Home Blog Page 6

Teatrosophia presenta LA BAMBOLA SPEZZATA di Emilia de Rienzo con Irma Ciaramella e Alessandra Ferro

0
LA BAMBOLA SPEZZATA di Emilia de Rienzo

DA GIOVEDÌ 25 A DOMENICA 28 GENNAIO 2024

locandina bambola spezzata

Secondo appuntamento del 2024 a Teatrosophia con “La bambola spezzata” di Emilia di Rienzo, per riflettere sulla tragedia dell’Olocausto e imparare dalla storia affinché certe tragedie non si ripetano mai più. Una bambola, ponte tra il passato e il presente, simbolo della memoria, degli orrori e di chi la storia non ha potuto raccontarla; unico legame tra una madre e una figlia “eredi” di un vissuto doloroso che le vedrà irrimediabilmente distanti!

In scena Irma Ciaramella, Alessandra Ferro con la partecipazione di Gianni De Feo che ne cura anche la regia.

Una madre abbandona la figlia sin dalla prima infanzia per consacrarsi alla fede  nazista.

Madre e figlia si ritrovano ora dopo lunghi anni di distacco. Si scrutano, si riconoscono appena, si fiutano, si respingono, sospesi in uno spazio onirico e irreale.

La madre, scolpita in un’età indefinibile, bianca come marmo, simile a un rapace pronto all’ attacco, è deturpata dai segni evidenti di una follia delirante, frutto di un agghiacciante addestramento di disumanizzazione.

I ricordi riaffiorano da una vecchia valigia dove è custodita una bambola, unica testimone del reale.

Il ritmo è serrato e forte, l’atmosfera tagliente. Come in una gabbia, i due personaggi si affrontano in un delirante, appasionato e feroce scontro tra vittima e carnefice.

Grottesca e patetica la madre, in preda ad improvvisi attacchi di pianto, chiede, pretende, implora addirittura di essere chiamata : “MAMMA!

Passionale e carnale la figlia, oscillante tra lucida consapevolezza e smarrimento emotivo, stordita dal dubbio, rifiuta, incapace di pronunciare quella parola mai più detta e ormai dimenticata.

“No, madre, non ti odio. Semplicemente non ti amo. Non posso amarti.”

Dopo lo spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia

INFO:

La bambola spezzata

Di Emilia Di Rienzo

Giovedì a sabato h 21:00/domenica h 18:00

TEATROSOPHIA

via della Vetrina 7 – 00186 Roma

Biglietti:

Intero: Euro 14,00+5,00 per tessera associativa

Ridotto: Euro 11,00+5,00 per tessera associativa

Prenotazioni

Tel: 06 68801089 /353.39.25.682

info@teatrosophia.com

https://www.teatrosophia.it/index.php/le-stagioni/2023-2024?view=article&id=40&catid=9

presenta

LA BAMBOLA SPEZZATA

di Emilia de Rienzo

con

Irma Ciaramella e Alessandra Ferro

Con la partecipazione di

Gianni De Feo

regia

Gianni De Feo

Aiuto regia Sabrina Pistilli

Assistente alla regia Letizia Nicolais

costumi Gianni Sapone e Roberto Rinaldi

Progettazione scenografia Roberto Rinaldi

musiche originali Adriano D’Amico

Foto di scena Manuela Giusto

Grafica Umberto Cappadocia

Produzione Lab 48 srls

Nathan J. Walker: ho forgiato un mondo che parla da sé | di Stefania P. Nosnan

0

A MoB Magazine abbiamo il piacere di incontrare l’autore emergente Nathan J. Walker che ha pubblicato con LifeBooks.

Ci parli di lei autore
Ho scelto di adottare un nome d’arte e questa decisione penso che la si può vedere un po’ come un’arma a doppio taglio: da un lato, consente al lettore di immaginare liberamente chi si cela dietro le pagine, dall’altro permette al mondo creato di prendere vita senza che le mie vicende biografiche lo condizioni eccessivamente. Il mondo che ho forgiato ha la possibilità di parlare da sé, senza il filtro o l’interferenza della mia storia. Nel condividere questo, mi riconosco come una persona comune, forse passata inosservata per strada e questa normalità diviene il canale attraverso cui il Continente si offre completamente, permettendo di abbracciare appieno le molteplici vite dei personaggi, libere da influenze esterne.

Qual è il suo rapporto con la scrittura
Tra me e la scrittura vige una sorta di “intesa silenziosa”, ma non per niente tranquilla.
Crescere in una famiglia in cui la cultura è un valore fondamentale ha certamente avvicinato la scrittura alla mia vita, ma ho voluto rompere il silenzio che talvolta può circondare questa passione. Ho deciso di immergermi nella scrittura con una determinazione travolgente affrontandola come un avversario da sfidare. A volte è stato un confronto intenso, quasi fisico, dove ho lottato contro le parole e le idee come se fossero un nemico da sconfiggere. Ma alla fine, nonostante le battaglie e le difficoltà, emergo quasi sempre vittorioso. Dunque, la scrittura per me è un campo di battaglia in cui affrontare e superare sfide
costanti. È un processo che può essere arduo e impegnativo, ma che allo stesso tempo mi
permette di crescere, di esplorare nuovi orizzonti e di esprimere la complessità delle mie
idee in modo autentico, appagandomi moltissimo.

Quando ha scritto il libro aveva già tutta la storia in mente o l’ha elaborata strada
facendo?
Non nascondo il fatto che all’inizio, è stato un vero e proprio impegno delineare un elenco dettagliato degli eventi e dei momenti cruciali che dovevano svilupparsi nel primo volume.
Ho, infatti, il vizio, almeno nella fase iniziale della stesura, di lasciar fluire liberamente tutti
i pensieri e le idee che affiorano mentre mi immergo in un particolare capitolo.
Successivamente, procedo a selezionare attentamente le parti che meglio si adattano a ciò
che voglio comunicare, scartando quelle che non mi soddisfano completamente.
Quindi sì, inizialmente elaboro la storia strada facendo, lasciando che l’ispirazione guidi il
flusso di pensieri. Tuttavia, durante questo processo creativo, tengo sempre salda nella
mente la trama generale e i punti chiave della storia che ho pianificato. È una sorta di
bilanciamento tra il lasciarsi trasportare dall’ispirazione del momento e la costante
consapevolezza della direzione che desidero dare alla storia nel suo insieme.

I suoi scrittori o scrittrici preferite?
Bella domanda: ci sono così tantissimi autori che hanno lasciato un’impronta indelebile
sulla scena letteraria e culturale. Tuttavia, c’è un primo amore che rimane inciso nel mio
cuore: J.R.R. Tolkien, il maestro dell’immaginazione. Quando ho iniziato a scrivere, ho avuto quasi timore di farlo, sentendomi intimidito dalle aspettative che Tolkien non aveva mai posto su di me ma che io sentivo come una sorta di eredità da portare avanti come scrittore. Oltre a Tolkien, c’è una miriade di donne incredibilmente intelligenti che mi hanno
affascinato attraverso la loro scrittura: una di questi è Agatha Christie, che con i suoi
romanzi gialli, mi ha tenuto sveglio più di una volta mentre cercavo di risolvere i suoi
enigmi intricati. Guardando invece al presente, una delle autrici contemporanee che adoro è Diana Gabaldon: ho letteralmente divorato i suoi libri e mi sono appassionato anche alla
serie televisiva, che mi ha fatto innamorare dell’idea di come una storia, pur ambientata in
un contesto storico di rilievo, possa trasportare i lettori in epoche lontane, facendoli
sognare e immaginare mondi al di là del tempo presente.

Quanto la lettura è importante per la scrittura e perché?
La scrittura e la lettura sono come dei gemelli che condividono un legame indissolubile:
nascono insieme, crescono fianco a fianco, si allontanano per prendere strade diverse, ma
alla fine trovano sempre la via per ricongiungersi. Sono elementi essenziali della nostra
società, strumenti che permettono a una persona di sfuggire al velo dell’incognito, aprendo
le porte verso mondi inimmaginabili.
Dunque, la lettura è un faro luminoso che guida la scrittura. È, infatti, attraverso la lettura
che si attinge alla vastità delle esperienze umane, ci si immerge in mondi creati da altre
menti, si apprende lo stile e si comprende la struttura delle storie. È come un viaggio attraverso le menti degli altri, un’esperienza che arricchisce la propria creatività e permette di affinare la propria capacità di espressione. D’altra parte, la scrittura è l’atto di dare forma alle proprie idee, di trasformare le ispirazioni ricavate dalla lettura in qualcosa di nuovo, personale. È un processo di esplorazione e creazione che consente di condividere esperienze, emozioni, e di comunicare con chi legge.

A cosa sta lavorando?
Al momento, mi sto immergendo nelle intricatissime trame di corte che saranno espresse
nel secondo libro della serie. Si sta delineando un panorama non esattamente sereno: è un
ambiente popolato da corvi e cornacchie, in un contesto in cui non spiccano certamente le
rose bianche. Sto lavorando per continuare ad ampliare un mondo dove le dinamiche di potere, gli intrecci politici e le relazioni umane si intrecciano in modo intricato e spesso imprevedibile. È un terreno fertile per esplorare le sfumature più oscure e complesse della natura umana, un luogo in cui l’apparenza e la realtà si intrecciano in modo sottile e a volte inquietante. Dunque, il prossimo libro si immergerà in un mondo che non riflette la purezza ma è un viaggio nelle sfumature più cupe e avvincenti della narrazione, dove i segreti e le sottili alleanze delineano un paesaggio avvincente e pieno di tensioni.

Felice Compleanno Andrea! | di Maria Rosa Bernasconi

0
Andrea Giostra al mercato di Ballarò a Palermo_Ph. Mapi Rizzo

 

Andrea Giostra al mercato di Ballarò_Ph. Mapi Rizzo_2017

Premiazione “Concorso Letterario FUIS Sicilia” e Reading poetico “GUERRA NO, PACE SÌ” | Martedì 23 gennaio ore 15:30 Museo Pitrè a Palermo

0
Sara Favarè foto Angelo Modesto

Martedì 23, h. 15,30, nella sala dei carretti siciliani al Museo Pitrè, Sara Favarò, nella sua qualità di Delegato per la Regione Sicilia della Federazione Unitaria Italiana Scrittori, organizza l’ottavo incontro poetico “GUERRA NO, PACE SÌ”. Durante la manifestazione alla quale parteciperà il Presidente Nazionale della FUIS, dottor Natale Antonio Rossi, si svolgerà la cerimonia di consegna dei premi del “Concorso Letterario FUIS Sicilia”.

locandina 23 gennaio jpgLa Commissione del Premio Letterario Sicilia composta da:

Cav. OMRI Sara Favarò, scrittrice, giornalista, Delegata FUIS per la Sicilia, presidente;

dott.ssa Eliana Calandra, scrittrice, già Direttrice del sistema bibliotecario cittadino e Archivio Storico del Comune di Palermo; dott.ssa Teresa Di Fresco, critico letterario, giornalista, già Vice Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia;

ha deliberato le seguenti assegnazioni:

NARRATIVA

– Primo classificato: Vincenzo Muscarella, “Marietta”, ed. Arianna

– Seconda classificata: Lucia Vincenti, “L’ultimo viaggio del      Templare” ed. Ex Libris

–  Terzo classificato ex aequo:

Fabio Ceraulo, “Falconera”, ed. Spazio cultura edizioni

Bia Cusumano, “Trame tradite”, Navarra Editore

Andrea Giostra, “Curtigghia di Sicilia e Siciliani – Novelle brevi di Sicilia”, SBS Edizioni

Rosa Maria Lucchese, “La Strada”, ed. Arianna

Francesca Luzzio, “Michela ci aiuti”, ed. Albatros

Silvia Messina, albo per l’infanzia illustrato da Matina Brancato, “II Misteri di Paco e Mela”, ed. Kalos

Giuseppe Maurizio Piscopo, “La vita è un alfabeto”, ed. Navarra

Rosa Maria Ponte, “La scatola magica”, ed. Bussola.

POESIA

–  Primo classificato: Tino Traina, “Stazione di campagna”, ed. Sce

–   Seconda classificata: Elena Saviano, “Ai naviganti di passaggio”, ed. Armenio

–   Terzo classificato ex aequo:

Alessio Arena, “Dio non sa”, ed. Ex Libris

Mariella Cirafici, “Emozioni di donna”, Edizioni Billeci

Francesca Luzzio, “Cerchi ascensionali”, ed. Il Convivio

Letizia Marchione, “Poetizzando la mia vita 2”, ed. Billeci

Guglielmo Peralta, “Sul far della poesia”, ed. SCE

Ketty Tamburello, “Verbo Pescare”, ed. Dialoghi

TEATRO

–  Primo Classificato: Alessio Arena, “Una verde vena di follia”, testo inedito, produzione Teatro Biondo di Palermo

–  Seconda classificata: Lucia Vincenti, “Cagliostro 2”, opera inedita

– Terza classificata: Giovanna Giarraffa, “Ecosis”, ed. Ex Libris

Durante la manifestazione, così come avvenuto per le precedenti edizioni, la FUIS donerà ai poeti e ai vincitori del concorso, l’antologia poetica, curata da Sara Favarò, che raccoglie le poesie di: Angelo Abbate, Beatrice Amato, Camillo Andretta, Adriana Bellanca, Gina Bonasera, Maria Concetta Borgese, Salvatore Cappalonga,  Maria Chiarello, Mariella Cirafici, Wanda Cortese, Rita Angelina Di Pino, Sara Favarò, Eleonora Fogazza, Carmelo Fucarino, Mario Giambanco, Giovanna Giarraffa, Francesca Guajana, Sandra Guddo, Mario Inglese, Giusi La Mantia, Barbara Lo Fermo, Francesca Luzzio, Letizia Marchione, Giovanni Mattaliano, Maria Elena Mignosi Picone, Anna Rita Pinsino, Giuseppe Maurizio Piscopo, Teresa Riccobono, Arcangela Rizzo, Mariza Rusignuolo, Benedetto Savona, Ermanno Spera, Ketty Tamburello, Giovanna Tidona, Tino Traina.

Scrive Sara Favarò nell’introduzione alla silloge poetica: “[…] sono moltissimi gli innocenti che giornalmente pagano con la loro vita guerre da altri volute. Sul perché ciò sia possibile si aprono ipotesi talvolta drammatiche, come la salvaguardia di interessi che sono “altro” rispetto alla tutela dell’UOMO. Non sempre le cose sono come appaiono! Per non parlare degli interessi economici che girano intorno alla produzione delle armi e all’asservimento politico di alcuni Stati rispetto ad altri. […] NON ESISTONO GUERRE GIUSTE! […] Il nostro ottavo incontro poetico nasce dall’esigenza di uomini e donne che vogliono sentirsi umanità. […] Umanità perduta tra i rivoli di sangue dei tanti, troppi bambini, donne, anziani, giovani, uccisi dall’arroganza, dalla prepotenza di uomini che hanno perduto il valore dell’amore.”

La manifestazione, finanziata dalla FUIS, gode del gratuito patrocinio del Comune di Palermo, Assessorato alle Culture, Sistema Bibliotecario Cittadino.

ANGELO BRANDUARDI IN DUO con Fabio Valdemarin “Confessioni di un malandrino” | Lunedì 19 febbraio 2024 live al Teatro Golden di Palermo

0
Branduardi chitarra @Fardinando Bassi

Lunedì 19 febbraio al Teatro Golden (ore 21.00 – via Terrasanta, 60) si terrà “Confessioni di un malandrino”, lo straordinario concerto di Angelo Branduardi in cui presenta una versione particolare dei suoi brani più celebri, in duo col polistrumentista Fabio Valdemarin, suo compagno di viaggio da ormai molti anni. Info e biglietti dell’evento (poltronissima 46,00 euro; poltrona 40,00 euro, distinti 34 euro), organizzato da Eventi Olimpo, sono disponibili su TicketOne (CLICCA QUI).

Branduardi chitarra @Fardinando Bassi_Foto di Adolfo Ranise

L’esibizione si basa sul violino e la chitarra di Angelo Branduardi e sulla “piccola orchestra” di Fabio Valdemarin che, oltre al pianoforte a coda, suonerà chitarre e fisarmonica. Verranno eseguiti brani che si rifanno alla musica del periodo classico più arcaico e che fanno parte della raccolta “Futuro antico” che conta ben otto episodi.

Non mancheranno i brani più celebri legati alla carriera di Angelo ma accanto a questi si potranno riascoltare alcune delle sue composizioni più rare, meno eseguite ma non per questo dimenticate o meno amate.

AL ReMida – Casa Cultura di Palermo, lo spettacolo di Orazio Bottiglieri con Gino Carista “Casa di cura per papà” sabato 20, alle 21:15, e domenica 21 gennaio, alle 18, in via Filippo Angelitti, 32

0
cariasta- martilotti - bottiglieri

Una commedia emozionante con un finale coinvolgente che parla del rapporto padre-figlio. AL ReMida – Casa Cultura di Palermo, lo spettacolo di Orazio Bottiglieri con Gino Carista “Casa di cura per papà”.  Appuntamento sabato 20, alle 21:15, e domenica 21 gennaio, alle 18, in via Filippo Angelitti, 32.

“Casa di cura per papà”

L’arrivo di un anziano signore, presso una casa di riposo, non è come quello di chiunque. Cosa accade quando ci si ritrova di fronte ad una segretaria un po’ nervosa ed esuberante che lo coinvolge in una serie di marachelle?

Il figlio dell’uomo, allora, disperato, ogni giorno torna a trovarlo per cercare di risolvere i guai causati. Tutto questo è la commedia brillante di Orazio Bottiglieri “Casa di cura per papà”. Sul palco Gino Carista, Tiziana Martilotti e Orazio Bottiglieri.

Appuntamento sabato 20, alle 21:15, e domenica 21 gennaio, alle 18, presso il ReMida – Casa Cultura, in via Filippo Angelitti, 32.

Una commedia emozionante con un finale coinvolgente che parla del rapporto padre-figlio.

Il costo del biglietto è di 12 euro. Per info e prenotazioni, basta chiamare i numeri 091 7467677 o 392 6393204.

CATERINA CASELLI E FILIPPO SUGAR PRESENTANO SZ SUGAR

0
Caterina Caselli

La storica casa editrice di musica classica contemporanea si rinnova e investe sul futuro e sui giovani

Caterina Caselli e Filippo Sugar

«È una grande sfida, – dicono Caterina Caselli Filippo Sugar, CEO di Sugarmusic spa – il mondo sta cambiando e pensiamo che ci siano molti giovani interessati alla scoperta e all’innovazione in ambito musicale. Desideriamo essere un tramite fra i compositori di oggi e le nuove generazioni, utilizzando anche i nuovi media e le connessioni con le arti visive, sempre con uno sguardo rivolto al futuro. Vorremmo essere una casa che accoglie l’invenzione e la sperimentazione, ispirandoci al percorso originario intrapreso da Ladislao Sugar».

SZ Sugar nasce nel 1907 a Milano con il nome di ESZ – Edizioni Suvini Zerboni, come emanazione dell’omonima società teatrale che aveva portato in Italia diverse operette, tra cui “La vedova allegra” di Franz Lehar. Nei decenni successivi, grazie all’impulso del nuovo proprietario Ladislao Sugar, fondatore dell’etichetta discografica Sugar Music, il catalogo della casa editrice si amplia accogliendo, oltre ai classici dell’operetta, il meglio della musica colta contemporanea italiana. Dal 1950 la casa editrice rappresenta diversi compositori come Ennio Morricone, Niccolò Castiglioni, Aldo Clementi, Franco Donatoni, Goffredo Petrassi, Luigi Dallapiccola, Bruno Maderna e Henri Pousseur, spaziando da Ivan Fedele, Alessandro Solbiati, Stefano Gervasoni e Giovanni Verrando, fino a Malika Kishino, Aureliano Cattaneo, Federico Gardella, Riccardo Panfili, Filippo Perocco, fra i tanti.

Dal 2024 Edizioni Suvini Zerboni diventa dunque SZ Sugar. A rappresentare il rinnovamento è anche Anna Leonardi, classe 1990, recentemente nominata Head of Publishing. Obiettivo primario del nuovo management è rafforzare il rapporto con il compositore e creare un collegamento più immediato con il pubblico, anche attraverso una comunicazione più aperta e contemporanea, che parla alle nuove generazioni. Il primo passo è, infatti, ripensare a tutta la grafica, oltre a investire sul sito e sui social media per facilitare la fruizione dei contenuti e favorire la conoscenza diretta dei compositori e del loro lavoro. Inoltre, come storica casa editrice milanese, si punta a consolidare il legame con Milano e con le sue attività culturali, per esserne parte attiva. Non mancherà l’ampliamento del catalogo, ma sempre nell’ottica dell’unicità, tanto cara al fondatore Ladislao Sugar, che all’epoca ebbe l’intuizione di accogliere compositori considerati “di rottura” rispetto alle mode del tempo. Un’altra delle idee in cantiere è rendere lo spartito una vera e propria opera d’arte, collaborando anche con artisti contemporanei internazionali.

Creare nuovi legami con realtà di prestigio internazionale è, infine, uno degli intenti più importanti. A questo proposito, il 25 luglio 2024 verrà proposto al Festival di Salisburgo Il prigioniero di Luigi Dallapiccola (Pisino, 3 febbraio 1904 – Firenze, 19 febbraio 1975) in forma di concerto, a un anno dal cinquantesimo anniversario della morte del compositore.

“VITA D’EROE” SECONDO ANDRÉS OROZCO-ESTRADA NUOVO DIRETTORE PRINCIPALE DELL’ORCHESTRA RAI

0
Orozco-Estrada_PiùLuce©2022_N12-116

Giovedì 18 gennaio alle 20.30 all’Auditorium Rai di Torino e su Radio3

Replica venerdì 19 gennaio a Torino e sabato 20 gennaio a Piacenza

Orozco-Estrada_PiùLuce©2022_N12-82

Segna il ritorno del nuovo Direttore principale Andrés Orozco-Estrada sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai il concerto in programma giovedì 18 gennaio alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino. L’appuntamento, ripreso da Rai Cultura che lo programmerà su Rai5 successivamente, è trasmesso in diretta su Rai Radio3. Replica a Torino venerdì 19 gennaio alle 20, anche live streaming su raicultura.it e a Piacenza al Teatro Municipale sabato 20 gennaio alle 20.30.

Andrés Orozco-Estrada, nato a Medellín, in Colombia, nel 1977, ha debuttato con l’OSN nel maggio 2022, e nell’ottobre 2023 ha iniziato una collaborazione di tre anni che lo porterà sul podio della Rai più volte in stagione e in tournée. È stato a capo di compagini come l’Orchestra della Radio di Francoforte, i Wiener Symphoniker e la Houston Symphony. Dalla stagione 2025/2026 diventerà Generalmusikdirektor della Città di Colonia, prendendo le redini della Gürzenich Orchestra e dell’Opera della città tedesca, una delle più importanti metropoli culturali europee. Dirige abitualmente orchestre come i Wiener e i Berliner Philharmoniker, la Staatskapelle di Dresda, la Gewandhausorchester di Lipsia e quella del Concertgebouw di Amsterdam.

In apertura Orozco-Estrada propone la Sinfonia n. 38 in re maggiore KV 504 di Wolfgang Amadeus Mozart detta “Praga”, eseguita per la prima volta nel 1787 nella capitale boema, dove Le nozze di Figaro stavano riscuotendo un enorme successo e dove il compositore avrebbe portato pochi mesi dopo il Don Giovanni. La partitura, costruita con una logica e una solidità formale stupefacenti, risente chiaramente dei modelli della musica teatrale e rivela nei dettagli più minimi la prodigiosa maturità artistica del suo autore.

Nella seconda parte della serata è invece in programma Ein Heldenleben (Vita d’eroe) op. 40, con il quale Richard Strauss concluse nel 1898 la fortunata serie dei suoi poemi sinfonici prima della svolta teatrale inaugurata con Salome nel 1905 e proseguita con Elektra nel 1909. Agli antipodi dell’eroismo beethoveniano, il lavoro è una sorta di autobiografia in musica che eleva la vita di Strauss sul piano ideale di un’esistenza emblematica. Un monumento al compositore, giunto trentacinquenne al culmine della celebrità, che ripercorre le battaglie combattute prima di riuscire ad affermare la propria autenticità di artista.

I biglietti per il concerto, da 9 a 30 euro, sono in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino. Informazioni: 011.8104653 – biglietteria.osn@rai.it – www.osn.rai.it.

Daniele Di Bonaventura presenta al Santa Cecilia il nuovo album Nadir con Band’Union | Venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 gennaio con doppio turno al Real Teatro Santa Cecilia

0
Daniele Di Bonaventura

“Brass In Jazz 2023 – 2024” | Ritorna 37 anni dopo Astor Piazzolla, il suono del bandoneon grazie a Daniele Di Bonaventura, che presenta al Santa Cecilia il nuovo album Nadir con Band’Union. Venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 gennaio con doppio turno al Real Teatro Santa Cecilia.

Daniele Di Bonaventura

Disponibili ancora abbonamenti e biglietti singoli

www.bluetickets.it #brassinjazz #realteatrosantacecilia #spasimo #brassgroup

Info biglietteria www.bluetickets.it

 La cosa più importante per un musicista non è tanto eseguire musica ma scriverla, comporla” così Daniele Di Bonaventura, l’artista marchigiano si presenta parlando del suo rapporto con la musica convivendo con la terra che trema costantemente sotto i suoi piedi. Ma ha un polmone in più che è il mantice del suo bandoneon e non smette di avere progetti nuovi per la testa.  E dopo otto anni dalla prima pubblicazione con “Canto alla Terra” presenta con il suo gruppo il nuovo ed atteso doppio album “Nadir” al Real Teatro Santa Cecilia per la stagione Brass in Jazz. Il ritorno di un caro amico del Brass Group, venerdì 19 e sabato 20 gennaio alle ore 19.00 e 21.30 e domenica 21 gennaio alle ore 17.00 e 19.30 con Daniele di Bonaventura al bandoneon, Marcello Peghin alla chitarra 10 corde, Felice Dela Gaudio al contrabbasso, Alfredo Laviano alle percussioni. La Band’Uniòn è nata attorno alla necessità di proporre e di rileggere una letteratura musicale più legata alle proprie origini. È attorno al bisogno di musica, alla necessità dell’espressione, che ruota il loro lavoro, sia esso jazz, tango, musica contemporanea o libera improvvisazione. La Band’Uniòn, originale per l’accostamento degli strumenti, è intensa e rigorosa, cattura fin dal primo ascolto, dal lirismo limpido ed essenziale alle aggressive sonorità, dalle soffuse e struggenti melodie latine ai tappeti sonori di semplice purezza. Un quartetto, che, pur nel suo essere una proposta di confine, all’incrocio tra etno e jazz, tra tango e improvvisazione, “arriva” e comunica emozione, lontano da ogni arido manierismo e intellettualistico sperimentalismo. Nel cartellone della stagione, scorrono importanti nomi del mondo internazionale del jazz che riprendono il tema della musica latino-brasiliana realizzata nel lontano 22 febbraio del 1974, quando il quartetto con Irio De Paula (chitarra), Ignazio Garsia (piano) Manlio Salerno (basso) e Afonso Vieira (batteria) inaugurava il nuovo jazz club di Via Duca della Verdura e di cui si celebreranno i 50 anni. Riparte così la forza trainante del Brass Group, la cui attività è continuativa con oltre 3000 concerti, con big della scena internazionale come Jorge Luis Pacheco sul palco del Real Teatro Santa Cecilia il 2 ,3 e 4 febbraio con l’Orchestra Jazz Siciliana con il concerto from Havana to Palermo. Pacheco è uno dei pianisti più prestigiosi del jazz latino -cubano, pianista virtuoso con una tecnica sensazionale al pianoforte, vincitore del Montreux Jazz Piano Solo Competition in Svizzera, si è esibito in tutto il mondo, tra cui importanti jazz club come Dizzy’s Jazz al Lincoln Center (New York), teatri e festival come il Blue Note Jazz Festival di New York, o The Piano Night nella House of Blues al New Orleans Jazz Fest e il Sziget Festival nella città di Budapest, Ungheria, il Red Sea Jazz Festival in Israele, il JazzKaar Festival in Estonia tra gli altri. Altro importante artista inserito nel cartellone è Ignacio Berroa definito da Dizzy Gillespie “…l’unico batterista latino al mondo nella storia della musica americana che conosce intimamente entrambi i mondi: la sua musica nativa afro-cubana, latino, jazz…”. Altra peculiarità della stagione è identificata anche con la ripartenza delle produzioni orchestrali con i solisti Anthony Strong il 23, 24 e 25 febbraio, e le canzoni d’autore originali italiane con Mario Rosini il 22, 23 e 24 marzo. Il sipario del Real Teatro Santa Cecilia si aprirà per diverse produzioni dell’Orchestra Jazz Siciliana sempre più internazionale, con ospiti solisti. Venerdì e sabato i concerti avranno un doppio turno alle 19.00 e alle 21.30 e con doppio appuntamento, la domenica il doppio appuntamento sarà alle ore 17.00 e alle ore 19.30. Una scelta importante quella del Brass che anche quest’anno ha voluto triplicare i concerti in programma nella stagione. L’aumento delle repliche dei concerti è una affermazione del successo con tutti sold out e da uno specifico bisogno culturale a cui la Fondazione risponde con un calendario ricco di artisti internazionali, produzioni orchestrali e prime assolute. Tanti i nomi del mondo jazz inseriti per la stagione concertistica del Brass. Tra gli artisti che scorrono nel cartellone del Brass in Jazz il 15-16 marzo Kenny Garrett con Sounds from the Ancestors, il 5, 6 e 7 aprile Kynga Glyk con Feeling, il 3, 4 e 5 maggio Mozes Rosenberg trio con To Django.

Il programma potrebbe subire variazioni relativamente ai concerti delle domeniche rispetto alla disponibilità degli artisti.

Info campagna abbonamenti presso i due punti di prevendita, uno presso il Real Teatro Santa Cecilia (Piazza Santa Cecilia n. 5 – 90133 Palermo – 091\ 88 75 201, 091 88 75 119, dal martedì al sabato a partire dalle 9.30 sino alle 12.30, ed un altro presso Santa Maria dello Spasimo (Via dello Spasimo, n. 15 – 90133 Palermo – 091 77 82 860, 091 77 82 861) dal lunedì al venerdì a partire dalle ore 15.30 alle 19.30.

Infoline Fondazione The Brass Group: 091 778 2860 – 334.7391972, info@thebrassgroup.it, www.thebrassgroup.it, fb fondazionethebrassgroup.

 Di seguito links promo stagione Brass in Jazz 23-24

link di OneDrive:

Promo-Brass-in-Jazz-2023-24.mp4
link di Vimeo:

https://vimeo.com/879308203/7a7ae47014?share=copy

Continua il percorso di successo dell’ITS Academy Nuove tecnologie della vita Alessandro Volta di Palermo

0
I "Super Specializzati" e i Commissari d’esame: la Prof.ssa Ing. Erica Mazzola, Presidente, il Prof. Ing. Francesco Di Mitri, Dr. Nicola Lisma, la stessa Dr.ssa Sandra Piva, il Dr. Sergio Emmanuele e la Dr.ssa Maria Pia Pensabene , presidente ITS Academy A. Volta Nuove Tecnologie della Vita.

Continua il percorso di successo dell’ITS Academy Nuove tecnologie della vita Alessandro Volta di Palermo. Ne abbiamo parlato con Sandra Piva, top manager del settore biomedicale internazionale.

I commissari Prof.ssa Ing. Erica Mazzola, Presidente, il Prof. Ing. Francesco Di Mitri, Dr. Nicola Lisma, la stessa Dr.ssa Sandra Piva ed il Dr. Sergio Emmanuele, Dr.ssa Maria Pia Pensabene

Sono in atto gli esami per la seconda edizione del Corso di alta specializzazione dell’ITS Academy Nuove tecnologie della vita, che ha come missione la formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro di personale specializzato nel settore dei dispositivi medici e delle biotecnologie.

Gli ITS Academy, nati nel 2009, sono Scuole d’eccellenza ad alta specializzazione tecnica e tecnologica post diploma e rappresentano l’unica formazione terziaria professionalizzante non accademica nel nostro Paese.

Abbiamo invitato a far parte della Commissione d’esame Sandra Piva, manager di respiro internazionale che ha ricoperto importanti ruoli nell’ambito di società multinazionali di rilievo nel settore della diagnostica clinica e dei dispositivi medici, come per esempio Johnson & Johnson e Thermo Fisher, in Italia, in Europa, negli Stati Uniti e nei mercati emergenti (e.g. Cina, America Latina).

La sua presenza oggi, all’interno della commissione d’esame dell’ITS Academy Nuove tecnologie della vita A. Volta di Palermo è una importante testimonianza della necessità di coltivare sempre di più un dialogo diretto tra la formazione tecnica e i bisogni dell’industria biomedica. In particolare, la dr.ssa Piva si è sempre distinta per aver dedicato molte attenzioni alla crescita professionale dei talenti all’interno del settore nonché per aver gestito business di successo e per aver supportato iniziative di mentorship e women leadership a livello globale.

Per gli specializzandi dell’ITS Academy, la possibilità di ascoltare il suo percorso professionale e la sua passione per la formazione dei giovani è stata un’opportunità di grande valore.

L’ITS Academy Nuove tecnologie della vita A. Volta di Palermo è una fondazione di partecipazione pubblico-privata, che vede tra i soci (e partner): l’Università degli Studi di Palermo, la Camera di Commercio Palermo-Enna, il Comune di Palermo, Sicindustria, gli Istituti di Istruzione Superiore e soprattutto le aziende del settore.

Le nuove tecnologie della vita rappresentano un’area vitale e strategica per lo sviluppo del nostro territorio (basti pensare al polo di eccellenza Ismett – Fondazione RIMED che a breve nascerà a Carini) ed è in grado di contenere, attraverso le sue innumerevoli curvature, le professioni più innovative fortemente richieste dalle aziende del settore. Come ricorda la Presidente della Fondazione, Maria Pia Pensabene, l’ITS Academy Nuove tecnologie della vita A. Volta di Palermo ha accettato questa sfida formando in 24 mesi (i percorsi, infatti, hanno una durata biennale) figure professionali ad alta specializzazione tecnica e tecnologica in ambito biomedicale e delle biotecnologie, con un livello di inserimento lavorativo che supera il 90%. Questo risultato straordinario trova la sua spiegazione proprio nell’ottimo dialogo instaurato con le aziende, le quali mettono a disposizione dell’Academy il loro personale interno per la docenza in aula e accolgono gli allievi in tirocinio per un intero anno.

Anche grazie alle importanti risorse arrivate col PNRR e destinate al potenziamento dell’offerta formativa e dei Laboratori 4.0, nascerà a Palermo la prima Culla tecnologica del biomedicale e delle biotecnologie industriali e ambientali, in cui le allieve e gli allievi dell’ITS Academy potranno misurarsi con le tecnologie più avanzate e apprendere in laboratori che riproducono gli stessi ambienti di lavoro: una vera e propria sala operatoria, laboratori di terapia intensiva, diagnostica per immagini ed endoscopia digestiva, sterilizzazione, per la parte biomedicale; un laboratorio di tecniche e analisi microbiologiche, laboratorio di analisi strumentali, laboratorio di microscopia per la parte Biotech; Laboratori di Elettronica&Elettrotecnica avanzata 4.0 (Project Work, Controlli, Sensori e dati ); Laboratori Informatica 4.0 per l’uso di software applicativi, Laboratori di Grafica Vettoriale, Modellazione e Stampa 3D, Laboratori per la Realtà aumentata, Realtà Virtuale, Prototipazione e Stampa 3D e per l’Area Telemedicina.

Come ripetutamente sottolineato dalla Dr.ssa Piva in occasione della chiusura del secondo ciclo formativo, il potenziamento dei Laboratori 4.0 dell’ITS Academy è strategico nella formazione di Tecnici specializzati e sempre più qualificati, in linea con le richieste delle aziende, che, per mantenere o migliorare il loro vantaggio competitivo, devono investire in servizio e fidelizzazione del cliente. Tra i Commissari d’esame ricordiamo la Prof.ssa Ing. Erica Mazzola, Presidente, il Prof. Ing. Francesco Di Mitri, Dr. Nicola Lisma, la stessa Dr.ssa Sandra Piva ed il Dr. Sergio Emmanuele.

Sono aperte le iscrizioni ai Corsi ITS per il Biennio 2023-2025. Tutte le info sulla piattaforma della Fondazione www.itsvoltapalermo.it  o chiamando lo 091 336866.

Angela Caputo intervista Andrea Giostra su “Radio RCK Magazine” per la Rubrica “La Rugiada di Angy”

0
Andrea Giostra su “Radio RCK Magazine”

Angela Caputo intervista Andrea Giostra suRadio RCK Magazine” per la Rubrica “La Rugiada di Angy” | Puntata di sabato 13 gennaio 2024

Per ascoltare il programma, clicca qui:

da YouTube:

da Facebook Watch:

da TikTok:

@andreagiostrafilm

Angela Caputo intervista Andrea Giostra su “Radio RCK Magazine” per la Rubrica “La Rugiada di Angy” | Puntata di sabato 13 gennaio 2024

♬ original sound – Andrea Giostra – Andrea Giostra

da Google Blogspot:

https://andreagiostrafilm.blogspot.com/2024/01/AngelaCaputoIntervistaAndreaGiostra.html
Angela Caputo

durata minuti: 8:00

LINK DELLA CARTELLA GOOGLE DRIVE “Femminicidio e Narcisismo Patologico”, DALLA QUALE SCARICARE GRATUITAMENTE IL PDF DEL SAGGIO CON CODICE ISBN REGISTRATO:

https://drive.google.com/drive/folders/198XV2HVPsgJjklPANR1TJMQmgn-7FKmk?usp=sharing

LINK DI GOOGLE BLOGSPOT DAL QUALE LEGGERE GRATUITAMENTE IN DIGITALE IL SAGGIO:

https://andreagiostrafilm.blogspot.com/2023/12/FemminicidioeNarcisismoPatologico.html

Copertina fronte_Femminicidio e Narcisismo Patologico

Radio RCK Magazine La Rugiada di Angy puntata di sabato 13 gennaio 2024

https://www.youtube.com/@radiocariokainsiemeperlamusica

da YouTube:

https://youtu.be/t9pv3gCQP9g

Angela Caputo

https://www.facebook.com/angela.caputo.56

Andrea Giostra:

https://www.facebook.com/andreagiostrafilm/

https://andreagiostrafilm.blogspot.it

https://www.youtube.com/channel/UCJvCBdZmn_o9bWQA1IuD0Pg

https://www.tiktok.com/@andreagiostrafilm

Andrea Giostra al mercato di Ballarò_Ph. Mapi Rizzo_2017

“Comunicato Stampa: Mostra di GEOVANI RODRIGUEZ LLERENA il 20 gennaio 2024” | di Meri Lolini

0

La Galleria Patrizia Anastasi Arte, situata presso l’Associazione Culturale Plus Arte Pulse, Viale Giuseppe Mazzini n, 1 Roma, riapre il nuovo anno 2024 con una grande mostra in collaborazione con Helena De Jesus intitolata “ IL VIAGGIO ” dell’ artista cubano GEOVANI RODRIGUEZ LLERENA.

Quante volte abbiamo sentito dire la frase: ” Hai perso il treno ! “.

In questo caso il treno è stato preso da un grande imprenditore, Francesco Bongiovanni, che ha creduto in un artista straordinario di origine cubana, che attraverso le sue opere ci porterà in un mondo pieno di colori e di giochi geometrici. Qui nasce ” il viaggio ” tra differenti arti e culture con Other Couture di Helena De Jesus, il seme che vorrebbe seminare per poter costruire una grande accademia di arte e moda in Africa e Mozambico per poter far emergere talenti impossibilitati dalla loro condizione economica. Si unisce a questo viaggio anche il brand di moda femminile Zineb Hazim. Nato nel 2019 in Italia, ha l’obiettivo di unire l’estetica orientale e occidentale, offrendo un abbigliamento MODEST per le donne HIJABISTE e non solo. Ma non solo abiti dal sapore etnico allieteranno l’atmosfera cosmopolita. Officine di Talenti Preziosi arricchirà l’evento con i suoi gioielli, borse, accessori artigianali e contemporanei. Officine di Talenti Preziosi è un’associazione no profit nata nel 2013 dall’impegno di Marina Valli, designer di gioielli e formatrice. OTP è una community e un incubatore di talenti preziosi che rende sempre protagonista il gioiello insieme all’arte e alla moda. Ma non finisce qui!  All’interno della Plus Arte Pulse troveremo le opere dai profumi esotici di Flavia Mantovan, artista che unisce la pop-art all’espressionismo astratto.  L’inaugurazione della mostra sarà il 20 gennaio 2024 dalle 18.00 in poi e il giorno 21 sara’ visitabile dalle ore 11:00 alle ore 13:30 e dalle ore 15.00 alle ore 18:00. Ufficio stampa Chiara Giuria Cortese.  Sara Cattelan

Per qualsiasi informazione:

334 3482899 Patrizia Anastasi anastasipatrizia5@gmail.com 349 8353099 Sara Cattelan Assistente Patrizia Anastasi sara.cattelan.8@gmail.com Chiaragiuriacortese@gmail.com  Helenadejesus1965@gmail.com  officineditalentipreziosi@gmail.com

“Papà mi connetti?” (Prima Parte) ǀ di Maria Teresa De Donato e Giovanni Tommasini

0

“Papà mi connetti?”

Ovvero

La Dipendenza da Internet delle nuove generazioni (Prima Parte)

 

Brainstorming tra Maria Teresa De Donato e Giovanni Tommasini

 

Cortili che ospitano solo macchine e gatti.  Una volta erano pieni di bambine e bambini che, a seconda dei casi, giocavano spensieratamente a nascondino, a pallone, con le pentoline o le bambole, andavano in bicicletta e si arrampicavano sui muretti e sugli alberi.

Che fine hanno fatto?

Certo quelli tra loro che, come molti di noi, appartengono alla generazione Baby Boomer sono da tempo impegnati in tutt’altro, quando non sull’orlo della pensione.  Ma i bambini di oggi? Dove sono? Come trascorrono il loro tempo libero quando non sono a scuola né sono impegnati a fare i compiti?

Come vedremo, la risposta a queste domande è tutt’altro che rassicurante.

 

 

 

Ciao Giovanni, oggi per inaugurare questa nostra nuova Rubrica affronteremo un tema di grande interesse pubblico, ossia quello delle dipendenze dalla moderna tecnologia delle nuove generazioni.

Nel 2002, tornando in Italia a trovare la mia famiglia dopo tanti anni che mancavo, fui invitata da alcune persone che mi conoscono più o meno dalla nascita a prendermi un caffé, cosa che accettai volentieri perché molte di loro per me sono sempre state un’estensione della mia famiglia.

Alcune tra loro mi dissero: “Maria Teresa, questo giardino è un pianto. I tempi sono cambiati molto da quando eravate piccoli voi e ora in cortile ci sono solo macchine e gatti.”

 

“Dove sono i bambini?” – chiesi io alquanto stupita.

 

“Non scendono più in giardino. Sono tutti rintanati in casa a passare il loro tempo con i videogiochi!” – fu la risposta.

 

Pensare che milioni di bambini in tutto il mondo vengano privati della possibilità di giocare regolarmente ogni giorno all’aperto, al sole, al vento, a contatto con la natura e di anni di spensieratezza è non solo deprimente ma altrettanto allarmante, non trovi Giovanni?

Sì, infatti, Maria Teresa. Concordo perfettamente con te. Una situazione simile l’ho vissuta anche io qualche anno fa.

Una domanda di mio figlio, in un giorno qualunque, ha squarciato quel velo di inconsapevolezza che aleggiava dentro di me e ho improvvisamente sentito crescere, nel tempo, una nuova paura: che i nostri ragazzi rimanessero intrappolati nelle maglie del web.

 

Vorresti raccontarci come sono andate esattamente le cose nel vostro caso?

Eravamo a pranzo sulla bellissima terrazza di una trattoria in campagna, fra le alture di Genova. La natura attorno a noi e il mare di fronte. Tutto sembrava solo da godere e ammirare. Mio figlio, cinque anni appena compiuti, rivolgendosi a me, con aria supplicante, disse:

 

«Papà, mi connetti?».

 

Ci vollero diverse domande prima di capire cosa intendesse. In attesa di iniziare la prima elementare, era con i suoi genitori, in mezzo alla natura e con il mare negli occhi.

Cosa poteva desiderare di più?

Mentre mi sentivo in pieno contatto con tutte le espressioni del mondo, qualcosa, evidentemente, mancava a mio figlio per percepirsi completamente immerso nella realtà.

Aveva bisogno della connessione.

 

Ho intuito, allora, quello che ho compreso appieno poi. Stava nascendo una nuova visione della vita, basata sul sentire degli adolescenti ai tempi del post superfluo: niente è più necessario. Tutto è raggiungibile. A qualsiasi età.
Le domande piene di curiosità che i bambini facevano, sino a pochi anni fa, ora sono a portata di click. Il papà eroe, con le sue risposte formative, non serve più.
Basta chiedere a Google.

Colto da ridde di interrogativi, sono giunto a chiedermi se, ogni volta che si connettono in rete, rischiano di scollegarsi dalla realtà…

 

A cosa sono approdati i tuoi interrogativi?

Alla stesura di un libro. Pensieri e interrogativi sui Millennials: lo scritto di un padre preoccupato. Un confronto fra gli adolescenti degli anni Ottanta, la prima generazione senza guerra, e i figli di oggi, cresciuti davanti a uno schermo: PAPA’ MI CONNETTI?: La perenne connessione e il futuro delle nuove generazioni, che stanno nascendo, crescendo, vivendo, senza l’Altro.

 

Quali sono le finalità di questa pubblicazione e in che modo può aiutare in maniera pratica famiglie e ragazzi, fermo restando che nel caso dei bambini, almeno fino ai 10-12 anni di età, forse i genitori dovrebbero esercitare un maggior controllo rispetto all’uso e al consumo delle moderne tecnologie, non trovi?

Sì, Maria Teresa, sono d’accordo. In molti casi ci vorrebbe sicuramente un maggior controllo da parte dei genitori.

In questo mio libro traccio un percorso che riporti lo sguardo dei ragazzi sulla magia del mondo interiore. Che cosa sarà di loro se, come appare ormai evidente, crescono dimenticando la fecondante funzione dell’altro, così fondamentale per la costruzione del sé e della realtà circostante?

Il mio invito alla riflessione vuole essere un punto di partenza. Ognuno sceglierà su quale aspetto porre l’accento. Come sul web, infatti, anche nella realtà è possibile fare un doppio click sulle parole e intraprendere un percorso per dischiudere nuovi orizzonti. In una ricerca ostinata della relazione autentica, ancorata a ricordi spazio-temporali, si muove il mio invito a realizzare una visione progettuale della vita. Fuori dal labirinto del web ci sono sguardi e parole che ci aspettano. Dobbiamo solo alzare gli occhi e ascoltare.

 

Infatti. Molte delle tematiche che abbiamo menzionato, ad iniziare proprio dall’importanza di connettersi con il proprio mondo interiore e di acquisire maggiore consapevolezza su chi siamo e su come realizzare il nostro potenziale umano sono anche aspetti che ho analizzato nel capitolo The Hypnotic State of Mankind (= Lo stato ipnotico dell’Umanità) del mio libro DARE To RISE – Reshaping Humanity by Reshaping Yourself (= OSA ELEVARTI – Rimodella l’Umanità Rimodellando Te Stesso), per chi volesse approfondire l’argomento, scritto a quattro mani con l’amico e collega Autore Denis Gorce-Bourge.

Quali sono, secondo te, i danni principali che la dipendenza dal web, dai videogame, dai social e da Internet in generale arreca ai ragazzi?

I nostri figli, cresciuti con un video di fronte e noi dall’altra parte, non riescono a fare a meno del web. Siamo spettatori passivi di una nuova realtà, per noi difficile da comprendere e accettare in quanto genitori nati nel secolo scorso. Se non ci sforziamo, però, di trovare un punto d’incontro, rischiamo di perdere la connessione con una generazione che sceglie modelli e miti dai nuovi media.

Quella terrazza, così incantevole, sospesa tra mare e monti, per i ragazzi di oggi non è altro che un posto come un altro dal quale connettersi, incollarsi a un video e perdersi in un virtuale privo di riferimenti spazio-temporali. La realtà nella quale noi genitori, immigrati digitali e figli degli anni precedenti siamo cresciuti, è stata soppiantata da un mondo che isola e annulla i contatti.

 

Come molti genitori, anche tu ti sei posto domande quali: Che cosa fare? Quale futuro ci attende? Quale risposta dare al figlio che chiede di essere connesso?

C’è una soluzione pratica che possa modificare questa realtà o quantomeno aiutare i nostri ragazzi e bambini a non crescere isolati, sostituendo il mondo reale con quello virtuale con tutte le conseguenze del caso?

Appare necessaria una riflessione profonda sulla deriva online che ci ha travolti.

E quel giorno, una risposta l’ho trovata. Ho guardato l’orizzonte, alle spalle del mio bambino, con un solo pensiero: riprendiamoci la vita dei nostri ragazzi.
Questa breve trattazione nasce come lettera di un padre molto preoccupato proprio per le relazioni, per lo più digitali, del figlio. Cercherò di sostenere e argomentare la necessità delle relazioni da tripla AAA anche per i rapporti umani. Non parlo di parametri astratti, ma di peculiarità da corrispondere reciprocamente:

ACCOGLIENZA, ATTENZIONE, ASCOLTO.

ACCOGLIENZA.

LA CURIOSITÀ  DI CONOSCERE
è il più grande dono che puoi fare a un’altra persona.
Denis Waitley

ATTENZIONE.

LA SORPRESA DELLA SCOPERTA
 il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi.
Sir Winston Churchill

ASCOLTO.

IL GENIO DELLA LAMPADA.
Molte persone non ascoltano mai.
Ernest Hemingway

 

Per coloro che non avessero familiarità con la tua attività e le tue pubblicazioni, potresti elaborare questi concetti?

Volentieri. Tre sono le gambe di un tavolo relazionale fondamentali, in egual misura, affinché la struttura si sostenga. Basta che manchi una delle caratteristiche, per compromettere la relazione e far decadere la possibilità di entrare in contatto con sé stessi e con l’altro.

Oggi più che mai, infatti, c’è l’esigenza di riprendere a valutare, proporre ed esigere una reciprocità dei legami. Ogni settore della vita quotidiana si basa sulla richiesta e sulla verifica di questo schema.

Prima di entrare in relazione con un altro soggetto, infatti, l’unico modo di conoscerne l’affidabilità è chiedere una valutazione. I partecipanti alle contrattazioni economiche vagliano sempre il rating del contraente, la sua stabilità e il suo valore. Non sono solo le società e le banche ad adottare questo sistema di verifica. Ognuno di noi, prima di impegnarsi in un rapporto, analizza alcuni dati. Sono fasi necessarie, per stabilire una relazione da tripla AAA.

 

Possiamo fare degli esempi?

Certamente. Prendiamo in considerazione il mondo della finanza. Prima di impegnarsi in un’avventura con un altro soggetto, qualunque ente compie un’analisi approfondita basata su: la relazione (Accoglienza), la raccolta di informazioni e lo studio del materiale collezionato (Attenzione).

I manager, poi, si incontrano e indicono riunioni (Ascolto). Al termine esprimono un giudizio sull’affidabilità del soggetto (l’altro). Il livello di rischio previsto per la relazione appena instaurata è definito con un voto espresso in lettere. Procedendo così, per gradi, chi richiede la valutazione arriva alla decisione finale e stabilisce se entrare in gioco e investire risorse.

Le relazioni sociali possono essere considerate con gli stessi parametri. Le tre AAA rappresentano una serie di atteggiamenti che, se assicurati in maniera costante, accrescono la qualità di ogni rapporto umano.

L’Accoglienza, l’Attenzione e l’Ascolto sono fondamentali per riportare le nuove generazioni offline e convincerle a togliere lo sguardo dallo schermo.

La rivelazione di un mondo emozionale, in cui il contatto con l’altro rappresenta un regalo, è l’unica speranza per restituire valore alla vita e ai rapporti interpersonali.

Scrivo questi pensieri, quindi, alla pari di un appello a mio figlio affinché inverta la rotta e riemerga da una caverna che non è più quella del mito di Platone, ma il buio e solitario antro del mondo virtuale. Mi auguro che ricominci a immergersi, attraverso tutti e cinque i sensi, nella realtà che noi figli degli anni pre-connessione abbiamo vissuto, per fortuna, appieno.

 

I concetti citati legati ad Accoglienza, Attenzione e Ascolto meritano un approfondimento. Rimandiamo, quindi, il tutto ad una Seconda Parte della nostra intervista.

Sì, tanti sono gli aspetti da chiarire. Speriamo che i lettori trovino interessanti e utili queste informazioni e che ci seguano anche nella lettura dei nostri prossimi articoli.

 

 

Il Castello di Axel: un viaggio intimo tra misteri ed emozioni rigeneranti

0

https://amzn.to/490ZGbn

Il Castello di Bretesche, avvolto nella sua maestosa storia e circondato da un’atmosfera di mistero intramontabile, si erge come un simbolo di fascino e leggenda nella suggestiva valle della Loira. Oltre alle pietre che narrano epiche gesta e agli echi dei fasti passati, questo castello cela una dimensione intima, intrisa di segreti e gesti di coraggio. Nello scenario incantevole, la devota governante Marine e l’instancabile giardiniere Fabien, affiancati nelle ultime settimane, svelano le storie avvincenti custodite nel cuore della dimora di famiglia dei de Sauve.

Con il susseguirsi dei giorni, l’incontro con Axel, un giovane che vive nell’ombra delle mura del castello, aggiunge un nuovo e avvincente capitolo all’enigma. Axel, imprigionato tra le mura dorate di ciò che sembra una prigione, vede il suo passato risvegliato dall’arrivo di Dorian, l’ultimo rampollo della nobile casata. Dorian, proponendo di cedere parte del castello al finanziere Eduard Fremont, diventa il catalizzatore di una serie di eventi che spingono Axel ad affrontare un presente incerto, guidato da emozioni intricate e profonde che sfuggono alla sua comprensione.

Nel cuore della trama, emerge la domanda struggente: può l’amicizia confondersi con l’amore? Fabien e Dorian, figure diverse ma speculari, rappresentano le dualità complesse dell’animo umano, regalando uno sguardo profondo sulle intricanti dinamiche delle relazioni.

Il romanzo, con il suo ritmo avvincente, diviene un veicolo di riflessione sulla diversità, sulle paure che essa suscita e sulla nostra capacità di accettazione. L’autore, attraverso questa moderna favola, ci invita a scrutare dentro di noi, sfidando il silenzioso urlo della solitudine e aprendoci all’incanto di ciò che è sconosciuto.

Dorian, Axel e Fabien emergono come archetipi della complessità umana moderna, con le loro sfaccettature che abbracciano l’intera gamma di esperienze umane. Il romanzo diventa così un prezioso compagno di viaggio, un rifugio sicuro per chi desidera immergersi in una lettura avvincente e al contempo ricca di riflessioni sulla vita.

Antistress tra Le Righe: Il Castello di Axel come carezza empatica per l’anima stanca

In un mondo dove la diversità spesso genera paura e il silenzio può diventare assordante, “Il Castello di Axel” si erge come una carezza empatica per le anime in cerca di rifugio. Oltre a narrare le storie affascinanti di Bretesche, il libro si trasforma in una guida delicata per chi vuole esplorare il proprio mondo interiore. La trama coinvolgente diventa uno specchio delle nostre storie, insegnandoci che, in fondo, la chiave per affrontare le paure è il rispetto di sé e degli altri. In questa intricata trama di emozioni, l’autore ci propone un’esperienza antistress letteraria, offrendo una connessione empatica e rinfrancante in un mondo spesso caotico. Un invito a chiudere gli occhi, aprire il cuore e immergersi in questo viaggio magico e terapeutico nel cuore di Bretesche, trovando un rifugio prezioso tra le pagine di questo romanzo.

il mio sito: https://unmondodirugiada.altervista.or

contatti: elygoccedirugiada@gmail.com

“Amaro in vetro”, intervista a Davide Carotenuto | di Serena Derea Squanquerillo

0
“Amaro in vetro”, intervista a Davide Carotenuto

Oggi pubblico l’intervista a Davide Carotenuto, scrittore e avvocato di Portici, sul suo ultimo romanzo “Amaro in vetro”, edito da La Bottega delle parole. Conosciamolo meglio.

Benvenuto, Davide. Prima di parlare del romanzo, ci racconti un po’ di te e di come è nata la tua esperienza con la scrittura?

Grazie, Serena! È un vero piacere essere in tua compagnia. Devo dire che di me, in genere, parlo davvero poco. Preferisco scrivere a dirla tutta. Ed è così che è nata la mia passione. Da ragazzino, spesso, mi rintanavo nella mia cameretta e buttavo giù tutto quello che mi passava per la testa. A volte pensieri e a volte racconti. A volte pure scarabocchi. Molto dipendeva dal mio stato d’animo del momento. Da “grandicello” ho avuto sempre meno tempo per scrivere per me.

Esercito la professione di avvocato e, come immagini, trascorro gran parte delle mie giornate a scrivere per gli altri. A raccontare le storie di altri. Però un poco di spazio riesco ancora a ritagliarmelo e il mio “Amaro in vetro” ne è la dimostrazione.

Il romanzo “Amaro in vetro” è un’autobiografia. Quanto c’è di reale esperienza personale e da quale presa di coscienza nasce il tuo libro?

Tutte le storie di cui racconto, sono figlie dell’esperienza personale e della vita di tutti i giorni. In “Amaro in vetro”, in particolare, racconto di un periodo alquanto turbolento della mia vita in cui, ad un certo punto, mi pareva davvero che non fossi destinato alla felicità e a quell’incontro che ti cambia l’esistenza.

Ho cominciato a scriverlo nel 2016 per poi concluderlo nel 2021. L’ho scritto di getto e senza mai forzarmi. L’ho scritto raccontando di quello che mi accadeva e basta. E devo dire che lo scorrere delle parole lungo le pagine bianche è stato un bell’esercizio di introspezione. È stato un modo per guardarmi dentro e per cominciare a pormi delle domande nuove, diverse dal solito. Sai, quando una storia finisce e soprattutto quando finisce male, siamo tutti un po’ portati alla demonizzazione dell’altro. Forse perché liquidare la fine di una relazione soltanto come frutto delle colpe altrui o di un destino avverso, aiuta a dormire meglio la notte.

Ecco, diciamo che a un certo punto le classiche frasi fatte non mi sono bastate più. E così ho cominciato a guardare più alle mie mancanze che a quelle altrui. Il mio “Amaro in vetro” vuole essere proprio questo. Un modo per guardare le cose da un altro punto di vista, oscillando tra una lacrima e una risata di gusto.

#FATTIESTRAFATTI: “SIAMO RIMASTE NUDE NELLO SPECCHIO”, IL RUOLO DELLE DONNE NELLA RACCOLTA DI EMILIA TESTA

0

#FATTIESTRAFATTI: SIAMO RIMASTE NUDE NELLO SPECCHIO, IL RUOLO DELLE DONNE NELLA RACCOLTA DI EMILIA TESTA

Carissimi lettori, rieccomi con la mia seguitissima rubrica #fattiestrafatti. Oggi sono in compagnia della poliedrica scrittrice Emilia Testa. La sua ultima raccolta di racconti si intitola: “Siamo rimaste nude nello specchio” per GIOVANE HOLDEN EDITORE.

Nata a Napoli, attualmente vive a Ravenna. Ha studiato cinema e drammaturgia al DAMS di Bologna. A Ravenna collabora come visual merchandising per alcune aziende di moda. Amante della letteratura e della poesia, quale mistero inesauribile della vita, scrive racconti e testi poetici, curando le parole, come un miniaturista, facendone storie di donne, di sentimenti, di stati d’animo, di paesaggi, di città, di digressione. È amante della musica jazz e dell’arte contemporanea, adora la montagna, ma vorrebbe vivere nel centro di Milano. Dal 2017 ha riportato numerosi successi in diverse rassegne poetiche e letterarie. Recentemente si è aggiudicata il primo posto nei Concorsi nazionali: Stabia in versi, a Castellamare di Stabia, Io racconto, ad Alfonsine (Ravenna) e Clepsamia, a Milano. Ha all’attivo varie pubblicazioni in diverse, prestigiose, antologie di racconti e di poesie. Nel 2021 ha visto la luce la sua prima raccolta poetica “La logica del cuore – Ho scritto ti amo e tante altre parole sconnesse”, per la casa editrice Dantebus. Ad aprile 2023 ha pubblicato il suo secondo libro “Siamo rimaste nude nello specchio”, per la casa editrice “Giovane Holden”, una raccolta di racconti che riflette sul ruolo delle donne e che affronta temi sociali e civili per un mondo più libero, dove tutti e tutte siano, in primis, liberi di amarsi.

Il fil rouge delle cinque storie che compongono la raccolta “Siamo rimaste nude nello specchio” è ascrivibile a un cammino, diradato e faticoso, nel mondo femminile, nei sentimenti, nella scoperta dell’amore. In ognuna delle cinque protagoniste, il cui nome dà il titolo ai rispettivi racconti, domina la solitudine, a volte evidente, altre volte camuffata in un controcanto cinico fatto di disincanto. L’incontro con un’altra donna diviene speranza di rinascita, sempre. Anche quando l’amore è quella nota disturbante, inattesa, che irride al nostro io indistruttibile e non lascia alternative al vivere. Come avviene ne “Il caso Valeria M.”, un racconto attraversato da slanci visionari, dove impera il conflitto tra amore e istituzione, tra natura e ragione. Ne “La rabbia di Ester” l’amore si rivela effimero, la Dulcinea tanto sognata non riesce a ricambiare le aspettative della giovane protagonista, Ester, che si perde negli intrecci e nei tormenti della sua mente. In “Marta (o il grande boh)” la ricerca della propria identità sessuale, sempre evocata ma mai realizzata del tutto, ha l’urgenza di un diario che diventa gesto di protesta, verso il mondo, verso se stessi. Spesso l’adolescenza, età in bilico tra il sole e l’uragano, diventa il malessere della felicità, quando ti senti in balia delle decisioni dei grandi. Come avviene ne “Il sogno di Laura”, dove l’avversione verso un ambiente che si percepisce ostile, si stempera grazie a un volto nuovo. Ma l’amore può essere anche incanto, una visione riconoscibile lungo i chilometri ripetitivi e noiosi di un’anima inquieta. Come accade alla protagonista de “L’incanto di Roberta”: una sconosciuta, un sorriso, la fa incespicare in un sogno.

  • Benvenuta Emilia a questa mia rubrica #fattiestrafatti. Prima domanda di rito: Quanto sei #fattaestrafatta di pensieri da mettere su carta?

Grazie, cara Daniela, anzitutto ti dico che sono molto contenta di ritrovarmi qui, a parlare con te. Grazie del tuo invito. Direi, per rispondere alla tua domanda, che sono “fatta” di intenti. Il primo è quello di creare, mentre ti rispondo, una politica delle alleanze e delle somiglianze tra donne, ma non solo, perché vorrei riconciliare anche gli uomini con la realtà del femminile, fatta di trame intricate. “Strafatta” per creare un sodalizio con chi mi legge, per imparare insieme a desiderare, senza confini. Avere un’anima inquieta, che è poi la stessa che hanno le mie protagoniste.

 

  • “Siamo rimaste nude nello specchio” è un affresco sincero sui sentimenti femminili, una raccolta di racconti che esamina il mondo femminile attraverso le scelte scomode e non convenzionali delle protagoniste, scelte che riguardano anche la sfera e gusti sessuali. Il titolo è molto interessante, ma qual è il suo reale significato?

 

Sì, è una somma di storie: di donne, ma anche di uomini, sebbene le figure maschili appaiano più secondarie, forse negative nel loro pensare “datato”, vittime a volte del patriarcato, ma anche vittime, talvolta, di un sistema consortile fatto di quieto vivere. Queste donne, ne sono cinque, e sono le vere protagoniste, ma in realtà ne sono tante di più, sono donne in cammino, impattano, a un certo punto, in un qualcosa, o in una persona, che le aiuta a individuare sé stesse. Scegliere di intitolare il libro così, (con un evidente errore grammaticale si dovrebbe dire “davanti allo specchio”, anziché “nello specchio”) è stata una scelta voluta. Da ragazzina avevo letto “Alice”, di Lewis Carrol, la bambina che, anche attraverso vari film, abbiamo imparato a conoscere un po’ tutte e tutti.

Ebbene, Alice non riesce a guardarsi allo specchio, non ritrova in esso i suoi contorni, la propria immagine di donna che lei sente molto più vicina alla figura paterna, di cui vorrebbe seguire le orme, che a quella materna. Ma la gente non fa altro che dirle che una ragazza non può essere capitano. Alice non si rassegna, anzi ha coraggio e stima di se, e con estrema sincerità si lancia nello specchio. Va a ritrovare il suo passato, e capisce che non può recuperarlo, il passato è passato. Ma può rileggerlo e comprenderlo, alla luce di quella che lei è diventata, e quel vissuto apre uno spiraglio nella sua anima. Ho pensato che anche le mie donne, mentre scrivevo, si potessero liberare attraverso stralci di vita nuova, potessero emergere tra le righe, con una nuova carica vitale, con un desiderio di essere amate, e, soprattutto, capite, attraverso occhi e braccia amiche. L’amore verso un’altra donna è quasi un accadere casuale alla vita di ognuna, è quel desiderio dai confini indistinti, è la colla di solidarietà tra donne, la fine di ogni ansia di controllo.

 

 

  • Le donne nella nostra società: Nude, vestite, avvilite, agguerrite, timorose, coraggiose, sfruttate, emancipate. Quale di questi aggettivi condividi o preferisci?

Credo che coraggiose sia il termine più adatto. Certo, a volte anche agguerrite, per forza di cose, sebbene il termine rimandi alla guerra e, in termini di rivendicazione dei propri diritti, non l’amo molto, soprattutto di questi tempi. Però, tante volte avvilite, perché non comprese, sminuite nel loro ruolo sociale, predestinate a una vita finta. Eppure molte di loro ci entrano davvero a restare nude in quello specchio, alla luce della propria paura, una paura che diventa promemoria di rinascita. Le donne, Daniela, portano dentro una grande ricchezza, ma spesso non hanno nessuno con cui dividerla, e restano vittime di una misteriosa speculazione. Ho la sensazione che, oggi più che mai, le donne non sanno più dove convenga posarsi e deporre il proprio uovo di cuculo.

 

  • La tua scrittura è meticolosa, attenta, priva di inganni ammiccanti verso il lettore. Come coltivi questa tua passione e quanto, a volte, può essere #fattaestrafatta di stanchezza?

Ti ringrazio per questa domanda. Sì, mi è stato detto più volte. Sarà che vengo dalla poesia, e la poesia mette ogni sensazione in metafora, suggerisce ma non ammicca. Ed ha una grande forza liberatoria. Ho capito che questo modo di scrivere crea un legame tra chi legge e le protagoniste del libro, e proprio tramite parole evocative, misurate, ma, a tratti taglienti, spingo i miei lettori, le mie lettrici, ad esplorare le proprie emozioni più intime, a scoprire anche un po’ di sé stessi/e nello specchio delle parole. Lo sguardo attento al dettaglio, e la voglia di catturare l’essenza del mondo intorno a me, mi costa fatica, la ripetizione di piccoli sforzi quotidiani. La fatica di dire anche molte verità scomode, e, come diceva Ovidio, “Niente è meno faticoso dello stare zitto”.

  • Parliamo delle protagoniste di questa raccolta. Roberta, Federica, Valeria, Marta, Ester. Chi sono?

Sono creature a tratti inventate, a tratti iper reali. In esse convogliano alcune amicizie, vere o virtuali, tante donne alla cui storia mi sono affezionata, anche se, nel narrare la loro vita, il loro male di vivere, ho notato spesso delle reticenze. Reticenze che nel libro sono figuratamente araldiche, visto che io sono pronta a raccontarle per loro. Roberta, Federica, Marta, Ester, Laura, sono me, e io, Emilia, sono loro, scrivere di loro è scrivere di me.  Volevo un libro a tematica Lgbt che fosse centrato sul mondo femminile, di libri sull’omosessualità maschile ce ne sono tanti, gli uomini, da sempre, hanno più coraggio ad esporsi. Ho scritto di donne lesbiche, trivellando in profondità, senza paura. Per attivare in loro un cambiamento. Perché ogni persona deve seguire le proprie inclinazioni sessuali, e quelle del cuore, deve assistere, in modo realistico, allo spettacolo della propria vita. Certo, qualcuna delle mie eroine, mi piace chiamarle così, anche se sono donne dalla vita normale, non riuscirà a venir fuori da quello stato di ubriacatura “passionale-moralistica”, e si perderà lungo la strada. Ma mai, scrivendone, io mi sono dimenticata di amare anche loro.

  • Sicuramente sono donne non omologate e tu hai raccontato senza timore l’omosessualità femminile. Quanto cammino c’è da fare per una vera libertà e identità sentimentale?

Credo ci sia ancora tanto da fare, da dire. Ecco perché le donne, etero, lesbiche, bisessuali, asessuali, non devono più sussurrare, nascondersi, contraddirsi. Purtroppo molta gente è ancora ostile a un discorso di parità di genere, di libertà dell’individuo. Ancora oggi, per molti ragazzi e ragazze omosessuali, vivere in clandestinità la propria sessualità è una scelta obbligata, soprattutto in questi tempi che vanno sempre più verso una deriva tradizionalista che affievolisce il proprio coraggio. Ma il cambiamento nasce proprio dalla verità, anche quella più compromettente. Le donne soprattutto devono rimettere in circolo le loro aspettative, le loro consapevolezze, la loro identità, in una forma più nuova e lucente. Anche se ammaccata, ognuna di noi ha il proprio spazio segreto fatto di desideri, di forme e colori.

  • Le emozioni imperversano in questa tua fatica letteraria. Quanto hai sottratto e quanto, invece, hai aggiunto a riguardo di queste emozioni durante la scrittura?

Ho cercato di sottrarre il troppo coinvolgimento interiore, ecco perché sono riuscita a scrivere delle storie spiazzanti e sincere, a tratti brutali, e mentre scrivevo, facendo anche una sorta di personale coming out, mi sono scagliata lontana, e appartata da tanti rumori, da una vita convulsa e insieme indifferente.  quella che poi viviamo un po’ tutti, e tutte. “Che assurdità”, mi dicevo, “voler vivere così da solitaria, mentre si scrive”. Eppure ho capito che l’isolamento è il mio stato naturale quando scrivo, solo così riesco a cogliere qua e là i tratti di una mirabile somiglianza con i miei personaggi. Mentre narravo le loro storie vedevo le mie donne che ammiccavano tra di loro, talvolta si nascondevano, in silenzio, in altri momenti riproducevano a memoria i miei pensieri. E venivano fuori i loro contorni, le loro voci, i cieli sotto i quali vivevano, il grigio del centro elegante, il verde disagiato di tante periferie.  Ecco, proprio la forzata solitudine mi ha spinta a raccontare di sentimenti, di amore tra donne, dei tanti pregiudizi ancora presenti tra noi, che spesso (quando raramente accade) vengono raccontati in modo sommario.

  • Quali sono i tuoi progetti futuro in campo letterario?

Ho messo mano, da qualche mese, a un altro sogno, un romanzo vero e proprio. Intendo sempre portare avanti le tematiche lgbtq, stavolta sia al femminile che al maschile. Sarà ambientato a Napoli, questo lo so, gli anni saranno quelli tra i ‘70 e gli ‘80. L’io narrante sarà sospeso o sospesa (non svelo troppo) tra politica, fatta di pacifismo e di lotta, amicizia, scoperta della propria scandalosa sessualità, famiglie distopiche, fuga dai cliché, in una città in pieno cambiamento, quando si credeva che qualcosa di favoloso si sarebbe avverato. In una profondità di visione che avrebbe portato a una rinascita totale. Chissà se mai c’è stata quella rinascita tanto auspicata dai giovani di quegli anni. Chissà se mai ci sarà.

  • L’ultima domanda, sempre di rito: Tre aggettivi per descriverti.

Sai, ti racconto una storia: anni fa, a casa di mamma, in un tascapane che usavo al liceo, avevo trovato, tra vecchi fogli sbiaditi e una penna bic, anche un biglietto stropicciato, c’era scritto “tu sei una ragazza sognatrice, ma troppo volitiva, e troppo indipendente, per me. Io non posso stare con te, anche se ti voglio bene”. Mi ero ricordata immediatamente di quel biglietto: me l’aveva scritto un ragazzo, di qualche anno più grande di me, col quale avevo avuto una breve liason. C’ero rimasta male. Sentivo di essere deludente per tutti, a quei tempi, troppo diversa, troppo mentalmente avanti… Anche per quel ragazzo che si chiamava Salvatore, me lo ricordo bene.

  • Un grande in bocca al lupo Emilia.

Grazie mille, Daniela, evviva il lupo. Grazie perché parlare con te è stato come parlare ad un’amica, un incontro spontaneo, allegro e cordiale. Mi sono sentita così a mio agio che ho detto tutto quel che mi passava per la testa.

Ringrazio la bravissima Emilia Testa e non vedo l’ora di leggere un suo romanzo.

In basso il link di acquisto della raccolta “Siamo rimaste nude nello specchio”.

https://www.amazon.it/Siamo-rimaste-nude-nello-specchio/dp/B0C2S8RTJC

DANIELA MEROLA

 

“La vera storia di VITTI ’NA CROZZA”, Autori, Misteri, Morte, Miniere” di Sara Favarò Ai Cavalieri Hotel | Palermo, mercoledì 17 ore 17,30

0
La vera storia di VITTI ’NA CROZZA

Palermo, mercoledì 17 ore 17,30, “La vera storia di VITTI ’NA CROZZA Autori, Misteri, Morte, Miniere” di Sara Favarò Ai Cavalieri Hotel

Sarà presentato a Palermo, mercoledì 17 gennaio alle ore 17,30, Ai Cavalieri Hotel di Via Sant’Oliva n. 8, “La vera storia di VITTI ‘NA CROZZA Autori, Misteri, Morte, Miniere” di Sara Favarò, Giambra editori.

83o pubblicazione dell’Autrice che, dopo una trentennale ricerca sulle origini, il significato, gli autori della canzone più famosa e vilipesa del panorama del canto siciliano, fa luce su tante verità celate. “Grazie ad ulteriori prove testimoniali, credo di potere asserire che il testo ha una paternità ben definita sia musicale che testuale” – asserisce.  Scoperta di identità che sfata la convinzione che si tratti di un canto di anonimo.

Questo testo che vi accingete a leggere è un risarcimento: alle urla disperate di un popolo di minatori oppresso, e agli ignoti e inconsapevoli autori di una canzone simbolo della Sicilia nel mondo; all’interprete, adesso non più ignoto, […]  – scrive Giuseppe Lo Bianco nella prefazione al libro – Vitti ’na Crozza, grido di dolore, disperazione e morte (agognata) trasformato in una parodia allegra e irriverente [..] che nulla aveva a che fare con la disperazione di chi l’aveva composta. Ma è soprattutto un risarcimento per i minatori siciliani […] Ci volevano la passione e lo sguardo acuto di Sara Favarò, cantautrice folk, poetessa e scrittrice, che per una volta ha smesso questi panni indossando con scrupolosa competenza quelli di ricercatrice di tradizioni popolari per svelare il doppio inganno di una canzone senza un detentore ufficiale dei diritti di autore, e per questo saccheggiata, arrangiata, modificata, rielaborata in nome del mercato: discografico, cinematografico, televisivo e dell’intrattenimento a tutti i livelli.”

Interverranno alla presentazione: il giornalista e scrittore Giuseppe Lo Bianco, la docente e critico letterario Mariza Rusignolo, il maestro e compositore Giuseppe Maurizio Piscopo e l’Autrice.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Il libro: “Anime” di Anna Maria Esposito, edito da Officine Culturali Romane

0
Anna Maria Esposito

Le anime si riconoscono, si cercano, si rincorrono, sono legate da un filo rosso invisibile, indissolubile… vivono dentro di noi.

Secondo la teoria della reincarnazione le nostre anime tornano sulla terra più volte  scegliendo, di volta in volta, nuovi involucri in cui vivere. Lo scopo è lo sviluppo spirituale.

Veniamo a questo mondo con un progetto dell’anima, da perseguire, ma che dimentichiamo ben presto al momento della nuova reincarnazione. Esiste, infatti, la legge dell’oblio che annulla, al momento della nuova reincarnazione, tutto ciò che si è stati, proprio per non essere inibiti dal ricordo di esperienze negative vissute in epoche precedenti.

Ci parli del tuo libro? Come nasce, qual è l’ispirazione che l’ha generato, quale il messaggio che vuoi che arrivi al lettore, quale le storie che ci racconti senza ovviamente fare spoiler?

“Anime”, edito da Officine Culturali Romane.

Amante delle filosofie orientali,  secondo le quali l’anima dopo la morte si reincarna in altri organismi umani, animali o vegetali o minerali fino alla definitiva liberazione della materia, dunque anche i nostri amici a quattro zampe hanno un Karma, ho cercato di dare una mia visione del viaggio dell’eroe su questa terra.

E come sostiene il mio editore, Andrea Lepone, l’anima è da sempre il tratto distintivo dell’umanità, il concetto che ha affascinato migliaia di artisti, pensatori, scienziati. Quel che si cela dietro l’estetico involucro dell’individuo, oltre il suo corpo, quel filamento di connessioni che si correlano al sentimento e al dubbio, gli argomenti relativi a tale corrente filosofica sono sterminati.

I miei versi, che si diramano in un labirinto fatto di immagini, ricordi, contemplazioni lente, meditative, risvegliano gli animi assopiti di quei lettori che nell’oltre, nel sogno, nel mondo onirico che accarezza e culla ciascun uomo, hanno smesso di credere molto tempo fa, restituendo un bagliore di speranza e una manciata di briciole di amore poetico.

In ogni viaggio dell’eroe è il libero arbitrio a farla da padrone. Comunque vada, protagonisti del proprio destino e mai arrendevoli vittime.

Dunque dalle tenebre più profonde, s’intravede sempre uno spiraglio di luce.

La mia poesia è uno spaccato di vita, racchiuso in uno scrigno di emozioni, sensazioni, vibrazioni da condividere  con I lettori tutti.

La vita, questa travolgente energia che attraversa ere e galassie, con tutte le sue prove, è la mia musa ispiratrice.

Dunque chiunque potrà rispecchiarsi in ogni mia ode.

Chi sono i destinatari che hai immaginato mentre lo scrivevi?

Ho pensato a tutti coloro che sono alla ricerca della propria identità spirituale. A chi cerca una spiegazione ad alcuni fenomeni che vanno al di là della comprensione umana o un rimedio che attutisca alcune ferite profonde. Ma soprattutto un metodo per capire l’animo umano, una ragione per amarci di più, di perdonarci di più, per stare bene. Solo ritrovando noi stessi… possiamo amare gli altri e creare un mondo migliore da lasciare ai nostri posteri.

Una domanda difficile: perché i nostri lettori dovrebbero comprare “Anime”? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria o nei portali online per acquistarlo.

Il mio libro, “Anime”, è un prontuario emozionale, in cui in ogni poesia si rispecchia una prova della vita e, a volte, senza voler sembrare presuntuosa, si può anche trovare un consiglio o una parola di conforto o di gioia.

Come recita un vecchio adagio svedese: “Un dolore condiviso è un dolore dimezzato, una gioia condivisa è una gioia raddoppiata”.

C’è qualcuno che vuoi ringraziare che ti ha aiutato a realizzare la tua ultima opera letteraria? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi pubblicamente?

Nulla succede per caso, gli incontri sono stati già previsti, prova ne è l’intreccio di stili artistici diversi che hanno reso unico il mio libro.

Grazie a Francesca Sirianni, pittrice che con le sue tavole ha dato corposità ai tumulti della mia anima; a Klaus Costa, Rettore degli Uffizi D’Arme, che con i suoi tratti araldici ha stilizzato le mie parole; al Dr. Marco Gusmini che nelle sue foto ha cesellato le cangianti espressioni del mio viso; a Roberto Carlotto, musicista, che ha saputo interpretare le vibrazioni del mio essere traducendole in forme e colori che mi rappresentano a pieno, dando vita alla copertina del mio libro “Anime”, edito da Officine Culturali Romane; infine al mio editore Andrea Lepone che ha creduto nella mia opera poetica certamente insolita.

BREVE BIO DELL’AUTORE:

Anna Maria Esposito nasce a Lucerna, Svizzera, professionista caleidoscopica e multiforme, ha al suo attivo ben più di una abilità.

Giornalista, conduttrice radiofonica e televisiva, erborista ed amante delle scienze esoteriche, trasferisce la sua conoscenza nella vita, trasmutando i sogni quotidiani in magiche realtà.  Scrive poesie sin da bambina. Recentemente si è avvicinata ad un nuovo genere per trasmettere le sue energie magnetiche ed “Amazzone” è proprio l’audio libro di poesie che detiene tutta la sua luce interiore. Una raccolta musicata dal notissimo artista, Roberto Carlotto già Dik Dik alias Hunka Munka. Attualmente sentite la sua intensa vibrazione vocale sulle inebrianti onde di Radio CRT, nel programma da lei ideato e condotto che prende il nome di “Blaterando”.

Anna Maria Esposito è annoverata: nell’Enciclopedia dei Poeti Italiani Contemporanei 2021 Aletti Editore,

La “Panchina dei versi”, II edizione, Aletti Editore,

Il Federiciano Amaranto 2022, Aletti Editore.

Si è dedicata poi anche alla narrativa nel libro saggio “Da un’avversità nasce un’opportunità”, Biblios Edizioni.

Autrice di una raccolta di poesie, “Enigma”, un viaggio a ritroso nelle emozioni di vite precedenti, che riemergono nel presente, coprodotta con la Casa Editrice Internazionale El Doctor Sax.

“Anime” è il suo ultimo lavoro, edito da Officine Culturali Romane.

Anna Maria Esposito con l’opera: “Anime”, edito da Officine Culturali Romane. Pubblicato nel 2023.

il libro:

Anna Maria Esposito, “Anime”, 2023:

https://officineculturaliromane.com/

 

il libro:

Anna Maria Esposito, “Enigma”, 2022:

https://amzn.eu/d/eb5iKEH

Artisticando di Anna Maria Esposito:

https://www.facebook.com/profile.php?id=100077337230142

 

Noir e Thriller al femminile | Angela Caputo

0

 

Intervista a Carola Cestari, autrice di “Oscura Mente”
Noir e Thriller al femminile | Angela Caputo


Oggi incontriamo Carola Cestari, autrice nata a Milano, città che lascia per trasferirsi prima a Treviso e, in seguito, a Padova, dove si laurea in Statistica Economica. Durante l’università trascorre un anno a Glasgow, in Scozia. Per lavoro si trasferisce per tre anni a Torino e dal 2007 vive a Milano con la famiglia. Ama viaggiare, per lavoro e per passione. Adora i gatti e gli orti sui balconi. Ha iniziato a scrivere racconti e storie brevi nel 2018: da allora è stata premiata in una cinquantina di concorsi letterari. Nel maggio 2021 è stato pubblicato il primo romanzo poliziesco “Nero Catrame” con Dragonfly Edizioni. A fine gennaio 2022, la raccolta di racconti “GiallOscuro”, sempre con la stessa casa editrice. Nel maggio 2022, è stato pubblicato il sequel di “Nero catrame”, dal titolo “ImPURO SANGUE” e nel settembre 2023 la raccolta di racconti thriller “OscuraMente”, entrambi con Dragonfly Edizioni. Nel novembre 2023, con la casa editrice Land Edizioni, ha pubblicato il romance “Cuore in apnea”.

Oggi però Carola ci parla di “OscuraMente”, una raccolta di racconti noir molto particolare. Puoi dirci senza spoiler le caratteristiche di questa opera e perché i lettori dovrebbero affezionarsi al tuo libro ?

OscuraMente è una raccolta di 16 storie in cui il mistero della mente umana rappresenta il filo conduttore. Ciò che mi ha ispirato sono stati i racconti di persone a me vicine o storie particolari lette nei media o ascoltate nei telegiornali, poi rivisitate e trasposte. Tratto temi per me importanti come la violenza di genere e il bullismo, la malattia (come l’Alzheimer) e l’infanzia trascurata. Menti malate, appunto “oscure”, possono arrecare sofferenza e dolore, ma il riscatto è possibile, soprattutto quando sopraggiungono l’amicizia e l’amore.


Dolore, amicizia, amore, malattia e morte. Sono queste le tematiche che affronti in questa opera, ma basta leggere il titolo per pensare anche a un genere preciso: il thriller. Che differenza c’è con il noir?

In generale, nei noir le descrizioni sono piuttosto cruente e drammatiche, spesso c’è un detective “maledetto” che lavora in contesti cupi e pericolosi. Si ritiene sia una variante del genere letterario poliziesco o dell’”hard boiled” statunitense degli anni Venti del secolo scorso. Nei miei due romanzi la protagonista è in effetti una poliziotta che lavora in una città piovosa e pericolosa, Vancouver. Lei stessa è una persona fragile complicata, con molti lati oscuri. Quindi qualche assonanza c’è sicuramente con il genere noir. Nei miei libri io però amo narrare di misteri da risolvere analizzando i dettagli, le informazioni a disposizione e formulando ipotesi. Il thriller è funzionale alla scrittura di una storia nella quale il lettore possa trovare dei protagonisti descritti a 360 gradi, che non siano dei supereroi ma persone simili a lui, con fragilità e qualità nelle quali riconoscersi. Questo è ancora più evidente nella raccolta di racconti “OscuraMente” dove è la mente offuscata, complicata o pericolosa a far da protagonista.


Dal genere ricordi molto Stephen King, quali sono in realtà i tuoi idoli in tema di lettura ?

Gli scrittori che amo maggiormente sono Ilaria Tuti, con la sua interessante protagonista Teresa Battaglia, Stephen King che adoro anche se talvolta trovo alcuni romanzi veramente spaventosi, Giorgio Faletti di cui amo la scrittura “chirurgica” e precisa come una lama, i grandi giallisti del passato come Ellery Queen e Agatha Christie, senza dimenticare Isaac Asimov, che oltre ad essere stato un grande scrittore di fantascienza, ha scritto molti deliziosi racconti gialli.


Quando è nata la tua passione per la scrittura?

Piuttosto di recente, nell’agosto del 2018, quando ho iniziato per caso e per divertimento a partecipare a dei concorsi letterari. Prima di allora, non mi ero mai cimentata nella scrittura, ma sono da sempre una lettrice onnivora! Ho avuto la fortuna di vincere alcuni premi, in particolare quello indetto dalla casa editrice Dragonfly, con la quale poi ho pubblicato il mio primo romanzo giallo “Nero catrame”, e a seguire altri libri gialli.


Progetti per il futuro ?

Sempre tanti: sto scrivendo il terzo caso che la poliziotta Anna, già protagonista dei miei romanzi “Nero catrame” e “ImPURO sangue” si troverà a risolvere. Inoltre, sto completando un romanzo di fantascienza. E naturalmente continuerò a partecipare a concorsi letterari, che rappresentano per me un’ottima palestra di scrittura per cimentarsi in generi letterari diversi e mi danno l’opportunità di incontrare altri autori e confrontarmi con loro. A maggio vorrei partecipare al Salone Internazionale del Libro di Torino, che è sempre una grande fonte ispirazione e permette di incontrare di persona i grandi scrittori italiani e stranieri.

Link per acquisto: OscuraMente https://amzn.eu/d/3k1SvzX
Carola Cestari è a disposizione nei suoi social Facebook e Instagram.
https://www.facebook.com/carola.cestariscrittrice

https://www.instagram.com/carola.cestari_writer?igsh=MWt6aXhhNGRxaXBkYQ==

“A casa, io e te”, intervista ad Alfredo Carosella | di Serena Derea Squanquerillo

0
“A casa, io e te”, intervista ad Alfredo Carosella, di Serena Derea Squanquerillo
Oggi pubblico l’intervista ad Alfredo Carosella, architetto e scrittore di Campobasso, che ha vinto il Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Talenti Vesuviani 2020”, con il romanzo Sulla schiena del cielo e il Premio Unico Miglior Autore di Narrativa al Concorso “Caffè delle Arti” di Roma nel 2018, con il racconto Amore sospeso inserito nell’antologia “Napoletani per sempre”.

 

Benvenuto, Alfredo. Prima di parlare del romanzo, puoi raccontarci un po’ di te e di come è nata la tua esperienza con la scrittura?

Apparentemente tutto è iniziato nel 2011, quando ho sentito l’esigenza di raccontare la storia dell’adozione internazionale del mio secondo figlio. Con mia moglie ci siamo resi conto di non conoscere affatto il mondo delle adozioni, pur avendone degli esempi tra amici e parenti. Siamo rimasti sorpresi dalle lungaggini burocratiche e dagli ostacoli che abbiamo dovuto superare avendo già una figlia e ho voluto raccontare cosa ci è successo scrivendo il mio primo libro. Ho detto “apparentemente” perché, subito dopo la prima pubblicazione, sono stato contattato da una ragazza che frequentavo quando avevo diciassette anni: mi ha mandato la foto di una lettera nella quale le scrissi “da grande farò lo scrittore”. Lo avevo dimenticato.

Il romanzo di cui parliamo è “A casa, io e te”. Cosa significa il titolo? Raccontaci un po’ della trama e dei personaggi.

La casa è un elemento centrale nella storia che racconto. Mario Russo, il protagonista, ne cambia diverse sin da quando era bambino: c’è la casa dell’infanzia che viene danneggiata dal grande terremoto del 1980; quella dello zio paterno che offre un rifugio temporaneo alla sua famiglia e che però Mario, stranamente, non aveva mai conosciuto prima. Si tratta di una bellissima casa a Posillipo, piena di luce e di libri. Poi ci sono gli alloggi “provvisori” che il Comune ha costruito per i terremotati: prima l’allucinante campo bipiani realizzato con cartone e amianto, poi il “Chiodo”, edificio che non esiste realmente, ma che ho piazzato davanti agli enormi fabbricati realizzati a via Taverna del Ferro a Napoli Est; sono quelli con i murales di Jorit tra i quali spicca il Maradona più grande del mondo. Proprio in queste settimane si è appreso che il Comune demolirà gli alloggi “provvisori” (che sono lì da quasi 40 anni) per riqualificare l’intera area con i fondi del PNRR. Mi fa una certa impressione pensare che il mio libro resterà una piccola testimonianza di ciò che è stato.

“Vite convergenti” – Romanzo di Elisabetta Fioritti ǀ Recensione di Maria Teresa De Donato

0

 

A distanza di qualche tempo, Elisabetta Fioritti ci regala un altro bellissimo romanzo. Se L’odore dei giorni era stato il libro dei ricordi legati principalmente all’infanzia, all’adolescenza e alla prima giovinezza, Vite convergenti è il romanzo dell’età adulta, della crescita sia fisica sia interiore e della maturità.

Da quel senso di protezione che caratterizza soprattutto la prima parte nella nostra esistenza, la Vita continua con l’altalenarsi di momenti felici, cui ne seguono altri bui ed altri ancora i cui eventi ci colgono non solo di sorpresa, ma spesso anche completamente impreparati. Le ferite restano, ma l’istinto di sopravvivenza, rafforzato dall’amore in qualunque sua forma e sfera si presenti, costituisce un ottimo incentivo a ricominciare una vita degna di essere definita tale e a far sì che il sorriso torni ad illuminare i nostri volti.

Tra il cielo azzurro di Roma, che sovrasta il suo andamento spesso caotico e disorganizzato, e i tramonti berlinesi con gli alberi innevati si cerca il proprio posto nel mondo, l’opportunità di farsi strada dando libero sfogo alla propria creatività nella speranza che quest’ultima venga riconosciuta ed apprezzata. Le scelte a volte sono tutt’altro che facili quando non si è più soli e si devono considerare pro e contro che eventuali trasferimenti avranno non solo su di noi, ma anche sul resto della famiglia. Amore, empatia, comprensione e, quando è possibile, l’eventuale supporto del nucleo familiare composto anche dai nonni facilitano il tutto e spianano la strada al successo delle nostre iniziative.

L’amore di coppia, quello verso i figli, così come quello per i nonni, i suoceri e i parenti più prossimi riveste anch’esso un ruolo primario in questo romanzo, evidenziando, ancora una volta, come l’amore costituisca un elemento di forza e faciliti il superamento delle prove ed il raggiungimento delle mete. Non tutto, naturalmente, è prevedibile o controllabile da parte nostra. L’importante, però, è “continuare a sperare sempre [avendo fede che] dopo la notte più buia nasce sempre la luce di un nuovo giorno.” (Fioritti, p.152, 2021)

Aspetti come quello della salute e “dell’esperienza extrasensoriale al limite dell’esistenza” (p.128) vengono anche menzionati in questo lavoro ricordandoci che “la medicina è una scienza ma in certi casi china il capo, di fronte all’arcano.” (p.131)

La fragilità della Vita si confronta incessantemente con la possibilità della Morte: “…la vita a  volte è un animale feroce, selvaggio, violento e tenace, aggredisce ogni cosa, risucchia e ingoia speranze, desideri, perfino gli stessi sentimenti.” (p.239) Altre volte, al contrario, ci sorprende positivamente e, nel momento meno sperato, ci regala un’altra possibilità, dandoci una gioia che mai avremmo sognato essere possibile per noi.

Forse tutto è stato già scritto e deciso circa il nostro destino, o forse no e probabilmente la risposta a questo grande mistero non la troveremo mai. L’unica cosa a noi disponibile è far tesoro delle esperienze vissute, imparare le lezioni e farsi avvolgere completamente dalla magia dell’amore l’unica che “a un tratto emerge e penetra ovunque, fa vibrare l’aria e fa sentire la musica, anche quando questa non c’è. …” (p.245)

Un libro scritto con il cuore, pieno di spunti di riflessione la cui lettura consiglio a tutti.

Il Segreto per rendere ogni giorno speciale e una domenica senza stress

0

 

 

La domenica, quel giorno sacro di relax, spesso diventa il palcoscenico di aspettative troppo alte, trasformando il paradiso del riposo in una fonte di stress. Ma c’è un segreto per rendere la tua domenica senza stress: piccole pause lungo tutta la settimana.

Il Mito della Domenica Perfetta

Molti di noi sognano la domenica come l’unico rifugio di pace e relax. Tuttavia, concentrare tutte le nostre aspettative su questo unico giorno può trasformare l’esperienza in un labirinto di pressioni e ansie, lontano dalla quiete che desideriamo.

Il Potere delle Pause Settimanali: La Chiave per una Domenica Serena

Per sottrarti a questa trappola, è il momento di abbracciare il potere delle piccole pause durante la settimana. Non aspettare il weekend, ma prenditi del tempo ogni giorno per te stesso. È un investimento nel tuo benessere emotivo e fisico che farà la differenza.

 

Trucchi per Aggiungere Relax alla Tua Settimana 

Pausa al lavoro: Dedica cinque minuti durante la giornata per staccare la spina. Allontanati dalla scrivania, fai qualche passo o concediti una breve meditazione. Sarà come un respiro d’aria fresca.

Oasi di Tranquillità a Metà Settimana: Introduce attività rilassanti, come una passeggiata rigenerante, una sessione di yoga o una lettura appassionante. Rompi la monotonia e regalati un momento di pura delizia.

Momenti con gli Amici: Organizza incontri con amici o familiari nel corso della settimana. Condividere la gioia con le persone care è un toccasana per lo stress e un rinforzo per i tuoi legami sociali.

Weekend Bilanciato: Distribuisci il piacere lungo tutto il fine settimana anziché concentrarlo solo nella domenica. In questo modo, renderai l’intero periodo più armonioso e meno stressante.

 Respira, Rilassati e Rendi Ogni Giorno Speciale

La domenica può può diventare l’apice di una settimana ben gestita, ricca di piccole pause e momenti di relax. Scegli di respirare, rilassarti e rendere ogni giorno speciale. Lontano dallo stress, avrai il potere di trasformare la tua settimana in un viaggio di serenità, con la domenica come ciliegina sulla torta.

il mio sito https://unmondodirugiada.altervista.org

il mio profilo linkedin https://www.linkedin.com/in/elygoccedirugiada/

 

“Barbara e Paolo: dal sogno all’incubo” tratto dal Saggio “Femminicidio e Narcisismo Patologico…” | di Daniela Cavallini

0
Daniela Cavallini e Saggio Femminicidio e Narcisismo Patologico

aAmiche ed Amici carissimi, come sapete, da anni mi prodigo nel divulgare articoli ed interviste ad esperti Professionisti inerenti il tema della violenza sulle Donne diffondendo le caratteristiche tipiche di comportamenti sospetti, agìti dai loro compagni. Saper riconoscere atteggiamenti    potenzialmente pericolosi fin dalla manifestazione dei primi segnali, è fondamentale per prevenire conseguenze drammatiche.

E’ pertanto con  grande piacere che ho partecipato – in qualità di co-autore -, con un mio racconto, tratto da una storia vera, alla stesura del saggio a cura del Dott. Andrea Giostra – Psicologo e Scrittore -, intitolato “Femminicidio e Narcisismo Patologico”, del quale potete prendere visione gratuitamente, al seguente link:

LINK DELLA CARTELLA GOOGLE DRIVE “Femminicidio e Narcisismo Patologico”, DALLA QUALE SCARICARE GRATUITAMENTE IL PDF DEL SAGGIO CON CODICE ISBN REGISTRATO:

https://drive.google.com/drive/folders/198XV2HVPsgJjklPANR1TJMQmgn-7FKmk?usp=sharing

LINK DI GOOGLE BLOGSPOT DAL QUALE LEGGERE GRATUITAMENTE IN DIGITALE IL SAGGIO:

https://andreagiostrafilm.blogspot.com/2023/12/FemminicidioeNarcisismoPatologico.html

Copertina fronte-retro_Femminicidio-e-Narcisismo-Patologico_24-12-2023

Di seguito, vi anticipo il mio racconto e vi auguro una buona lettura.

Daniela Cavallini

Barbara e Paolo: dal sogno all’incubo | di Daniela Cavallini

Barbara è una bella donna, manager di successo, con una vita sentimentale correlata da delusioni, ma ancora speranzosa d’incontrare il “grande amore”.

In una riunione di lavoro incontra Paolo, un affascinante avvocato ed ecco che tra loro scocca la scintilla. Scintilla che entrambi mascherano contattandosi quotidianamente nei giorni successivi adducendo motivazioni professionali.

Paolo, poco più che quarantenne, è fisicamente molto attraente, colto, raffinato e, cosa che non guasta, molto abbiente.

Brillante e intraprendente, al termine di una lunga telefonata, chiede a Barbara se gradisce cenare con lui per affinare di persona la strategia alla quale stanno lavorando.

Barbara accetta con naturale cordialità, ma è pervasa dall’emozionante sensazione, tipicamente precursiva dell’innamoramento.

Lui, come concordato, l’attende fuori dall’ufficio sulla  sua Porsche. È un uomo galante e appena la intravede scende dall’auto, e aprendole la portiera, la saluta con sguardo ammirato.

Lei, donna dalla spiccata personalità, controlla la sua emozione, ma il reciproco desiderio è palpabile.

Varcano la soglia di un lussuoso ristorante dove tra cibo prelibato e vini pregiati, iniziano a corteggiarsi reciprocamente.

Quella sera stessa, a casa di Paolo, fanno l’amore con grande sintonia, risvegliando sensazioni sopite dagli abituali e monotoni cliché “cena / dopo cena / sesso”. Infrangendo le abitudini, Barbara accetta di restare a dormire con lui e l’atmosfera del risveglio è calda, magica…

Con la naturalezza di una coppia collaudata fanno colazione insieme e si preparano per affrontare la giornata.

Dopo neppure un’ora Paolo telefona a Barbara per dirle ancora una volta quanto è stato bene con lei, che già sente la sua mancanza, che passa a prenderla all’uscita dall’ufficio per trascorrere la serata e la notte con lei e che la ama…

Barbara è lusingata, ma nel contempo stupita. “Come puoi affermare una cosa del genere, non è un po’ troppo presto?” gli chiede. “Lo so e basta, non ho mai provato niente di simile sinora”, le risponde con il tono di chi non ammette replica.

Inizia così un periodo in cui divengono inseparabili: sere, notti, fine settimana… solo loro due, sempre insieme. In effetti, lei riconosce che nessuno si era mai mostrato tanto devoto e premuroso nei suoi confronti, ma… stava per succedere qualcosa d’incredibile a risvegliare Barbara dal sogno…

Una sera, Barbara, esprime il desiderio di andare a trovare i suoi genitori che abitano fuori città, ma Paolo obietta che per il fine settimana desidera rifugiarsi con lei nella sua casa di montagna e la invita a rimandare il suo programma. Trascorrono due giorni bellissimi, ma senza mai uscire.

Per il weekend successivo, Barbara ribadisce di voler andare dai suoi genitori e per la prima volta, Paolo si mostra risentito. “Ma insomma, non sei più una bambina, abbiamo due giorni tutti per noi, godiamoceli” e Barbara, ancora una volta rimanda, ma inizia a percepire un senso di claustrofobia. Riflette con sé stessa che da due mesi – da quando è iniziata la storia con Paolo – trascorre tutto il tempo libero sola con lui, non vede più la sua famiglia, i suoi amici e neppure insieme frequentano altre conoscenze. Con garbo affronta l’argomento, ma Paolo si mostra oltremodo aggressivo, accusandola di non tenere a lui se ha bisogno di frequentare altre persone. Quella sera, segna il primo litigio e Barbara, risoluta, torna a casa sua. È innamoratissima di Paolo, ma si rende conto che è successo tutto troppo in fretta e sente il bisogno di recuperare le sue abitudini, che peraltro nulla toglierebbero alla loro relazione.

Durante la notte, nessuno dei due dorme perché Paolo continua a telefonarle, chiedendole di ritornare immediatamente e mostrando un comportamento ambiguo tra richiesta di scuse, dichiarazioni d’amore e accuse di non essere parimenti contraccambiato. “Tu sei parte di me e io voglio essere parte di te. Detesto dividerti con gli altri”, asserisce Paolo.

Dal canto suo, Barbara afferma che “non è necessario divenire una persona unica”, anzi, lo invita a rispettare la loro individualità che considera un valore arricchente per la coppia.

Paolo sembra non voler capire, né tantomeno accettare il punto di vista della compagna e conclude, preoccupato e offeso, asserendo “tu non mi ami quanto ti amo io”.

Purtroppo, questo rapporto simbiotico influisce negativamente anche sul lavoro di lei che, essendo una manager, viaggia per lavoro e ha contatti con molte persone, soprattutto con uomini, e le manifestazioni di gelosia da parte di lui sono una costante. Le telefona in ogni momento della giornata, anche se sa che è in riunione, tanto che lei è costretta a spegnere il cellulare; peccato che quando lo riaccende lui irritato la investe di domande: vuole sapere con chi è, se andrà a pranzo o a cena con un uomo, in quale albergo si trova, ecc. Non appagato dalle rassicurazioni di lei, lui pretende che non esca a cena con nessuno e la raggiunge in ogni luogo, con la scusa di farle una sorpresa. Una gelosia troppo limitante per lei, abituata a intrattenere pubbliche relazioni con clienti e colleghi.

Barbara affronta nuovamente l’argomento, ma esterrefatta, assiste a una reazione impensabile e, soprattutto, inaccettabile da parte di Paolo. Urlando, l’accusa di essere una poco di buono, che non riconosce la fortuna che ha avuto d’incontrare un uomo come lui, nonostante abbia superato i quarant’anni, non sia una bellezza rara e mostri rughe e cellulite (che in realtà non ha), mentre lui può permettersi di avere ragazze ventenni molto belle; lei reagisce intimandogli di andarsene e lui al culmine della rabbia, le molla uno schiaffone e la minaccia di spaccarle la faccia se solo si permette di rispondergli un’altra volta in quel modo.

Lei, attonita, piange e non riconosce più quel Paolo innamorato e premuroso, tuttavia ha paura di lui.

Lui esce continuando a insultarla e sbattendo la porta.

Non passa un’ora che però ritorna da lei con tanto di fiori e prodigo di scuse nonché di promesse, dichiarandole tutto il suo immenso amore.

Lei è innamorata e vuole credergli, lo perdona, fanno l’amore, ma il mattino dopo, lei deve partire nuovamente per un viaggio di lavoro e lo informa che starà fuori città tre giorni. Non l’avesse mai detto! “Allora non hai capito che con me non puoi fare quello che vuoi, che devi smettere di fare la puttana” grida esasperato, strattonandola sino a farla cadere.

Barbara si rende conto che quell’uomo tanto affascinante che troppo presto le ha dichiarato di amarla, è lo stesso che in nome di un amore malato, vuole recluderla “per averla solo per sé” la insulta, la picchia, la minaccia. Lei gli comunica che non può sopportare un simile rapporto e lui, l’accusa d’ingratitudine, dapprima le rinfaccia i luoghi eleganti che le ha offerto di frequentare, i gioielli che le ha donato senza badare a spese, poi, giunge alla minaccia più estrema: “tu lasciami che io ti ammazzo”.

Daniela Cavallini

Il libro:

Andrea Giostra e AA. VV., Femminicidio e Narcisismo Patologico: quale correlazione e come prevenire relazioni pericolose, Independently published, dicembre 2023

Formato cartaceo:

https://amzn.eu/d/hukRtej

Formato Kindle:

https://amzn.eu/d/15qhYcr

Sara Favarò in “GOCCE – Poesie e musica in nome della speranza” con il soprano Anna Rita Pinsino e il pianista M° Giovanni Moncada | Domenica 14 gennaio alle ore 17,00

0
Sara Favarò, Anna Rita Pinsino, Giovanni Moncada
Domenica 14, alle ore 17,00, un pomeriggio tra poesia e musica con la scrittrice e poetessa Sara Favarò le cui intense composizioni poetiche saranno arricchite da famose arie liriche eseguite dal soprano Anna Rita Pinsino accompagnata al pianoforte dal M° Giovanni Moncada.

Le composizioni poetiche sono tratte dalla silloge poetica “GOCCE – Poesie e musica in nome della speranza”, alla quale è allegato il cd con il melologo delle stesse. “Gocce” è anche un progetto artistico-culturale che pone al suo centro il bisogno di umanità e di memoria. Don Luigi Ciotti nella prefazione al libro della Favarò scrive: “Sara ha scelto la poesia, che è ricerca della autenticità delle cose, della loro essenza. I suoi versi, così come la musica che li accompagna, parlano al cuore di tutti noi, ci aiutano anzi a sentirci “noi”, a pensare “plurale” riconoscendoci uniti in un desiderio di bellezza che è anche sempre desiderio di giustizia. Etica ed estetica , bene e bello sono strettamente legati sono il frutto dell’armonia tra parti che trovano senso dentro una comune ricerca di verità.
L’incontro tra poesia e lirica si svolgerà presso la sede dell’Associazione Musicale “Salvatore Pollicino”, in via Mariano Stabile n. 92 a Palermo.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Armonia di Lettura e Colorazione: un viaggio terapeutico per il benessere mentale

0

 

L’arte di leggere e colorare si fondono in un connubio “terapeutico”, offrendo un rifugio tranquillo dalla tumultuosa realtà quotidiana. Un’immersione consapevole in mondi letterari, accompagnata dalla pratica rilassante della colorazione, crea un ambiente propizio per alleviare lo stress e nutrire il benessere mentale.

Lettura come Viaggio Emotivo: Una Fuga Controllata

La lettura diventa il nostro veicolo per esplorare mondi immaginari, una fuga regolata che allontana temporaneamente le ansie della vita quotidiana. Attraverso la scelta di generi letterari che evocano emozioni positive, come romanzi leggeri o storie ispiratrici, la lettura diventa una modalità di evasione che rilassa la mente e riduce lo stress.

 

Colorazione come Espressione Creativa: Un Ritorno all’Infanzia Serena

La colorazione, associata spesso all’infanzia, si rivela una pratica sorprendentemente terapeutica per gli adulti. Il concentrarsi sulle immagini da colorare richiede un’attenzione focalizzata, fungendo da distrazione per la mente dagli affanni quotidiani. Il movimento ripetitivo delle mani durante la colorazione calma il sistema nervoso, promuovendo il rilassamento e contribuendo alla riduzione dello stress. È un ritorno consapevole alla creatività spensierata dell’infanzia, ora rivolto a un pubblico più maturo.

 

Mindfulness in Sintonia: Una Connessione Profonda con il Presente Creativo

La mindfulness, pratica di consapevolezza del momento presente, si integra armoniosamente nella lettura e nella colorazione. Essere consapevoli delle sensazioni, delle emozioni e dei pensieri emergenti durante queste attività amplifica la consapevolezza di sé e riduce l’ansia. La mindfulness diventa un ponte verso una connessione più profonda con il materiale letto o colorato, contribuendo a una comprensione più completa dell’esperienza creativa.

 

Benefici Olistici: Un’Armonia di Salute Mentale

L’unione di lettura e colorazione offre benefici olistici per la salute mentale. Riduce l’ansia, potenzia la concentrazione, stimola la creatività e instilla un senso generale di calma e benessere. Inoltre, crea uno spazio intimo per staccare dalla tecnologia, permettendo di dedicare tempo a sé stessi e creando un’oasi di serenità nella frenesia quotidiana.

Un Invito all’Espressione Armoniosa

Leggere e colorare, in simbiosi, diventano strumenti di espressione armoniosa per affrontare lo stress e coltivare il benessere. Sperimentare queste attività con consapevolezza e regolarità si trasforma in un viaggio verso l’equilibrio quotidiano. Concediti il lusso di immergerti in un buon libro, abbracciare i colori e praticare la mindfulness. Scoprirai come questa fusione di letture e colori può influenzare positivamente la tua salute mentale, generando un’armonia interiore che perdura nel tempo. Un invito a prenderti cura di te stesso, esplorare la tua creatività e trovare la serenità in questo delicato equilibrio tra leggere e colorare.

Quando il coraggio è rivoluzionario | Angela Caputo

0

Intervista ad Arianna Quici, dottoressa e psicologa

Non capita tutti i giorni di conoscere e incontrare una persona speciale, una donna coraggiosa che ha fatto del suo dolore il punto di forza per aiutare tanti bambini e altrettanti genitori di bambini speciali e affetti da disabilità. Stiamo parlando di Arianna Quici, molisana, dottoressa in Psicologia con certificazione in Tecnico del Comportamento certificato ABA per bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico. Fin dalla nascita è affetta da una malattia rara congenita incurabile, per cui subisce quattro operazioni chirurgiche. Si definisce l’ “antialibi per eccellenza” e ne abbatte quanti più possibili, trasformando le avversità in straordinarie opportunità, per crescere e vincere nella vita. Oggi è anche fondatrice e presidente di AMOUR APS ETS – Associazione Malati Orfani (di farmaci) Uniti Nel Rispetto, un’associazione di promozione sociale ed ente del terzo settore dedicata alle malattie rare. Nel 2021 crea lo Sportello d’ascolto Info Point Malattie rare e dal 2022 dà inizio a un percorso di formazione all’interno dell’ente, attraverso il Progetto “L’impresa della rara inclusione”.
Arianna è da sempre “al servizio degli altri”, impegnata nel sociale, aiuta le persone affette da una malattia rara a migliorare qualitativamente la propria vita, aumentando la consapevolezza. Il suo hobby preferito è la vita, la sua missione quella di saperla vivere come un’arte meravigliosa. Determinata, ambiziosa, sognatrice indomabile, ama apprendere, formarsi, formare, educare e conoscere quanto più possibile sull’infinito potenziale interiore che appartiene ad ogni essere umano unico ed irripetibile. Nel 2023 conclude un Master formativo, di crescita personale, dal titolo “Artigiani della vita”, che le consente di acquisire la consapevolezza di come poter essere alla guida della propria esistenza, al di là delle circostanze.
Oggi ci parla del suo libro autobiografico: “RIVOLUZIONARIO È IL CORAGGIO. Come trasformare una condizione di disagio in una straordinaria opportunità per crescere e vincere nella vita”.
È un piacere conoscere una persona così tanto impegnata nel sociale. In tutte le tue attività e progetti riesci a ritagliare uno spazio tutto dedicato alla scrittura e alla lettura?
“Per essere così costantemente dedita agli altri e al loro benessere, sento necessariamente il bisogno di ritagliarmi un tempo quotidiano per me stessa. Conservo sempre la buona abitudine di dedicarmi un tempo speciale ogni giorno. Non potrei rendere in maniera efficace su nessuna sfera lavorativa, familiare, relazionale, così come non potrei fare ciò che faccio con amore, passione ed entusiasmo, se prima non dedicassi nutrimento e tempo a me stessa e al mio animo. Ritagliarsi un tempo unico, significa prendersi cura di sé, significa amarsi e stare bene in propria compagnia. E come spesso dico e scrivo: “Non esiste amore vero per l’altro senza amore verso di sé”. La scrittura è sempre stata il mio confessionale emotivo, per nutrire corpo e mente, un sano allenamento per prendermi cura di me e dei miei pensieri. Affidare a delle pagine bianche le mie emozioni, mi ha aiutata nel tempo a fare chiarezza interiore e ad avere una maggiore consapevolezza di ciò che accadeva fuori e dentro di me e oggi non passa giorno nel quale io non voglia dare estro alla mia creatività interiore attraverso la scrittura terapeutica. Ogni animo ha bisogno di “sentire”, di ascoltare, di leggere bei pensieri, quelli che io definisco “parole piene di luce”, ma per scrivere “parole piene di luce” serve un grande, un grandissimo coraggio. Sia scrivere che leggere mi danno la possibilità di immergermi nel nuovo, nell’ignoto, mi danno l’opportunità di crescere, conoscere e scendere in profondità poco conosciute ed entrambe sono parte integrante del mio benessere e della mia ispirazione creatrice.”

Quali sono i valori che vorresti trasmettere a chi legge “Rivoluzionario è il coraggio”? Credi che sia un libro da definire come manuale per migliorare la propria vita trasformando i dolori in situazioni positive per sé stessi e gli altri ?
Spesso inconsapevolmente tendiamo a perdere un po’ di vista uno dei più grandi valori in assoluto che possediamo, che è la vita stessa, dandola quasi per scontato o persino trascurandola. Partiamo da un presupposto importante, affinché sia più semplice comprendere. La vita è fatta di sofferenze, la sofferenza è oggettiva, esiste, non possiamo escluderla dall’ordinario e eventi avversi come malattie o morte basterebbero di per sé per comprendere che la sofferenza c’è e si vive. Ciò che invece non è accettabile vivere o subire è tutta quella sofferenza che la nostra mente è in grado di creare inutilmente di fronte alle avversità o agli ostacoli. Ciò che ogni essere umano può imparare a fare è darsi la possibilità di iniziare a vedere le cose che ci accadono in maniera diversa dal consueto, ad avere una visione più chiara e consapevole per poter così cogliere negli ostacoli l’opportunità che gli ostacoli stessi nascondono, trasformando le sofferenze in forza. Questo è sicuramente un libro forte, con contenuti a volte scomodi, ma molto reale. La sofferenza può così essere per ognuno una vera e propria scuola, ma soltanto se siamo disposti ad imparare attraverso di essa. Se volessi definire questo libro, lo definirei come un manuale psicologico – formativo per imparare ad accettarsi, ad amarsi per ciò che siamo realmente.

Chi è Arianna Quici oltre il suo impegno come dottoressa, psicologa, autrice? Sotto l’aspetto più personale puoi dire qualcosa di te? I tuoi hobby, le tue letture, i tuoi film preferiti.
Arianna è sicuramente tante cose, non ama definirsi e ogni giorno sceglie di essere ciò che è e di diventare ciò che vuole diventare. È sicuramente una giovane donna coraggiosa, determinata, ambiziosa e sognatrice, che vuole lasciare un’ impronta nelle vite degli altri, vuole donarsi, accogliere chi ha necessità e soprattutto vuole essere una guida per l’altro e un riferimento da seguire, poiché come spesso dice: “Le persone hanno bisogno di incontrare qualcuno che si accorga della loro bellezza interiore e gliela comunichi con stupore, affinchè possano un giorno esprimerla nel loro meglio, indipendentemente dal loro stato di salute”.
Non si stanca mai di apprendere e di migliorarsi sia umanamente che in termini di competenze, ama le Neuroscienze, la Psicologia, la formazione e l’arte in ogni sua libera espressione, soprattutto nell’arte utilizzata come strumento nei contesti di cura. L’ultimo libro che ha amato leggere è: “LE VOSTRE ZONE ERRONEE Guida all’indipendenza dello spirito di Waine w.Dyer, un libro atipico e affascinante per guidare le persone a superare i propri limiti per realizzare i propri sogni ed essere felici. Le piacciono molto le storie personali degli esseri umani, le storie di successo, perché in esse trova sempre qualcosa da imparare, sono per lei motivo di grande motivazione, ma anche di insegnamento, e potrebbe citarne tantissime, come ad esempio la storia del grandissimo Pelé, raccontata nel Film Pelé: “Birth of a Legend”. Ogni storia ha sempre qualcosa da insegnare a qualcuno e ogni storia di successo ci mostra quanto non conti tanto dove nasciamo e come nasciamo, ma conta semplicemente il fatto che siamo nati. Arianna ha varie passioni nella vita, ma la sua più grande passione è la vita stessa e voler rendere questa unica esistenza straordinaria.

C’è un aspetto del tuo libro che mi ha molto colpito, esattamente quando affermi che le malattie rare sono, appunto, rare. Alcune colpiscono una persona su centomila, altre su un milione, altre sono ancora più rare. È un dato di fatto triste ma va detto. Solo che sono tante e i malati rari sono molto frequenti, anche se quasi mai uguali l’uno all’altro. Dei malati rari purtroppo si parla poco, se non in determinate occasioni o comode circostanze e quasi mai si parla del loro infinito potenziale o del loro coraggio, ignari dell’immenso mondo che si muove alle spalle della società “normale”. In che modo il tuo libro può aiutare sia coloro che ne sono affetti sia i cosiddetti soggetti normali. Che poi, parliamoci chiaro, la normalità è un concetto molto ambizioso e forse nemmeno esiste …..
Questo libro vuole essere di supporto sia a coloro che sono affetti da una malattia rara e sia ai non, vuole comunicare di quanto sia possibile realizzare i nostri progetti e la nostra vita, indipendentemente da una condizione di disagio, che quotidianamente affrontiamo, scegliendo così di viverci bene nonostante. Vuole dare la possibilità a tutti di comprendere con consapevolezza, che non avremmo un’altra esistenza a disposizione per dimostrare a noi stessi quanto amore abbiamo da dare e quanto diritto abbiamo di riceverlo. Un grande Filosofo, Epitteto, ci insegna che la malattia è un limite del corpo, ma non necessariamente della nostra volontà a meno che non sia la volontà stessa a scegliere che lo sia. Se iniziassimo a pensarla così per tutte le cose che ci accadono, troveremmo limiti alle cose, ma non a noi stessi. Questo per dire che ognuno di noi è un essere unico e straordinario e ognuno di noi può con coraggio trasformare la propria vita e renderla straordinaria. Sul concetto di diversità e normalità, nel mio libro dedico proprio un capitolo dal titolo: “Ripensare la diversità – diversi o normali?” ,dove emerge chiaro e netto il concetto che non c’è diverso, non c’è normale, esiste semplicemente la nostra unicità e il nostro potenziale e che se proprio vogliamo davvero definire qualcuno, definiamolo nella sua totale unicità, senza ancorarci più a quelli che sono gli stereotipi standard di pregiudizio, tanto vecchi ormai quanto blasfemi, ma ripensiamo la diversità con un punto di vista migliore per tutti.

Hai progetti in particolare per il 2024?
Si, Progetti ne ho da costruire e realizzare, sia a breve che a lungo termine. Per questo meraviglioso 2024 ho intenzione di realizzare tre obiettivi importanti.
Diventare Arteterapeuta, istituire un tavolo tecnico regionale malattie rare per la tutela dei diritti e scrivere un secondo libro.

Chi ha intenzione di seguirti dove può trovarti nei social?
Tutti coloro che vorranno seguirmi potranno farlo attraverso i canali social : Instagram, Facebook e Linkedin.
Tutti coloro che vorranno sostenere anche AMOUR APS ETS, conoscere il nostro fine, i nostri progetti e le nostre iniziative, dando così maggiore voce e visibilità alla comunità dei malati rari può seguire le nostre pagine Facebook ed Instagram e visitare, consultare il sito web.
Link di seguito:
Arianna Quici
https://www.facebook.com/arianna.quici
https://instagram.com/arianna_quici?utum_source=qr&igshid=MzNINGNkZWQ4Mg%3D%3D
(@arianna_quici)
https://www.linkedin.com/in/arianna-quici-05b628222
AMOUR APS ETS (Associazione Malati Orfani di farmaci Uniti Nel Rispetto)
www.amouronlus.com
https://www.facebook.com/AssociazioneAMOUROnlus
https://instagram.com/amour_apsets?utm_source=qr&igshid=ZDc4ODBmNjlmNQ%3D%3D
(@amour_apsets)

DEBORA VILLA in TILT ESAURIMENTO GLOBALE | Scritto da Debora Villa e Carlo Gabardini | Sabato 20 gennaio 2024, ore 21.00

0
Debora Villa

Si intitola TILT – Esaurimento Globale il nuovo lavoro teatrale di e con Debora Villa in scena al Teatro Celebrazioni di Bologna sabato 20 gennaio alle ore 21.00.

Debora Villa

Scritto assieme all’attore e scrittore Carlo Gabardini, lo spettacolo fa un’attenta analisi della società attuale, in cui pandemia, guerre, crisi climatica-energetica-economica, politica, terremoti, paure, insicurezze e psicosi collettive sono all’ordine del giorno e barcamenarsi è cosa davvero ardua.

L’artista, partendo da sé stessa, riflette sul fatto che ci si trova di fronte a un esaurimento globale collettivo, che sta prendendo il sopravvento sulla capacità cognitiva umana. Dalle risse negli ospedali agli haters sui social, dai politici che sfruttano l’attualità per racimolare consensi ai complottisti trasformati in opinionisti, i motivi per fare TILT sono davvero tanti.

Tra satira, narrazioni, affabulazioni teatrali e comicità terapeutica che la contraddistinguono, Debora Villa cercherà di gestire questo cortocircuito neuronale.

«Nel turbinio incessante di notizie catastrofiche – dice l’attrice – la risata diventa un faro di speranza, un atto di sopravvivenza emotiva. La capacità di ridere rappresenta un modo per riaffermare la nostra umanità, per ritrovare la connessione umana. Perché esiste ancora una possibilità: ridere insieme delle nostre disgrazie. Del resto “una risata vi seppellirà” si diceva tempo fa e mai come adesso questo detto può essere attuale».

Divisa tra televisione, radio, cinema e teatro, Debora Villa alterna parti comiche a ruoli più seri in fiction tv e spettacoli teatrali. Camera Cafè, Le Iene, Così fan tutte, Zelig, Colorado, Pechino Express, Glob, Lilit, Benvenuti a Tavola, I Cesaroni, Matrimoni e altre follie, Alex & Co sono solo alcuni dei lavori ai quali l’attrice ha partecipato nel corso degli anni. Villa ha lavorato inoltre con artisti del calibro di Paolo Rossi, Diego Abatantuono, Massimo Boldi, Biagio Izzo, Paolo Conticini, Aldo Giovanni e Giacomo, Ricky Tognazzi, Stefania Sandrelli, Elena Sofia Ricci, Fabrizio Bentivoglio, Antonio Catania, Lorenza Indovina, Claudio Amendola, Enrico Bertolino, Nancy Brilli, Massimo Ghini, Giuseppe Esposito, Simone Colombari. Nel 1997 fonda con l’Associazione Culturale “Società per Artisti” la scuola di Teatro a Saronno e, maestra di improvvisazione, crea una formula innovativa di Spettacoli-Laboratorio: show che accorpa la scrittura di uno spettacolo strutturato all’arte dell’improvvisazione. Il coinvolgimento del pubblico come parte integrante dello spettacolo rendono le sue serate uniche.

 PREZZI BIGLIETTI: Intero € 28,00 – Ridotto € 26,00 – Under 29 € 22,00

I biglietti sono acquistabili online e nei punti vendita autorizzati sui circuiti Vivaticket e TicketOne, e presso la biglietteria del Teatro Celebrazioni (https://bit.ly/tiltesaurimentoglobale24web).

La biglietteria del Teatro Celebrazioni è aperta dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00 e nei giorni di spettacolo a partire da un’ora prima dell’inizio (Via Saragozza 234, Bologna | Tel: 051.4399123 | E-mail: info@teatrocelebrazioni.it).

Il pubblico potrà prenotare per una cena o un aperitivo al Celebrazioni Bistrot, nel foyer del Teatro, a cura del Ristorante Biagi e del cocktail bar “10 Codivilla”, aperto da un’ora e mezza prima dell’inizio di ogni spettacolo. Info e prenotazioni: +39 329 8120861.

Carmela Rizzuti from Palermo to Time Square in New York: l’artista palermitana conquista La Grande Mela!

0
Occhio di pavone_Carmela Rizzuti_2019

Saranno proiettate a Time Square nel cuore di New York le immagini dell’artista e fotografa palermitana Carmela Rizzuti in una successione di sequenze fotografiche di grandi artisti internazionali programmate in uno dei maxi tabelloni pubblicitari del cuore della Grande Mela.

L’opera selezionata dai pubblicitari newyorkesi è L’occhio di Pavone che verrà esposta su uno dei grandi schermi della piazza l’11 gennaio alle ore 12:00 ora locale, in street 1568 Broadway, New York, NY 10036 con la collaborazione di ArtSpace Innovations.

Non è la prima volta che Carmela Rizzuti viene scelta dai pubblicitari newyorkesi per esporre le sue opere nella metropoli americana: sono già tre le occasioni nelle quali sono state proiettate le foto dell’artista.

Sono opere, quelle di Carmela Rizzuti, potenti e armoniche che fanno entrare lo spettatore in un mondo fantastico trasportandolo in una dimensione astratta e senza tempo. Le composizioni fotografiche dell’artista nostrana richiamano l’arte del teatro, senza che siano necessari sfondo o palcoscenico ma solo il corpo della modella-artista. Le immagini sono ricche di luce, di bellezza, di armonia e rivelano attraverso i colori della natura un’anima intensa e una poesia potente che inevitabilmente cattura e rapisce l’osservatore.

Videoclip delle opere di Carmela Rizzuti già proiettate a Time Square in New York:

https://fb.watch/puFGYqDH3E/

https://www.facebook.com/reel/7125823447511818

Camela Rizzuti:

info@carmelarizzuti.net

http://www.carmelarizzuti.net/

https://www.facebook.com/carmela.rizzuti

https://www.instagram.com/carmela_rizzuti_fotografa/

Carmela Rizzuti_autoritratto

Trame Tradite di Bia Cusumano: un libro che non fa sconti e non gioca a cercare di sedurre il lettore | Recensione di Girolamo Lo Verso

0
Bia Cusumano, Trame Tradite

Il volume di racconti Trame Tradite di Bia Cusumano, appena edito da Area Navarra, ha una caratteristica particolare: è un libro che non fa sconti e non gioca a cercare di sedurre il lettore. Parla di storie dure di donne, di vita, morte, malattie, assenze, solitudine, sofferenza psicofisica vera e forte, ma anche di una grande tenacia nel battersi, nonostante tutto. Nel battersi per fare vincere la vita contro la morte.

In questo senso è un libro dalla parte delle Donne e scritto per loro, tuttavia non è banalmente femminista. Le donne qui sono vittime, ma ciò non porta a ideologhemi. Anche nella mia esperienza di vittimologo, psicoanalista e docente, è emerso che ci sono donne che possono essere cattive, manipolative o distruttive, così come ci sono uomini, soprattutto padri, che possono essere capaci di accudentimento e pienamente dalla parte delle amate figlie.

Certo, i racconti sono soprattutto di donne vittime di violenza, ferite e tradite gravemente nel corpo e nella mente, capaci però di affrontare per anni il dolore e la sconfitta. Donne dunque in grado di rinascere. Anche i nonni possono dare affetto, vicinanza ed amore, tutto quello che molti uomini non riescono a dare, mostrando una grande fragilità che può diventare violenza e mortiferita.

Personalmente ho incontrato l’autrice, con la storia personale implicita che qui si intravede segnata dall’esperienza di una lunga malattia e di un profondo lavoro analitico che le ha consentito di sconfiggere il drago e di continuare a combattere, anche scrivendo, senza ipocrisia né viltà, storie di grande dolore di donne coraggiose, di amazzoni del vivere.

L’ incontro tra me e l’autrice è avvenuto tramite un altro libro: un testo sulle donne vittime di narcisismo maschile che cerca di dare loro strumenti per difendersi.

Forse per una vita di studio e lavoro nella terapia analitica mi è stato chiesto dal curatore, Andrea Giostra, di presentarlo. In entrambi i testi si parla di vivere e morire psichico e biologico. Il male che il maschile fragile e violento, angosciatamente fondamentalista, oscurantista, talebano e inquisitorio può compiere è grande ma l’esperienza di lavoro e di studio mi insegna che le cose possono essere rovesciate anche in altro modo.

Ricordo che Eros è il più sano degli Dei e che il rapporto donna – uomo può essere una esperienza relazionale meravigliosa e può consentire la nascita del vivente.

Infine, in un tempo storico a rischio oscurantista, la violenza, l’omofobia, gli stupri e le guerre sono tutte cose che apportano immenso dolore all’umanità tutta! Dovremmo fermarci a riflettere profondamente per attuare un possibile cambiamento del mondo in cui ci è stata concessa la possibilità di vivere.

Girolamo Lo Verso

Il libro:

Bia Cusumano, “Trame Tradite”, Navarra ed., 2023

https://www.navarraeditore.it/

https://amzn.eu/d/0J3l8vT

Bia Cusumano

https://www.facebook.com/fabiana.cusumano

Bia Cusumano

Girolamo Lo Verso

https://www.facebook.com/girolamo.loverso.54

Girolamo Lo Verso

“La passione per i viaggi con Luca Gentili” | di Meri Lolini

0

Parliamo di un imprenditore appassionato di viaggi in moto in giro per il mondo. Lui è Luca Gentili che è l’amministratore delegato di una società informatica che opera nel campo dell’architettura, del disegno urbano, della pianificazione territoriale dei sistemi informativi territoriali. Ha progettato o contribuito a progettare, gli strumenti urbanistici generali per moltissime amministrazioni, tra cui Pesaro, Prato, Siena, Arezzo, Grosseto, Lucca e ha avuto esperienze di lavoro all’estero tra cui il progetto per l’Unesco di recupero dell’area di Betlemme, in Palestina. Vorrei porre l’attenzione su quello che è la sua passione e quindi sui viaggi in moto in giro per il mondo. Grazie alla moto è possibile viaggiare, mettendo in atto un modo di incontro diretto con la gente dei luoghi e così la sua avventura di viaggio diventa più interessante per comprendere come gli abitanti vivano e come si relazionano. I suoi viaggi sono sempre molto documentati con filmati con una telecamera e tante foto e tanti appunti di viaggio. Luca ha viaggiato moltissimo visitando la Mongolia, il Cile, Bolivia, Stati Uniti e Canada, Marocco, Grecia e Albania, Vietnam e Cambogia, Islanda… producendo, ad ogni suo rientro in Italia, dei libri narranti le sue personali esperienze, sensazioni, gli incontri fatti, i colori e le atmosfere percepite. Luca ha allestito un blog dove è possibile curiosare e conoscere tutte le varie esperienze dei suoi viaggi. Possiamo ammirare tante foto ed i film ed anche la parte dedicata ai tanti libri che ha scritto ed incuriosirci per le tante esperienze che ha vissuto in questi viaggi a tu per tu con le tante popolazioni dei luoghi che ha visitato. Luca racchiude in un binomio la passione e la solidarietà e lo chiama “CUORE” così di recente ha pensato di vendere i suoi tanti libri, che parlano dei suoi viaggi ed il ricavato sarà devoluto alle associazioni di volontariato del territorio. Questa intenzione lega un’attività di conoscenza del mondo con l’attività di conoscenza della quotidianità delle persone che vivono nella sua stessa città. Essere lontani nel mondo da scoprire e vicini nella realtà dove viviamo.

Questo è il link del Blog:

https://gentiliblog.it/?fbclid=IwAR36Z2UIVDbr3MDEnpJTy5w0_FdSiJTbohzgedBYhsM2sXh_a5FIF8snqxo