvicendarsi dei racconti. Il progetto fotografico, coordinato da Patrizia Genovesi, farà da corollario alla performance, e darà vita alla mostra fotografica “Come un fiume d’acque celesti”.

18 marzo 2023 ore 18.00

  1. Maria dell’Orto – Via Anicia 10 – Roma

La cetra di Davide
I Salmi in musica, dalle cantillazioni in ebraico alla polifonia romana. Per attore, voce recitante ed ensemble “a Cappella”
Ensemble Opera Omnia 
Paola Alonzi, Cantus
Micaela Parrilla, Altus
Marco Ciardo, Tenor
Franco Todde, Tenor
Stefano Sabene, Bassus e Direzione
Olek Mincer, Cantillazione in ebraico e Recitazione

La destinazione dei Salmi, raccolta di 150 composizioni dell’omonimo libro biblico, era per gli ebrei il canto monodico o corale accompagnato da strumenti, tra i quali il salterio (questo strumento è sinonimo di salmi) e la cetra, strumento suonato dal re Davide, cui le composizioni sono attribuite. Nel I Libro delle Cronache esiste una descrizione quasi fotografica della prassi esecutiva, dove “Davide e tutto Israele cantavano a gran voce suonando cetre, salteri, cimbali e corni”. In questo programma vengono eseguiti alcuni versetti in lingua originale nella prassi ebraica della cantillazione, mentre l’Ensemble Opera Omnia presenta la grande produzione polifonica del rinascimento e del barocco sui medesimi testi. La recitazione completa il percorso dedicato al libro forse più amato della Bibbia. Il concerto vuole mettere in evidenza la profondità del rapporto tra il credente e Dio, che ha fornito con i Salmi le parole stesse con cui Egli desidera entrare in relazione con l’uomo nella preghiera personale e comunitaria. In programma musiche di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Cristobàl de Morales, Tomàs Luìs de Victoria, Giuseppe Ottavio Pitoni.

25 marzo 2023 ore 19.30
Fondazione S. Francesca Romana – Via Pietro Peretti 6 – Roma

Dammi il dono del fuoco
Azione scenica su musiche e testi di Hildegard von Bingen. Per danzatrice, attrice, soprano, baritono e strumenti medievali
Progetto artistico di Stefano Sabene – Testi a cura di Chiara Bellaveglia – Azione coreutica e costumi a cura di Sabina Domanico

Artisti

Chiara Bellaveglia (Hildegard), voce recitante

Sabina Domanico (Visione), danzatrice

Ensemble Opera Omnia

Serena Lanzalonga, Voce

Luigi Polsini, Viella / Ribeca / Salterio 

Lorenzo Sabene, Liuto medievale

Stefano Sabene, Voce / Traversa medievale / Percussioni

L’azione scenica si basa su musiche e testi di Hildegard von Bingen (1098-1179), mistica, teologa, musicista, figura tra le più pregnanti del medio evo. Le melodie originano dalle visioni che la santa riceve interiormente, in uno stato psico-fisico perfettamente vigile. La mistica ascolta, e poi riporta in notazione musicale quanto udito. Le musiche di Hildegard, autrice anche dei testi, sono concepite per la vita liturgica nei monasteri di cui era badessa, e hanno una natura originalissima, per non dire straordinaria, relativamente ai canoni dell’epoca, quanto a estensione vocale e dilatazione dei melismi, spinti talvolta ai limiti dell’eseguibilità. La selezione dei brani, effettuata su un corpus assai cospicuo di composizioni, è stata condotta in chiave narrativa espressamente per quest’azione scenica, presentata in prima esecuzione assoluta in occasione del festival Spiritualia. I testi sono stati curati dalla medievalista Chiara Bellaveglia, che riveste anche il ruolo di voce recitante. La coreutica, curata da Sabina Domanico, rappresenta lo sviluppo dinamico della visione, originando un flusso espressivo che insieme alla musica converge sui testi selezionati, esaltando la ricchezza e la potenza delle immagini evocate e sposandone la portata spirituale. L’Ensemble Opera Omnia, in assetto vocale e strumentale, realizza l’apparato sonoro sul quale l’azione si dipana, in una veste filologica quanto al parco strumenti utilizzato e alla prassi esecutiva su basi storiche.

Programma musicale

Hildegard von Bingen, da “Symphonia harmoniae caelestium revelationum”: O vis eternitatis, Karitas habundat, Vos flores rosarum, O pulcre facies, O pastor animarum, O frondens virga, Spiritus Sanctus vivificans

/ 28 marzo 2023 dalle ore 17.00 alle ore 20.00
Fondazione S. Francesca Romana – Via Pietro Peretti 6 – Roma
Quando viene la sera.
Performance e installazione di Anahi Mariotti
A cura di Roberta Melasecca

Inaugurazione e presentazione al pubblico dell’installazione “Quando viene la sera“, frutto della performance dell’artista Anahi Mariotti, realizzata interagendo con gli anziani e i volontari che se ne prendono cura, spaziando nell’ambiente circostante, il rione di Trastevere, il fiume. Una creazione singolare e coinvolgente, presentata al pubblico in questo evento che porta a compimento il percorso iniziato con il progetto e la mostra fotografica “Come un fiume d’acque celesti“, e si concentra sul cuore, sede dei sentimenti, degli affetti, delle pulsioni. Dell’esperienza, vissuta in chiave emozionale e performativa, l’artista lascia una traccia tangibile e irripetibile, rielaborando tracciati cardiaci, disegni, appunti, frammenti audio, dando vita all’installazione che porta l’osservatore a entrare in empatia con un mondo di stimoli sensoriali e affettivi. Curato da Roberta Melasecca, il progetto dell’artista Anahi Mariotti si struttura in due fasi: un primo momento performativo e un secondo installativo-espositivo. Nel corso di un tempo di 24 ore l’artista registra tramite un Holter cardiaco le prestazioni del suo cuore: a sovrapporsi al ritmo del tempo c’è sempre il ritmo del nostro cuore, il ritmo del pulsare delle vene, della respirazione. Il tempo, le ore che passano, 24h. Il cuore, il battito cardiaco, le pulsazioni. Quanto incide ciò che accade fuori da noi sul nostro corpo? Può una conversazione, una situazione, un pensiero, variare il nostro ritmo interiore? Può un elettrocardiogramma essere letto come uno spartito? Cosa l’artista ha fatto, cosa ha visto  nella performance verrà poi svelato durante il momento espositivo: foto, disegni, oggetti, nonché il grafico dell’elettrocardiogramma permetteranno al pubblico di entrare in contatto con una parte intima del corpo dell’artista. Tutti gli elementi realizzati saranno esposti nel museo-ex dormitorio dell’Ospitale della Fondazione Francesca Romana, come fossero momenti di una giornata ricordati prima di andare a dormire. Infatti il luogo espositivo è stato scelto proprio per la sua specificità, in quanto in esso coesistono momenti di una passata intimità con teche di vetro e registri antichi: l’intimo si svela e induce l’osservatore ad entrare in relazione con ciò che ha visto, sentito, odorato, perfino con il ritmo dell’organo più intimo e incontrollabile: il cuore. La ricerca artistica di Anahi Mariotti, da tempo centrata sul tema della “relazione”, anche in questo progetto si concentra sulla connessione con i visitatori e ancora prima con gli ospiti dell’Ospitale della Fondazione.

/ 31 marzo 2023 ore 18.30
Chiesa di Sant’Agnese in Agone – Piazza Navona – Roma
Cantico dei cantici
Musiche di Giovanni Pierluigi da Palestrina: una versione “rappresentativa” del Canticum Canticorum
Ensemble Opera Omnia
Paola Alonzi, Sulamita (cantus)
Franco Todde, Salomone (tenor) e Chitarra rinascimentale
Lorenzo Sabene, Liuto rinascimentale
Stefano Sabene, Traversa rinascimentale e Direzione

L’interpretazione proposta dall’Ensemble Opera Omnia mette in luce l’aspetto rappresentativo, scenico, dell’opera palestriniana, di cui lo spettacolo segue la sequenza narrativa. Per questo le concertazioni seguono una via diversa da quella della classica disposizione vocale a Cappella. Solo le linee melodiche dei due protagonisti, Sulamita e Salomone sono cantate; le altre sono invece affidate a strumenti rinascimentali come la traversa, la chitarra e il liuto, dando vita a un ricco tessuto sonoro, caratterizzato dalla capacità di fraseggio e di tenuta del suono delle voci e dello strumento a fiato e dalla cristallina ariosità degli strumenti a pizzico. L’intento rappresentativo viene così a rendere quasi visivamente l’affresco tratteggiato dall’autore del testo sacro, scandito dall’alternarsi delle stagioni, del giorno e della notte, nello spirare dei venti, nel moto degli astri. Un canto mirabilmente reso dalla musica di Palestrina, capace di evocare, più di molte parole ed esegesi, i colori, i suoni, i profumi dell’ambientazione mediorientale nella quale si muovono i protagonisti. La poetessa Chiara Bellaveglia offre la lettura dei versi musicati da Palestrina, per dar modo al pubblico di assaporare, insieme alla grandezza musicale delle composizioni, la sublime liricità del testo.

Programma: Giovanni Pierluigi da Palestrina, Il Quarto Libro dei Mottetti “Canticum Canticorum”

L’Associazione Culturale Novartes è attiva dal 2014: realizza programmi culturali con focus sui rapporti tra musica, arti figurative e scienza, con particolare attenzione ai temi della spiritualità e alle espressioni del sacro nell’arte, nell’architettura, nella musica. Ha all’attivo centinaia di performance, seguite da decine di migliaia di spettatori italiani e visitatori esteri in musei e siti storici di Roma come Palazzo Barberini, Galleria Doria Pamphilj, Villa Farnesina, S. Luigi dei Francesi, Sant’Agnese in Agone, S. Maria del Popolo, Sant’Ivo alla Sapienza. Ha realizzato progetti culturali in collaborazione con Università La Sapienza, Accademia dei Lincei, Accademia di S. Luca, Maxxi, Zètema, e ha preso parte con suoi progetti a trasmissioni televisive e radiofoniche RAI e Radio Vaticana. Ha all’attivo incisioni discografiche e DVD per etichette come de Agostini, Brilliant, Opera Omnia, Chromamedia, Audiovisivi S. Paolo.

Stefano Sabene vive e lavora a Roma. È direttore artistico del Festival Roma Opera Omnia e del Festival Spiritualia, dove realizza programmi interdisciplinari tra arte, musica, architettura in musei, chiese e palazzi storici di Roma. Ha realizzato centinaia di concerti nelle migliori stagioni concertistiche internazionali, come direttore d’orchestra e solista di flauto traverso in ambito di musica rinascimentale, barocca e contemporanea. Come direttore principale dell’Orchestra Mozart Sinfonietta ha collaborato con solisti come Boris Bloch, Luìs Bacalov, Carlo Bruno e compositori come Sylvano Bussotti, Luìs Bacalov, René Clemencic, Hans-Juergen Gerung, Luigi Esposito, dirigendo molte prime esecuzioni assolute. È produttore per la label discografica Opera Omnia; compositore; direttore di ensemble filologici come Schola Romana Ensemble ed Ensemble Opera Omnia; ideatore e performer del Traverse Consort. Ha ricevuto il premio internazionale “Foyer des Artistes” per la direzione d’orchestra. Collabora, con i suoi progetti artistici, con Istituzioni, come Università, Accademie, musei, gallerie, ed è invitato a partecipare a trasmissioni RAI e Radio Vaticana. Ha realizzato, come fotografo, mostre personali e collettive, ha pubblicato libri d’artista, saggi, libri fotografici e numerosi CD audio e DVD.

INFO

Festival Spiritualia 2023

In viaggio da Krónos a Kairós

Concerti, mostre, performance sulla spiritualità
Direttore artistico: Stefano Sabene
Con la collaborazione di: Roma Opera Omnia, Fondazione Santa Francesca Romana, Festival del Tempo
Media Partner: Panzoo

25 febbraio – 31 marzo 2023

Sedi varie – Roma
Ingresso gratuito
Gradita la prenotazione
www.eventbrite.it/e/biglietti-architettura-musica-congelata-520021627687

www.eventbrite.it/e/biglietti-musica-il-respiro-del-tempo-520747037407

www.eventbrite.it/e/biglietti-dammi-il-dono-del-fuoco-521014126277

www.eventbrite.it/e/biglietti-io-chi-sono-in-viaggio-con-battiato-52100917145

www.eventbrite.it/e/biglietti-la-cetra-di-davide-521011709047

www.eventbrite.it/e/biglietti-canticum-canticorum-cantico-dei-cantici-521019833347

https://www.eventbrite.com/e/biglietti-come-un-fiume-dacque-celesti-530294995607

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-quando-viene-la-sera-530300883217

Festival Spiritualia
Associazione Culturale Novartes
Viale Aldo Ballarin 16 – 00142 Roma
festival.spiritualia@gmail.com
stefano.sabene@gmail.com
+39 329 065 07 86
www.spiritualia.it

“Racconti di Vita e Dintorni” di Maria Teresa De Donato ǀ Recensione di Valeria Gatti, Autrice e Blogger

0

 

“La Vita, quando affrontata in piena consapevolezza, è un tesoro di inestimabile valore e veramente degna di essere vissuta.” Citazione tratta dall’opera.

 

Se non ci fossero gli Altri, la nostra esistenza sarebbe un viaggio sterile, insulso, superficiale. Abbiamo bisogno di mani, menti, occhi e cuori che non siano i nostri, per crescere, affrontare salite e gustarci le discese che il destino ha in serbo per noi.

Maria Teresa De Donato, nel suo “Racconti di Vita e Dintorni”, si concentra sull’importanza della curiosità: una dote indispensabile per afferrare le possibilità che la Vita ci dona, insieme a una buona dose di semplicità e stupore. Le esperienze non sono certo tutte positive, anzi, ed è vero che sono gli “inciampi” a fornire gli insegnamenti più importanti e duraturi. È vero anche che abbiamo sempre più bisogno di bilanciare gli effetti effimeri della nostra esistenza e farlo attraverso una visione completa e profonda è sicuramente un buon metodo.

L’autrice ha raccolto venti racconti autobiografici, all’interno dei quali è sempre evidente il concetto su cui si basa l’intera opera. I racconti spaziano tra ricordi, vissuti, viaggi fisici e non, mentre la voce narrante è, a volte, ironica, ma sempre autentica. Si percepisce, insomma, il coinvolgimento che l’autrice ha provato, nella stesura dell’opera che ha ripercorso alcune delle tappe (e degli incontri) che più hanno segnato le sue scelte.

Il lettore viene così a conoscenza dello spirito battagliero che Maria Teresa ha avuto (e che secondo me ancora conserva) mentre si affaccia nel mondo del lavoro, appena terminati gli studi; della sua passione per il Tirolo, meta di alcuni viaggi; dell’amicizia con una donna Sudamericana e delle cene a base di piatti italiani e colombiani; dell’incontro con un uomo mediorientale che non mangia mai cibi bianchi…  e molti altri ricordi, tutti significativi, alcuni commoventi, altri più simpatici.

Dall’opera emerge la passione per il viaggio che non è solo la meta o il soggiorno: nel divertente “Il treno per Monaco”, per esempio, c’è un affresco della famiglia dell’autrice che incuriosisce e fa riflettere.

La diversità, inoltre, è un altro tema ricorrente. L’autrice racconta culture e abitudini che si abbracciano, che hanno molto da dire, moltissimo da insegnare e che aprono la mente, stimolando riflessioni e pensieri positivi.

Infine, l’autrice si sofferma più volte sull’importanza di lasciarsi prendere per la mano, per toccare quello stupore che, a volte, abbiamo bisogno di ritrovare.

“Era tanto che non mi accadeva qualcosa di inaspettato tanto piacevole quanto entusiasmante”.

Un messaggio che faccio mio e che vorrei diventasse un augurio per voi, cari lettori, per questo prossimo anno: che la Vita vi regali ogni giorno qualcosa di inaspettato e piacevole.

Si ringrazia l’autrice per il file lettura in omaggio.

 

La presente recensione è stata pubblicata anche ai seguenti link:

https://bood.food.blog/2022/12/29/racconti-di-vita-e-dintorni-di-maria-teresa-de-donato/

https://holistic-coaching-dedonato.blogspot.com/2023/02/racconti-di-vita-e-dintorni-di-maria.html

PREMIO MIA MARTINI 2023 29a edizione | Pubblicati i regolamenti delle sezioni Nuove Proposte – Evergreen – Una Voce per Mimì

0
Premio-Mia-Martini-banner-29ma-edizione-2023

29 anni nel ricordo di Mia Martini, una delle più grandi voci della musica italiana. 29 anni di successi di una kermesse entrata ormai a pieno titolo nel panorama canoro nazionale ed internazionale.

L’imponente macchina organizzativa della 29a edizione del Premio Mia Martini si è già messa in moto. Pubblicati i regolamenti delle sezioni Nuove Proposte per L’Europa, Evergreen, Una voce per Mimì 2023. Alla sezione “Nuove Proposte per l’Europa” (Italia/Estero), possono partecipare cantanti ambosessi e i gruppi che abbiano un’età compresa tra i 13 e i 35 anni. La sezione “Evergreen” è aperta ad artisti dai 36 anni in poi, mentre la sezione “Una voce per Mimì” è riservata a mini artisti dai 4 ai 12 anni.

I regolamenti solo nel sito ufficiale del premio: www.premiomiamartini.it

Tanti sono già i giovani in Italia e all’estero che stanno presentando la richiesta di audizione. Per essere ammessi al premio, bisogna partecipare ad una delle audizioni: Demo/ Dal Vivo. La richiesta di audizione con allegata documentazione deve essere inviata, solo ed esclusivamente attraverso il sito: https://www.premiomiamartini.it/audizione/. Le audizioni sono aperte fino all’1 Aprile 2023.

Riconfermati anche per questa edizione, il direttore artistico Franco Fasano e il presidente della commissione artistica Mario Rosini, entrambi Artisti di grande profilo che fanno parte della storia della Musica Italiana nel mondo.

Organizzato dall’Associazione Cultura e Spettacolo con sede a Bagnara Calabra, il premio anche per questa edizione ricorderà la grande Mia in Italia e nel mondoafferma il regista Nino Romeo, ideatore e patrone farà conoscere alle nuove generazioni la voce e il talento di questa grande artista figlia della Calabria. Un lungo percorso artistico che ci porterà attraverso audizioni, incontri, momenti di studio, conoscenza del personaggio fino al gran finale, con momenti esaltanti e di grande professionalità.”

Premio Mia Martini è anche su Facebook  Instagram

Press & Promo: Filippo Broglia RECmedia comunicazione e promozione filippo@broglia.biz

Premio-Mia-Martini-locandina-29ma-edizione-2023

Moltivolti, si festeggia l’intervento artistico collettivo che quattro noti artisti palermitani hanno donato all’impresa sociale di Ballarò

0
Moltivolti

Il quindici febbraio, a poco più di un anno dall’incendio che ha devastato Moltivolti, si festeggia l’intervento artistico collettivo che quattro noti artisti palermitani hanno donato all’impresa sociale di Ballarò

Coinvolti da Igor Scalisi Palminteri, gli artisti Francesco de Grandi, Gabriella Ciancimino e Laura Pitingaro hanno  lavorato un anno intero per rendere ancora più inclusivo e colorato lo spazio di Moltivolti, al centro del loro racconto il senso di comunità, speranza e integrazione multiculturale

Il quindici febbraio sarà un’altra data da ricordare per Moltivolti, in occasione dell’anniversario dell’incendio non doloso che distrusse il ristorante e a memoria della grande solidarietà raccolta in quei sessantatré giorni che separarono la mattina dell’incendio dalla riapertura del ristorante, si celebrerà la festa per la consegna e il completamento dell’intervento artistico collettivo a cura di Igor Scalisi Palminteri che ha coinvolto alcuni artisti protagonisti del mondo dell’arte cittadino: Francesco de Grandi, Gabriella Ciancimino e Laura Pitingaro.

“il giorno dell’incendio è stato come svegliarsi nel bel mezzo di un incubo – ricorda Claudio Arestivo, socio fondatore di Moltivolti – che però a distanza di poco si é trasformato in una bellissima storia che siamo ancora contenti di raccontare. Le ore successive all’incendio l’intera comunità di Moltivolti si è stretta per intorno a noi, per manifestarci la loro vicinanza e la volontà di ricostruire quello che era andato in fumo.  Tra queste Igor Scalisi Palminteri, che già in passato ci aveva donato delle opere, mi ha promesso il suo impegno. Un impegno a cui ha mantenuto fede rilanciando il progetto attraverso la collaborazione con altri tre importanti artisti nel panorama cittadino e internazionale.  L’arte è un veicolo fortissimo per poter trasmettere dei messaggi di solidarietà, accoglienza e valorizzazione delle differenze e tutte le opere realizzate trattano questi temi e le declinano attraverso le diverse sensibilità degli artisti in una forma che si adatta benissimo ad uno spazio come il nostro.”

Igor Scalisi Palminteri, che si definisce “il facilitatore” di questo progetto collettivo, oltre a ripristinare e restaurare alcune sue opere già presenti all’interno del locale, ha prodotto un nuovo intervento artistico in cui ha portato all’attenzione dell’osservatore le relazioni e gli sguardi dei suoi già presenti Volti di Moltivolti“Quello che vogliamo far emergere – racconta l’artista – è la consapevolezza che nella nostra città esiste una rete di artisti solidali e sensibili ai temi dell’integrazione e dell’accoglienza, attraverso questi lavori  vogliamo essere vicini ad un luogo importante per questa città dove ogni giorno si sperimenta un’idea nuova di città e di società, in cui le differenze esistono ma vengono comprese e considerate una ricchezza e non solo un problema. Il nostro intento è quello di lanciare un segnale al mondo dell’arte, dimostrando che si può fare arte anche sostenendo un luogo come questo. Il titolo della mia opera è ‘Esistere’  ho messo al centro molti volti, molti sguardi, molte anime, come quelle che attraversano questo spazio che non è solo un’impresa sociale, ma è anche e forse principalmente una piazza, un luogo sacro per celebrare gli incontri tra le persone del mondo. I volti che ho dipinto si guardano creando un groviglio di sguardi, come un caos da cui si generano nuove occasioni, nuove possibilità.”

L’appuntamento per tutti è il 15 febbraio dalle 18:00 in poi per prendere parte alla discussione con gli artisti che racconteranno le loro opere, a seguire un piccolo aperitivo e la cena che prevede l’inserimento di un piatto del giorno speciale a cura dello chef Antonio Campo.

PER INFO E PRENOTAZIONI:
tel 091 271 0285

IL PROGETTO ARTISTICO COLLETTIVO

Il team artistico coinvolto nel progetto collettivo è di rilievo internazionale: tutti gli artisti sono infatti accomunati da un’appartenenza palermitana ma hanno alle spalle prestigiose collaborazioni che vanno ben oltre i confini nazionali, è il caso di Francesco De Grandi, protagonista di quella che è stata definita come la Scuola di Palermo. De Grandi si è misurato in questa occasione con un’installazione luminosa, un neon riportante una delle sue ormai celebri frasi della serie Dito Sinistro, che questa volta capovolge il senso di un famoso detto siciliano per testimoniare il senso di solidarietà e accoglienza che si respira a Moltivolti. “Il progetto gioca con il vecchio detto marinaro ‘in mare non c’è taverna’ – spiega l’artista – che ammonisce i navigatori a non fidarsi mai del mare perché è un luogo che può diventare improvvisamente ostile e pericoloso. Moltivolti rappresenta da molti anni invece un approdo sicuro nel mare ostile, un luogo dove ripararsi, un posto dove si lotta per i diritti di tutte e tutti e soprattutto dei più deboli, dei migranti di chi cerca aiuto e protezione. Un porto riparato dal razzismo e dalla discriminazione. Una locanda dove condividere la differenza e la solidarietà tra viaggiatori di ogni tipo e nazionalità, da chi viaggia per cercare un posto migliore dove vivere o soltanto per chi viaggia per conoscere il mondo. Una Taverna in mezzo al mare.”

L’intervento pittorico di Gabriella Ciancimino punta invece a raccontare la narrazione di alcune piante migranti, il tema vegetale e botanico è estremamente presente nella ricerca dell’artista che si ispira ad un’attualizzazione del liberty siciliano e ha recentemente completato un importante lavoro per la sede italiana di Facebook. “Nelle tele ‘I can’t swim with out a sky’ per Moltivolti, – dichiara la pittrice –  racconto di coloro che vengono da lontano e che arrivano in luoghi come Palermo, Lampedusa, Genova, Venezia, Barcellona, Marsiglia, New York, Londra, luoghi che nel corso dei secoli hanno mantenuto la funzione di gate d’ingresso per i flussi migratori di esseri umani e piante. Con la mia ricerca analizzo il rapporto tra esseri umani e piante che sta alla base della costituzione di un paesaggio ed in particolare, come i movimenti migratori siano connessi gli uni alle altre. ‘I can’t swim with out a sky’  si focalizza sul sentimento di nomadismo e del conseguente senso di nostalgia derivato dallo stare dentro e fuori le linee di demarcazione nazionale. Questo lavoro vuole essere un invito a riflettere sul come la frontiera possa essere trasformata in zona franca in cui le diversità trovino dei punti di connessione per far scaturire la costituzione di un nuovo paesaggio ecologicamente modificato, le cui linee di demarcazione non siano più segni divisori che generano conflitto tra le varie cittadinanze, ma segmenti di confronto e scambio tra diverse culture.”
Laura Pitingaro è un’artista indipendente veneta, ma palermitana d’adozione. Ha studiato Pittura presso l’Accademia di Verona, ma è vicina a pratiche contemporanee come video-art e performance, che ha approfondito al seguito di Karel Appel, Anish Kapoor e Gary Brackett. All’interno di questo progetto collettivo si è cimentata con una prova molto ardua: la risemantizzazione di uno spazio controverso come quello delle toilette. Con questo intervento punta a proiettare il fruitore verso la percezione di uno spazio altro, giocando sui temi dell’immaginazione e della sopravvivenza nell’ambiente.  “Quando mi hanno chiesto di dare una nuova identità alla toilette ho pensato a cosa avrei potuto fare per rendere quel luogo veramente diverso -racconta l’artista- volevo trasformarlo totalmente e sono partita dalla scelta del colore. Portare il blu in una toilette vuol dire vedere dell’altro in quello spazio, la scelta del soggetto è ricaduta sulle nuvole, un elemento leggero e irregolare per cui abbiamo usato l’acrilico perlato. Una parte fondamentale del progetto era la luce, ho pensato a faretti direzionati in modo da puntare direttamente sul soggetto dipinto, così da creare un effetto stupore. La luce fa risaltare ed emergere dal blu le nuvole con il loro effetto quasi tridimensionale, dato dalla rifrazione sulla superficie acrilica. Mi piace pensare che anche solo per un istante chiunque entri in bagno si possa sentire come catapultato in uno luogo altro, diverso e inaspettato: il “Clean Clouds”, che da il titolo all’opera.”

Le Corde dell’Anima di Osvaldo Lo Iacono per Brass Extra Series al Santa cecilia. Special Guest Daria Biancardi | 10 febbraio ore 21.30 – Real Teatro Santa Cecilia

0
foto Osvaldo Lo Iacono

Per Brass Extra Series un’altra eccellenza della musica siciliana grazie alle sue virtuose strings. In scena Osvaldo Lo Iacono con special guest Daria Biancardi, la nota cantante black voice stata di recente in tournée in Germania ed Inghilterra. Appuntamento con lo spettacolo Le Corde dell’Anima che vede protagonista Osvaldo Lo Iacono e la sua band nello storico Real Teatro Santa Cecilia di Palermo.

Jazz, rhythm’n blues, rock, soul, pop o solo del buon blues? In realtà c’è un po’ di tutto nelle corde della pirotecnica chitarra che Osvaldo Lo Iacono suona con la maestria e consapevolezza di uno che con quelle musiche c’è cresciuto e se ne è nutrito. Sul concerto Osvaldo dichiara “Le corde dell’anima è un concerto in cui racconto la mia storia: da dove arrivo, dove mi trovo adesso e dove vorrei andare…un viaggio emotivo in cui convergono tutte le mie esperienze e il grande amore verso la mia Terra, la Sicilia, dalla quale non mi sono mai separato e che continua ad ispirare la mia musica”.

Talento precoce, a dieci anni rimane folgorato dai Clash e da allora decide che la chitarra sarebbe stata una compagna inseparabile, eleggendo suoi idoli Jimi Hendrix, Eric Clapton e Jeff Beck. A vent’anni già accompagna prestigiosi musicisti internazionali (tra cui Arthur Miles e Michael Allen) e guadagna notorietà oltre Stretto coi Tinturia, gruppo in cui milita per sette anni. Da solista macina una mole di collaborazioni con artisti che appartengono a svariati ambiti musicali: Fabrizio Bosso, Amii Stewart, Simona Molinari, Fabio Concato, Fiordaliso, Simona Bencini, Mauro Ermanno Giovanardi (dei La Crus), l’Orchestra Jazz Siciliana, Antonella Ruggiero, Billy Cobham, Neja, Daria Biancardi ed altre realtà che arricchiscono il suo bagaglio.

Che c’entrano allora gli ormoni? Perché nel gergo musicale “on steroids” è qualcosa che si vuole accrescere al massimo, renderla più grande, più rumorosa, più gonfia, più emozionante, insomma, più eccitante ed esagerata. Se il chitarrista agrigentino, dunque, promette “blues on steroids” vuol dire che è prevista una serata di musica intensa, travolgente e vibrante come poche altre. Brass Extra Series continua l’11 con Gegé Telesforo 5th ed il vulcanico Tom Seals il 24 ed il 25 febbraio con Boogie Woogie & Blues Live. Questi sono solo alcuni dei nomi inseriti nel programma artistico del Brass Group e a breve verrà riaperto un altro sito storico tanto caro alla città e gestito sempre dal Brass Group, lo Spasimo. Al Blue Brass, jazz club unico che rappresenta un gioiello storico alla pari di quelli newyorkesi, andranno ad essere messi in scena diversi spettacoli di artisti residenti, dando spazio anche ai giovani talenti siciliani.

Una scelta importante quella del Brass che ha voluto offrire diverse opportunità musicali concerti in programma nella stagione. L’aumento delle repliche dei concerti deriva da uno specifico bisogno culturale a cui la Fondazione risponde con un calendario ricco di artisti, produzioni orchestrali e prime assolute.

E’ possibile acquistare online i biglietti collegandosi al sito www.bluetickets.it o tramite i due punti di prevendita, uno presso il Real Teatro Santa Cecilia (Piazza Santa Cecilia n. 5 – 90133 Palermo – 091\ 88 75 201, 091 88 75 119, dal martedì al sabato a partire dalle 9.30 sino alle 12.30, ed un altro presso Santa Maria dello Spasimo (Via dello Spasimo, n. 15 – 90133 Palermo – 091 77 82 860, 091 77 82 861) dal lunedì al venerdì a partire dalle ore 15.30 alle 19.30. Infoline Fondazione The Brass Group: 091 778 2860 – 334.7391972, info@thebrassgroup.it, www.thebrassgroup.it, fb fondazionethebrassgroup.

Link trailer concerto (18) Osvaldo Lo Iacono “Le corde dell’anima” 10-02-2023 Real Teatro Santa Cecilia – YouTube

La “Di Carlo edizioni” annuncia i suoi autori candidati alla 61ª edizione del Premio Campiello

0
Di Carlo editore_Premio Campiello

La Casa Editrice “Di Carlo edizioni” di Reggio Emilia ha candidato alla 61ª edizione del Premio Campiello alcuni dei suoi autori più prestigiosi e interessanti.

PREMIO CAMPIELLO 61a EDIZIONE

Dichiara a tal proposito l’editore Antonello Di Carlo: «Siamo lieti di comunicare l’elenco completo dei nostri autori che abbiamo candidato alla 61ª edizione del Premio Campiello. La nostra è una Casa Editrice indipendente, nata nel 2022, e vogliamo distinguerci per la nostra mission editoriale:  cercare e consentire a persone di talento, di ogni ceto sociale e ogni luogo, di raccontare le loro storie e assicurarsi che siano diffuse e ascoltate. Da scrittori alle prime armi e di successo, da illustratori audaci a grandi pensatori e imprenditori all’avanguardia, siamo il punto di arrivo di sogni, ambizioni e scoperte. La nostra forza è spronata dal credere nell’impegno degli autori, senza pregiudizi, sostenendoli in tutto il loro percorso letterario. La nostra agenzia letteraria interna non richiede compensi per valutare i manoscritti e per la promozione dei diritti nei paesi esteri. La prerogativa della Di Carlo Edizioni è credere fortemente nell’autore. La sua mission, invece, è la sintesi di quell’ideale connubio tra l’eredità dell’editoria storica e le più innovative tecniche di promozione.»

Questi a seguire l’elenco degli autori della Di Carlo edizioni:

Anna Maria Dall’Olio, Sabrina Morelli, Maria Concetta Borgese in rappresentanza del padre Francesco Borgese, Anna D’Auria, Michele Bussoni, Giovanni Battista Savona, Maria Tedeschi, Olympia Tedeschi, Giuseppe Pierdomenico, Berardo Medori, Maria Angela Iozzino, Roberta Zanzi, John Oldman, Andrea Giostra, Annunziata Candia, Nereo Maggiani, Vincenzo Saccomandi, Cinzia Rota, Rossella Ziccone, Virginia di Martino, Martani Osvaldo, Itohan Enehikhare, Ermanno Spera, Duilio Papi, Claudio Raspollini, Lucia Zappulla.

61ª edizione del Premio Campiello:

https://www.premiocampiello.org/

https://www.premiocampiello.org/confindustria/campiello/istituzionale.nsf/($linkacross)/D93E5C75B65ADD20C1258943003B7408?opendocument&language=IT

DI CARLO EDIZIONI (INFO E CONTATTI):

VIA MARTIRI DI CERVAROLO  13 – 42122 REGGIO EMILIA

Antonello Di Carlo (editore)

+39 320 941 2476

https://dicarloedizioni.it/la-casa-editrice/

info@dicarloedizioni.it

dicarlo.edizioni@gmail.com

dicarloedizioni.autori@gmail.com

https://www.facebook.com/antonello.dicarlo

https://www.facebook.com/profile.php?id=100083202759102

https://www.facebook.com/groups/3276554219269607

Antonello Di Carlo editore

Comprensione: voce del verbo vivere | Franca Spagnolo

0
Elaborazione grafica Franca Spagnolo

 

Si usano gli specchi per guardarsi il viso, e si usa l’arte per guardarsi l’anima.

(George Bernard Shaw)

Si racconta che Dio volle fare l’uomo a sua immagine e somiglianza così prese il fango dalla terra, lo plasmò poi soffiò nelle narici un alito di vita e trasformò quella materia in anima vivente.

Avete mai provato a manipolare un pezzo d’argilla? Credo sia un’esperienza sensoriale fantastica e non perché da Artista che plasma la creta sentire tra mani la materia che proviene dalla terra riesce a farmi vivere l’istante in cui “TUTTO” ha avuto inizio… quel soffio divino lo senti scorrerti dentro come fosse torrente che bagna il fango, quel profumo misto di terra e vita al di là degli occhi fermo tra narici e gola trasforma quel contatto in un momento di pura gioia. Provate…non bisogna essere scultori per regalarsi certe emozioni.

In questo articolo desidero parlarvi di uno tra i pittori naif italiani più noti. I paesaggi dei suoi dipinti ritraggono luoghi della pianura padana e soprattutto animali esotici e selvaggi. Avete già capito di chi sto parlando? Mi riferisco al grande Antonio Ligabue.

Antonio Ligabue

Devo ammetterlo… io adoro Antonio Ligabue! Sono affascinata da ogni piccola sfumatura del suo immenso “essere”. Nato a Zurigo il 18 dicembre nel 1899, figlio di un’italiana emigrata venne dato in adozione a una famiglia tedesca che però non legittimò l’adozione. La vita di questo Artista autodidatta è contrassegnata da dolore ed emarginazione. Nel 1913 entrò in un collegio per bambini disabili dove si distinse per le doti artistiche ma anche per la cattiva condotta. Nel 1917 fu curato in una clinica psichiatrica dove rimase per alcuni mesi, qualche anno dopo venne espulso dalla Svizzera e tornò in Italia vivendo una vita da nomade continuando a esprimere la sua genialità attraverso la pittura e plasmando sculture in argilla. Lo scultore e pittore Marino Mazzacurati scoprì il talento di Ligabue – nel 1961 insieme a Giancarlo Vigorelli organizzarono un’esposizione alla Galleria La Barcaccia di Roma presentando al pubblico alcuni dipinti di Ligabue – da quel momento l’Artista venne consacrato a livello nazionale.

Molti conoscono Ligabue come pittore ma questo genio incompreso in realtà nacque come disegnatore e scultore.  Le sculture create da Ligabue sono diverse, molte delle quali sono andate perse poiché lasciate in argilla grezza senza cottura – quelle rimaste infatti, sono state salvate e fuse in bronzo.

L’Artista usava la terra del Po per le sue opere. Lui amava la materia docile, quella che attraverso le mani e la sua arte riusciva ad addomesticare dando sfogo e forma a quella pulsione che nessun genio può trattenere…la creatività.

Ligabue masticava la terra amalgamandola alla saliva per renderla omogenea – morbida, umile serva a cospetto della sua brutale innata potenza artistica. Dopo aver abbozzato la figura definiva i dettagli con la pressione delle mani colpendo la materia con i pollici e rifinendo tutto con un oggetto affilato – occhi – code – pelo. Ogni dettaglio prendeva forma percorrendo il confine sottile che separa la coscienza umana dall’animale primordiale che vive nutrendosi d’istinto.

L’opera di cui voglio parlarvi si intitola: Animali in lotta – una scultura in creta modellata da Ligabue tra il 1936 – 1942, rappresenta la lotta tra una lince e un gatto selvatico – credo sia di una bellezza e una potenza suggestiva da togliere il fiato. La rabbia, l’aggressività dei due felini sembra venir fuori da una sorta di incanto dentro cui l’Artista si è calato tirando fuori l’angoscia di un animale ferito che estrae gli artigli per difendersi. I corpi possenti le bocche spalancate, gli occhi fissi e algidi sull’avversario pronto a lanciarsi.  Dinanzi tanta magnificenza il respiro diventa affannoso come fosse quello delle belve feroci, nella tensione dei muscoli tesi affiora la potenza barbara di un’anima inquieta. Si viene rapiti dall’immagine di una lotta combattuta da chi sa che sopravvivere vuol dire mostrarsi forti anche quando il dolore è così lacerante d’averti reso debole.

Animali in lotta – Antonio Ligabue

Sono passati molti anni da quando un meraviglioso uomo di nome Antonio Ligabue nella consapevolezza del suo immenso dolore creava magnifiche sculture, disegni e dipinti che il più delle volte donava in cambio di un bicchiere di vino o un momento di attenzione, eppure ciò che è stato questo Artista, il suo immenso talento – la sua smisurata sensibilità – il suo amore, sono rimasti lì, attaccati alle sue opere che parlano di purezza, natura, colori vividi di un’esistenza passata a desiderare solo d’essere compreso.

 

«Mamma mamma!»

«Ti ho detto di non chiamarmi mamma!»

«Allora come ti devo chiamare?»

«Non chiamarmi!».

Era questa la risposta che mia madre dava a me e mio fratello tutte le volte che il buio iniziava a penetrare la sua anima. La nostra era una vita molto serena per certi aspetti…ma tra le pieghe di un vestito steso al sole in un posto dove il vento soffia sempre molto forte, in quelle pieghe, qualcosa ci rimane attaccato… una piccola foglia una scia di polvere, e allora tutte le volte che vai a raccogliere il tuo vestito devi farci i conti con quel vento. Come lo lavi il buio dell’anima? Come lo illumini? Fissando il sole per ore? No! Perdi la vista e il buio rimane […] In punta di piedi percorsi la strada fatta di luci e ombre che portava alla sua anima. Mi fermai in ogni angolo buio – tra le mani stringevo la chiave della “stanza dei fantasmi,” con quella ogni volta aprivo la porta, prendevo una lampada e proseguivo il cammino. Fui quasi stordita dal senso di amarezza che mi pervase quando ebbi coscienza del fatto che né io né mio fratello avevamo desiderato vedere cosa si celasse dietro quella stanza e che probabilmente oltre il buio avremmo scoperto quanta luce nascondesse nel profondo nostra madre.

Tratto dal racconto – “I guardiani del faro” di Franca Spagnolo

 

Comprensione: voce del verbo vivere.

 

Namasté

Franca Spagnolo

https://pavedizioni.it/prodotto/mi-vengo-incontro

https://www.mondadoristore.it/Mi-vengo-incontro-Franca-Spagnolo/eai979125973285/

vaso in argilla – Franca Spagnolo

LA VERSIONE UFFICIALE Uno Studio scritto da Paolo Maria Congi | dal 14 al 19 febbraio 2023

0
Mauro Tiberi e Paolo Maria Congi

Due amici si incontrano dopo quindici anni, ognuno nel momento più difficile della propria vita. Flavio e Dino sono due giornalisti, diversi per idee e condizione sociale, ma la loro storia è intrecciata, fatta di amore e odio, di amicizia e invidia, come dei bambini che giocano alla guerra e al massacro. Il mondo del giornalismo è feroce, senza scrupoli, a volte basta creare una voce che la notizia diventa realtà, altre volte non serve nemmeno agire per farsi ascoltare. Il mondo che viviamo è chiuso, fatto di muri, cosa fa notizia? E perché? Può la morte di un ministro scatenare la rivoluzione? O è solo un’altra bugia in mezzo alla marea che ci travolge?

Il falso non è solo una mistificazione della realtà, ma è un tradimento costante del nostro sentimento umano, una negazione continua delle proprie responsabilità, una forma di interazione sociale assecondata dalla società che ci circonda: accettiamo di essere falsi e accettiamo le falsità come strumento di comunicazione. Prendendo spunto dal romanzo di Conrad “Sotto lo sguardo dell’occidente” il testo parte da un presupposto semplice: se è giusto o sbagliato uccidere un ministro reputato un criminale; da qui siamo partiti, per arrivare alle conclusioni più intime e personali dei personaggi fino all’ultimo.

Mauro Tiberi e Paolo Maria Congi

INFO:

una produzione Versus-Progetto Goldstein

Dal 14 al 19 febbraio 2023

LA VERSIONE UFFICIALE

Uno Studio

scritto da Paolo Maria Congi

Diretto da Benedetta Cassio e Paolo Maria Congi

Con Mauro Tiberi e Paolo Maria Congi

Teatro Trastevere Il Posto delle Idee a ROMA

Feriali ore 21, festivi ore 17:30 CONSIGLIATA PRENOTAZIONE

Biglietto intero €13, ridotto €10 (prevista tessera associativa)

Contatti:info@teatrotrastevere.it

Ufficio Stampa:Vania Lai vanialai1975@gmail.com

La “Di Carlo edizioni” candida alla 61ª edizione del Premio Campiello le “Novelle brevi di Sicilia” del palermitano Andrea Giostra

0
PREMIO CAMPIELLO 61a EDIZIONE

La Casa Editrice “Di Carlo edizioni” di Reggio Emilia ha candidato alla 61ª edizione del Premio Campiello le “Novelle brevi di Sicilia” del palermitano Andrea Giostra.

Le “Novelle brevi di Sicilia” sono una raccolta di 18 racconti brevi siciliani definite “la più grande collezione di piccoli morceaux siciliani” (cfr. “Giornale di Sicilia”, 8 febbraio 2021).

Dichiara a tal proposito l’editore Antonello Di Carlo: «Siamo lieti di comunicare che abbiamo candidato le “Novelle brevi di Sicilia” alla 61ª edizione del Premio Campiello. Quando si parla di Sicilia non si può fare a meno di pensare alla stessa come a quell’immenso contenitore di meraviglie artistiche, architettoniche, geografiche, folcloristiche e culturali che solo pochi altri luoghi al mondo possono fregiarsi di avere. Infatti è cosa saputa, lapalissiana e verità scolpita nella roccia il fatto che la Trinacria (non a caso definita in molti dei miei scritti “Isola Magna”), anche per i profani rappresenta la fonte del “Sublime” dell’area mediterranea e continentale. Nonostante le tante contraddizioni e i luoghi comuni, questo è il ruolo che assume da millenni. Il nostro autore Andrea Giostra, con le “Novelle brevi di Sicilia”, ben rappresenta l’intima correlazione che lo lega simbioticamente all’isola di Sicilia, così come io, di origini siciliane, sono fortemente legato alla mia bellissima terra di origine. Ed è per fare un omaggio alla Sicilia e al suo popolo che abbiamo deciso di candidare questa interessante e divertente raccolta di Novelle siciliane al prestigioso Premio Campiello 2023. Come editore spero davvero che questa candidatura venga apprezzata e sostenuta soprattutto dai siciliani che amano la Sicilia e il suo popolo.»

Il libro:

Andrea Giostra, Novelle brevi di Sicilia, Di Carlo edizioni, Reggio Emilia, 2022

https://dicarloedizioni.it/novelle-brevi-di-sicilia/

https://www.amazon.it/dp/B0BQ53X1KF

61ª edizione del Premio Campiello:

https://www.premiocampiello.org/

https://www.premiocampiello.org/confindustria/campiello/istituzionale.nsf/($linkacross)/D93E5C75B65ADD20C1258943003B7408?opendocument&language=IT

PREMIO CAMPIELLO 61a EDIZIONE

DI CARLO EDIZIONI (INFO E CONTATTI):

VIA MARTIRI DI CERVAROLO  13 – 42122 REGGIO EMILIA

Antonello Di Carlo (editore)

+39 320 941 2476

https://dicarloedizioni.it/la-casa-editrice/

info@dicarloedizioni.it

dicarlo.edizioni@gmail.com

dicarloedizioni.autori@gmail.com

pagina FB Di Carlo Edizioni

gruppo FB Di Carlo Edizioni live

pagina personale FB Antonello Di Carlo

LINDA SOFIA RANDAZZO (INFO E CONTATTI):

La copertina della pubblicazione di “Di Carlo Edizioni” vede in risalto un’opera del 2022 dal titolo “Lo scoglio”, realizzata con tecnica olio su tela della dimensione di 120×100 cm., della nota artista Linda Sofia Randazzo, che vive e lavora a Palermo. Il dipinto ritrae alcuni bagnanti palermitani in uno dei suggestivi scogli della Riserva di Capo Gallo, in prossimità di Mondello, mèta di villeggianti e turisti e facilmente raggiungibile dal capoluogo siciliano. Il dipinto, come le storie narrate nelle “Novelle brevi di Sicilia”, rappresenta uno splendido squarcio neorealista e contemporaneo della Palermo popolare e più vera.

LA PITTRICE LINDA SOFIA RANDAZZO è nata a Palermo nel 1979, qui vive e lavora. Scenografa, costumista, performer, disegnatrice, ritrattista e pittrice. Lavora da più di 20 anni nelle arti visive, espone in gallerie private, musei, eventi e istituzioni dell’arte. Studia all’Accademia di Belle Arti Scenografia e si specializza in Pittura poi, a Milano, frequenta il Politecnico per un Master in Design per il teatro. Studia per due anni Storia dell’arte tra Palermo e Firenze, non conclude gli studi accademici ma si diletta a scrivere di arte, di pittura, a volte di letteratura; cura e progetta eventi e mostre indipendenti, collabora con artisti e curatori. Spesso lavora come illustratrice per alcune edizioni letterarie, ha condotto laboratori per bambini con associazioni di volontariato nei quartieri più difficili della città. Insegna privatamente disegno e pittura.

Sito web ufficiale e contatti:

https://it.lindarandazzo.net/

lindarandazzo9@gmail.com

Linda Randazzo_Autoritratto da isterica_Ph. Olger Bauer

ANDREA GIOSTRA (INFO E CONTATTI):

https://www.facebook.com/andreagiostrafilm/

https://andreagiostrafilm.blogspot.it

https://www.youtube.com/channel/UCJvCBdZmn_o9bWQA1IuD0Pg

Andrea Giostra al mercato di Ballarò a Palermo_Ph. Mapi Rizzo

LE RECITE DELLE NOVELLE E DEI RACCONTI REALIZZATE DA 30 ARTISTI, ATTRICI E ATTORI:

Per chi volesse ascoltare i video-clip da YouTube o da Facebook Watch, con tutti gli artisti (sono 30 attori e attrici professionisti e semiprofessionisti) che hanno recitato e interpretato i racconti e le novelle siciliani, li potrà trovare nei link a seguire:

“Audio-letture di oltre 120 Novelle e Racconti siciliani di Andrea Giostra” | Leggono 30 artisti: attrici e attori professionisti e semiprofessionisti:

da YouTube:

https://www.youtube.com/playlist?list=PLwBvbICCL565YQcCwPimBAFTcrgrKP0Zk

da Facebook Watch:

https://www.facebook.com/watch/124219894392445/434295254615223

Teatro: SOFFIO di Antonio Sinisi ispirato al film Fino all’ultimo Respiro di Jean-Luc Godard | da giovedì 9 a domenica 12 febbraio

0
SOFFIO di Antonio Sinisi

Dal 9 al 12 febbraio Teatrosophia ospita SOFFIO composto da Antonio Sinisi e ispirato al grande film Fino all’ultimo Respiro di Jean-Luc Godard. Una messa in scena dove classico e avanguardia si intrecciano. Ne risulta un corpo-a-corpo, uomo-donna, dove voce/corpo/scena/tempo sono gli assi di riferimento. In scena un’attrice e un attore giovani e bravissimi, Erica Fusini e Gabriele Passaro.

Michel, ladro e truffatore, mette a segno un colpo a Marsiglia, rubando un’automobile. Dopo aver lasciato la città, viene inseguito da un poliziotto per eccesso di velocità. Uccide il poliziotto per non essere arrestato. Tornato a Parigi per affari con l’intenzione poi di fuggire a Roma, ritrova Patricia, una ragazza di cui si era innamorato e che vorrebbe portare con sé in Italia. Le rivela pian piano la sua condotta delinquenziale e le fa capire che la sogna al suo fianco anche come complice della sua vita spericolata. Lei, pur ricambiando l’amore, cerca di allontanarsi da Michel perché lo ritiene troppo sfrenato. Michel, accompagnato da Patricia, continua la sua vita all’ultimo respiro, rubando soldi e auto, fumando e leggendo France Soir, da cui apprende di essere braccato dalla polizia, che è ormai sulle sue tracce. Michel cerca quindi di fuggire, insistendo perché la ragazza lo segua in Italia…….

Soffio fa parte di una tipologia di drammaturgia che è un tempo si definiva PO (ovvero poliziesco/ poetico/politico). Poetico per capacità di suscitare immaginario e fantasie; politico per il modo di praticare il teatro; poliziesco per una trama che prevede un crimine. Poetico nella drammaturgia, politico nel creare la scena, poliziesco per la linea narrativa.

 Dopo lo spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia.

SOFFIO di Antonio Sinisi

 Info:

SOFFIO di Antonio Sinisi ispirato al film Fino all’ultimo Respiro di Jean-Luc Godard

Con: Erica Fusini e Gabriele Passaro

Immagini: VIRAGES FILMS PARIS

Scenotecnica e immagini: STEFANO PIETRINI

Costumi: CLAUDIA FONTI

Produzione: NATACHA VON BRAUN

DA GIOVEDI’ 9 A DOMENICA 12 FEBBRAIO

Teatrosophia

Via della Vetrina, 7 – 00186 ROMA

 Orari spettacoli:

giovedì venerdì e sabato ore 21.00
domenica ore 18.00

Biglietti:
INTERO: Euro 14,00+4,00 per tessera associativa
RIDOTTO: Euro 11,00+4,00 per tessera associativa

Prenotazioni:
https://www.teatrosophia.it/index.php/biglietteria
info@teatrosophia.com
0668801089- 353 3925682 

 

“Vento dall’est” di Chiara Albertini, una storia d’amore tra l’Irlanda e l’Inghilterra

0

“Vento dall’est”, di Chiara Albertini, racconta la storia di una madre e di una figlia, Tracy e Shannon.

“Chiara Albertini parteciperà a Casa Sanremo Writers 2023, evento che si svolgerà durante la 73 edizione della kermesse canora sanremese, dal 7 all’11 febbraio, precisamente a Casa Sanremo che è l’area hospitality del Festival da ben 16 anni, ubicata all’interno del Palafiori, con il suo lavoro editoriale edito Rizzoli, appartenente alla collana digitale Youfeel“.

Il romanzo prende il via sulla costa occidentale irlandese qualche decennio fa, attraversando le contee del Clare, giungendo fino ai giorni nostri, a Londra. Un viaggio lungo dove la vita di molti si intreccia, intersecandosi in più punti, in una storia dove scegliere è la cosa più difficile, e dove il cuore, prima o poi, sembra tornare al posto che amava.

I personaggi principali sono Ben e Tracy. Il loro è un amore puro, fatto di importanti dialoghi, di rispetto reciproco, in un climax emozionale, capace di aumentare capitolo dopo capitolo, senza il frettoloso moto delle cose. Il loro è un sentimento nato dal primo sguardo, capace di attendere le cure calde e affettuose di chi ha voglia di scoprirsi e amarsi nel tempo. Ben, ha un’anima affine, e come Tracy non ha genitori, e si affida alle cure di suo zio. Agli occhi del lettore, il loro appare come un amore tenero, capace di appassionare ed incantare in maniera profonda, cullati da un moto incessante. Il loro sarà un rapporto pieno, dove l’uno, sembra insegnare in maniera significativa qualcosa all’altro, in uno scambio importante dove il cuore fa da padrone. I loro dialoghi sono intensi e appassionanti, e attraverso uno di essi, il lettore potrà scontrarsi in maniera dolce con il concetto di “Fanciullino”, di natura Pascoliana. Tracy afferma per l’appunto, che in ognuno di noi alberga un fanciullo, che non ci lascia mai, che non muore e non si dissolve, ma che resta in attesa che qualcosa cambi, e che l’adulto lo faccia tornare in prima fila, permettendogli qualche scelta istintiva.

Attraverso Tracy, il lettore potrà indagare da vicino di come la passione per l’arte, nello specifico per la scrittura, possa essere “la cura per l’anima”. Scrivere per la protagonista di Albertini, oltre che un’ambizione, è anche una necessità. Di grande impatto, sarà infatti, la lettera che la protagonista scriverà per Ben, parole commuoventi, in grado di fare luce sui molti salti temporali ideati dall’autrice. Essa è una lettera al cardiopalma, scritta in maniera dolce ma con fendenti feroci, dove ogni parola si tramuta in un malinconico saluto.

Il testo, diviso in tre sezioni, permette alla storia di fluire grazie agli avvenimenti riguardo l’Inghilterra. In questo frangente, farà da padrone in un primo momento l’euforia dei nuovi accadimenti, la bellezza del vivere insieme, l’arrivo di una nuova creatura. La luce, tuttavia, ben presto lascerà spazio a nuove spaventose ombre. Un evento tragico dividerà Ben e Tracy, lasciando nel mezzo una nuova vita: Shannon.

Shannon è una bambina vivace, senza peli sulla lingua, che cresce in mezzo al niente, grazie alle cure di un istituto di carità. La sua storia sarà fitta di eventi, e il lettore potrà seguire in maniera diretta tutte le fasi della sua vita: la fredda sera che la introduce negli eventi, la crescita solitaria, fino all’età adulta, in mezzo agli scaffali di una libreria.

Il testo sembra collegato tutto, nella sua interezza, da una frase in codice, che svelerà le sue potenzialità in diversi momenti: Un ospite arrivi per me. Una sorta di invito positivo, dove al di là di tutto, prima o poi, qualcuno bussa alla porta, regalando una nuova strada, e rivelandosi ospite gradito in un cuore infranto. Sembra proprio questa frase, il collante tra una Shannon adulta e un Ben invecchiato, le cui sorti sono legate al freddo della strada.

La narrazione di Tracy sembra infatti, lasciare il testimone a Ben. Le sue giornate sono dure e vuote, all’insegna del rimorso, del freddo, della carità altrui. Tuttavia, l’incontro con Shannon risulterà essere piuttosto provvidenziale, e attraverso l’amore per la scrittura, lo stesso che albergava nel cuore di Tracy, trasferitosi poi in qualche maniera a Shannon, i due si ritroveranno a bordo di un’auto, dove l’Inghilterra lascia nuovamente spazio al verde dell’Irlanda.

L’elemento naturale, il vento, accompagna il lettore fino alla fine, in un cerchio che sembra auto concludersi, dove due donne, a distanza di anni, senza mai incontrarsi, divise da eventi funesti, sembrano toccarsi, al fianco di uno stesso uomo, puntando gli occhi sullo stesso verde, in un posto magico senza pari, dove il vento soffia forte e unisce tutto.

 

Editore: Rizzoli

Genere: romanzo rosa

Numero di pagine: 236

Anno di pubblicazione: seconda edizione 2022

XIII EDIZIONE PREMIO LETTERARIO DI POESIA “CITTÀ DI MONTELEPRE” | Scadenza di presentazione domande 20 maggio 2023

0
Montelepre_Ph. Salvatore Purpura

Il C.I.F. di Montelepre, con il patrocinio del Comune di Montelepre, indice ed organizza il PREMIO LETTERARIO DI POESIA “CITTÀ DI MONTELEPRE” ANNO 2023

Montelepre

REGOLAMENTO:

ART. 1

Il concorso è aperto a tutti i poeti italiani residenti in Italia e all’estero ed è articolato in tre sezioni:

SEZIONE A – poesie inedite in lingua italiana a tema libero

SEZIONE B – poesie inedite in lingua siciliana a tema libero

SEZIONE C – libro edito di poesie in lingua italiana o in lingua siciliana

ART. 2.  

Ogni concorrente può liberamente partecipare a una o a tutte le sezioni.

Alla sezione A e B si partecipa con una sola poesia non superiore a 40 versi.

Alla sezione C si partecipa inviando un libro di poesie edito .

ART. 3   

Gli elaborati per la sezione Ae B devono essere inediti, redatti in 6 copie: 5 anonime con il titolo e la sezione di concorso, 1 copia firmata con le generalità dell’autore in busta chiusa. Alla sezione C si partecipa inviando un libro di poesie edito con lettera di accompagnamento nella quale indicare le generalità dell’autore più cinque copie in PDF del libro.

ART.  4  

Le opere dovranno pervenire per posta o consegnate alla segreteria del premio entro e non oltre il 20 maggio 2023 al seguente indirizzo CIF MONTELEPRE -VIA DI BELLA 135 – C/O CANDELA GIAMPIERA- 90040 MONTELEPRE. Fa fede il timbro postale.

ART. 5

Non è prevista alcuna quota di partecipazione ma è richiesto un contributo di euro 10,00 da allegare in busta chiusa insieme agli elaborati , per spese di segreteria

ART. 6

Saranno premiati i primi tre classificati per ogni sezione e per ogni sezione due menzioni. I premi consisteranno in attestati personalizzati, soggiorni, targhe, coppe e oggetti realizzati da artigiani monteleprini .

ART. 7   

I concorrenti vincitori saranno invitati alla premiazione e sarà data loro comunicazione per telefono o per e-mail. I risultati inoltre saranno pubblicati a mezzo stampa e tramite i social. Ai poeti premiati è fatto obbligo di ritirare personalmente il premio loro assegnato nel giorno della premiazione.

ART.  8

La partecipazione al concorso significa implicitamente l’accettazione del presente regolamento.

ART.  9   

I dati personali verranno trattati ai sensi del D Lega 196/2003 e ss.mm.ii.

ART. 10  

Le opere presentate al concorso anche se non premiate non verranno restituite

ART. 11.  

La composizione della giuria sarà resa nota il giorno della premiazione. Il giudizio della giuria è insindacabile.

ART. 12.  

La premiazione avverrà nella città di Montelepre il 21.06.2023.

Montelepre_Ph. Gioacchino Gambi

INFO E CONTATTI:

CIF MONTELEPRE

VIA DI BELLA 135 – 90040 MONTELEPRE (PA)

C/O CANDELA GIAMPIERA

giampieracandela@libero.it

+39 328 2310562

PAGINE SOCIAL:

https://www.facebook.com/groups/3256929157865322

https://www.comune.montelepre.pa.it/

CREDIT FOTO

Salvatore Purpura

https://www.facebook.com/salvatore.purpura.73

Gioacchino Gambi

https://www.facebook.com/profile.php?id=100009620980436

La Montelepre che siamo…

https://www.facebook.com/groups/579935852117274

The Goodness. La bontà. Mostra personale di Thabadin Boonnuang | 8 – 31 marzo 2023

0
Poster Mostra Thabadin

MA-EC Gallery
Palazzo Durini

Via Santa Maria Valle, 2, 20123 Milano

martedì – venerdì 10.00-13-00 / 15.00-19.00; sabato 15.00-19.00

Inaugura l’8 marzo alla MA-EC Gallery The Goodness. La bontà, di Thabadin Boonnuang.

L’artista tailandese sceglie l’Italia per la sua prima mostra personale in Europa.

In esposizione nelle tre suggestive sale della galleria oltre 20 opere, tra dipinti e sculture.

 

Thabadin Boonnuang_HOPE _Acrylic and Gold Leaf on canvas_2022_ (100×160)

Con questa mostra Thabadin porta a Milano le sue ultime produzioni: oli su tela e sculture realizzate durante la pandemia, durante la quale l’artista si è trovato a riflettere in maniera più ampia sull’ideale di bontà quale strumento per vivere in una società migliore. Con questo corpus di opere il pubblico potrà apprezzare l’unicità e la bellezza dell’arte figurativa contemporanea tailandese.

Scrive Thabadin “Il paradiso della felicità è destinato a tutta l’umanità. In un periodo così difficile come quello che abbiamo attraversato, viene da chiedersi quali siano le aspirazioni del nostro cuore, e dove andremo dopo la vita, ma quello che è certo è che non sappiamo se torneremo o meno.”

Il lavoro di Thabadin Boonnuang cattura l’identità tailandese e la sua relazione con l’universo, e con i pensieri e le credenze filosofiche asiatiche, utilizzando un linguaggio pittorico e scultoreo che attinge pienamente alla tradizione artistica figurativa tailandese, in cui inserisce anche i tradizionali motivi decorativi kranok.

“The Goodness” è un progetto espositivo concepito come risposta alle sfide senza precedenti guidate dalla pandemia e ruota attorno alla domanda “Qual è l’obiettivo nei nostri cuori negli ultimi giorni che non potremmo aspettarci?” e l’idea che “Domani è troppo tardi”.

Sigmund Freud una volta affermò che nessuno crede nella propria morte. Se la pandemia ha cambiato la vita per sempre, è anche per l’incapacità di accettare la morte. Le moderne culture occidentali tentano di allontanare il pensiero della morte. Secondo la cosmologia buddista e l’insegnamento, il mondo umano non è l’unico mondo dove esiste la vita e si ritiene che ci sia una dimensione che gli esseri umani chiamano “Cielo”, simile al Giardino dell’Eden, uno spazio simbolico di perfetta armonia, il luogo in cui regna la felicità assoluta. Il concetto di questa foresta segreta ha un profondo impatto su credenze, culture e arti.

I dipinti e sculture di Thabadin Boonnuang indagano i temi fondamentali dell’esistenza, intrecciando elementi del divino e tradizione, regalandoci uno sguardo sulla Thailandia e celebrando, ancora una volta, l’eredità artistica che lega l’Italia e la Thailandia. Pochi, infatti, conoscono il Prof. Silpa Bhirasri, nato Corrado Feroci (Firenze 1892), sin d’oggi considerato il padre dell’arte contemporanea tailandese.

Thabadin Boonnuang, classe 1986, è un artista e studioso indipendente.

Nel 2004 ha conseguito una laurea in arte tailandese presso la Royal Craftsmen School e un Bachelor of Art presso l’Università di Ramkhamhaeng nel 2011, seguito da un Master in Educazione Artistica presso l’Università di Chulalongkorn. Si è sempre dedicato alla pittura e alla scultura, e a progetti di didattica dell’arte. Fondatore di Aesthetics Sense Co., Ltd. e Badin Art & Design Co., Ltd. che realizza prodotti sviluppati rispettando l’identità dell’arte tailandese.

Ha al suo attivo numerosi progetti espositivi e culturali, tra i più recenti citiamo “Art for Happiness Restoration”: Museum of Contemporary Art (MOCA), Bangkok (2021) e il Thailand Digital Arts Festival 2022 (TDAF), Icon Siam, Bangkok.

Per l’organizzazione della mostra Thabadin Boonnuang si è avvalso della collaborazione di Michela Negrini che, dal 2018 con diverse attività legate all’arte contemporanea, si propone di rafforzare il rapporto tra Europa e Tailandia. Tra i precedenti progetti sviluppati da Michela Negrini, si ricordano la partecipazione di Paolo Canevari alla prima Biennale di Bangkok (2018); la prima mostra personale degli artisti Thukral & Tagra in Tailandia (2018); la prima mostra personale in Svizzera dell’artista tailandese Kawita Vatanajyankur (2019); la mostra itinerante All things left behind. Carolina Sandretto, presentata a Bangkok (2020), dopo le tappe di Lugano (CH), Pietrasanta (I), Capri (I); il progetto The Milky Way di Olga Kisseleva presentato al MOCA (2022).
www.michelanegrini.com

Coordinate evento:

Titolo:  The Goodness. La bontà.

Mostra personale di Thabadin Boonnuang

Sede: MA-EC Gallery via Santa Maria Valle 2, 20123, Milano

Opening: mercoledì 8 marzo 2023 ore 18.00-21.00

Date: 8-31 marzo 2023

martedì – venerdì 10.00-13.00 / 15.00-19.00; sabato 15.00-19.00

Info:  0239831335     info.milanart@gmail.com

Demetra: il nuovo disco di Tenedle!

0
Tenedle_Demetra-Album_Cover

Sussurround pubblica l’ottavo album dell’artista fiorentino di casa in Olanda. Un ritorno alla discografia consapevole e maturo che accoglie e rilancia il passato. Canzoni, electro-pop e visionarietà che sussumono i molti aspetti del poliedrico compositore, ora in una veste più meditativa e feconda. 
Demetra: il nuovo disco di Tenedle!

TENEDLE 
Demetra
Sussurround 2023
13 tracce 00.59′
https://tenedle.bandcamp.com/album/demetra
Ho fatto nuovamente scelte particolari anche se ho abituato chi mi segue ai mutamenti, è sempre un brivido.

“Cercavo elementi che rappresentassero la natura ma in senso più drammatico rispetto alle icone legate a quelle della Dea Demetra, che spesso viene rappresentata in scene pastorali.” Così Tenedle introduce Demetra, ottavo album in studio che racchiude e rilancia una consapevolezza umana e artistica capace di creare 13 brani intensi, canzoni sospese nel tempo e legate da fuoco elettrico vivo e visionario. Anticipato dal singolo The Gift uscito in coda al vecchio anno, Demetra è un album più meditativo rispetto a Traumsender. “Le canzoni, le parole, le melodie, la mia voce, hanno riequilibrato le idee iniziali e condotto il lavoro verso un disco di canzoni, una canzone d’autore contemporanea, differente.” Demetra a cinqueanni dal precedente disco, conferma l’eclettismo dell’artista fiorentino di casa in Olanda, con voce avvolgente, un pop colto, all’insegna di indipendenza e ricerca. 

“Demetra è innanzitutto la versione femminile del mio nome – Dimitri – perfetta per costruire un tetto sotto il quale riappropriarmi della mia parte femminile, stavolta per scrivere cose mie, senza l’aiuto della Dickinson, per esempio. La ricerca e gli studi sulle antiche culture matriarcali mi hanno ricondotto al mito di Demetra Dea e tutte le possibilità che ancora offriva per scrivere “di oggi”. Tutto ha cominciato ad avere senso. Con una parola che riconduceva anche alla mia idea sonora iniziale, la ciclicità, elemento femminile per antonomasia. Che nessuno si aspetti un disco che celebra un mito greco ma la mitologia è assolutamente ancora capace di ispirare, anche ai tempi del metaverso.” Il concept ha un fortissimo impatto visivo, strumento imprescindibile di espressione di Tenedle: “avevo bisogno di luoghi meno “terrestri” per legare il titolo anche ad un messaggio visivo di pericolo, in relazione con il nostro comportamento verso il pianeta, la nostra stessa sopravvivenza, la follia autodistruttiva delle guerre e della corsa irrefrenabile all’iper produzione. Alla fine ho trovato gli elementi, i colori e le forme giuste, si avvicinavano alle visione, e come sempre mi hanno “sorpreso”. Il contrasto tra terrore e poesia era quello che cercavo così le figure bianche di Demetra sulla copertina e le altre “in fuga”. Tutti i video dell’album utilizzano questa tecnica di sovrapposizione e doppia suggestione. Mi piace creare un filo concettuale anche in questo campo”. Il disco si arricchisce della presenza di stimati e ospiti che si sono rivelati “scoperte” umane e artistiche come: Maartje Teussink, Gina Graham, Sirena Riley e il fidato Bert Lochs.

Dopo il sorprendente successo di Traumsender, Tenedle ha seguito un corso di studi in ambito post-produzione audio per il cinema e i media in generee si è diplomato come Sound Designer e Media-Composer. “Ho preso coscienza e assimilato un nuovo modo di lavorare, appreso e messo in pratica varie discipline del mondo del cinema… è stato importante rinfrescare anche tutte le nozioni sulla sintesi elettronica anche se è per me una pratica quasi quotidiana. Infine ma non per ultimo, l’Orchestrazione e arrangiamento per strumenti classiciOggi lavoro in modo molto più consapevole, ed anche la mia creatività ne ha tratto vantaggio”.

Ho cominciato a fare fotografia e film in modo sempre più accurato da quando vivo in Olanda. Il potenziale narrativo e teatrale del video è enorme e i mezzi sono accessibili oggi e i mieiconcerti, hanno da diversi anni questa caratteristica, ed è un elemento che ho utilizzato con ottimi risultati anche in alcune rappresentazioni teatrali a cui ho lavorato.

Demetra music & lyrics by Tenedle 
produced by Tenedle
Featuring Artists
Maartje Teussink: Vocals on The Beast
Gina Graham: Vocals on Broken & Mother Earth
Sirena Riley: Vocals on Same old song
Bert Lochs: Trumpet Flugelhorn on Sister Power
 End of Summer & Ending Things
Tenedle Lead Vocals & Backing Vocals
Piano & Synthesisers

Fender Telecaster Acoustic Guitar
Computer & Drum programming Sound Design
Visual Concept by Tenedle
Sussurround Multimedia
www.tenedle.com

SPAZIO ARTEATRIO Presenta “EMPIRE. Intrighi e delitti nella Roma imperiale” Da un’idea di Fabiana Fusaro | DA VENERDÍ 3 A DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023

0
EMPIRE. Intrighi e delitti nella Roma imperiale

La Storia può essere un romanzo mozzafiato. Un’avventura, un mistero. Chi sa resistere a intrighi di ambizione, sete di potere, congiure, assassini? Chi resiste al racconto della nascita e della rovina di un Impero, grande e leggendario?

Empire – Intrighi e delitti nella Roma imperiale è uno spettacolo che tesse le vicende di Roma durante l’Impero, l’ascesa e la caduta dei suoi impetuosi imperatori, le cronache di una realtà che dominò il mondo di allora.
Si srotola la trama andando oltre i libri di scuola con grande emozione, ma soprattutto con grandi risate.

EMPIRE. Intrighi e delitti nella Roma imperiale

Testi di

Emanuele Argilli e Fabiana Fusaro

Con:

Valeria Borselllini, Giovanni Alaimo, Tommaso Fagioli

Fabiana Fusaro, Eleonora Lipuma

SPAZIO ARTEATRIO

Via Nicola Maria Nicolai 14 – 00156 Roma

Date & Orari:

Venerdì 3 febbraio/ Sabato 4 febbraio – ore 20:30
Domenica 5 febbraio – ore 18:00

Biglietto unico:

Intero: € 13,00+2,00 per tessera associativa

Ridotto: € 10,00+2,00 per tessera associativa

Biglietti validi per gruppi:
Gruppi di 10 bambini + 1 accompagnatore, 5 €

Gruppi scuole primarie 8 € a bambino e 10 € per accompagnatore
Per tutti: tessera associativa di 2 €

Info & Prenotazioni:

cell. 351-9752453

prenotazioni@arteatrio.it

TCBO: OKSANA LYNIV E STEFAN MILENKOVICH INAUGURANO LA STAGIONE SINFONICA 2023 | Mercoledì 8 febbraio ore 20.30, Auditorium Manzoni

0
Oksana Lyniv_D4_2361_©Andrea-Ranzi

Una composizione contemporanea in prima esecuzione assoluta, una delle pagine per violino e orchestra più famose e virtuosistiche del repertorio romantico e una celebre sinfonia tardo-romantica legata al nostro Paese. Sono questi gli “ingredienti” del concerto di apertura della Stagione Sinfonica 2023 del Teatro Comunale di Bologna, in programma mercoledì 8 febbraio alle 20.30 allAuditorium Manzoni, che vede protagonisti con l’Orchestra del teatro felsineo il violinista Stefan Milenkovich come solista e la Direttrice musicale Oksana Lyniv, reduce dall’inaugurazione operistica con Der fliegende Holländer (L’olandese volante) di Wagner.

La serata prende il via sulle note della Passacaglia in Yellow-Blue del compositore russo-tedesco Vladimir Genin, scritta nel 2022 e qui presentata per la prima volta. Per spiegare il perché del nome “Yellow-Blue”, Genin dice che «allo stesso tempo è presente un tocco di melanconia blues nel ritmo e nella melodia del brano (Passacaglia in Blue). Il titolo si riferisce anche ai colori della bandiera ucraina, blu come il cielo e giallo come il grano, perché il sentimento di quest’opera è profondamente connesso all’orrore e alla tristezza che accompagnano costantemente la mia vita da quando è iniziata l’aggressione russa dell’Ucraina nel 2014».

Ex enfant-prodige del violino molto legato all’Italia, dove si esibisce fin da quando era bambino, virtuoso impegnato su palcoscenici come la Carnegie Hall di New York o la Cadogan Hall di Londra, nominato artista serbo del secolo e impegnato anche in cause umanitarie, ricevendo a Belgrado il riconoscimento di “Most Human Person”, Stefan Milenkovich torna a suonare per il pubblico del Comunale. E lo fa con uno dei brani più impegnativi e spettacolari del repertorio russo: il Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Composto nel 1877 e dedicato al noto solista ungherese Leopold Auer, il Concerto venne «dichiarato assolutamente non suonabile da varie autorità russe del violino» e fu stroncato dal più influente critico musicale del tempo, Eduard Hanslick, ma ciò non arrestò la fama che raggiunse.

Il primo appuntamento sinfonico bolognese della stagione si chiude con la Sinfonia n. 4 in la maggiore “Italiana” di Felix Mendelssohn-Bartholdy, e con il suo caratteristico Saltarello del Finale, opera scaturita dal viaggio da Venezia a Roma che il compositore tedesco – all’epoca ventunenne – fece in Italia tra il 1830 e il 1831 sulla scia dei connazionali Goethe e Heine.

Il concerto è realizzato grazie a Intesa Sanpaolo, Main Partner della Stagione Sinfonica 2023 del Teatro Comunale di Bologna.

I biglietti – da 10 a 40 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale (Largo Respighi), dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18 e il sabato dalle 11 alle 15; il giorno del concerto presso l’Auditorium Manzoni da 1 ora prima fino a 15 minuti dopo l’inizio dello spettacolo.

Martedì 7 febbraio alle 20.30 Oksana Lyniv, Stefan Milenkovich e l’Orchestra del TCBO propongono questo stesso programma al Teatro Comunale di Ferrara per “Ferrara Musica”.

Info:

www.tcbo.it / https://www.tcbo.it/eventi/lyniv-milenkovich-2/

STAGIONE SINFONICA 2023 DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA 

Mercoledì 8 febbraio, ore 20.30
Auditorium Manzoni

Oksana Lyniv direttrice

Stefan Milenkovich violino

Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

Vladimir Genin

Passacaglia in Yellow-Blue – Prima assoluta

Pëtr Il’ič Čajkovskij

Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 35

Felix Mendelssohn Bartholdy

Sinfonia n. 4 in la maggiore op. 90 “Italiana”

I notturni di Chopin e le pagine Liszt e Ravel: agli Amici della Musica è ospite il pianoforte di Paolo Restani 

0
Paolo Restani 

In programma alcune delle composizioni più note di Chopin eseguite da uno dei massimi interpreti | Lunedì 6 febbraio ore 17.15, Politeama Garibaldi, Turno pomeridiano

Per il pubblico del Turno pomeridiano degli Amici della Musica, lunedì 6 febbraio alle 17.15 al Politeama Garibaldi, sarà ospite uno dei pianisti più apprezzati di oggi per le sue interpretazioni del repertorio Romantico, Paolo Restani, che eseguirà alcuni dei notturni più celebri di Chopin, l’ultima composizione per pianoforte di Maurice Ravel, Elegie, e due brani da Années de Pèlerinage – Italie di Franz Liszt.

Il vastissimo repertorio di Paolo Restani spazia da Bach ai contemporanei e comprende più di 60 concerti per pianoforte e orchestra e altrettanti programmi di recital. La predilezione per i capolavori del Romanticismo e del Novecento storico lo porta ad affrontare l’opera omnia pianistica di Brahms, oltre che la maggior parte delle composizioni di Chopin, Debussy, Ravel, Rachmaninov, le integrali degli Studi di Chopin, Scriabin, Liszt. Di quest’ultimo compositore è considerato uno dei maggiori interpreti, come testimoniano le oltre 150 esecuzioni dei 12 Etudes d’exécution transcendante. Ha inciso per le maggiori case discografiche e dal 2018 è Artista Steinway.

Il Notturno in do diesis minore op. postuma di Chopin risale al 1830 ed era conosciuto inizialmente come Lento con gran espressione. Brano dedicato a Maria Wodzircski, fu ribattezzato dagli editori come Notturno, sfruttando la grande fama di quella che è la forma più distintiva di Chopin: composizione squisitamente romantica, Chopin l’aveva mutuata dall’irlandese John Field, facendola però così propria da legarla per sempre al suo nome. Con i Notturni il musicista polacco naturalizzato francese, raggiunse la sua più intima espressione, utilizzando la linea melodica che si rifaceva al belcanto italiano ed integrando in essa gli ampi arpeggi e le fioriture che non si limitavano così più ad essere dei semplici abbellimenti. I tre Notturni op. 9, composti fra 1829 e il 1831 e pubblicati alla fine del 1832, sono dedicati a Maria Pleyel, moglie del noto costruttore di pianoforti. Il N. 2, in particolare, è uno dei brani più noti, non solo del catalogo di Chopin, ma dell’intera produzione della storia della musica.

È possibile acquistare i biglietti del concerto (intero 20€, ridotto 15€ e anfiteatro 10€) presso i punti vendita Mondadori Point (via Mariano Stabile 233) e Spazio Cultura Libreria Macaione (via Marchese di Villabianca 102), il giorno stesso del concerto presso il botteghino del Politeama Garibaldi o online su www.amicidellamusicapalermo.it.

Di seguito il programma completo del concerto:

Frederic Chopin (1810-1849)

Notturno in Do diesis minore Op. postuma (lento con gran espressione)

Tre Notturni Op. 9

N. 1 in Si bemolle minore, (larghetto)

N. 2 in Mi bemolle maggiore (andante)

N. 3 in Si maggiore (allegretto)

Polacca in Do minore Op. 40 n. 2

Polacca in Mi bemolle maggiore op. 53 “Heroique”

 ***

 Claude Debussy (1862-1918)

Elegie

Reverie

La plus que lent

Franz Liszt (1811-1886)

da Années de Pèlerinage – Italie S. 161

N. 5 Sonetto 104 del Petrarca

N. 7 Après une lecture du Dante: Fantasia quasi Sonata

Paolo Restani 

Talento precoce, Paolo Restani ha dato il suo primo recital a 12 anni. È stato l’ultimo e prediletto allievo di Vincenzo Vitale ed ha inoltre ricevuto lezioni da Vladimir Ashkenazy, Aldo Ciccolini, Gustav Kuhn, Piero Rattalino. In trentacinque anni di carriera ha dato concerti in molti dei più importanti centri musicali del mondo, distinguendosi per un personalissimo tratto interpretativo in costante maturazione. La padronanza tecnica e la profondità di lettura, tese a rendere trasparente e percepibile ogni minimo dettaglio di scrittura, ne fanno un artista eccelso soprattutto nel repertorio romantico dove il suo virtuosismo richiama alla memoria i più grandi nomi della tradizione pianistica.

Nel Giugno 2004 il debutto con l’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti viene accolto con unanimi ed entusiastici consensi.

Solo negli ultimi anni Restani è stato ospite, solo per citarne alcune, di istituzioni come la Carnegie Hall di New York, del Teatro alla Scala di Milano, il Festival Martha Argerich di Buenos Aires, la Grosser Musikvereinsaal di Vienna, l’Auditorium Parco della Musica di Roma, la Konzerthaus di Berlino, del Teatro San Carlo di Napoli, Ravello Festival.

Appassionato di musica da camera, ha suonato con il Quartetto d’archi della Scala, il Quartetto Fonè, il Quartetto David, i Solisti della Scala, il violista Simonide Braconi, il violoncellista Andrea Noferini ed ha accompagnato, in cicli liederistici, Monica Bacelli, Guillemette Laurens, Claire Brua. 

Il suo repertorio, vastissimo, spazia da Bach ai contemporanei comprendendo più di 60 concerti per pianoforte e orchestra e altrettanti programmi di recital. La predilezione per i capolavori del Romanticismo e del Novecento storico lo porta ad affrontare l’opera omnia pianistica di Brahms, la maggior parte delle composizioni di Chopin, Debussy, Ravel, Rachmaninov, le integrali degli Studi di Chopin, Scriabin, Liszt (oltre 150 esecuzioni dei 12 Etudes d’exécution transcendante), nonché l’intera produzione per pianoforte e orchestra di Beethoven, Field, Chopin, Liszt, Tchaikovsky, Saint-Saëns, Casella. Di rilievo la sua dedizione all’opera di Franz Liszt, di cui è considerato uno dei maggiori interpreti.

I suoi CD e DVD sono pubblicati da Deutsche Grammophon, DECCA, Brilliant Classics, Imd Music & Web, Amadeus, Gruppo Editoriale l’Epresso. Dal 2018 è Artista Steinway.

Sara Favarò a “Casa Memoria” di Cinisi | Sabato 4 febbraio ore 12:00

0
Sara Favarò, “Madri si nasce”

 La scrittrice Sara Favarò, nominata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, sarà a Cinisi, alla “Casa Memoria” dedicata a Peppino Impastato in Corso Umberto I n. 220, sabato alle ore 12. L’artista reciterà il suo testo “Il pianto di due madri”, scritto subito dopo l’assassinio del giovane giornalista e politico che, con coraggio, lottava contro la mafia, denunciando fatti e nomi e che il 9 maggio 1978 venne ritrovato nella vicina linea della ferrovia a brandelli.

Sara Favarò – Foto G. Azzarello

L’incontro è previsto nell’ambito della cerimonia Inner Wheel “Contatto Club Terrae Sinus & Club Palermo Igea”, il primo presieduto da Tina Thomsen e il secondo da Francesca Coglitore Manno, in presenza della Governatrice Lucia Di Paola Guzzardi, Distretto 211 I. W. Italia.  Durante la giornata le socie Inner Wheel e la Cavaliera della Repubblica Sara Favarò si incontreranno con il Sindaco di Cinisi, avv. Gianni Palazzolo e faranno visita al Santuario di Santa Maria di Gesù Santocanale, fondato dalla suora di Palermo che, il 15 maggio dello scorso anno, è stata proclamata Santa da Papa Francesco.

Milena Bonvissuto e Andrea Ansevini presentano in streaming “Suspiria (un bacio sospeso)” e “Morte nell’acciaieria” | Giovedì 9 febbraio dalle ore 21:00

0
Milena Bonvissuto e Andrea Ansevini presentano in streaming “Suspiria (un bacio sospeso)” e “Morte nell’acciaieria”

Un nuovo imperdibile evento è in arrivo Giovedì 9 febbraio dalle ore 21:00 in diretta streaming.

A idearlo sono la coppia di scrittori Milena Bonvissuto e Andrea Ansevini.

Entrambi ci presenteranno rispettivamente i libri, la Bonvissuto “Suspiria (un bacio sospeso)” edito da Book Sprint Edizioni; Ansevini “Morte nell’acciaieria” (Dragonfly Edizioni).

Milena Bonvissuto e Andrea Ansevini presentano in streaming “Suspiria (un bacio sospeso)” e “Morte nell’acciaieria”

La Bonvissuto, scrittrice siciliana, ha condotto diversi anni fa un programma radiofonico a Radio One Licata e curato una rubrica culturale in un mensile dal titolo “L’affarone” .

Ha già all’attivo tre romanzi, il primo “La paura di rincasare tardi” ottiene un discreto riconoscimento di testate giornalistiche e la menzione nel settimanale “Io donna”.

Nel 2011 fonda insieme ad altri, un movimento in cui ricopre il ruolo di vicepresidente della regione Sicilia.

È anche madrina di due autori emergenti: Salvatore Nogara e Lillo Grecopolito.

Nel 2019 esce il suo secondo romanzo “Il principio di Benedetto”.

Ansevini, scrittore marchigiano, è un’artista a tutto tondo.

Scrive dal lontano 1990 e da allora ha scritto oltre 2000 poesie, più di 250 racconti e pubblicato 8 libri, di cui due in self.

Il suo primo libro, “Poesia nel diario” risale al 2010 a cui fa seguito nel 2014 “La porta misteriosa” prodotto in self.

Nel 2016 approda a Le Mezzelane Casa Editrice e pubblica nel 2017 “Oltre la porta” (libro con il quale ha ricevuto numerosi premi, tra cui quello come migliore scrittore emergente a “Gli Oscar delle Stelle”), nel 2019 “Delitto in Casa Le Mezzelane” scritto a quattro mani con Alessandra Piccinini, nel 2021 “Pinocchio anno zero” scritto con Viviana Nobilini e prefazione del cantautore Umberto Napolitano”. Sempre nel 2021 viene alla luce “Dietro la porta”. Nel mezzo esce il suo secondo libro self, una raccolta di venti racconti dal titolo “Vietato dormire (20 racconti per restare svegli)”.

Spesso ha preso parte a premi letterari con i quali ha ottenuto dal 2010 a oggi, oltre cento premi, oltre anche ad aver svolto lavoro come giurato per diverse associazioni culturali.

È anche rapper (il suo ultimo cd si intitola “7” e lo ha inciso con sua moglie Adele, da lui definita la sua ispiratrice”; tra l’altro, in ultimo è anche  fotografo.

Assieme a loro ci saranno due gradite ospiti.

La prima è Sara6, cantante bolognese, ex cantante del gruppo Taglia 42, divenuti famosi nel 1997 con la hit “Regolare”. A questo brano fa seguito l’anno seguente il brano “Con il naso in su” presentato a Sanremo giovani.

Nel 2000 il gruppo vede un’importante collaborazione per la scrittura del testo “Pregi e difetti” scritto assieme a Vasco Rossi.

Nel 2001 il gruppo si divide, lei si presenta di nuovo al Festival di  Sanremo come Sara 6 con il brano “Bocca”.

Nel 2017 fonda un nuovo gruppo, gli “Yessa” per poi dividersi l’anno successivo.

Nel 2019 torna al gruppo Taglia42 e nel 2020 esce il singolo “Diletta Leotta”.

In occasione della serata del 9 febbraio ci presenterà in anteprima il suo nuovo album intitolato “Uno”, album che vanta importanti collaborazioni.

La seconda ospite è una poetessa e disegnatrice, Cristina Monteburini.

Dotata di una fantasia innata, la disegnatrice marchigiana, dipinge i suoi disegni su tovaglioli di carta alla quale allega aforismi, brevi poesie o estratti di testi tratti da libri noti.

Con uno stille pittorico molto simile alla pittrice messicana Frida Kahlo, la Monteburini, con molta bravura e maestria ci mostrerà alcuni dei suoi numerosi lavoro e ci leggerà qualche poesia in diretta.

L’evento sarà trasmesso in diretta online dal profilo Facebook dello scrittore Andrea Ansevini e sarà aperto al pubblico. Chiunque potrà intervenire e fare a loro scelta, domande in diretta ai quattro artisti.

Non ci resta che attendere…

Confermato l’appuntamento di Rai NuovaMusica di venerdì 10 febbraio diretto da Marco Angius

0
Marco Angius_©Silvia Lelli

In programma Henze, Ligeti e una prima assoluta di Filippo Perocco

È affidato a un raffinato specialista della musica di oggi come Marco Angius il concerto del ciclo “Rai NuovaMusica” in programma venerdì 10 febbraio alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di TorinoLa serata doveva essere preceduta da un concerto di un gruppo da camera dell’Orchestra Rai in programma martedì 7 febbraio alle 20.30, che invece è annullata per motivi tecnico-organizzativi. Le modalità di rimborso dei biglietti saranno comunicate al più presto sul sito e sui social media dell’OSN Rai.

Direttore musicale e artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto e già più volte ospite dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Angius apre la serata con una nuova composizione di Filippo Perocco, Se le nuvole, la cui prima esecuzione assoluta è resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Francis e Mica Salabert.

«Il brano scaturisce, come dichiarato nel titolo, dall’immagine delle nuvole – dice Filippo Perocco –. Non ha nessuna valenza descrittiva o “a programma”. Parte del materiale è tratto da un mio ciclo di miniature per pianoforte e risonatore dal titolo Nuvolette. In questo lavoro per orchestra parte di quel materiale circola trasformato in quattro ipotetiche stanze nelle quali il corpo sonoro sembra precipitare, evaporare, saturare e ritornare nuovamente effimero, senza peso. Ancora una volta ricorrono i miei consueti tarli, ossia il detrito, la nenia, la precarietà. Ogni linea assume un carattere quasi vocalico che persiste nelle relazioni, nelle allitterazioni e nelle risonanze tra i vari strumenti. Una sorta di massa corale fatta di ombre, sfondi, gradazioni che si rifanno ai bagliori di un immaginario canto intonato dalle nuvole».

Segue la prima esecuzione italiana di Macabre Collage, la versione da concerto realizzata nel 2021 da Elgar Howarth dell’unica opera di György Ligeti, Le Grand Macabre. Chiude il programma la decima e ultima Sinfonia di Hans Werner Henze, il grande compositore tedesco scomparso nel 2012, che l’Orchestra Rai festeggiò nel 2006, nel suo ottantesimo compleanno, eseguendo la sua opera Gogo no Eiko al Festival di Salisburgo e alla Philharmonie di Berlino.

Il concerto, in serata unica, è trasmesso in diretta su Radio3 e in live streaming su raicultura.it.

I biglietti per i concerti di Rai NuovaMusica – in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino – sono proposti al prezzo unico di 5 euro per tutti e 3 euro per gli under 35. L’ingresso è gratuito per gli abbonati alla Stagione Sinfonica 2022/2023, previa prenotazione del posto in biglietteria e salvo disponibilità. Informazioni: 011.8104653 – biglietteria.osn@rai.it – www.osn.rai.it.

Il libro: Girolamo Lo Verso, “Fare psicoterapia” | PRESENTAZIONE

0
Girolamo Lo Verso, “Fare psicoterapia”, Alpes ed., Roma, 2022

SINOSSI DEL LIBRO (Linee guida esperienziali e inquadramenti)

Questo volume nasce con due obiettivi. Il primo è didattico/formativo, interventi di cui, con gli autori che contribuiscono al testo, ci siamo occupati per tanti anni. Desideriamo, quindi, comunicare ai colleghi più giovani, in crescita e sviluppo professionale, quello che riteniamo di avere imparato e capito in tanti anni, svolgendo attività professionale, formazione, supervisione, ricerca, elaborazione teorico-clinica. Il testo pone molta attenzione alla centralità dei pazienti, ognuno diverso dall’altro, ognuno con la propria specificità; alla relazione terapeutica, all’analisi del set(-ting) che si adopera. Alla necessità di tenere conto dei confinanti/interagenti: neuroscienze e realtà biologica, tenendo in considerazione il livello etnico/antropologico/familiare, ecc. Con i colleghi più “maturi” ci auspichiamo di poter dialogare.

Il secondo obiettivo è quello di cercare di contribuire allo sviluppo ed alla qualità della psicoterapia. Disciplina, oggi, molto più consapevole che in passato ma, contemporaneamente, assai variegata, sfaccettata, diversificata: rigorosa o naif, aperta o fideistica rispetto ai modelli; con approfondita attenzione in senso terapeutico o inconsapevole ingenuo tirare avanti: legato, quindi, all’interesse del professionista, in senso ampio, più che alla responsabilità della cura. Probabilmente, come suggerisce Semerari, non si può giungere all’integrazione delle psicoterapie. Si può, però, imparare reciprocamente ed aiutarsi a superare i propri limiti (e ad averne consapevolezza). Si può fare una riflessione sui pazienti o sui possibili, differenti, contributi che per loro possono essere più utili. Dobbiamo chiarirci e chiarire sempre di più cos’è la psicoterapia, come funziona, per chi è fatta e da chi. Questa crescita della disciplina può avvenire, in primo luogo, nel dialogo intra-disciplinare, eseguito con varie modalità: confronto dell’esperienza; ricerca empirica, clinica, teorica; analisi dei contesti in cui il nostro lavoro si struttura ed opera (basti pensare ai repentini cambiamenti causati dal coronavirus).

Biografia dell’autore

Girolamo Lo Verso È docente e formatore di Psicoterapia, Past President dell’SPR Italia, Past President della COIRAG e della Divisione di Psicologia Clinica della SIPs, nonché Direttore scientifico della Scuola di Psicoterapia di gruppo e PolisAnalisi di Roma. E’ Professore fuori ruolo, ordinario di psicoterapia. Ha elaborato la modellistica laica, della gruppoanalisi soggettuale e da molti anni si occupa di ricerca/intervento sulla psicologia mafiosa. Ha scritto sopra e sotto il Mediterraneo. Si occupa anche di libera professione e formazione. È autore di oltre 400 saggi e ricerche e di 45 volumi.

Girolamo Lo Verso

https://www.facebook.com/girolamo.loverso.9

Girolamo Lo Verso

Il libro:

Girolamo Lo Verso, “Fare psicoterapia”, Alpes ed., Roma, 2022

https://www.alpesitalia.it/prodotti-951-fare_psicoterapia

https://www.amazon.it/psicoterapia-Linee-guida-esperienziali-inquadramenti/dp/8865318449/ref=sr_1_1

Il libro: “Contro Cuore” di Sofia Floriani | PRESENTAZIONE

0
Sonia Floriani

SINOSSI DEL LIBRO

Jennifer ha sedici anni ed è perdutamente innamorata di Davide, più grande di lei e talentoso giocatore della squadra di calcio.
Lo è al punto da non pensarci due volte quando si presenta la possibilità di vivere una notte di passione con lui, non importa che non stiano insieme e che i rischi siano più dei benefici.
Infatti, solo pochi giorni più tardi, Jennifer scopre che Davide sta frequentando Federica, e ogni sua certezza crolla.
Non importa neppure quanto lei cerchi di toglierselo dalla testa: gli occhi di ghiaccio del ragazzo la perseguitano e continuano a farle battere il cuore.
E, proprio quando Jennifer è sicura di aver trovato un modo per dimenticarlo, un evento inaspettato li fa riavvicinare, mettendo entrambi di fronte a una scelta che cambierà le loro vite per sempre.

BREVE DICHIARAZIONE DELL’AUTORE SUL LIBRO E SUL PERCHÉ LO HA SCRITTO

Se la fame viene mangiando (e a me mangiare piace molto), l’idea di questo romanzo è venuta scrivendo. Un giorno ho incontrato un ragazzo dagli occhi blu ghiaccio sul treno e proprio in quel preciso istante ho deciso che lui sarebbe diventato uno dei protagonisti delle mie storie.
Ero abituata a scrivere racconti di massimo 3 pagine, quindi mai avrei immaginato che da quella piccola idea potesse nascere un romanzo di 200 pagine.

BREVE BIOGRAFIA (10-15 RIGHE MAX) DELL’AUTORE

Sofia Floriani è nata a Trento, dove ora studia Lettere moderne all’Università della città.
Nel 2021 ha pubblicato il suo primo libro “Tutta colpa di uno stupido bacio” a soli 18 anni.
Un anno dopo pubblica il seguito del romanzo, intitolato Tutta colpa sua, nello stesso anno riesce ad essere presente al Salone del Libro di Torino come autore indipendente.
Ha scoperto la sua passione per la scrittura dedicando il suo primo racconto, Io ti aspetto, al nonno Enzo.
Il racconto è stato selezionato per il concorso letterario Montagna Avventura, sezione giovanile del prestigioso premio Itas Montagna, e pubblicato nella loro raccolta.

Sofia Floriani

https://www.instagram.com/sofia.scrivelibri/
https://www.wattpad.com/user/sofiaflorianii

Sonia Floriani

Il libro:

Sofia Floriani, “CONTRO CUORE”, Independently published, 2022

https://www.amazon.it/CONTRO-CUORE-Sofia-Floriani/dp/B0BMSP3FSD