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Il libro: “Con orgoglio, da Scampia” il secondo libro di Giuseppe Storti, Giannini Editore. Storie di periferie esistenziali e di riscatto sociale

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GIUSEPPE PENSA

Edito dalla storica e benemerita Casa Editrice della famiglia Giannini, è uscito da pochi giorni il secondo libro del giornalista e scrittore Giuseppe Storti. Giuseppe Storti si definisce giurista di professione( è avvocato, specialista in Diritto Amministrativo e Scienze dell’Amministrazione), giornalista e scrittore per passione. Esperto in Comunicazione Politico- Istituzionale. Ha collaborato per decenni con «il Mattino di Napoli».È stato direttore di numerosi giornali e portali. Nell’attualità collabora con giornali quotidiani e mensili.  È autore di due libri, e di racconti pubblicati da diverse case editrici. Membro dell’Accademia Nazionale di Arte e Letteratura di Roma. Membro delle 3C Coordinamento Comunicatori per la cultura. La sua frase preferita è: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro. Umberto Eco”.Anima sulla rete varie pagine culturali e di storia. Il secondo romanzo del genere narrativa partendo da una storia chiaramente di fantasia, sviluppa la tematica a sfondo sociale delle periferie. La collana creata dalla Giannini si chiama “Sorsi”. Una idea innovativa che concentra in un formato tascabile testi che trattano varie tematiche, e che si possono leggere tutti d’un fiato. Oltretutto questi testi costano davvero poco. Sei euro. Proprio per consentirne la massima diffusione. Un’altra idea brillante della Giannini e della Coordinatrice delle 3C la giornalista e scrittrice Tiuna Notarbartolo, Direttrice del premio Elsa Morante al fine di incentivare la lettura. Anche questo secondo testo del giornalista e scrittore Storti, è un libro di valori. Ma anche di riscatto sociale del protagonista, Marco, che dopo varie vicissitudini diventa a sua volta protagonista del riscatto sociale di tanti ragazzi del suo quartiere. Il libro vuole mettere in rilievo il ruolo svolto dalle associazioni di volontariato sui territori e nelle realtà sociali che vivono il degrado e la mancanza di opportunità per tanti ragazzi lasciati in balia della strada e della illegalità. Primeggia tra i temi della narrazione la tenera storia d’amore tra Marco e Mara, i due principali protagonisti del libro. Perché come spesso ama  scrivere l’autore: l’amore è l’Alfa e l’Omega dell’universo. In ultimo riportiamo la chiosa finale del testo, che racchiude in poche righe il senso della trama narrata. Don Angelo gli ripeteva sempre le parole di Don Lorenzo Milani, “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?”. “Cara Mara, ora basta. Torniamo al lavoro. Le nostre mani devono occuparsi dei ragazzi”. “Certo Marco, allatto Jenny, che già sta protestando e sono di nuovo con te”. Buona lettura a tutti Voi.

Il libro:

Giuseppe Storti, “Con orgoglio, da Scampia”, Giannini Editore:

https://www.gianninispa.it/prodotto/con-orgoglio-da-scampia/

Con orgoglio, da Scampia

“Dietro le Nuvole”, intervista alla cantautrice Marea | di Serena Derea Squanquerillo

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“Dietro le Nuvole”, intervista alla cantautrice Marea, di Serena Derea Squanquerillo

Oggi vi propongo l’intervista alla cantautrice e musicista, Marea, alias Paola Sbarbada Ferrari, che ci presenta il singolo “Dietro le Nuvole” e ci parla un po’ di sé. Conosciamola meglio.

Marea, grazie di essere qui con noi. Tu sei una cantautrice e suoni la chitarra. Come è nata la tua esperienza con la musica e quali sono gli artisti che ti hanno ispirata di più?

Ciao e grazie a Te per questo invito. La passione per la musica credo di averla sempre avuta. I miei genitori, che avevano tra loro gusti differenti, mi fecero conoscere e amare svariati autori. Tutte quelle incredibili melodie, credo si siano insinuate nella mia anima per non lasciarla più.

Classica, Lirica, soprattutto Puccini e poi Mina, De Andrè, Aznavour, sono statti la colonna sonora della mia infanzia. I miei studi di canto e chitarra acustica li intrapresi da più grande e furono i miei meravigliosi insegnanti a instradarmi sulla via del cantautorato: per questo, li ringrazio ancora oggi.

Sono un’ascoltatrice che ama musiche e stili differenti: apprendo, rimango affascinata ma poi, in qualità di cantautrice, cerco sempre di restare me stessa. Tra i miei autori preferiti più attuali, c’è senza dubbio alcuno, Gims, lo adoro e adoro la musica pop francese.

“Marea” è il tuo pseudonimo artistico. Un nome associato all’acqua, elemento molto femminile e notoriamente associato alle emozioni. Quanto sono protagoniste queste nella tua musica, nei testi e qual è il messaggio che ami trasmettere?

Marea è il nome che scelsi nel 2016 a seguito di un viaggio in Normandia, nel nord della Francia. Quel luogo, oggi lo considero “casa mia”: ammirare l’Oceano, attendere l’alta marea e il tramonto, genera in me ogni volta emozioni e sensazioni che tento di tramettere attraverso la mia musica. “Je regarde l’Ocean” la scrissi nel 2017 ed è dedicata proprio a quel luogo incantato.

IL RITORNO DI ENRICO DINDO CON L’ORCHESTRA RAI | Giovedì 1 e venerdì 2 febbraio all’Auditorium Rai di Torino

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Enrico Dindo_296 (c) Fulvia Farassino

Sul podio Andris Poga. In programma brani di Weinberg, Boulanger e Stravinskij | Giovedì 1 e venerdì 2 febbraio all’Auditorium Rai di Torino

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È il grande violoncellista torinese Enrico Dindo il protagonista del concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai in programma giovedì 1° febbraio alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, anche in live streaming su raicultura.it e in replica venerdì 2 febbraio alle 20. Il concerto è registrato da Rai Radio3, che lo trasmetterà in differita.

Vincitore del Premio Rostropovič di Parigi nel 1997, Dindo è ospite regolare di orchestre internazionali e festival prestigiosi al fianco di direttori come Riccardo Chailly, Myung-whun Chung e Riccardo Muti. Per il suo ritorno con l’Orchestra Rai propone il Concerto in do minore per violoncello e orchestra op. 43 scritto nel 1948 da Mieczyslaw Weinberg, presentato per la prima volta dall’OSN Rai a Torino. Si tratta in realtà di una versione più ampia, rielaborata nel 1956, del Concertino che il compositore scrisse dopo l’assassinio da parte del KGB del suocero, il celebre attore ebreo Solomon Mikhoels, per ordine di Stalin. La versione orchestrale, di carattere cupo e inquieto al pari di quella originaria, fu eseguita per la prima volta nel 1957 con la Filarmonica di Mosca diretta da Kirill Kondrašin e Mstislav Rostropovitch al violoncello.

Sul podio sale il direttore lettone Andris Poga, che propone altre due prime esecuzioni Rai a Torino: D’un matin de printemps e D’un soir triste di Lili Boulanger. Scritti entrambi tra il 1917 e il 1918, i due brani sono fortemente evocativi e in netto contrasto tra loro, rappresentando diversi stati d’animo della compositrice francese. Il primo richiama sentimenti di speranza e ottimismo, mentre il secondo di angoscia e dolore. Boulanger morì pochi mesi dopo averli scritti, a soli 24 anni.

In chiusura Poga propone la suite sinfonica dal balletto L’oiseau de feu di Igor Stravinskij, nella seconda versione che il compositore russo riorchestrò in Svizzera nel 1919, dopo quella preparata nel 1911, immediatamente a ridosso della prima parigina dei Ballets Russes di Djagilev. L’iridescente, spigolosa e vitalissima partitura, fortemente debitrice del teatro di Rimskij-Korsakov, segnò la prima affermazione dell’originalità del ventottenne Stravinskij, imponendolo definitivamente all’attenzione internazionale.  

I biglietti per il concerto, da 9 a 30 euro, sono in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino. Informazioni: 011.8104653 – biglietteria.osn@rai.it – www.osn.rai.it.

LORIANA LANA E NANDO DI STEFANO UNA MISSION IMPOSSIBLE

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LORIANA LANA E NANDO DI STEFANO

Due personaggi della scena discografica compiono un’impresa a dir poco titanica.
Le loro collaborazioni come autori, compositori, musicisti e arrangiatori, abbracciano alcuni tra i più grandi interpreti della musica italiana quali: Riccardo Cocciante, Francesco De Gregori, Nada, Patty Pravo, Renato Zero, Max Pezzali, Zucchero, Luis Bacalov, Ennio Morricone, Mina, Amii Stewart, Orietta Berti, Iva Zanicchi, Sara Jessica Parker, Shel Shapiro, per non parlare di 30 film di successo da loro musicati. Ma i due artisti, vengono soprattutto riconosciuti dal pubblico per il successo ottenuto nel mondo dei cartoni animati giapponesi, avendo scritto e suonato quegli anime che hanno segnato la storia di una generazione ancora oggi all’attivo. Dopo venti anni di ristampe dei loro successi quali Vultus V, Pat la ragazza del baseball, Mazinger, Sampei etc… si mettono al lavoro creando esattamente un genere, il genere anime, scoprendo dei cult che non hanno mai avuto la versione italiana e sfornando un disco intitolato BLACK BLOOD. Per l’occasione, scelgono un duo blasonato nel mondo dei cartoni, LE COCCINELLE BLU che interpretano egregiamente i loro brani. Il disco in studio, viene rigorosamente registrato con musicisti alla vecchia maniera, con suoni e atmosfere che ricordano i Pink Floyd e i Genesis, con sapori rock molto vicini ai Guns’n Roses, Aerosmith e Rolling Stones e i cori strutturati con le armonie usate dai Beatles. Insomma, un tuffo nella musica suonata senza filtri virtuali. LANA e DI STEFANO hanno riaperto tutto il mercato discografico anime. L’album ha letteralmente incantato i fan sparsi in tutta Italia. Molto seguiti sui social, con decine di migliaia di fan e Fan Club, LORIANA e NANDO hanno dimostrato che in questo caso, la discografia non è in crisi, poiché il disco, disponibile sulle piattaforme digitali, con migliaia di download in pochi giorni, è anche ordinato dai collezionisti (all’interno libretto con foto e testi delle canzoni) e in copertina gli autografi degli autori e delle interpreti.

PRODUZIONE: MARIELLA RESTUCCIA – MUSITALIA SRL

PER INFO:

https://www.lorianalana.it/

“TU e il tuo alunno” (Költze & De Donato, 2023) ǀ Recensione Prof.ssa Elisabetta Fioritti

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Una pubblicazione che parla a tutti noi perché i bambini sono il nostro futuro e il nostro valore umano e la loro  formazione costituisce il mezzo fondamentale di ascesa e di progresso di una società umana e civile.

Gli autori denunciano i limiti di una scuola fondata su ristretti schemi di valutazione, che non possono comprendere le molte sfaccettature di una personalità in boccio, quale può essere quella di un giovane alunno in crescita. Horst ricorda e rivaluta, a tal proposito, il metodo socratico di insegnamento, quello che sa estrarre dall’uomo le sue migliori potenzialità, mentre il metodo oggi usato dalle scuole e previsto dall’OCSE è restrittivo e predeterminato, risponde a principi economici più che etici, fa dell’alunno un prodotto, ne più né meno.

Non dobbiamo mai dimenticare che l’istruzione è un organismo sociale, non una macchina. Questo concetto viene ribadito dagli autori, perché l’allievo non va considerato un “bene di consumo durevole”, come sostiene invece il premio Nobel Gary S. Becker di Chicago. Questo atteggiamento deriva dall’idea di concorrenza ed efficienza relativi al mercato, principi che estesi agli esseri umani non possono che avere conseguenze catastrofiche, come studenti che si ammalano, insegnanti che si dimettono, genitori disperati. L’OCSE è riuscito, secondo gli autori, a trasformare il “rifugio sicuro delle scuole” in un’area di competizione globale, con risultati standardizzati secondo l’indicatore PISA.

Tale visione dell’uomo è riduttiva e meccanicistica, limita la libertà dell’individuo.

Si invita quindi ad una rivoluzione pacifica il cui motto potrebbe essere” Per studenti liberi in una società libera “.

Senza voler entrare nel merito dello scritto, che invito peraltro a leggere, voglio ringraziare gli autori per questa interessante conferenza sul mondo della scuola, che resta il nostro grande mezzo di evoluzione e di sviluppo umano e che abbraccia le differenze e le infinite potenzialità delle giovani generazioni, le quali devono essere aiutate a crescere nella loro totalità, per formare una società libera ed evoluta, anche attraverso l’azione, che si traduce in “Friday for Education”, per una rivoluzione educativa pacifica.

Rinnovo l’esortazione a leggere questa interessante pubblicazione e ringrazio gli autori per avermene dato la possibilità.

 

 

https://www.amazon.it/TU-Tuo-Alunno-verit%C3%A0-scuola-ebook/dp/B0CCT2RBJM/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=1DIENNEBB9Z7&keywords=TU+e+il+tuo+alunno+de+donato&qid=1704328424&sprefix=tu+e+il+tuo+alunno+de+donato%2Caps%2C210&sr=8-1

 

Gemma Veronica Agostino, mamma siciliana con la passione per le sfilate e le foto da modella | INTERVISTA

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Gemma Veronica Agostino

«Sono una donna che non si arrende facilmente. Una donna che, se vuole, fa l’impossibile per ottenere quello che desidera.» (Gemma Veronica Agostino)

Ciao Gemma, benvenuta. Grazie per la tua disponibilità e per aver accettato il nostro invito. Se volessi presentarti ai nostri lettori, cosa racconteresti di te quale Gemma mamma di tre bambini e fotomodella siciliana per passione di Termini Imerese, la tua città?

Ciao Andrea. Grazie a te per la tua disponibilità. Cosa posso raccontarti? Sono una mamma di tre splendidi bambini che amo follemente e che sono il centro del mio mondo. Quello di fotomodella è una passione che coltivo dall’età di 17 anni quando per la prima volta un fotografo mi vide ed è rimasto colpito dal mio viso: “sei molto fotogenica, mi concedi qualche scatto?”. E fu così che qualche scatto diventarono ben quattro servizi fotografici fatti con lui

… chi è invece Gemma Donna che vive la sua quotidianità?

Gemma donna è una principessa guerriera. Trovi in me entrambi i lati. Come dice quel detto? Tutte le donne nascono principesse ma poi la vita le addestra guerriere. E diciamo che la vita con me è stata un po’ severa. Ma come dico sempre, l’importante quando cadi è rialzarti, ogni volta. Sono una che non si arrende facilmente. Diciamo che vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Mi irrito quando dico a qualcuno non ti preoccupare questa cosa si può fare oppure questa cosa ha una soluzione e questo qualcuno invece vede solo il lato negativo.

Quando e come nasce la tua passione per la moda, per le sfilate, per la fotografia e per la tua passione quale fotomodella? Chi sono e chi sono stati i tuoi maestri d’arte, se vogliamo usare questo termine?

Come ti dicevo la mia passione per la moda nasce già da ragazzina, credo che tutte le ragazze hanno il desiderio di sentirsi belle. Io sono un ex ballerina di danza classica, ho ballato sette anni e ho ballato anche sulle punte, e quando lo fai hai un modo di camminare diverso. Era una ragazzina magrissima è carina, se così mi posso definire; quindi, quando qualcuno mi diceva che quando camminavo anche sui tacchi sembrava che sfilavo, io ci credevo è tutta contenta sognavo quel fantastico mondo della passerella. Stessa cosa quando parlavano del mio viso e mi dicevano potresti fare i cartelloni pubblicitari. Poi è arrivato questo fotografo e tutto è cominciato lì.

Hai mai pensato da ragazza, prima di mettere su la tua bella famiglia, di lasciare la tua città per trasferiti a Milano o a Londra o a New York che sono le vere capitali della moda occidentale per dare impulso alla tua carriera? Se sì, dove avresti voluto trasferiti e perché?

Beh! Sì, da ragazzina ho sognato Milano, ma ero piccolina e non avevo le capacità di adesso. Poi avevo alle spalle una famiglia molto all’antica dove queste passioni erano tabù. Pensa che tra le cugine, ero l’unica a fare shooting fotografici. Mia nonna mi diceva che dovevo imparare a ricamare, fare la moglie e fare la mamma. Adesso rido a quel ricordo ma ai tempi mi sentivo un aquila in catene, una Ferrari chiusa in un garage.

Molti artisti, lo saprai di certo, soprattutto quelli hollywoodiani, amano dire «to become a great artist you have to choose: either work or love!» (per diventare una grande artista devi scegliere: o il lavoro o l’amore). Tu, ad un certo punto della tua vita, hai scelto la famiglia e l’amore per i tuoi figli. Dalla tua prospettiva e dall’esperienza che hai maturato adesso, pensi che i grandi artisti e attori americani, vincitori di Oscar e Golden Globe, che hanno fatto questa scelta di vita, abbiano torto o ragione? Qual è il tuo pensiero in merito?

Non mi permetto di giudicare le scelte degli altri, ognuno è padrone della propria vita. Io sono felice della famiglia che ho e anche dei miei errori perché mi hanno fatta diventare la donna che sono. Certo mi è rimasto sempre quell’amaro in bocca per non avere avuto l’appoggio giusto da ragazzina, per mettere le ali. Ma forse doveva andare così… Chissà!

Conoscerai bene il mondo della moda, dello spettacolo, il mondo dell’arte in generale, per quello che hai fatto. Ci sono moltissime ragazze, in Sicilia, ma non solo in Sicilia, che vorrebbero intraprendere una professione artistica, che risulta sempre piena di insidie e di pericoli, ma al contempo estremamente affascinante. Alla luce della tua esperienza, cosa diresti di questo mondo se dovessi dare un consiglio ad una adolescente che ha questa ambizione, questa passione? E da cosa principalmente, secondo te, dovrebbero stare attente?

Del mondo dell’arte in genere, dico che esprimere la propria passione è meraviglioso. Non bisogna mai smettere di sognare, mai. Io ne sono l’esempio. Infatti dopo anni ho ripreso con le foto e qualche sfilata. Il segreto? Stare attente è circondarsi delle persone giuste. Il lato oscuro di tutto, in questo mondo, purtroppo c’è. Ci sono tanti lupi travestiti da agnelli, e per una ragazzina è molto facile farsi ingannare. Quindi aprire sempre bene gli occhi, cercare di farsi appoggiare dalle persone giuste e farsi aiutare anche dai genitori, perché no?, anche facendosi accompagnare.

Tu, Gemma, ad un certo punto della tua vita hai fatto una scelte chiara e decisa. Sai bene che ogni scelta è insieme tante rinunce. È come quando arrivi in prossimità di un bivio e trovi una segnaletica che ti indica con tante frecce tante direzioni diverse. Sei obbligata a sceglierne solo una, una sola via da seguire. Nello stesso momento in cui hai scelto quella via hai rinunciato a tutte le altre possibilità. Cosa pensi di questo?

Direi che le rinunce fatte per amore non pesano poi così tanto, almeno per me. Ovviamente l’amore deve essere più grande di quella passione. Amo mio marito e vivo per i miei figli. Quando mi chiedono di partecipare a qualche shooting o sfilata c’è una preparazione dietro che neanche puoi immaginare. Entrano in azione nonni, cugini, sorelle, tutte le persone disponibili a fare da baby-sitter per loro. Posso fare tutto, l’importante è però non intaccare il benessere dei miei bambini. Mio marito? Lui viene con me, mi accompagna e mi segue appoggiando le mie passioni.

Nel mese di marzo del 2023 si è parlato molto di te per un serio problema sanitario che è stato risolto con magistrale bravura dai medici dell’Ospedale ARNAS-CIVICO di Palermo che ti hanno presa in carico e che hanno fatto nascere senza nessun problema i tuoi due gemelli. I giornali di allora hanno dato questo titolo: “Incinta colpita da malattia rara, salvata in ospedale a Palermo”. Cosa puoi e cosa vuoi raccontarci di questa brutta e bella esperienza insieme, con un lieto fine. Cosa ti senti di dire pubblicamente ai medici che si sono presi cura di te e cosa vuoi condividere con i nostri lettori?

Nel mese di dicembre 2022, ho vissuto l’esperienza più brutta della mia vita… quello che doveva essere il giorno più bello per una mamma e per un papà, si è trasformato in un incubo. La storia è lunga e ricca di particolari, magari ne parleremo in un’altra occasione, unicamente di questo argomento. Ciò che posso dirti è che la forza dell’amore mi ha aiutata tanto. Nei momenti quasi lucidi, perché io ero in stato comatoso, i miei pensieri erano rivolti ai miei figli, i piccoli che non avevo conosciuto e il grande che aveva solo 8 anni e che sapevo stava molto male senza di me. Mio marito mi è stato sempre accanto dandomi forza e amore. Per me, nella mia città, e anche fuori, si sono formati dei gruppi di preghiera incredibili, ho ricevuto tanto tanto tanto sostegno. Da Fedele credente ti dico che Dio mi ha salvata. Io ero un caso disperato. Il mio dottore mi ha detto: “le mie mani e le mie azioni erano guidate da Dio e io ero il primo che la sera nel mio letto pregavo per te.” Il professore Antonio Maiorana, primario e direttore della ginecologia dell’ARNAS-CIVICO di Palermo, è il mio meraviglioso nefrologo, il dottore Angelo Ferrantelli, anche lui direttore della nefrologia dell’ARNAS-CIVICO, sono stati i miei angeli. Hanno creduto molto in me e nella mia vita e hanno fatto l’impossibile per salvarmi, contrariamente ad altri pareri medici che pensavano non ce la potessi fare. Il dottore Ferrantelli arrivava con la sua dolcezza e con la sua gentilezza portandosi dietro il suo sorriso smagliante, mi trovava disperata tra le lacrime chiusa nel mio dolore. Gli dicevo: “dottore, sto morendo, lo sento, voglio andare a casa mia, voglio salutare i miei bambini. La prego, mi faccia morire a casa nel mio letto”. Ma lui sfoderava quel suo sorriso disarmante, mi prendeva la mano e mi rispondeva: “stai tranquilla Gemmina, tu non muori, io ti salvo, ti mando dai tuoi bambini a fare la mamma, punto”. Devo dire comunque che tutto lo staff è stato meraviglioso, tra infermieri e OSS, che venivano e mi coccolavano in tutti i modi. Sai, Andrea, la terapia intensiva è un brutto posto se sei in stato di incoscienza non lo capisci, ma se hai un minimo di lucidità, lì dentro rischi di impazzire. Ma loro, il personale sanitario e parasanitario, tutti insieme hanno fatto di tutto per farmi sentire un po’ meglio.

Conoscerai benissimo un’antica credenza secondo la quale “la fotografia ruba l’anima”. Oliviero Toscani, che di fotografia un po’ se ne intende, in una intervista rilasciata qualche anno fa ad Assisi presso il Convento di San Francesco dov’era per visitarlo, disse che «Forse è per questo che tante persone che sono troppo fotografate rischiano di diventare vuote dentro. Tante top model, tanti uomini famosi sono vuoti … la fotografia di fatto ruba il luogo della libertà, l’energia che ci fa vivere e andare avanti … e quindi, da questa prospettiva, chi scatta una foto deve sentirsi addosso una responsabilità pesante come un macigno … la responsabilità è nel capire che la fotografia ritrae le persone per quello che sono. Per questo bisogna stare attenti a documentare con serietà. Io posso dire che mi domando sempre se ho sufficienti cultura e capacità per raccontare e testimoniare il tempo che sto vivendo». Tu da Donna che sei stata e sei molto fotografata per il lavoro che fai e perché con i tuoi self rendi partecipi i tuoi follower dei momenti social, cosa ne pensi delle parole di Toscani? Davvero essere tanto fotografati può rubare l’anima tanto da diventare vuoti dentro? Cosa risponderesti a Toscani?

Non condivido il pensiero di Toscani. Io amo essere fotografata, mi diverte. Certo, magari fare uno shooting lungo tutta una giornata può stancarti, ma è molto divertente, almeno per me. I selfie? Siamo noi a scegliere di farli, almeno io, quello che posto lo metto per condividere un’emozione di quel momento. Non c’è niente di più bello di quando sei in giro e trovi un amico per strada che vedendoti ti dice: “che bello, ho visto che hai fatto questo o hai fatto quest’altro…. Meno male che c’è Facebook almeno anche se ci incontriamo poco ci vediamo lì”. Direi che ognuno usa i social come meglio crede. Io lo faccio per avere contatti con chi mi stima e mi vuole bene. Chi non gradisce, andasse oltre e scorra avanti.

Chi sono i fotografi con cui hai lavorato e che vuoi citare in questa intervista che hanno saputo cogliere di te l’essenza della Donna che sei?

I miei fotografi sono Guido Canalella, con cui ho iniziato e con il quale siamo diventi amici. Persona in gamba Guido… Io avevo solo 17 anni e mi vergognavo da morire ma già dai primi scatti mi mise subito a mio agio facendomi ridere mentre mi fotografava, e mi ha fatto divertire tanto. Poi c’è Salvo Quagliana, anche lui un mio caro amico. Molto bravo, molto professionale, fa tanti lavori Salvo, dottore, tuttora facciamo delle cose assieme. E anche con Francesco Terranova ho fatto qualche scatto. Persona di una educazione e dolcezza unica. Cerco di circondarmi sempre di persone che mi piacciono e loro sono professionali, educati, amichevoli

«Appartengo a quella categoria di persone che ritiene che ogni azione debba essere portata a termine. Non mi sono mai chiesto se dovevo affrontare o no un certo problema, ma solo come affrontarlo.» (Giovanni Falcone, “Cose di cosa nostra”, VII ed., Rizzoli libri spa, Milano, 2016, p. 25 | I edizione 1991). Tu a quale categoria di persone appartieni, volendo rimanere nelle parole di Giovanni Falcone? Sei una persona che punta un obiettivo e cerca in tutti i modi di raggiungerlo con determinazione e impegno, oppure pensi che conti molto il fato e la fortuna per avere successo nella vita e nelle cose che si fanno, al di là dei talenti posseduti e dell’impegno e della disciplina che mettiamo in quello che facciamo?

Entrambe le cose. Sono una donna che non si arrende facilmente. Una donna che, se vuole, fa l’impossibile per ottenere quello che desidera. Tu pensa che tutti mi chiamano guerriera. Però, certo, credo che anche il fato o il destino, chiamiamolo come vogliamo, c’entri qualcosa. Purtroppo spesso ho visto emergere gente non meritevole a discapito di altre che invece si sono impegnate molto.

«… mi sono trovato più volte a riflettere sul concetto di bellezza, e mi sono accorto che potrei benissimo (…) ripetere in proposito quanto rispondeva Agostino alla domanda su cosa fosse il tempo: “Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so.”» (Umberto Eco, “La bellezza”, GEDI gruppo editoriale ed., 2021, pp. 5-6). Per te cos’è la bellezza? Prova a definire la bellezza dal tuo punto di vista. Come si fa, secondo te, a riconoscere la bellezza… nelle persone, nell’arte, nella moda, in un romanzo, in un film, e in generale nella vita di tutti i giorni?

Ma guarda, credo che la bellezza sia soggettiva. Ciò che piace a me, ad esempio, può non piacere a te. Io non ho mai avuto un tipo ideale, posso dirti, ad esempio, che a volte un sorriso o uno sguardo o il modo di parlare possono essere per me più attraenti di un ragazzo con tutti i canoni estetici perfetti. La bellezza io la cerco in un’emozione, ad esempio, un film che mi incolla al divano è bello, un quadro che mi trasmette qualcosa è bello. Mi capita spesso di battibeccare con qualche amica per un capo alla moda che non mi piace. Loro mi dicono, ma guarda che si usa tanto, è bello, è molto costoso, beh, sai che c’è?, può averlo fatto lo stilista più famoso al mondo se non mi piace non c’è storia. Ti racconto un fatto che mi successe da ragazzina. C’era un ragazzo bello, bellissimo direi… tutte le volte che passava mi guardava ed io guardavo lui. Quando poi si decise a fermarsi e si presentò, la sua voce mi diede fastidio, non so come spiegartelo, ma non mi trasmise niente, anzi, mi irritava quasi. Quindi ho inventato una scusa per evitare la conoscenza. Forse sarò stata crudele, ma io sono così, a pelle. La bellezza mi deve arrivare subito, tramite un’emozione. Non dico che la bellezza fisica non sia importante, anzi, io ci tengo molto, ma solo quella estetica non basta.

«…anche l’amore era fra le esperienze mistiche e pericolose, perché toglie l’uomo dalle braccia della ragione e lo lascia letteralmente sospeso a mezz’aria sopra un abisso senza fondo.» (Robert Musil, “L’uomo senza qualità”, Volume primo, p. 28, Einaudi ed., 1996, Torino). Cosa pensi di questa frase di Robert Musil? Cos’è l’amore per te e come, secondo te, è vissuto oggi l’amore nella nostra società contemporanea, tecnologica e social?

L’amore è l’essenza della vita in ogni forma, tra amici, tra amanti, tra genitori e figli. Purtroppo oggi il vero amore è difficile da trovare. È facile dire “ti amo”, ma poi dimostrarlo e tutt’altra storia. Non bisogna scambiare l’innamoramento con l’amore vero, che è donarsi, rispettare, perdonare, mettere la felicità dell’altro come obiettivo importante della tua vita. Purtroppo adesso i giovani dicono troppo facilmente ti amo senza capirne veramente il significato, non ci sono più valori Basta poco per arrivare al tradimento e lasciarsi. Non c’è più tolleranza, rispetto reciproco, c’è poca comprensione per il compagno/a.

Se per un momento dovessi pensare alle persone che ti hanno dato una mano, che ti hanno aiutata significativamente nella tua vita professionale e umana, soprattutto nei momenti di difficoltà e di insicurezza che hai vissuto, che sono state determinanti per le tue scelte professionali e di vita portandoti a prendere quelle decisioni che ti hanno condotto dove sei oggi, a realizzare i tuoi sogni, a chi penseresti? Chi sono queste persone che ti senti di ringraziare pubblicamente in questa intervista, e perché proprio loro?

Le persone più importanti della mia vita sono: la mia mamma che anche se non c’è più sono certa sia il mio angelo (in tante occasioni l’ha sognata e continuo a sognarla per le cose importanti). Mio marito che mi segue e mi appoggia. Mia sorella che è la mia confidente. I miei zii, ma anche le mie cugine che da quando manca mia mamma fanno il possibile per starmi accanto. Mia suocera che per amore di farmi prendere una boccata d’aria, come dice lei, si tiene i bambini a qualsiasi ora e in qualsiasi momento.

Se dovessi consigliare ai nostri lettori tre film da vedere quali consiglieresti e perché?

Il miglio verde. Film fantastico, mi commuove sempre. È un film che ci fa capire come purtroppo spesso la gente si ferma alle apparenze. 2: padre Pio di Sergio Castellitto. Da persona molto credente questo film mi tocca tantissimo.3: Pretty woman con Julia Roberts. Perché? Beh. perché è bello sognare di poter cambiare la vita come accade nelle favole e a volte succede… Questo io lo so.

… e tre libri da leggere assolutamente nei prossimi mesi? Quali e perché proprio quelli?

3 libri? 1 il tuo saggio ovviamente su “Femminicidio e Narcisismo Patologico”. Da leggere assolutamente visto che purtroppo è un argomento molto attuale. 2: il mio ovviamente, quando lo farò, spero presto. Perché? Perché credo nella pena, realmente. Non anticipo altro.3: La vita oltre la vita. Credo che dia una speranza a chi ha perso un familiare.

I tuoi prossimi progetti? Cosa ti aspetta nel tuo futuro di Donna che puoi raccontarci?

i miei progetti prossimi sono: riuscire a scrivere un libro sulla mia storia. Testimoniare in qualche modo ciò che mi è successo, per dare speranza alle persone e far capire che i miracoli esistono. Continuare a divertirmi tra sfilate e foto, quando mi è possibile.

Dove potranno seguirti i nostri lettori?

Io sono su Facebook, TikTok e Instagram.

Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire a chi leggerà questa intervista?

Concludo dicendo che chi mi conosce sa tutte queste cose di me e per fortuna tanta gente mi segue con affetto. A chi non mi conosce voglio dire che Gemma è una donna molto versatile. O mi ami o mi odi. Spero poi che sia stata un’intervista piacevole e di non avere annoiato nessuno. Voglio ringraziare te Andrea che sei stato molto disponibile e gentile per tutto il tempo.

Gemma Veronica Agostino

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Andrea Giostra

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Andrea Giostra al mercato di Ballarò_Ph. Mapi Rizzo_2017

IL RITORNO DI RICCARDO MUTI ALL’OPERA DI ROMA CON LA CHICAGO SYMPHONY PER I CENT’ANNI DELLA BANCA DEL FUCINO | Spettacolo unico lunedì 29 gennaio 2024

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Riccardo Muti_credit Todd Rosenberg Photography(1)

Riccardo Muti torna sul podio dell’Opera di Roma per la tappa conclusiva della sua ottava tournée europea alla guida della Chicago Symphony Orchestra, di cui è Direttore musicale dal 2010 e di cui è stato nominato, da settembre 2023, anche Direttore musicale emerito a vita. Ultima data del tour italiano dell’orchestra americana – dopo il 26 gennaio all’Auditorium del Lingotto di Torino e il 27 alla Scala di Milano – il concerto, in programma al Teatro Costanzi lunedì 29 gennaio 2024 alle ore 20.00, è offerto dalla Banca del Fucino in occasione del centenario della sua fondazione. La banca è Mecenate della Fondazione del Teatro dell’Opera di Roma dal maggio del 2020, così in questa speciale occasione, e in coerenza con il suo impegno al rilancio e valorizzazione della scena artistica della Capitale, ha reso disponibili al pubblico della città 700 biglietti gratuiti, 110 dei quali destinati ai licei che abitualmente partecipano alle attività del Teatro. I posti sono andati esauriti l’8 gennaio dopo l’apertura della prenotazione online tramite la pagina di Ticketone.

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Fondata da Theodore Thomas nel 1891, la Chicago Symphony Orchestra (CSO) è considerata una delle migliori orchestre al mondo. Nel corso dei suoi oltre cento anni di storia, alla sua guida si sono susseguiti direttori come Fritz Reiner, Sir Georg Solti e Daniel Barenboim; Pierre Boulez, Carlo Maria Giulini e Claudio Abbado ne hanno inoltre ricoperto la carica di direttori ospiti principali. Con un repertorio che spazia dal barocco al contemporaneo, la CSO si esibisce in più di 150 concerti l’anno presso il Symphony Center di Chicago e il Ravinia Festival, mentre le sue registrazioni discografiche – insieme a quelle del Coro e comprese le recenti pubblicazioni su CSO Resound, l’etichetta indipendente dell’Orchestra nata nel 2007 – hanno ottenuto ben 64 Grammy Awards. La compagine possiede inoltre una lunga tradizione di tournée internazionali: dal 1982 ne ha effettuate 63, toccando fino a 29 paesi. L’ultimo suo concerto all’Opera di Roma risale al 2012, con il Maestro Muti sul podio.

Come suo decimo direttore musicale, Riccardo Muti si è distinto per la forza del proprio legame artistico con l’orchestra e per la dedizione nell’esecuzione di opere tanto del passato quanto del presente: nel corso di questi anni ha diretto con l’ensemble sedici prime mondiali e registrato dodici album. Un lavoro che ha trovato esito in prestigiosi riconoscimenti: alla 53ª cerimonia annuale dei Grammy Awards nel 2011, la sua esecuzione dal vivo della Messa da Requiem di Verdi con la Chicago Symphony Orchestra e il Coro ha vinto due premi come Miglior Album Classico e Migliore Performance Corale. Con la CSO Muti ha compiuto sette tour europei, l’ultima nel 2020. Tra i più affermati e importanti direttori d’orchestra al mondo, il Maestro è stato precedentemente alla guida del Maggio Musicale Fiorentino (1968-1980), della Philharmonia Orchestra di Londra (1972-1982), della Philadelphia Orchestra (1980-1992) e del Teatro alla Scala (1986-2005) e ha diretto tutti prestigiosi ensemble internazionali: dai Berliner Philharmoniker alla New York Philharmonic, passando per l’Orchestre National de France e i Wiener Philharmoniker, che gli ha conferito l’Anello d’Oro. Quest’ultimo è solo uno dei riconoscimenti onorifici ricevuti nel corso della sua carriera, tra i quali si segnalano: Direttore Onorario a Vita della Fondazione Capitolina, Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana e la Grande Medaglia d’oro della Città di Milano; la Verdienstkreuz della Repubblica Federale Tedesca; la Legione d’Onore in Francia (già Cavaliere, nel 2010 il Presidente Nicolas Sarkozy lo ha insignito del titolo di Ufficiale) e il titolo di Cavaliere dell’Impero Britannico conferitogli dalla Regina Elisabetta II.

La tappa romana della tournée della Chicago Symphony Orchestra si apre con Il lago incantato (Poema sinfonico, Op. 62. 1909) di Anatolij Ljadov: questa scena da favola – come la definisce il suo autore – si ispira alle acque del lago Illmen, in Russia, evocandone lo scorrere placido e indolente delle onde; è la descrizione di uno spazio immobile, misterioso, talvolta mistico. A questa composizione segue la suite dal balletto L’uccello di fuoco (L’oiseau de feu) di Igor Stravinskij, eseguito nella seconda versione del 1919. Il lavoro rielabora in musica la fiaba del principe Ivan che, con l’aiuto di una penna dorata dell’Uccello di Fuoco da lui catturato, dovrà liberare dal mago Kascej – protagonista di una celebre danza poliritmica e ribollente – la principessa Vassilissa. A conclusione del concerto, poi, un’altra nota pagina sinfonica, questa volta di Richard Strauss: la fantasia sinfonica in Sol maggiore op. 16 del 1886 Aus Italien (Dall’Italia). Suddivisa in quattro quadri (Nella campagna romana, Tra le rovine di Roma, Sulla spiaggia di Sorrento e Vita popolare di Napoli) è il primo esperimento straussiano di musica a programma: opera musicalmente coloratissima, intreccio di temi e frammenti di natura descrittiva, dalle tarantelle alle canzonette napoletane (di cui il finale Funiculì Funicolà è il più noto esempio).

Info concerto:https://www.operaroma.it/spettacoli/chicago-symphony-orchestra/

TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

S|CONFINAMENTI – STAGIONE 2023/2024 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Riccardo Muti

Chicago Symphony Orchestra

Lunedì 29 gennaio ore 20.00

CONCERTO STRAORDINARIO FUORI ABBONAMENTO IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA BANCA DEL FUCINO

DIRETTORE Riccardo Muti

Il lago incantato

SCENA DA FAVOLA POEMA SINFONICO, OP. 62

Musica di Anatolij Ljadov

L’oiseau de feu

SECONDA SUITE (1919)

Musica di Igor Stravinskij

Aus Italien (Dall’Italia)

FANTASIA SINFONICA IN SOL MAGGIORE, OP. 16

Musica di Richard Strauss

Teatrosophia presenta LA TOPA BIANCA | Gabriella Ferri racconta se stessa | DA GIOVEDI 1 A DOMENICA 4 FEBBRAIO 2024

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LA TOPA BIANCA Gabriella Ferri racconta se stessa

Teatrosophia presenta LA TOPA BIANCA | Gabriella Ferri racconta se stessa 

Scritto e diretto da Emanuele Billotta

Con: Daniela Antolini, Flavio Accorinti, Antonio Antolini

Locandina Teatrosophia

Flavio, musicista di strada è intento a presentare alcuni brani del suo nuovo album ai passanti, sperando di poter guadagnare qualcosa dalle offerte a cappello. Irrompe Gabriella Ferri che, approfittando del gruppetto di persone che si sono attorniate davanti a lui, prende la scena per parlare un minuto ma, in realtà, travolge il povero Flavio e le altre persone in un’ora e mezza di ricordi, aneddoti, canzoni ed emozioni che ripercorrono la sua vita, la sua poetica e il suo sentire.

Progetto artistico

Nel 2024 ricorre il ventennale dalla morte di Gabriella Ferri, artista romana poliedrica, cantautrice e interprete, poetessa, pittrice e attrice, ha rappresentato la Capitale in tutte le sue sfaccettature, arrivando a girare il mondo non solo come rappresentate di Roma, ma artista capace di interpretare colori e suoni di ogni luogo che ha incontrato. Da Napoli a Milano, viaggiando per l’America Latina.

Anima fragile ha sempre avuto un rapporto di amore/odio con il successo e con i riflettori, altalenando periodi di forte presenza a periodi di completa sparizione dalle scene, elemento che l’ha portata a non confondersi con il business che ruota attorno al mondo artistico ma mantenendo lo spirito popolare che la contraddistingueva. Divenuta famosa con la riscoperta del brano La società dei Magnaccioni ha presentato un repertorio che ha toccato brani della tradizione e ha portato alla ribalta propri brani cantautoriali entrati prepotentemente nella storia della musica.

Lo spettacolo dal titolo La Topa Bianca: Gabriella Ferri racconta sè stessa che ha debuttato nell’Agosto 2023 è un testo dalla struttura semplice, in quasi un’ora e mezza di racconti, aneddoti, canzoni, momenti di forte comicità, di dramma, poesia e riflessione.

Partendo dalla sua infanzia il racconto si snoda dal rapporto con il padre quello con la Roma delle bancarelle di via Sannio, un tempo “campo de carciofi dove ce passava in mezzo la marana”, con la Roma del Monte dei Cocci e delle osterie. Il suo rapporto con Pasolini, dell’amore totale nei suoi confronti e della sua paura ad avvicinarlo, e il suo rapporto con il pubblico.

Il testo, scritto da Emanuele Bilotta, che si è occupato anche della regia, è corredato da molte canzoni portate al successo da Gabriella Ferri, in una struttura di commedia musicale con un accompagnamento realizzato completamente dal vivo con voce e chitarra e la presenza di scene danzanti, in cui si alternano momenti di cantato a dialoghi tra l’artista romana e il giovane cantautore e monologhi che la poliedrica rappresentante di Roma regala al pubblico con la schiettezza che la contraddistingue, in una multidisciplinarietà che abbraccia teatro, canto e danza popolare.

Dopo lo spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia

INFO:

La Topa bianca

Scritto da Emanuele Bilotta

Orari: Giovedì a Sabato h 21:00/Domenica h 16:00

TEATROSOPHIA

via della Vetrina 7 – 00186 Roma

Biglietti: Intero: Euro 14,00+5,00 per tessera associativa

Ridotto: Euro 11,00+5,00 per tessera associativa

Prenotazioni:

Tel: 06 68801089 /353.39.25.682

info@teatrosophia.com

GIOVANI COREOGRAFI ALL’OPERA DI ROMA | Tre serate di danza contemporanea al Teatro Nazionale, dal 31 gennaio al 2 febbraio, con le étoiles e il Corpo di Ballo del Teatro

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Adriano Bolognino, classe 1995; Simone Repele e Sasha Riva, rispettivamente classe 1993 e 1991. Sono i protagonisti della Serata giovani coreografi che vede le loro creazioni Yellow e I died for love debuttare mercoledì 31 gennaio (repliche il 1 e 2 febbraio) al Teatro Nazionale, che si riconferma lo spazio dell’Opera di Roma aperto alle arti performative contemporanee e alla contaminazione dei linguaggi. Lo spettacolo è il frutto del lavoro svolto dai giovani autori con le étoiles Alessandra Amato e Rebecca Bianchi, il solista Simone Agrò (premio Danza&Danza 2023 interprete emergente) e il Corpo di Ballo dell’Opera di Roma su commissione della direttrice Eleonora Abbagnato.

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«La serata è una novità della programmazione – spiega Abbagnato –. Dal mio arrivo, nel 2015, ho fortemente voluto che nuovi grandi nomi della coreografia contemporanea entrassero nel repertorio della compagnia. E così è stato per esempio con Millepied, Forsythe, Preljocaj, Inger, Pastor, Wheeldon… . Con questa nuova Serata ampliamo lo sguardo sul contemporaneo aprendo le porte del nostro Teatro ai giovani talenti e in particolare italiani. Un’occasione per loro di lavorare con un corpo di ballo ma anche per i ballerini dell’Opera di mettersi alla prova con linguaggi completamente nuovi. Ho danzato io stessa le creazioni degli autori che ho scelto di accostare. Sembrano simili ma hanno peculiarità completamente differenti: il linguaggio di Simone e Sasha è teatrale, Bolognino si distingue per precisione e dinamica. Vorrei diventasse anche questo un appuntamento abituale nella stagione, per fare dell’Opera di Roma un luogo di crescita e promozione del futuro della danza».

Serata giovani coreografi si apre con Yellow di Adriano Bolognino. Napoletano, ha all’attivo importanti collaborazioni anche internazionali ma è alla sua prima esperienza con i danzatori del Lirico capitolino. Affascinato dai corpi, che da sempre immagina come danzanti, ha sviluppato un linguaggio dalla gestualità pulsante. «Da piccolo – racconta il giovane autore – muovevo matite colorate vestite con tutù fatti con tulle per confetti. Erano i corpi delle mie prime coreografie. Immaginavo un’anima gialla, splendente, che sprigionava tutta la sua forza per dare vita alle cose inanimate. Da qui Yellow (giallo). Sarà per quei ricordi da bambino, sarà perché il giallo è il colore preferito di mia madre. Aspettavo l’opportunità di lavorare per un corpo di ballo per dare una chance a questa pièce che ho conservato nel cassetto fino ad oggi». Pensata da Bolognino come una creazione che chiude il percorso fatto e apre una nuova porta sul futuro, Yellow è una presentazione della sua ricerca artistica, di chi è oggi come coreografo e come essere umano.

Completa la Serata I died for love di Simone Repele (1993) e Sasha Riva (1991). I due ballerini e coreografi, torinese il primo e originario della Virginia (USA) il secondo, si sono uniti artisticamente a Ginevra nel 2020 e vengono definiti oggi “poeti della danza”. Il loro lavoro è radicato in un aspetto teatrale forte e sensibile, che si esprime attraverso un vocabolario neoclassico e contemporaneo e con gesti potenti. Per l’Opera di Roma hanno già firmato le coreografie di Mass di Bernstein, prima italiana a Caracalla nel 2022. «Siamo felici di poter tornare per una produzione di danza, sicuramente un’esperienza diversa visto che tutto parte da una nostra idea. Per questa creazione – spiegano i due coreografi – ci siamo ispirati alla figura della ragazza abbandonata più conosciuta nella tradizione americana e descritta nella canzone folk The Butcher Boy: racconta di un’amante che, lasciata dal suo uomo, decide di togliersi la vita e chiede di porre una tortora sul suo petto per mostrare al mondo che è morta per amore. Dalla frase che chiude la canzone è nata l’idea del titolo del nostro balletto».

Serata Giovani Coreografi è un nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma che vede le scene di Michele Della Cioppa, i costumi di Anna Biagiotti e le luci di Alessandro Caso. Musiche su base registrata di autori vari.

Adriano Bolognino ha vinto il Danza&Danza 2022 come coreografo emergente e il Premio Prospettiva Danza 2019 con RM94978 from Paris to Tenerife. Su commissione de La Biennale di Venezia nel 2000 ha creato Your body is a battleground\solo version. Le sue coreografie sono andate in scena in contesti nazionali ed internazionali tra cui Cross Festival, Kilowatt Festival, Interplay Festival, Dance Days Chania, Lange Nacht des Tanzes, BMotion Opera Estate, Fabbrica Europa, Gender Bender Festival, DAP Festival, Torinodanza, Festival Exister, Moving Colors Festival, Ammutinamenti Festival e Anticorpi XL. Ha creato il duetto che Eleonora Abbagnato e Jacopo Tissi hanno danzato allo show di Laura Biagiotti alla Milano Fashion Week 2022, e per compagnie quali EgriBiancoDanza, DAF Dance Arts Faculty, Opus Ballet e MM Dance Company.

Simone Repele e Sasha Riva hanno presentato il loro primo balletto a serata intera, Lili Elbe Show, in diversi teatri svizzeri e poi in tournée in Spagna e in Italia durante la stagione 2022/23. Selezionati al Centro Coreografico Canal di Madrid come compagnia straniera, nel 2021 hanno creato La Gert; in residenza ad Orsolina28 nel 2023 il nuovo balletto Dear Son. La loro coreografia La Jeune Fille et Les Morts presentata al Noverre 2022, piattaforma coreografica dello Stuttgart Ballet, è nel repertorio della compagnia. Sono invitati al Festival Madrid en Danza e in prestigiosi gala in Kazakistan, Germania, Italia, Svizzera, Spagna, Francia e Olanda. Collaborano con artisti quali Eleonora Abbagnato, Silvia Azzoni, Parvaneh Scharafali, Igone de Jongh e Yumi Aizawa.

Biglietti in vendita sul sito https://www.operaroma.it/ e al botteghino

Info: https://www.operaroma.it/spettacoli/serata-giovani-coreografi/

TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

S|CONFINAMENTI – STAGIONE 2023/2024 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Yellow

Musica di autori vari

COREOGRAFIA ADRIANO BOLOGNINO

ASSISTENTE COREOGRAFO Rosaria Di Maro

I died for love

Musica di autori vari

Voce Parvaneh Scharafali

COREOGRAFIA SIMONE REPELE E SASHA RIVA

SCENE Michele Della Cioppa

COSTUMI Anna Biagiotti

LUCI Alessandro Caso

ÉTOILES, SOLISTI E CORPO DI BALLO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

NUOVO ALLESTIMENTO TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

TEATRO NAZIONALE

PRIMA RAPPRESENTAZIONE mercoledì 31 gennaio, ore 20.00

REPLICHE

giovedì 1° gennaio, ore 20.00

venerdì 2 gennaio, ore 20.00

TEATRO CELEBRAZIONI presenta LUCA BIZZARRI in “NON HANNO UN AMICO” | Giovedì 1° febbraio 2024, ore 21.00

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Luca Bizzarri

È uno spettacolo essenziale nell’allestimento per lasciare spazio alla parola e alle risate, quello proposto dall’attore, comico, conduttore televisivo e scrittore Luca Bizzarri, che torna al Teatro Celebrazioni di Bologna giovedì 1° febbraio alle ore 21.00 con Non hanno un amico.

Scritto da Bizzarri assieme all’autore Ugo Ripamonti, lo spettacolo è tratto dall’omonimo podcast edito da Chora Media, nato nel 2022 per raccontare la campagna elettorale e che ha riscosso un grande successo – con una media di cinquantamila ascolti giornalieri e un milione di streaming al mese –, tanto da rendere lo stesso titolo un’espressione in voga tra il pubblico.

Comunicazione politica dei giorni nostri, fenomeni social, costumi di un nuovo millennio confuso tra la nostalgia del Novecento e il desiderio di innovazione tecnologica e sociale sono al centro della messa in scena, in cui Bizzarri – con la sua satira astuta – porta lo spettatore a ridere di sé stesso, delle sue debolezze e dei suoi tic: un’ora in cui ci si rispecchia in quel racconto, che restituisce l’immagine di una società che rifiuta di vedere le sue “deformità”.

PREZZI BIGLIETTI: Platea € 28,50 – Balconata e palchi € 23,00

I biglietti sono acquistabili online e nei punti vendita autorizzati sui circuiti Vivaticket e TicketOne, e presso la biglietteria del Teatro Celebrazioni (https://bit.ly/Bizzarri2024web).

La biglietteria del Teatro Celebrazioni è aperta dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00 e nei giorni di spettacolo a partire da un’ora prima dell’inizio (Via Saragozza 234, Bologna | Tel: 051.4399123 | E-mail: info@teatrocelebrazioni.it).

Il pubblico potrà prenotare per una cena o un aperitivo al Celebrazioni Bistrot, nel foyer del Teatro, a cura del Ristorante Biagi e del cocktail bar “10 Codivilla”, aperto da un’ora e mezza prima dell’inizio di ogni spettacolo. Info e prenotazioni: +39 329 8120861.

Teatro Celebrazioni

Theatricon Srl | Via Saragozza 234, Bologna

www.teatrocelebrazioni.it

Tel: 051.6154808 | E-mail: stampa@teatrocelebrazioni.it

TEATRO CELEBRAZIONI presenta ELIO GERMANO E TEHO TEARDO in PARADISO XXXIII | Sabato 27 gennaio, ore 21.00 e  Domenica 28 gennaio, ore 18.00

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RAVENNA FESTIVAL - Trilogia d’autunno: la Danza, la Musica, la Parola. Paradiso XXXIII di e con Elio Germano e Teho Teardo. Drammaturgia Elio Germano, drammaturgia sonora Teho Teardo con Laura Bisceglia violoncello, Ambra Chiara Michelangeli viola Regia Simone Ferrari & Lulu Helbæk. Disegno luci Pasquale Mari, video artists Sergio Pappalettera e Marino Capitanio, scene design Matteo Oioli

Un attore e regista di fama internazionale e uno dei più originali ed eclettici compositori e sound designer del panorama musicale europeo. Sono i pluripremiati Elio Germano e Teho Teardo, protagonisti di Paradiso XXXIII in scena al Teatro Celebrazioni di Bologna sabato 27 gennaio alle ore 21.00 e in replica domenica 28 gennaio alle ore 18.00.

Commissionato da Ravenna Festival in occasione delle celebrazioni nel 2021 per il 700esimo anniversario della morte di Dante Alighieri, lo spettacolo è una lettura singolare del XXXIII canto del Paradiso della Divina Commedia, in cui il sommo poeta si trova nell’impaccio dell’essere umano che prova a descrivere l’indicibile.

Germano e Teardo prestano rispettivamente voce e musica alla lirica dantesca, per narrarne l’immensità, la bellezza e la vicinanza al mistero, ricercate dall’autore nel capitolo conclusivo dell’ultima cantica del suo poema. Dai versi, interpretati da Germano, si sviluppa la musica d’avanguardia di Teardo e la regia visionaria dei direttori creativi Simone Ferrari e Lulu Helbaek. Conosciuti a livello mondiale e capaci di muoversi tra cerimonie olimpiche, teatro e show – come il Cirque du Soleil – i due registi, grazie alla loro esperienza crossmediale, mettono in scena un qualcosa di magico, trascendendo qualsiasi concetto di teatro, concerto o rappresentazione, attraverso una contaminazione di linguaggi tecnologici e teatrali.

Lo spettacolo vede il disegno luci di Pasquale Mari, le scene di Matteo Oioli e i costumi di Marina Roberti. I video artists sono Sergio Pappalettera e Marino Capitanio.

Accanto a Germano, che ne ha curato anche la drammaturgia, e a Teardo, di cui invece è la drammaturgia sonora dello spettacolo, si esibiscono sul palco Laura Bisceglia (violoncello) e Ambra Chiara Michelangeli (viola).

Paradiso XXXIII è una produzione di Pierfrancesco Pisani per Infinito Produzioni e Argot Produzioni, in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana, Teatro Franco Parenti, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara Claudio Abbado e Teatro Amintore Galli di Rimini, e con il contributo della Regione Toscana.

PREZZI: Intero € 31,00 – Ridotto € 28,00 – Abbonati € 26,00 – Under 29 € 25,00

I biglietti sono acquistabili online e nei punti vendita autorizzati sui circuiti Vivaticket e TicketOne, e presso la biglietteria del Teatro Celebrazioni (https://bit.ly/paradisoXXXIII24WEB).

La biglietteria del Teatro Celebrazioni è aperta dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00 e nei giorni di spettacolo a partire da un’ora prima dell’inizio (Via Saragozza 234, Bologna | Tel: 051.4399123 | E-mail: info@teatrocelebrazioni.it).

Il pubblico potrà prenotare per una cena o un aperitivo al Celebrazioni Bistrot, nel foyer del Teatro, a cura del Ristorante Biagi e del cocktail bar “10 Codivilla”, aperto da un’ora e mezza prima dell’inizio di ogni spettacolo. Info e prenotazioni: +39 329 8120861.

Teatro Celebrazioni

Theatricon Srl | Via Saragozza 234, Bologna

www.teatrocelebrazioni.it

Tel: 051.6154808 | E-mail: stampa@teatrocelebrazioni.it

Teatro Celebrazioni di Bologna

Sabato 27 gennaio, ore 21.00 

Domenica 28 gennaio, ore 18.00

PARADISO XXXIII

di e con Elio Germano e Teho Teardo

drammaturgia Elio Germano

drammaturgia sonora Teho Teardo

con Laura Bisceglia (violoncello) e Ambra Chiara Michelangeli (viola)

regia Simone Ferrari & Lulu Helbaek

disegno luci Pasquale Mari

video artists Sergio Pappalettera e Marino Capitanio

scene design Matteo Oioli

costumi Marina Roberti

Commissione di Ravenna Festival

una produzione Pierfrancesco Pisani per Infinito Produzioni e Argot Produzioni

in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana, Teatro Franco Parenti, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara Claudio Abbado e Teatro Amintore Galli di Rimini

con il contributo della Regione Toscana

Andrea Giostra, caso letterario | di Angela Caputo

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Andrea Giostra al PalmosaFest_Ph. Baldo Genova_Castelvetrano_07_13-01.2024

La Fuis (Federazione Unitaria Italiana Scrittori) premia “Le novelle brevi di Sicilia”
Martedì 23 gennaio 2024 la Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS), coordinamento della Regione Siciliana presieduto dalla scrittrice e poeta Sara Favarò, ha premiato “Curtigghia di Sicilia e siciliani-Novelle brevi di Sicilia” pubblicate dall’editore romano Sheyla Bobba della Casa Editrice SBS Edizioni.
Questo è un altro dei tanti riconoscimenti editoriali ricevuti dalle “Novelle brevi di Sicilia” che è stato definito “il caso letterario” e “la più grande collezione di piccoli morceaux siciliani”.

Una svolta di rilievo per i libri che concorrono anche al “Concorso Letterario Nazionale FUIS”, dove saranno valutati dalla Giuria Nazionale della FUIS, la quale premierà i migliori libri di poesia, testi teatrali e di narrativa che hanno partecipato al Concorso organizzato dalla Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS) per un totale di oltre 10 MILA scrittori iscritti da tutte le regioni d’Italia.
Sulla premiazione ricevuta da Andrea Giostra si è così espressa l’editore Sheyla Bobba: «Da subito felice, ma non stupita. Quando ho appreso del podio per Andrea Giostra e “Curtigghia di Sicilia e siciliani” a questo prezioso riconoscimento ho gioito, ma so che è un lavoro prezioso che merita attenzione. Il progetto di Giostra con le sue Novelle brevi di Sicilia mi ha da subito incantata e portare al concorso del FUIS la nostra edizione è stato un privilegio. Sono sicura che questo libro ha ancora molto da dare e ricevere, così come sono certa che le prossime pubblicazioni di Andrea con SBS Edizioni saranno un valore aggiunto al nostro catalogo. Grazie al Presidente della FUIS, il dottor Natale Antonio Rossi, alla Delegata per la Regione Siciliana della FUIS, Dott.ssa Sara Favarò, Presidente del Premio FUIS SICILIA e a tutta la Giuria».

Anche Sara Favarò a proposito della piccola raccolta di Novelle siciliane di Andrea Giostra ha elargito parole di stima: «Le Novelle siciliane di Andrea Giostra danno subito un’immagine scenica. Un gruppo di amici che si ritrovano in un bar e, tra un caffè e un cappuccino, si scambiano apparenti confidenze su fatti che li riguardano personalmente, ma anche, e soprattutto, sui fatti che riguardano la vita altrui e che hanno la capacità di volare di bocca in bocca, con l’apparente riservatezza che, naturalmente, altro non è se non un modo di impicciarsi negli affari altrui. Sono, appunto, oggetto di “curtigghiu” ossia di parlare, o meglio sarebbe dire di sparlare, dei fatti altrui, spesso come rimedio per coprire proprie mancanze e difetti. Ma le novelle di Giostra sono anche altro: sono tessere del mosaico della vita.»

Infine abbiamo raggiunto Andrea Giostra per un commento dopo l’ennesimo riconoscimento che lo pone come autore da record: «Mi ha fatto molto piacere ricevere questo riconoscimento ambito da moltissimi scrittori e poeti italiani, e per questo devo pubblicamente ringraziare la SBS edizioni e l’editore Sheyla Bobba per aver candidato le “Novelle brevi di Sicilia” al PREMIO FUIS NARRATIVA 2023 della Federazione Unitaria Italiana Scrittori. Ricevere premi e riconoscimenti per me è sempre un grande onore, e ogni volta ne rimango piacevolmente sorpreso. Ma rimango sempre molto distaccato e con i piedi ben saldi per terra! Non è uno dei miei obiettivi quello di ricevere premi e riconoscimenti artistici o letterari; infatti, da moltissimi anni non partecipo ai concorsi letterari o a cose di questo tipo, tranne che, come in questo caso, non sia l’editore a candidare il libro, in questo caso “Curtigghia di Sicilia e siciliani”, la versione di SBS edizioni delle “Novelle brevi di Sicilia”. Colgo l’occasione per ringraziane la FUIS, il Presidente nazionale dottor Natale Antonio Rossi, la Delegata per la Regione Siciliana della FUIS, Dott.ssa Sara Favarò, Presidente del Premio FUIS SICILIA e a tutta la Giuria che ha selezionato e premiato i tanti scritti e poeti che hanno partecipato a questo prestigioso concorso letterario.»

LA FIGLIA DEL BOSCO, UN FILM DALLE TINTE HORROR PER UN TOPIC AMBIENTALISTA

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LA FIGLIA DEL BOSCO

Al termine di una battuta di caccia in un bosco sconosciuto, Bruno (interpretato
da Davide Lo Coco) perde l’orientamento smarrendo inspiegabilmente la via
del ritorno.

LA FIGLIA DEL BOSCO

Tuttavia, al calar della notte, l’inquietante canto di una donna attira la sua
attenzione conducendolo nei pressi di una casa nascosta tra gli alberi.
Il film, scritto e diretto da Mattia Riccio e prodotto da Vinians Production,
sceglie di percorrere la strada dell’Ecovengeance, disegnando una natura
“matrigna” che si vendica contro chi non ne rispetti l’essenza .
Il racconto visivo del regista pone in contrapposizione il respiro salvifico degli
esterni con le claustrofobiche soffocanti inquadrature degli interni e non
suggerisce se l’uomo avrà una via di scampo.
La Vinians Production continua quindi a scegliere progetti che abbiano un
humus pedagogico o di denuncia declinato attraverso generi diversissimi. Il
genere horror in questo momento storico intercetta un robusto interesse
soprattutto tra i più giovani quindi puntare sull’eco-vengeance che racconti una
natura che si ribella alla prevaricazione dell’uomo, può essere letto come un
progetto educativo. Il percorso di valorizzazione di territori rurali e boschivi, è
un’altra delle scelte produttive perseguite con determinazione per celebrare la
straordinarietà di alcuni angoli d’Italia che spesso restano fuori dai radar del
mondo cinematografico pur vantando set naturali di fortissimo impatto. Anche
la scelta di sostenere e accompagnare il debutto di giovani artisti di talento è
un’altra cifra di definizione della produzione: il giovane regista Mattia Riccio,
già evidenzia i prodromi di un brillante percorso maturato in un lungo e
profondo lavoro di studio e preparazione e che con questo film sarà
definitivamente affidato al parere del pubblico. Le riprese si sono concluse la
scorsa estate, mentre l’uscita, non ancora annunciata, avverrà nel corso del
2024.

LA FIGLIA DEL BOSCO

La Federazione Unitaria Italiana Scrittori della Sicilia premia le Novelle brevi di Sicilia pubblicate dall’editore Sheyla Bobba di SBS Edizioni di Roma

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L'editore Sheyla Bobba

Martedì 23 gennaio 2024 alle ore 15:00 la Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS), coordinamento della Regione Siciliana presieduto dalla scrittrice e poeta Sara Favarò, ha premiato “Curtigghia di Sicilia e siciliani-Novelle brevi di Sicilia” pubblicate dall’editore romano Sheyla Bobba della Casa Editrice SBS Edizioni.

Questo è l’ennesimo riconoscimento editoriale ricevuto dalle “Novelle brevi di Sicilia” che Rai Radio 1, nella puntata di “Auditorium” del 31 maggio 2023, ha definito “Il caso letterario delle Novelle brevi di Sicilia”, e il “Giornale di Sicilia”, storico quotidiano dell’isola, in un articolo dell’8 febbraio 2021, le ha definite “la più grande collezione di piccoli morceaux siciliani”.

Andrea Giostra al mercato di Ballarò_Ph. Mapi Rizzo_2017

I libri premiati a Palermo presso la Sala dei carretti siciliani del Museo Pitrè che concorrono anche al “Concorso Letterario Nazionale FUIS”, dove saranno valutati dalla Giuria Nazionale della FUIS, che premierà i migliori libri di poesia, testi teatrali e di narrativa che hanno partecipato al Concorso organizzato dalla Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS) che conta oltre 10 MILA scrittori iscritti da tutte le regioni d’Italia.

Sul riconoscimento ricevuto, l’editore Sheyla Bobba dichiara: «Da subito felice, ma non stupita. Quando ho appreso del podio per Andrea Giostra e “Curtigghia di Sicilia e siciliani” a questo prezioso riconoscimento ho gioito, ma so che è un lavoro prezioso che merita attenzione. Il progetto di Giostra con le sue Novelle brevi di Sicilia mi ha da subito incantata e portare al concorso del FUIS la nostra edizione è stato un privilegio. Sono sicura che questo libro ha ancora molto da dare e ricevere, così come sono certa che le prossime pubblicazioni di Andrea con SBS Edizioni saranno un valore aggiunto al nostro catalogo. Grazie al Presidente della FUIS, il dottor Natale Antonio Rossi, alla Delegata per la Regione Siciliana della FUIS, Dott.ssa Sara Favarò, Presidente del Premio FUIS SICILIA e a tutta la Giuria».

Aggiunge Sara Favarò a proposito della piccola raccolta di Novelle siciliane di Andrea Giostra: «Le Novelle siciliane di Andrea Giostra danno subito una immagine scenica. Un gruppo di amici che si ritrovano in un bar e, tra un caffè e un cappuccino, si scambiano apparenti confidenze su fatti che li riguardano personalmente, ma anche, e soprattutto, sui fatti che riguardano la vita altrui e che hanno la capacità di volare di bocca in bocca, con l’apparente riservatezza che, naturalmente, altro non è se non un modo di impicciarsi negli affari altrui. Sono, appunto, oggetto di “curtigghiu” ossia di parlare, o meglio sarebbe dire di sparlare, dei fatti altrui, spesso come rimedio per coprire proprie mancanze e difetti. Ma le novelle di Giostra sono anche altro: sono tessere del mosaico della vita.»

Sara Favarò_Ph. Gioacchino Turdo

A Palermo Sara Favarò, in contemporanea alla premiazione, nella sua qualità di Delegato per la Regione Siciliana della FUIS, ha organizzato l’ottavo incontro poetico “GUERRA NO, PACE SÌ”. Durante la manifestazione alla quale ha partecipato il Presidente Nazionale della FUIS, dottor Natale Antonio Rossi, si è svolta la cerimonia di consegna dei premi ai vari poeti e scrittori.

Della Commissione Sicilia hanno fatto parte: Cav. OMRI Sara Favarò, scrittrice, giornalista, Delegata FUIS per la Sicilia, presidente; Dott.ssa Eliana Calandra, scrittrice, già Direttrice del sistema bibliotecario cittadino e Archivio Storico del Comune di Palermo; Dott.ssa Teresa Di Fresco, critico letterario, giornalista, già Vice Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia.

FUIS_Natale Antonio Rossi_Sara Favarò_Eliana Calandra_Teresa Di Fresco_23-01-2024

Scrive Sara Favarò nell’introduzione alla silloge poetica: «[…] sono moltissimi gli innocenti che giornalmente pagano con la loro vita guerre da altri volute. Sul perché ciò sia possibile si aprono ipotesi talvolta drammatiche, come la salvaguardia di interessi che sono “altro” rispetto alla tutela dell’UOMO. Non sempre le cose sono come appaiono! Per non parlare degli interessi economici che girano intorno alla produzione delle armi e all’asservimento politico di alcuni Stati rispetto ad altri. […] NON ESISTONO GUERRE GIUSTE! […] Il nostro ottavo incontro poetico nasce dall’esigenza di uomini e donne che vogliono sentirsi umanità. […] Umanità perduta tra i rivoli di sangue dei tanti, troppi bambini, donne, anziani, giovani, uccisi dall’arroganza, dalla prepotenza di uomini che hanno perduto il valore dell’amore.»

copertina Guerra no, Pace sì

La manifestazione di Palermo è stata finanziata dalla FUIS e ha goduto del gratuito patrocinio del Comune di Palermo, Assessorato alle Culture, Sistema Bibliotecario Cittadino.

Rai Radio 1: «Il caso letterario delle “Novelle brevi di Sicilia”» | Eliana Escheri intervista Andrea Giostra | Mercoledì 31 maggio 2023

https://www.raiplaysound.it/audio/2023/06/Auditorium-del-31052023-30-Andrea-Giostra-d113f410-82ac-497a-b3ba-94dab26434ea.html

Il libro:

Andrea Giostra, “Curtigghia di Sicilia e siciliani – Novelle brevi di Sicilia”, SBS Edizioni, ROMA, aprile 2023

https://amzn.eu/d/8tIUPPo

Il concerto di Frida Bollani Magoni agli Amici della Musica | lunedì 29 gennaio ore 20.45 al Politeama Garibaldi

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Foto Frida2 Ph. Petra Magoni

È aperta la vendita dei biglietti per il concerto di Frida Bollani Magoni di lunedì 29 gennaio alle 20.45

Ultime possibilità per acquistare i biglietti del concerto. Prosegue inoltre la possibilità di acquistare il carnet ai sei concerti 2024 del Turno serale

Frida Bollani Magoni, lunedì 29 gennaio ore 20.45, Politeama Garibaldi

Sarà il primo concerto del 2024 del Turno serale degli Amici della Musica e l’anno si apre all’insegna del jazz e dei nuovi talenti: lunedì 29 gennaio alle 20.45, al Politeama Garibaldi, sarà infatti ospite Frida Bollani Magoni, giovanissima interprete che sta riscuotendo enorme successo nei teatri di tutta Italia e che sarà per la prima volta a Palermo con il suo concerto Piano e voce.

Frida Bollani Magoni, figlia d’arte, nasce in Versilia il 18 settembre 2004. Da sempre immersa nel mondo dei suoni e della musica comincia a studiare regolarmente pianoforte classico all’età di sette anni sotto la guida di Paolo Razzuoli, che le insegna la notazione musicale in Braille. Si è spesso esibita come ospite a sorpresa nei concerti dei genitori, la cantante Petra Magoni e il pianista Stefano Bollani, sia in Italia che all’estero. Ha anche esperienza nel mondo del musical avendo partecipato come cantante a The Adventures of Peter Pan e Jesus Christ meets the Orchestra. L’esordio live di Frida si è tenuto al Giardino Scotto di Pisa nel 2020. Diverse le sue apparizioni in TV, fra tutte quella nella trasmissione Via dei Matti numero 0, condotta dal padre e da Valentina Cenni. Ha accompagnato Roberto Bolle in L’Opera Meravigliosa. Roberto Bolle per il Duomo di Milano che l’ha voluta ospite anche per lo show Danza con me di Roberto Bolle andato in onda in prima serata su Rai1.

Si è esibita al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica in occasione delle celebrazioni del 2 giugno 2021 eseguendo in musica e voce una versione commovente del capolavoro di Lucio Dalla “Caruso” e omaggiato Franco Battiato con una bellissima interpretazione del brano “La Cura”. Questi due brani fanno parte anche del programma che sarà eseguito per il pubblico degli Amici della Musica che potranno ascoltare anche le interpretazioni di canzoni come “Nothing Compares to You” di Senéad O’Connor, “Toxic” di Cathy Dannis (resa poi celebre da Britney Spears), “In My Room” di Brian Wilson che divenne un successo mondiale grazie ai Beach Boys e ancora un capolavoro di Lucio Dalla come “Fortuna”. Non mancheranno anche improvvisazioni e brani della stessa Bollani Magoni.

In questi giorni sono anche in vendita i Carnet 2024 che danno la possibilità di acquistare in un’unica soluzione i 6 biglietti dei concerti del Turno serale: per gli Under 40 il prezzo è di soli 20€ per tutti i settori, mentre per un posto in platea, nei plachi o in balconata costa 75€ (intero) o 55€ (ridotto). Per un carnet in anfiteatro il costo è di 45€.

I biglietti dal costo di 10€ per la gradinata fino a 20€ per la poltrona, sono in vendita sia online sul sito www.amicidellamusicapalermo.it che nei tre punti vendita convenzionati: Box Office del Mondadori Point di via Mariano Stabile 233 (tel. 091 335566), lo Spazio Cultura Libreria Macaione di via Marchese di Villabianca 102 (tel. 0916257426) e Mondadori Bookstore di via Roma 270 (tel. 091361064). Per tutte le informazioni sulle riduzioni e i dettagli dei concerti e dei Carnet 2024 è possibile visitare il sito www.amicidellamusicapalermo.it

Box Office

Mondadori Point, via Mariano Stabile 233 (tel. 091 335566)

Spazio Cultura Libreria Macaione, via Marchese di Villabianca 102 (tel. 0916257426)

Mondadori Bookstore, via Roma 270 (tel. 091361064)

Info

www.amicidellamusicapalermo.it

L’influencer: scoperchiato il vaso di “Pandoro” | di Maria Rosa Bernasconi

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Chiara Ferragni con il pandoro da lei griffato

Logo Ferragni sul Pandoro Balocco

14a Giornata Mondiale dell’Avvocato in pericolo: una lotta per la Giustizia e i Diritti Umani in Iran

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14a Giornata Mondiale dell'Avvocato in pericolo

Il 24 gennaio 2024 segna la celebrazione della 14a “Giornata Mondiale dell’Avvocato in Pericolo”, una data significativa che rivolge particolare attenzione alla difficile situazione dei professionisti legali in Iran. Questa giornata commemora il tragico massacro di Atocha a Madrid, avvenuto il 24 gennaio 1977, durante il quale cinque avvocati specializzati in diritto del lavoro persero la vita.

L’evento offre un’opportunità cruciale per sensibilizzare la società civile e le autorità pubbliche sulle minacce che gravano sui colleghi iraniani nel corso della loro professione. In tutto il mondo, numerosi avvocati si trovano a subire le conseguenze della persecuzione basata sulla loro attività professionale.

In questi casi, i diritti umani vengono compromessi in modo doppio: da un lato, attraverso la repressione degli accusati di “crimini contro lo Stato”, e dall’altro, in relazione all’assistenza legale degli stessi accusati, che viene spesso totalmente negata.

La 14a Giornata Mondiale dell’Avvocato in pericolo ricorda il caso di Nasrin che è un esempio lampante di questa realtà. Una donna, madre e avvocata, attualmente detenuta nel carcere iraniano di Evin, ha condiviso toccanti messaggi con i suoi figli.

Nasrin ha scritto a sua figlia Mehraveh: “Il desiderio di proteggere i diritti di molti, in particolare il diritto dei miei figli e il tuo futuro, mi ha spinto a rappresentare questi casi in tribunale. Credo che il dolore che la nostra famiglia e le famiglie dei miei clienti hanno dovuto sopportare non sia inutile. La giustizia arriva proprio quando la maggior parte delle persone ha perso la speranza.”

Rivolgendosi a suo figlio Nima, Nasrin ha dichiarato: “Come donna, sono orgogliosa delle pesanti condanne che mi hanno inflitto e sono onorata di essere l’avvocata di tanti difensori per i diritti umani.”

Il Comitato Pari Opportunità, in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Sciacca, si unisce all’iniziativa dei CPO forensi d’Italia, promuovendo un video con l’obiettivo di eliminare ogni forma di discriminazione e violenza di genere nell’esercizio della professione forense. Il link al video, presente in calce, offre uno spazio per la riflessione e la condivisione dell’operato di coloro che si trovano in pericolo per aver difeso le pari opportunità e i diritti umani.

Per visualizzare il video: https://www.youtube.com/watch?v=f2xamAeUQyE

Il “volo” della memoria per non dimenticare | Angela Caputo

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Intervista a Franco Casadidio
Il “volo” della memoria per non dimenticare | Angela Caputo


In occasione del 27 gennaio giornata della Memoria ci occupiamo oggi di un autore impegnato per sua scelta nella memoria della Shoah, cioè il genocidio ordito e compiuto dalla Germania nazista di Hitler che coinvolse oltre a sei milioni di ebrei anche altre comunità come Rom e Sinti, omosessuali, Testimoni di Geova e dissidenti politici antifascisti e antinazisti. In punta di piedi ci approcciamo a questa tematica la cui causa diretta fu la politica nazionalsocialista che coinvolse non solo la Germania ma anche l’Italia. Un autore, in particolare, si è prodigato nell’approfondimento di questo periodo storico. Stiamo parlando di Franco Casadidio, classe 1969, perito elettrotecnico ma amante della storia e in particolare della Germania, cui ha avuto forme di collaborazione a Monaco e Baviera. I suoi scritti sono per lo più ambientati in Germania nella fase pre e post bellica e sono stati molto apprezzati e premiati.


Sei un autore in un certo senso “monotematico” perché ami da sempre la Germania e la sua storia (soprattutto quella del ‘900). Quando hai realizzato che saresti diventato un autore storico?

Dire che l’ho capito da bambino forse è un po’ esagerato, certamente la passione per la storia fa parte del mio DNA se è vero che uno dei ricordi più nitidi della mia infanzia è quello di me che, seduto su una piccola seggiola di paglia con un volume dell’enciclopedia storica sulle ginocchia, prendo appunti su quello che, a quel tempo, era il mio periodo storico preferito, ovvero l’impero romano. Crescendo, quella passione è diventata grande insieme a me e ora mi ritrovo a scrivere romanzi storici, il giusto approdo per quel bambino di tanti anni fa, così curioso e desideroso di approfondire la conoscenza della Storia.


Ci sono autori di romanzi storici o anche della Shoah che in qualche modo hanno influenzato il tuo percorso di scrittore?

Non c’è un autore in particolare ma una serie di letture che mi hanno consentito di acquisire un bagaglio di conoscenze permettendomi, così, di creare dei romanzi storici nei quali i protagonisti – frutto della mia fantasia – si muovono attraverso fatti e avvenimenti storicamente accaduti, incrociando le loro esistenze con quelle di personaggi realmente esistiti: saggi storici, biografie di grandi personaggi del passato che insieme all’approfondimento effettuato anche tramite l’immensa quantità di informazioni disponibili sul web – purché provenienti da fonti attendibili – hanno guidato la mia scrittura sin dall’inizio.

Ti faccio una domanda un po’ difficile. Il fatto di essere identificato come un autore della memoria storica può essere per te una sorta di limite qualora volessi cambiare genere letterario?

A me piace raccontare la Storia – quella con la esse maiuscola – attraverso i romanzi che scrivo. Credo fermamente che conoscere la Storia sia di fondamentale importanza per realizzare una società più giusta, capace di non commettere più gli stessi errori e se continuare con questo impegno mi farà identificare come “autore della memoria storica” non lo considererò un limite, ma un mio contributo affinché determinati avvenimenti non siano dimenticati, specialmente dalle giovani generazioni.

Parliamo de “Il volo del canarino”, un romanzo storico e d’amore ambientato nella Germania nazista, dove racconti la relazione impossibile tra Jürgen, un tedesco ariano di fede nazionalsocialista, e una ragazza di origini ebraiche di nome Sara. Quali sono i valori che la tua storia vuole trasmettere nella Giornata della Memoria?

Sicuramente il valore più importante è, appunto, quello della “memoria”, l’importanza di non dimenticare cosa avvenne e in che modo, affinché in futuro si possa evitare il ripetersi di una simile tragedia. Quando, fra qualche anno, i testimoni diretti dell’olocausto saranno scomparsi, l’onere di ricordare quei drammatici eventi sarà compito esclusivamente nostro e delle future generazioni. Per assolverlo al meglio è fondamentale la conoscenza della storia e questo, oltre che attraverso i tradizionali canali di studio, può essere fatto anche tramite la lettura di un romanzo, di una storia d’amore come quella tra Jürgen e Sara. Le loro vicissitudini sono la testimonianza diretta degli orrori vissuti in quel periodo storico e un monito rivolto a tutti noi affinché la memoria non vada perduta.


Ci sono progetti per il 2024?

A me piacciono molto le sorprese e spero sia così anche per i lettori quindi… invito tutti a seguirmi per restare informati sulle mie attività editoriali, perché le sorprese nel 2024 non mancheranno affatto!


Un buon punto di partenza per seguire le mie attività è certamente il mio sito internet www.francocasadidio.eu
Per quanto riguarda i social sono presente su Facebook (francocasadidioscrittore), Instagram (franco.casadidio) e TikTok

Intervista al maestro Federico Capranica | di Serena Derea Squanquerillo

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Intervista al maestro Federico Capranica, di Serena Derea Squanquerillo

Oggi propongo la mia intervista al maestro Federico Capranica (nel link, la bio), noto arrangiatore, compositore e direttore d’orchestra, che ha una ricchissima esperienza in Tv, radio, al teatro, cinema, nel campo della discografia e pubblicità. Ci siamo conosciuti la scorsa estate a Velletri, la mia città, e ci siamo rivisti in occasione di un incontro sulla Rete Oncologica dell’Ospedale dei Castelli Romani, dove si è tenuto un concerto del suo coro, Gli Altavoce, e dei Ladri di Carrozzelle, due realtà musicali di cui vorrei parlare oggi. Ma partiamo dalla sua scuola di canto.

Grazie per la disponibilità, Federico. Nel 2009 hai fondato “La Fabbrica della Voce”, che tuttora dirigi con la collaborazione di altri professionisti, dedicata solo ai cantanti. Puoi presentarci un po’ le sue attività, indicandoci alcuni tratti distintivi della scuola e i motivi per frequentarla?

La scuola nasce nel 2009, dopo cinque anni che mi dedicavo al sito Altavoce, poi diventato www.lafabbricadellavoce.it,  nel quale ho inserito tutte le informazioni su tutto ciò che riguarda il cantare in senso generale: guide all’ascolto, basi gratuite realizzate in 40 anni di carriera, informazioni di lavoro, inoltre tutto ciò che riguarda la tecnica vocale, i vari stilemi ecc.

Questo sito è un atto d’amore verso i cantanti che mi hanno dato modo, in questi 40 anni, di sviluppare la mia carriera come arrangiatore e compositore per Teatro, TV, Cinema e Discografia.

Nel 2010 hai fondato il Coro Altavoce, con cui hai realizzato due CD, spettacoli e anche collaborazioni di rilievo. Puoi parlarcene un po’? Come fare per partecipare?

Per partecipare è semplice: basta chiamarmi al 392.8624355 e prendere un appuntamento nel mio studio per verificare l’estensione vocale e fornire il futuro Corista di tutti gli strumenti per impadronirsi al meglio del nostro repertorio: spartiti, testi, canzoni, video, programmi di editing musicale per studiare con facilità, solfeggi e quant’altro.

“Fuga degli ortopedici dalla sanità pubblica” è la denuncia del nuovo presidente di Asoto, il catanese Egidio Avarotti

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“Continueremo a lavorare per supportare l’ortopedia siciliana in questo difficile periodo che registra una fuga dalla sanità pubblica a vantaggio del privato”. È la denuncia del neo eletto presidente di Asoto, Associazione siciliana ortopedici e traumatologi ospedalieri, Egidio Avarotti, che è anche direttore dell’unità operativa complessa di Ortopedia e Traumatologia all’Arnas Garibaldi di Catania. “Negli ultimi mesi – spiega Avarotti -, cinque primari ospedalieri su ventidue, hanno abbandonato volontariamente il loro mandato perché gli organici sono sempre più ridotti, i turni stressanti e il contratto di lavoro non adeguato. Contiamo sui giovani anche se, secondo un recente sondaggio, entrano con difficoltà nel sistema sanitario nazionale pubblico, perché attratti da una quotidianità più allettante dell’ospedalità privata. Cercheremo di mantenere una risposta pubblica di qualità per i pazienti che ne hanno bisogno”.

Il nuovo direttivo di Asoto

Il nuovo consiglio direttivo, che resterà in carica dal 2024 al 2026, è composto oltre che dal neo presidente Egidio Avarotti, da Angelo Leonarda, past president e direttore U.O.C. di ortopedia e traumatologia dell’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo; da Giuseppe Tulumello, segretario e tesoriere, nonché direttore del reparto di Ortopedia e Traumatologia del polo ospedaliero Giovanni Paolo II di Sciacca. Dai consiglieri Salvatore Caruso, direttore di Ortopedia e traumatologia all’Umberto I di Siracusa; Alfio Catalano, responsabile dell’Ortopedia di Modica; Nicola Galvano, direttore di Ortopedia al presidio di Marsala e Castelvetrano; Piermarco Messinese, dirigente medico ad Ortopedia del Buccheri La Ferla di Palermo; Carlo Sugameli, direttore struttura complessa di Ortopedia e traumatologia al presidio ospedaliero S. Antonio Abate di Trapani.

I nuovi probiviri sono Giorgio Assenza, emerito specialista in Ortopedia e Traumatologia; Gianfranco Longo, direttore della struttura complessa di Ortopedia e Traumatologia all’azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania, Giovanni Pignatti, direttore di Ortopedia al Rizzoli di Bagheria in provincia di Palermo e Roberto Sciortino, già direttore dell’unità operativa complessa Arnas Civico di Palermo, oggi al Centro Salus Toselli di Palermo. Revisori dei Conti, Ferdinando Granata, direttore di Ortopedia e Traumatologia dell’Ingrassia e del Civico di Partinico, Giovanni Restuccia, primario emerito dell’Arnas Garibaldi di Catania. Infine Giacomo Papotto, delegato Otodi Young e dirigente medico dell’ospedale Cannizzaro di Catania.

Breve storia di Asoto

L’Associazione Siciliana Ortopedici e Traumatologi Ospedalieri venne costituita il 4 settembre 1996, ad opera di quattro medici ortopedici siciliani, Giorgio Assenza, Gaetano Bonfiglio, Domenico Crescente ed Ernesto Valenti. Lo scopo di Asoto è creare un luogo di incontro e scambio per tutti gli ortopedici del sistema sanitario regionale e determinare un linguaggio unico e collettivo.

Oggi esce in digitale e sarà in rotazione radiofonica “Fra un milione di stelle” il nuovo singolo del cantautore e chitarrista Buzzy Lao

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Buzzy Lao

‘Si tratta del luogo ideale in cui potersi cercare, guardare e ritrovare nella semplicità. Magari da un tetto, da una spiaggia o tornando a casa in bicicletta”.

Domani, sabato 20 gennaio, per festeggiare la nuova release, si è esibito live al Punk Funk di Palermo.

Cover FRa un milione di stelle

Oggi esce in digitale e sarà in rotazione radiofonica “Fra un milione di stelle” (etichetta Bunya Records / distribuzione Believe), il primo singolo – prodotto e registrato da Florian Monchatre (Fatoumata Diawara, Blick Bassy, Tinariwen) tra Parigi e Palermo – che anticipa il nuovo disco del cantautore e chitarrista piemontese Buzzy Lao. Le vivaci ritmiche Afro Beat, l’ammaliante melodia Soul e il profondo testo donano al brano un’atmosfera sognante ed emozionante allo stesso tempo.

ASCOLTA BRANO

Sabato 20 gennaio, per festeggiare la nuova release, si è esibito live al Punk Funk di Palermo (via Napoli, 10 – ore 22.30 – ingresso libero) insieme alla sua band formata da Salvo Casano alla batteria, Damiano Vitrano al basso, Salvo ‘Cheerio’ Cincirrone alle percussioni e Martina Cirri ai cori.

Questo afrobeat cantautorale parla di temi molto cari alla visione musicale di Buzzy Lao come la consapevolezza emotiva, la fiducia in sé stessi e la rinascita personale e lo fa con un testo semplice e delicato, colmo di parole speranzose che conoscono il peso del dolore e del senso di inadeguatezza a cui ci espone l’odierna ossessione per il raggiungimento di risultati tangibili e quantificabili: “È parte del percorso introspettivo che – dice l’artista – ho intrapreso durante questi due anni. Ho provato a raccontare, partendo da esperienze a me vicine, lo stato di ansia e la paura che possono sovrastare chiunque in alcuni periodi della vita. Il brano vuole essere una boccata di ossigeno, un sogno ad occhi aperti per tutte quelle persone che stanno combattendo una battaglia interiore o anche una vera e propria guerra senza esserne gli artefici. Dalla società moderna che spesso porta l’essere umano a sentirsi un fallito fino a tutte quelle persone che cercano di imporre sé stesse in un mondo machista, maschilista e violento. Penso che a volte ritrovare se’ stessi, in un momento di sconforto sia fondamentale per non mollare, anche io ho dovuto spesso ritrovare me stesso, confrontandomi quotidianamente con ideali e dinamiche sociali che faccio veramente fatica ad accettare”.

La produzione del brano, un punto di incontro tra le radici black del cantautore bluesman di origine torinese e il cantautorato italiano, è votata all’essenza del suonato puntando su suoni analogici e non artefatti, la sezione ritmica è affidata a Tiziano Salerno alla batteria, fratello e storico collaboratore di Alberto, Salvo ‘Cheerio’ Cincirrone alle percussioni e lo stesso Buzzy Lao alle chitarre al basso e alle voci. Come in tutto il nuovo disco vi è la partecipazione speciale di Martina Cirri, giovane e promettente cantautrice palermitana a cui è affidato il ruolo di corista e percussionista.

Il nuovo brano sarà presentato live da una formazione in band in cui oltre ai già citati Salvo ‘Cheerio’ Cincirrone alle percussioni e Martina Cirri alle voci si uniranno Salvo Casano alla batteria e Damiano Vitrano al basso.

Il brano è stato prodotto dal giovane e talentuoso produttore francese Florian Monchatre tra Parigi e Palermo. Le registrazioni si sono divise tra i Cantieri 51 di Palermo, lo studio Soyuz di Flam Agency di Parigi e il project studio personale di Buzzy Lao, l’Honua Studio a Palermo.

BUZZY LAO, pseudonimo di Alberto Salerno, classe ’87, nasce a Torino da genitori originari di un piccolo paese Arbëreshë (minoranza etno-linguistica albanese) in Calabria e cresce musicalmente a Londra, tra jam & studio sessions per svariati progetti musicali, dove vive 6 anni. È un artista no border fortemente influenzato dalle radici della musica nera combinata con il suo distintivo sound intimo e “Soul touching” caratterizzato da una emozionante scrittura in italiano che guarda oltre, verso un più profondo concetto di melting pot musicale tanto caro alla cultura World Music. Buzzy Lao, forte nella sua cross-cultural sensitiveness, dopo aver girato in tour l’Europa con diverse formazioni come chitarrista torna a Torino nel 2016 e nello stesso anno firma per l’etichetta discografica INRI che pubblica il primo disco da solista HULA (ascolta disco), col quale ottiene ottimi riscontri di pubblico e di critica (La Stampa lo definisce ‘un bluesman di ultima generazione’; di lui Rockit scrive che ‘sforna canzoni di rara fattura per il nostro paese’). La sua Weissenborn, suonata insieme a chitarre acustiche ed elettriche in accordature aperta, fanno emergere anche la sua natura di performer che alterna momenti di grande energia sonora a passaggi acustici intimi e delicati. All’album segue un tour di più di 100 concerti in tutta Italia e Europa, con aperture importanti, come quella ai Sigur Ros per gli I-Days 2016 di Milano. Nel 2017 esce invece ‘Live at Jazz Club Torino’, disco registrato dal vivo con la band durante la data nel capoluogo piemontese. Buzzy Lao è legato anche al mondo del Surf & Skate: infatti è stato ospite, come special artist, dello Skate & Surf Film Festival di Milano nel 2019. A gennaio 2020, dopo essersi trasferito a Palermo poiché affascinato dalla cultura esotica e mistica dell’isola al centro del Mediterraneo, pubblica il secondo disco ‘Universo / Riflesso’(ascolta disco) per INRI e Bunya Records, label fondata dallo stesso artista insieme a una piccola ma affiatata squadra di colleghi e addetti ai lavori. Il secondo album, che ottiene recensioni esaltanti, fonde il Blues, l’Afrobeat e il Reggae contaminati ora dal folk contemporaneo e internazionale di Josè Gonzalez e Micheal Kiwanuka. Il disco vanta anche la partecipazione di Dargen D’Amico, amico ed estimatore, nel brano ‘Haya’.  Nel 2021 prosegue il suo percorso artistico e umano in Sicilia, e si dedica alla scrittura di nuovo materiale da cui nasce ‘Fango’, la nuova ballata folk e intimista pubblicata a sorpresa il 18 maggio 2021 per Bunya Records e che anticipa un tour estivo in acustico in tutta Italia. Buzzy Lao negli ultimi due anni è stato impegnato alla lavorazione del nuovo disco tra Palermo e Parigi con il produttore francese Florian Monchatre che ha già lavorato con alcuni dei migliori artisti della scena World internazionale come Fatoumata Diawara, Blick Bassy e i TinariwenIl nuovo e terzo disco vedrà la luce nel 2024 e sarà supportato da una nuova intensa attività live con band.

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“Pare parecchio Parigi” di Leonardo Pieraccioni | di Meri Lolini

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In questi giorni è arrivato nei cinema il film di Leonardo Pieraccioni con la Produzione Levante e con la distribuzione di 01 Distribution. In questo film Leonardo Pieraccioni è sia il regista che l’attore in compagnia di bravissimi attori ed attrici come Nino Frassica, Massimo Ceccherini, Chiara Francini e Giulia Bevilacqua, senza dimenticare Sergio Forconi. La trama è liberamente ispirata ad una storia vera dove due fratelli fecero credere al padre malato di essere arrivati a Parigi in roulotte, mentre con il loro viaggio, non erano mai usciti dal podere, dove vivevano. Nel film il padre ammalato è interpretato da Nino Frassica. Lui è un vecchio professore, che per un malore non riesce più a vedere e così i tre figli che non lo frequentavano più da anni ed anche tra loro i rapporti erano interrotti, si ritrovano. Sarà la richiesta del padre di andare insieme a loro a Parigi, che li porterà a vivere una rocambolesca storia in un camper preso a noleggio ed il tragitto sarà la pista del maneggio del figlio Arnaldo. Durante questi giorni si realizzeranno situazioni veramente impensabili, come la visione delle finte montagne dove incontreranno dei finti stambecchi e un  finto orso, andranno a mangiare in finti ristoranti dove il padre vorrà assaggiare dei piatti tipici, che non ci possono essere e l’incontro con i doganieri che parlano un francese molto particolare. Chiara Francini e Giulia Bevilacqua che intrepretano le due sorelle riveleranno delle verità sia personali che sulla loro famiglia veramente sconvolgenti ed anche Leonardo Pieraccioni, che interpreta il fratello sorprenderà quando verrà, chi è il suo vero padre, sapientemente  interpretato da Gianni Franco. Nino Frassica nel suo ruolo di padre spesso non fa comprendere se ha capito o meno il viaggio bugia organizzato dai figli e divertente è il suo incontro con Sergio Forconi nel finto ristorante bolognese, ricordando al professore di quando erano a scuola.  Questo viaggio nel maneggio non è ben visto da Massimo Ceccherini e dalla sua mamma perché per loro è un disturbo, perché abitano vicino al maneggio ed anche queste scene sono molto carine e curiose. La comicità è molto delicata e porta a riflettere sulle dinamiche ed i rapporti delle famiglie. Sembra che sia importante accettare le situazioni che si creano per poi trovare le strade per risolverle e consolidare i rapporti tra i familiari, anche se a volte ci sono compromessi da accettare e correggere. In questo viaggio inesistente sia il padre che i figli trovano e mettono insieme dinamiche per ritrovarsi e mettere a nudo verità che sembravano inaccettabili e comunque la famiglia rimane in essere ed ognuno di loro emerge per come è e non per come si vorrebbe che fosse. Questa storia vissuta in un viaggio che non c’è, in una Parigi che non c’è porta la mente dei personaggi ad uscire e vivere in una realtà che c’è. Quindi è un percorso che porta alla scoperta di una realtà che prima non piaceva a quel padre ed a quei figli e poi viene conosciuta e forse accettata .Tutto è narrato durante un viaggio aereo molto pericoloso dove il Pilota-Capitano con l’attore Giorgio Borghetti ha un ruolo molto autorevole. Consiglio la visione di questo film sia per il tema che per la sapiente recitazione dei suoi interpreti.

La voce di 37 poeti contro tutte le guerre | Antologia curata da Sara Favarò: “Guerra no, Pace sì”,

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Sara Favarò_Ph. Gioacchino Turdo

Il 23 gennaio, in occasione dell’VIII reading poetico della Federazione Italiana Unitaria Scrittori, sarà presentata l’antologia, voluta e curata da Sara Favarò: “Guerra no, Pace sì”, edita dal Gruppo Arte Sikelia per conto della FUIS.

37 i poeti, tutti iscritti alla FUIS, che hanno aderito all’appello lanciato dalla Favarò, delegata per la Sicilia della Federazione.

37 i poeti che si sono fatti messaggeri di pace affinché la poesia possa indurre riflessioni sul senso della vita, sul valore dell’amicizia, sulla bellezza della natura, sulla necessità di rispettare la diversità, per divenire un’unica “Voce di Pace”, per usare le stesse parole di Sara Favarò nella sua poesia omonima: “Come nube che esala dal mare, si alza densa e unisona la voce che al Cielo rivolge unica prece […] per i martiri dell’ipocrisia del potere truce, ingordo e abietto. Dormono i bimbi in culle di bombe […]”.

I 37 poeti sono:

37 i poeti che, all’unisono, formano una sola voce messaggera di pace che parte dalla Sicilia, per unire anime, menti, speranze, nel nome del rispetto della vita. In occasione dell’evento, che si svolgerà presso il Museo Etnografico Giuseppe Pitrè, Sala dei Carretti Siciliani, alle ore 15,30, avrà luogo anche la cerimonia di consegna dei premi del “I Concorso Letterario FUIS Sicilia”, al cospetto della giuria presieduta dalla stessa Sara Favarò. Presenti alcuni altri membri della giuria, fra cui Teresa di Fresco, giornalista, ed Eliana Calandra, già direttrice del Museo. Ospite della serata, il Presidente Nazionale FUIS, dott. Natale Antonio Rossi.

Si tratta dell’ottavo incontro di poeti FUIS, e dell’VIII antologia che raccoglie i loro versi, su un tema di grande attualità “Guerra No, Pace Sì”.

“Si stima che attualmente ci siano sulla terra ben 23 guerre e altri 170 conflitti. Si combatte da Nord a Sud, da Est a Ovest del globo; ci sono guerre in Palestina, Ucraina, Siria, Libia, Nigeria, Mozambico, Yemen, solo per citarne alcune. Sulla carta esistono tante organizzazioni mondiali il cui scopo è quello di promuovere la pace, prevenire le guerre, risolvere i conflitti. Tra i loro scopi principali c’è quello di proteggere i diritti umani, eppure nonostante le loro imponenti organizzazioni, sono moltissimi gli innocenti che giornalmente pagano con la loro vita guerre volute da altri, per interessi non loro. Sul perché ciò sia possibile si aprono ipotesi talvolta drammatiche, come la salvaguardia di coinvolgimenti che sono “altro” rispetto alla tutela dell’UOMO.

Non sempre le cose sono come appaiono! – scrive Sara Favarò nell’introduzione all’antologia – Per non parlare degli interessi economici che girano intorno alla produzione delle armi e all’asservimento politico di alcuni Stati rispetto ad altri.

Recita un vecchio proverbio siciliano: “Nun c’è chiù tintu surdu di cui nun voli sentiri” (Non esiste peggior sordo di chi non vuole sentire).

Capita sempre più spesso di sentirsi inermi, troppo piccoli, per contrastare il volere dei poteri forti che seguono logiche di dominio politico, economico, militare, lontane anni luci dal sentire comune di chi aborre la violenza, di chi ritiene che le guerre possano avere fine. Per prima cosa occorrerebbe che la diplomazia internazionale svolgesse il suo compito, lontano dagli interessi dei vari potentati dominanti.

Perché, ricordiamoci, non esistono guerre giuste!

Ognuno di noi può fare qualcosa, anche di piccolo, affinché l’uomo ritrovi la sua umanità. E in questo si sono impegnati i nostri 37 poeti. Perché la poesia può mostrare la bellezza e la fragilità della vita e ispirare il rispetto e l’amore per il prossimo. I poeti devono scrivere contro tutte le guerre affinché le parole siano più forti delle armi e spezzino le catene dell’odio.”

Il nostro VIII incontro poetico nasce dall’esigenza di uomini e donne che vogliono sentirsi umanità e che non accettano la guerra come soluzione di antichi e nuovi dissapori.

Umanità perduta tra i rivoli di sangue dei tanti, troppi bambini, donne, anziani, giovani, uccisi dall’arroganza, dalla prepotenza di uomini che hanno perduto il valore dell’amore.”

I 37 poeti: Angelo Abbate, Beatrice Amato, Camillo Andretta, Adriana Bellanca, Gina Bonasera,   Maria Concetta Borgese, Salvatore Cappalonga, Maria Chiarello, Mariella Cirafici, Wanda Cortese, Rita Angelina Di Pino, Sara Favarò, Eleonora Fogazza, Carmelo Fucarino, Maria Galioto, Mario Giambanco, Giovanna Giarraffa, Francesca Guajana, Sandra Guddo, Mario Inglese, Giusi La Mantia, Barbara Lo Fermo, Francesca Luzzio, Letizia Marchione, Giovanni Mattaliano, Maria Elena Mignosi Picone, Anna Rita Pinsino, Giuseppe Maurizio Piscopo, Teresa Riccobono, Arcangela Rizzo, Mariza Rusignuolo, Benedetto Savona, Antonino Schiera, Ermanno Spera, Ketty Tamburello, Giovanna Tidona, Tino Traina.

copertina Guerra no, Pace sì

Al TEATRO CELEBRAZIONI Charlotte Spettacoli presenta PAOLO CREPET in LEZIONI DI SOGNI | Venerdì 26 gennaio 2024, ore 21.00 

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Paolo Crepet

La data è sold out!

PAOLO CREPET

Dopo il successo del primo appuntamento dal titolo Prendetevi la luna dello scorso novembre, secondo sold out al Teatro Celebrazioni di Bologna per il ciclo di conferenze-spettacolo sull’interiorità umana legata alla contemporaneità a cura dello psichiatra, sociologo, educatore e saggista Paolo Crepet, che venerdì 26 gennaio alle ore 21.00 propone Lezioni di sogni.

Ispirato all’omonimo libro dello psichiatra pubblicato nel 2022 da Mondadori, l’incontro pone al centro il bisogno di ripensare la genitorialità, la scuola, il rapporto tra le generazioni, il futuro.

«Siamo nel pieno di quella che Papa Francesco ha definito una catastrofe educativa – si legge nella presentazione del testo di Crepet. Molti adulti si sentono sperduti, impreparati, quasi impotenti di fronte alle nuove generazioni e i giovani si trovano senza punti di riferimento sicuri. In un mondo che cambia con rapidità, è più che mai necessario ripensare il difficile compito di educare. Ripercorrendo quanto scritto negli ultimi trent’anni, mescolando ricordi personali e pubbliche riflessioni, lo psichiatra offre il frutto della sua lunga esperienza, delineando quello che in molti hanno definito “il metodo Crepet”. Non possiamo ignorare che la necessità di un profondo cambiamento si scontri con resistenze, timori, egoismi difficili da vincere, freni che privano bambini e ragazzi del diritto di far nascere i propri sogni e di coltivarli, affidandosi alla capacità di sentire le proprie emozioni e di lasciarsi coinvolgere dalla passione per un progetto di vita. Serve dunque la forza di una voce critica, anche scomoda, che scuota da questo torpore educativo e aiuti a invertire la rotta».

Le pagine di Lezioni di sogni vogliono essere spunti, provocazioni, richiami, un’occasione per riflettere sul futuro delle giovani generazioni. Che cos’è il talento e come supportarlo? Come gestire il rapporto con la tecnologia e i social media? Come educare alla gentilezza, al rispetto, alla complessità? Sono solo alcuni degli interrogativi a cui nessuno può sottrarsi, perché ‒ come dice Crepet ‒ «i bambini ci guardano e imparano da noi bellezze e viltà».

Paolo Crepet tornerà al Teatro Celebrazioni mercoledì 10 aprile per l’ultimo appuntamento del ciclo di conferenze-spettacolo dal titolo Impara ad essere felice.

I biglietti per la serata sono esauriti (bit.ly/lezionidisogniWEB). Per informazioni la biglietteria del Teatro Celebrazioni è aperta dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00 e nei giorni di spettacolo a partire da un’ora prima dell’inizio (Via Saragozza 234, Bologna | Tel: 051.4399123 | E-mail: info@teatrocelebrazioni.it).

Il pubblico potrà prenotare per una cena o un aperitivo al Celebrazioni Bistrot, nel foyer del Teatro, a cura del Ristorante Biagi e del cocktail bar “10 Codivilla”, aperto da un’ora e mezza prima dell’inizio di ogni spettacolo. Info e prenotazioni: +39 329 8120861.

Teatro Celebrazioni

Theatricon Srl | Via Saragozza 234, Bologna

www.teatrocelebrazioni.it

Tel: 051.6154808 | E-mail: stampa@teatrocelebrazioni.it

CAUSALITA’ METAFISICA:  SCHEMI MENTALI CREATORI DI REALTA’ | di Daniela Cavallini

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Daniela Cavallini

Amiche ed Amici carissimi, è innegabile che tutti noi siamo condizionati da modelli di pensiero, induttivi di esperienze sia positive che negative.

E’ oramai noto che, nella vita, ogni effetto è determinato da uno schema di pensiero che lo precede e lo perpetua. Detto schema deriva dalle nostre credenze, inculcateci sin dall’infanzia, dalle nostre figure di riferimento e dall’ambiente circostante.

L’espressione “causalità metafisica” descrive il potere esercitato dalle parole e dai pensieri  nella concretizzazione delle succitate esperienze. Pertanto, a nostra insindacabile discrezione ed autonomia, per “dono energetico”, ci  è resa possibile la sostituzione del modello mentale ed espressivo acquisito, che si traspone nella realtà con la preziosa facoltà di modificare la manifestazione degli eventi della nostra vita.

E’ dunque fondamentale acquisire la consapevolezza della nostra responsabilità nella creazione degli accadimenti.

In tema di salute, interviene quale coadiuvante della medicina allopatica, la Metamedicina  che, attribuendo ad ogni sintomo manifestato dal nostro corpo un messaggio corrispondente al disagio psicologico in essere,  funge da avvertimento atto alla tutela  del nostro benessere.

La letteratura è, in tal senso, sufficientemente indiziaria ed esplicativa per aiutarci ad identificare le probabili ragioni dei nostri disturbi fisici e, senza alcuna velleità di sostituirsi al Medico, alle analisi ed alle terapie consequenziali prescritte – sia chiaro!! -, suggerire nuovi schemi di pensiero generatori di salute.

Ribadisco che la Metamedicina offre – oso dire garantisce – un valido aiuto, ma non costituisce e non deve essere considerato uno stratagemma empirico per ovviare  le cure allopatiche.

L’assunto della Metamedicina recita che la malattia è solo un effetto esterno e, pertanto, per eliminare la causa mentale – la generatrice – dobbiamo “esplorarci”.

In assenza di un’attenta analisi dei nostri reali bisogni, pensieri e stile di vita, adottando un coerente cambiamento, anche ad avvenuta completa guarigione, restiamo soggetti ad alto rischio recidive.

E’ importante sottolineare che i modelli di pensiero tra i maggiori imputati dei malesseri dell’organismo sono riconducibili a critica, collera, risentimento e senso di colpa.

Ho potuto constatare personalmente l’importante livello d’incidenza dei citati “imputati del malessere”, osservando e dialogando con le persone che mi circondano, tanto da condividere alcuni esempi riferiti dalla sopradescritta disciplina.

La critica eccessiva, genera sovente malattie come l’artrite: la mia Mamma ne soffriva e nessuno più di me può testimoniare quanto deplorasse i comportamenti altrui.

La collera si somatizza in bruciori e/o infezioni, febbre: l’esempio del mio Papà, per sua natura iracondo, fu emblematico… culminato con un’infezione che gli procurò la morte.

Il risentimento nutrito a lungo, addirittura può causare il cancro: la mia più cara Amica, afflitta da oggettive contrarietà e,  soprattutto da un’ elevata predisposizione all’enfasi interpretativa, ha sviluppato un cancro al seno. Non scordiamo che la gravità dei problemi è sempre direttamente proporzionale all’ individuale livello di percezione.

Infine, la colpa… ricerca inconsciamente una punizione e genera dolore.

Solo pochi esempi per rimarcare quanto il nostro atteggiamento mentale, alimentato dalle relative percezioni – talvolta esasperate -, influiscano sul nostro benessere.

Un abbraccio

Daniela Cavallini

TCBO: CON “MANON LESCAUT” E L’OMAGGIO A PUCCINI SI INAUGURA LA STAGIONE D’OPERA 2024

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La nuova produzione, proposta in prima assoluta al Comunale Nouveau dal 26 al 31 gennaio, vede la direzione di Oksana Lyniv e la regia di Leo Muscato

La recita del 26 gennaio ore 20.00 è trasmessa anche in diretta su Rai Radio3

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Con Manon Lescaut di Giacomo Puccini, nel centenario della scomparsa del compositore, si apre la Stagione d’Opera 2024 del Teatro Comunale di Bologna. La nuova produzione, in programma in prima assoluta al Comunale Nouveau a partire da venerdì 26 gennaio alle 20.00 – anche con trasmissione in diretta su Rai Radio3 – è firmata dal regista Leo Muscato, al debutto nel teatro felsineo, e vede la Direttrice musicale Oksana Lyniv affrontare il titolo per la prima volta. Lo spettacolo è in replica fino al 31 gennaio.

«Un anno fa, quando il teatro ha temporaneamente lasciato la sua sede storica per trasferirsi in un luogo inedito – racconta il Sovrintendente Fulvio Macciardi – siamo partiti per un’avventura che presentava molte incognite. Oggi il Comunale Nouveau è diventato il nuovo spazio della musica a Bologna: un luogo di produzione artistica, di incontro e di creatività che arricchisce l’intera città. Un sentito ringraziamento va al lavoro e all’impegno profuso da tutti i comparti del Teatro, e un grazie speciale va al nostro pubblico, che ci segue e dà fiducia, e a coloro che ci hanno sostenuto in questo percorso e continuano a farlo ogni giorno».

 «Nel 1889 il trentunenne Puccini firmò un contratto con Ricordi per Manon Lescaut – dice Oksana Lyniv – e contemporaneamente stava lavorando a una versione ridotta dei Meistersinger von Nürnberg di Wagner per La Scala di Milano, entrando in contatto con le sperimentazioni armoniche wagneriane. La partitura utilizza la tecnica del Leitmotiv – penso al suono orchestrale e al linguaggio armonico per la descrizione del mondo emotivo di Manon Lescaut e De Grieux, che si ispirano al Tristano e Isotta – ma è anche arricchita da citazioni dalle prime opere giovanili di Puccini, che rispecchiano lo spirito dell’epoca in cui la vicenda è ambientata».

Secondo la visione del regista, nei quattro atti dell’opera i protagonisti sono sempre sul punto di partire, o di fuggire da qualcosa, o da qualcuno. «È come se la terra bruciasse sotto i loro piedi – racconta Leo Muscato – e impedisse loro di fermarsi e ragionare sulle conseguenze delle loro azioni. Per questa ragione, ciò che tiene insieme i quattro differenti luoghi della nostra messa in scena è proprio la terra che brucia, è proprio il deserto, un luogo metaforico che nell’opera di Puccini arriva nel IV atto. Il personaggio di Manon è un’anima in costante oscillazione tra estremi emotivi opposti. A volte è una forza della natura, animata da una gioia contagiosa e da un desiderio irrefrenabile di avventura e amore; altre volte sprofonda in un’oscurità emotiva che la fa apparire tormentata e vulnerabile e bisognosa di protezione. Ci impiega pochi secondi per decidere di fuggire al proprio destino seguendo uno sconosciuto che ha incontrato qualche minuto prima. La sua fuga scapicollata con Des Grieux – conclude il regista – si trasforma in stupefacente alchimia sessuale che travolgerà entrambi in un turbine di emozioni e impulsi, e che trasformerà il loro amore in una relazione tossica, in cui ognuno riesce a tirare fuori il peggio dell’altro».

Premiato come miglior regista prima dalla critica teatrale, nel 2007, e poi dalla critica musicale, nel 2012, oggi Muscato collabora con i palcoscenici operistici italiani più prestigiosi: dal Teatro dell’Opera di Roma alla Scala di Milano. Nella nuova produzione bolognese le scene dello spettacolo sono curate da Federica Parolini, i costumi sono di Silvia Aymonino e le luci di Alessandro Verazzi.

Debutta nel ruolo della protagonista il soprano Erika Grimaldi, recentemente applaudita a Bologna nell’Andrea Chénier di Giordano e nella Forza del destino di Verdi, affiancata sul palco dal tenore Luciano Ganci (come Renato Des Grieux) e dal baritono Claudio Sgura (come Lescaut). Nelle recite del 27 e 31 gennaio questi tre personaggi sono invece interpretati da Lana Kos, Roberto Aronica e Gustavo Castillo. Completano il cast Giacomo Prestia nei panni di Geronte di Ravoir, Paolo Antognetti in quelli di Edmondo, Kwangsik Park nelle vesti dell’Oste e in quelle del Sergente degli arcieri, Bruno Lazzaretti come Il maestro di ballo, Aloisa Aisemberg come Un musico, Cristiano Olivieri come Un lampionaio e Costantino Finucci come Il comandante di marina. L’Orchestra e il Coro – preparato da Gea Garatti Ansini – sono quelli della Fondazione lirico-sinfonica bolognese.

Dopo il grande successo della prima rappresentazione assoluta al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893, il 4 novembre di quello stesso anno Manon Lescaut debuttò al Comunale di Bologna con esiti altrettanto positivi (e ben diciotto repliche). Si trattava della terza opera di Puccini, dopo l’esordio convincente con Le Villi e l’incerta accoglienza riservata a Edgar. Il dramma lirico in quattro atti su libretto di autore anonimo, cui collaborarono lo stesso Puccini, Giuseppe Giacosa, Luigi Illica, Ruggero Leoncavallo, Domenico Oliva, Marco Praga e Giulio Ricordi, fu scritto tra il 1889 e il 1892. Il soggetto, tratto dal romanzo Histoire du Chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut di François-Antoine Prévost, aveva già suscitato l’interesse di altri due compositori prima di Puccini: i francesi Daniel Auber e Jules Massenet. Manon Lescaut manca dalla Stagione del teatro bolognese dal 2002.

 Opening partner dello spettacolo è Gruppo Hera. «Confermiamo con convinzione il nostro sostegno il Teatro Comunale di Bologna, una delle più significative eccellenze culturali del territorio – afferma Giuseppe Gagliano, Direttore Centrale Comunicazione e Relazioni Esterne della multiutility – e siamo molto lieti di tenere a battesimo l’opera che inaugura la stagione 2024 del Comunale Nouveau, nella sede temporanea che abbiamo contribuito ad allestire per permettere alla città di continuare a godere di un’offerta artistica e musicale ricca, stimolante e di assoluto valore».

 I biglietti – da 25 a 150 euro – sono in vendita online tramite Vivaticket e presso la biglietteria del Teatro Comunale, aperta dal martedì al venerdì dalle 12 alle 18, il sabato dalle 11 alle 15 (Largo Respighi, 1); nei giorni di spettacolo al Comunale Nouveau (Piazza della Costituzione, 4) da un’ora prima e fino a 15 minuti dopo l’inizio. Info: https://www.tcbo.it/eventi/manon-lescaut/

A partire dalle recite di Manon Lescaut, sul soffitto del Foyer del Comunale Nouveau sarà visibile la nuova installazione permanente site-specific composta di specchi realizzata dal duo Antonello Ghezzi, dal titolo Ed intanto la mia testa, a cura del Teatro Comunale. L’opera vuole idealmente accompagnare il pubblico verso la platea: «Siamo spettatori ma anche protagonisti – spiegano i due artisti – perché se alziamo lo sguardo ci siamo noi tra le parole della Cenerentola di Rossini, e quel nodo avviluppato è l’amore ma è anche la nostra vita, nella quale tutti andiamo a tentoni verso l’aria oscura. Per fortuna, grazie ai sentimenti che proviamo e grazie al teatro, possiamo finalmente cominciare a delirare, a sognare e a ricordarci che siamo allo stesso tempo spettatori, protagonisti, comparse e drammaturghi. Siamo qui e ora, siamo in un teatro nuovo ma che porta con sé tutta la storia del Teatro Comunale di Bologna».

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Info: www.tcbo.it / www.tcbo.it/eventi/manon-lescaut/

Fondazione Teatro Comunale di Bologna

Largo Respighi, 1 – 40126 Bologna

T. +39 051 529947

Manon Lescaut

Dramma lirico in quattro atti
Libretto di Ruggero Leoncavallo, Domenico Oliva, Giulio Ricordi, Luigi Illica, Marco Praga, Giuseppe Giacosa e Giacomo Puccini

Musica di Giacomo Puccini

Direttrice Oksana Lyniv

Regia Leo Muscato

Maestro del Coro Gea Garatti Ansini

Scene Federica Parolini

Costumi Silvia Aymonino

Luci Alessandro Verazzi

Assistente alla regia Marialuisa Bafunno

Assistente alle scene Matteo Martini

Assistente ai costumi Agnese Rabatti

Personaggi e interpreti

Manon Lescaut Erika Grimaldi (26, 28, 30 gennaio) / Lana Kos (27, 31 gennaio)

Lescaut Claudio Sgura (26, 28, 30 gennaio) / Gustavo Castillo (27, 31 gennaio)

Renato Des Grieux Luciano Ganci (26, 28, 30 gennaio) / Roberto Aronica (27, 31 gennaio)

Geronte Di Ravoir Giacomo Prestia

Edmondo Paolo Antognetti

Il maestro di ballo Bruno Lazzaretti

Un musico Aloisa Aisemberg

Un lampionaio Cristiano Olivieri

Un comandante di marina Costantino Finucci

L’oste / Un sergente degli arcieri Kwangsik Park

Nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Date

Venerdì 26 gennaio ore 20, Turno Prime

Sabato 27 gennaio ore 18, Turno Pomeriggio 1

Domenica 28 gennaio ore 16, Turno Domenica

Martedì 30 gennaio ore 20, Turno Sera 1

Mercoledì 31 gennaio ore 18, Turno Pomeriggio 2

Si apre il 2024 degli Amici della Musica con due concerti al Politeama Garibaldi

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Gabriella Costa

Lunedì 22 gennaio per il Turno Pomeridiano il pianista Andrea Bacchetti e il soprano Gabriella Costa esploreranno il mondo musicale fra Parigi e New York intorno a Nadia Boulanger attraverso le composizioni dei suoi maestri e dei suoi allievi, da Fauré e Ravel a Bernstein e Gershwin. È aperta la vendita dei biglietti per il concerto di Frida Bollani Magoni di lunedì 29 gennaio alle 20.45. Inoltre è possibile acquistare i carnet ai sei concerti del Turno serale. 

Frida foto7 @FrancescoPrandoni

Andrea Bacchetti e Gabriella Costa, lunedì 22 gennaio ore 17.15, Politeama Garibaldi

Frida Bollani Magoni, lunedì 29 gennaio ore 20.55, Politeama Garibaldi

Il 2024 dell’Associazione Siciliana Amici della Musica si apre con due concerti all’insegna della vocalità: il pianista Andrea Bacchetti si esibirà insieme al soprano Gabriella Costa lunedì 22 gennaio ore 17.15 per il Turno Pomeridiano; per il Turno Serale, lunedì 29 gennaio alle 20.45, a salire sul palcoscenico del Politeama Garibaldi sarà Frida Bollani Magoni che porterà in scena il concerto Piano e voce.

Sarà il mondo musicale intorno alla mitica figura di Nadia Boulanger ad essere esplorato dal duo Bacchetti-Costa: compositrice e straordinaria didatta, Boulanger vive a cavallo fra i due secoli nell’allora capitale mondiale della cultura, Parigi. Allieva di Gabriel Fauré, compagna di studi di Maurice Ravel, cresciuta nella dimora dove era di casa Claude Debussy, prima donna ad arrivare alla finale del famigerato “Prix de Rome”, non vinto per uno scontro epocale con Camille Saint-Saëns, sorella di Lili, prima donna a vincere quel premio. Tutto questo era il mondo di Nadia Boulanger prima di diventare il ponte fra il Vecchio e il Nuovo Mondo grazie al suo ruolo di didatta al Conservatorio Franco-Americano di Fontainebleau, creato per far conoscere agli studenti americani la cultura europea e per aiutarli a creare una propria ed individuale cifra stilistica. Severissima insegnate, Boulanger impartì lezioni ad Aaron Copland, capostipite della scuola americana, e a personalità come George Gershwin, Samuel Barber, Quincy Jones, Leonard Bernstein, Samuel Barber, Daniel Baremboim, Philip Glass, Astor Piazzolla e Burt Bacharach.

Costa e Bacchetti ripercorreranno la vita di Nadia Boulanger interpretando brani come tratti dai Chidren’s Corner di Debussy, le Cinq Mèlodies populaires grecques di Ravel, Prélude en Reb di Lili Boulanger per poi approdare nel mondo musica “Made in USA” con brani di Samuel Barber, le celebri “Tonight”, “Maria”, “Somewhere”, “America” da West Side Story di Bernstein e “Summertime” da Porgy and Bess di Gershwin.

Lunedì 29 gennaio alle 20.45, il mondo cantautoriale italiano si incontrerà con la tradizione europea, attraverso l’interpretazione di Frida Bollani Magoni delle canzoni di autori come Dalla, Cathy Dennis, Battiato, Sinead O’Connor, per una il suo concerto Piano e voce. Il concerto rientra nel “Carnet 2024” che dà la possibilità di sottoscrivere un mini abbonamento agli ultimi sei concerti del Turno serale della Stagione concertistica in corso, sia online sul sito degli Amici della Musica che presso i punti vendita convenzionati. Per gli under 40 è attiva una promozione speciale che permette di acquistare il carnet a 20 euro.

I biglietti di entrambi i concerti, dal costo di 10€ per la gradinata fino a 20€ per la poltrona, sono in vendita sia online sul sito www.amicidellamusicapalermo.it che nei tre punti vendita convenzionati: Box Office del Mondadori Point di via Mariano Stabile 233 (tel. 091 335566), lo Spazio Cultura Libreria Macaione di via Marchese di Villabianca 102 (tel. 0916257426) e Mondadori Bookstore di via Roma 270 (tel. 091361064). Per tutte le informazioni sulle riduzioni e i dettagli dei concerti e dei Carnet 2024 è possibile visitare il sito www.amicidellamusicapalermo.it

Frida foto9 @FrancescoPrandoni

Box Office

Mondadori Point, via Mariano Stabile 233 (tel. 091 335566)

Spazio Cultura Libreria Macaione, via Marchese di Villabianca 102 (tel. 0916257426)

Mondadori Bookstore, via Roma 270 (tel. 091361064)

Info

www.amicidellamusicapalermo.it

PORTE APERTE ALLA PET THERAPY NEGLI OSPEDALI | di Caterina Civallero

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Il Reparto di Terapia Intensiva di Rivoli, in provincia di Torino, apre le porte ai cani dell’Associazione Aslan e Noah e Cecilia, due favolosi golden retriever, entrano così a far parte dello staff di riabilitazione.

24 anestesisti, 25 infermieri, 5 operatori socio-sanitari e 2 amministrativi sono coinvolti nella pionieristica esperienza nazionale. Rivoli è infatti il primo ospedale in Piemonte e in tutta Italia a fornire questo servizio ai pazienti ricoverati e ai loro familiari. Questo progetto ha visto germogliare il suo primo seme grazie al lascito della donatrice Laura Cedro, una paziente del nosocomio deceduta a novembre del 2022, grande amante degli animali. Avrà durata di un anno, con un totale di 40 incontri, e prevede sedute settimanali di 45 minuti ciascuna, in collaborazione con Mauro Moretta, veterinario dell’AslTo3.

Cecilia e Noah, rispettivamente di 4 e 10 anni, entreranno in contatto con i pazienti sotto la guida del personale specializzato dell’Associazione Aslan, che cura il progetto insieme all’AslTo3. Sul loro sito potete leggere l’intervista completa in cui il Direttore della Rianimazione di Rivoli Michele Grio dichiara: “Abbiamo chiesto ai pazienti e ai loro familiari la disponibilità e l’interesse per questa attività e hanno aderito tutti. L’umanizzazione di un ambiente particolare come una Terapia Intensiva è particolarmente difficile e allo stesso tempo importante, ci lavoriamo da diversi anni. Questa è un’ulteriore modalità, un po’ fuori dal comune probabilmente, ma siamo certi che gli studi sugli aspetti infettivologici, allergologici e di benessere soggettivo che intendiamo effettuare con rigore scientifico dimostreranno che i nostri amici a quattro zampe possono e devono essere un ottimo alleato anche all’interno delle rianimazioni”.

Il termine pet therapy fu coniato dallo psichiatra Boris Mayer Levinson nei primi anni ’60. Il medico lituano, naturalizzato americano nel 1930, si occupò dell’impiego degli animali per curare specifiche patologie. Particolarmente noto è l’aneddoto con cui il suo cane Jingles entrò casualmente in contatto con un giovane paziente, un bimbo affetto da disturbo dello spettro autistico, che era stato sottoposto a molte cure senza però trovare alcun reale giovamento. I risultati dell’incontro bimbo-cane furono stupefacenti, così Levinson constatò, attraverso i suoi approfonditi studi, che prendersi cura di un animale può calmare l’ansia, trasmettere empatia, aiutare a superare traumi, stress e depressione. La teoria di Levinson è oggi considerata un caposaldo della pet therapy; e aggiungo una curiosità: la sua tesi, “A Comparative Study of Certain Homeless and Unttached Domiciled Men”, lo ha portato a diventare un pioniere anche nello studio dei senzatetto.

Il famoso caso che ho citato fu studiato e confermato in seguito da numerose ricerche scientifiche: il rapporto con gli animali in ambito sociosanitario può produrre l’abbassamento della pressione sanguigna e della frequenza delle pulsazioni, permettendo un aumento del tasso di sopravvivenza nei pazienti ricoverati con disturbi cardiaci. Si riscontrano, fra i molteplici miglioramenti, anche il calo dei valori del colesterolo nei pazienti di sesso maschile, la riduzione della percezione di problemi di salute minori, e il generale miglioramento della qualità della vita. Gli animali sono un ottimo incentivo ai processi di socializzazione e favoriscono la comunicazione. Il legame che si viene a creare fra uomo e animale contribuisce inoltre a ridurre i livelli di cortisolo, la glicemia, e aumenta al tempo stesso le endorfine, le note sostanze chimiche prodotte dal nostro cervello che contribuiscono ad aumentare lo stato di benessere generale; esse, infatti, possiedono una potente attività analgesica ed eccitante. La loro azione è simile alla morfina e ad altre sostanze oppiacee!

Gli indiscutibili benefici di carattere pratico ottenuti grazie alla pet therapy sono la decrescita delle spese per i farmaci e la riduzione della percezione della solitudine, che è alla base di fenomeni di depressione e paura; si segnala inoltre l’aumento dell’autostima, il progresso evolutivo che consente di favorire l’integrazione sociale a scuola, in modo particolare nei bambini, e migliora la qualità della vita degli anziani e delle persone con problemi fisici, sia all’interno del proprio nucleo famigliare che presso la struttura ospitante.

Le terapie assistite con gli animali si rivelano estremamente valide per il trattamento dei disturbi mentali e del comportamento, inclusa la schizofrenia e le dipendenze da sostanze.

I benefici della pet therapy

Gli animali addestrati coinvolti nella pet therapy sono usualmente cani e gatti ma le diverse tecniche, che garantiscono la sicurezza e il benessere dei malati, possono includere anche conigli, cavalli e altri animali.

I benefici della pet therapy con i cani

La pet therapy con i cani è una delle forme di terapia assistita più utilizzata e, come abbiamo visto, i contesti in cui si può somministrare la pet therapy sono numerosi; gli ospedali, le case di cura, le scuole, le strutture di riabilitazione e anche presso la propria abitazione, e possono riguardare indistintamente persone di diverse età. La notizia che ci interessa, in modo particolare, è che da oggi questa terapia entra a far parte degli ospedali italiani.

Solitamente le razze di cane preferite per la pet therapy sono: Labrador Retriever, Golden Retriever, Pastore Tedesco, Pastore Scozzese, Shih tzu, Bobtail, Bovaro del Bernese, Cavalier King Charles Spaniel, Terranova, Bulldog Francese e Carlino.

Parlo dell’argomento “Gemellarità e animali domestici” anche nel mio terzo libro sulla Sindrome del Gemello intitolato Doppi per essere unici scritto con Maria Luisa Rossi e, in un capitolo dedicato, spiego  come negli ultimi dieci anni circa, equipe svedesi, finlandesi, brasiliane, tedesche, sudamericane e sudafricane raccontano di animali utilizzati proprio per il benessere dell’uomo, poiché, come testimoniano le analisi dei numerosi rapporti clinici raccolti, l’animale riesce a scatenare la produzione di ossitocina, l’ormone dell’amore, e viceversa, permettendo alla coppia uomo animale di vivere l’estasi affettiva che esiste fra madre e figlio.

Questa sostanza stimola l’empatia e la fiducia verso il prossimo, modula la nostra vita relazionale e ci sostiene nel riconoscere la necessità di provare affetto e conforto nella relazione con l’altro.

Chissà… chi ancora ignora i benefici che si possono ottenere dal contatto con un animale, adesso potrebbe aver voglia di sperimentarli!

Qui il servizio di sky tg 24

CATERINA CIVALLERO Consulente alimentare e scrittrice

 

 

 

 

 

 

 

 

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“Il Circo dei Granchi”, intervista ad Alessandro Montoro | di Serena Derea Squanquerillo

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Il Circo dei Granchi, intervista ad Alessandro Montoro, di Serena Derea Squanquerillo

In questa diretta andata in onda su “Racconti d’Arti”, ho avuto il piacere di avere ospite per la terza volta lo scrittore di fantascienza Alessandro MontoroFisico e matematico, lavora nel campo della IT, la sua scrittura e i temi trattati sono il frutto della sua indole di ricercatore, che nei suoi libri utilizza sempre un approccio multidisciplinare.

In questa puntata Alessandro ci presenta il romanzo breve dal titolo “Il Circo dei Granchi”: “Il Cirque de la Lune è in crisi. Il suo rivale, Giuseppe Keller de l’Alicia Sogni, ha tirato fuori dal cappello una nuova attrazione: un granchio che sembra violare ogni legge fisica e dell’illusionismo esistenti.

Un miracolo? Un alieno? Un androide? Il granchio blu sta attirando l’attenzione di tutti, compresi i Carbonai, un gruppo di rivoluzionari che lo vedono come un simbolo di speranza. Davide Penna deve scoprire il trucco del granchio, ma è una sfida difficile. Se non ci riuscirà, il Cirque de la Lune fallirà e lui perderà tutto”.

Dopo aver vinto il Premio Urania Short 2022 e LDFO Social Award – Miglior romanzo italiano 2022, Alessandro Montoro ci parla anche della recente menzione speciale ricevuta per il Concorso Internazionale Letterario Altroquando con il racconto breve “Diretta da Phantom Channel”, leggibile gratuitamente sul suo profilo Wattpad. Si tratta di uno spin-off di “Planeto”, romanzo inedito, arrivato finalista alla XIV edizione del Premio Odissea 2023, che l’autore ha intenzione di pubblicare presto.

Parliamo di questo e molto altro.

Buona visione!