Amiche ed Amici carissimi, l’amore è il sentimento che più di ogni altro ha il potere di suscitare in noi gioia incontenibile e, per contro, d’indurci nello sconforto per il devastante dolore.
Va da sé che non è tanto l’amore – meraviglioso dono della vita – o la sua mancanza “in astratto” a farci soffrire, quanto la disperazione che nasce a fronte di un amore non corrisposto.
Disallineamento emotivo, rifiuto, tradimento, abbandono sono le maggiori cause del cosiddetto mal d’amore, cui si aggiungono la dipendenza affettiva e la mancanza di autostima, induttive talvolta di comportamenti lesivi alla propria dignità.
Credo che il vero problema consista nell’identificare l’amore in una persona. A questo si aggiunge, con ostinazione, la non accettazione del diritto dell’altro ad un percorso di vita che non ci comprenda. Nessuno è obbligato ad amare nessuno e, quand’anche “il signor nessuno” lo volesse, ne sarebbe impossibilitato.
Donne che, prive d’amore per sé stesse, mendicano l’attenzione di un uomo che non le desidera più o addirittura non le ha mai volute, ma che ogni giorno si lambiccano il cervello nell’intento di conquistarlo o riconquistarlo, agendo strategie manipolative sul “malcapitato”, nella vana speranza di ottenere un cenno di approvazione cui aggrapparsi per fantasticare la prossima mossa, nonostante l’evidenza rappresenti solo umiliazioni. Confondono un eventuale gesto gentile di lui, con il classico “ravvedimento”, nella convinzione di essere amate, ma per chissà quale motivo – dal loro punto di vista, attribuibile a lui – respinte.
Alternano fasi attive e passive – a mio parere tutte prive di logica – dall’autocompiangimento all’audacia – a volte non tralasciando neppure la sfera esoterica – ponendo in atto comportamenti di pietosa seduzione e reagendo con rabbia a fronte dell’ennesimo rifiuto, quasi amarle o anche solo desiderarle, fosse un obbligo.
Ho parlato di donne perché sono prevalentemente loro, le Amiche lettrici, che mi scrivono chiedendomi un consiglio per partire “alla riconquista”. Premesso che non ho la presunzione di elargire consigli, penso che forse, l’unico suggerimento valido sia quello che nel contempo più delude: non fare nulla! L’amore è un sentimento spontaneo e, come tale, non è manipolabile. E, questo, vale anche in risposta alle mail di uomini delusi.
Ne parliamo con il Dott. Roberto Cavaliere -Psicologo e Psicoterapeuta- esperto di problematiche e dipendenze affettive e relazionali.
Daniela Cavallini:
Dott. Cavaliere, grazie di essere con noi! Lei rappresenta una voce tra le più autorevoli in fatto di problematiche sentimentali. Nei suoi siti Maldamore.it e Psicologiadellamore.it, convergono moltissime richieste d’aiuto. Qual è il suo pensiero in merito alla mancanza di accettazione di un amore non corrisposto?
Dott. Roberto Cavaliere:
Innanzitutto, l’aspetto essenziale, riguarda la distinzione tra il piano razionale ed il piano emotivo.
Se sul piano razionale, seppure con dolore, accettiamo l’amore non corrisposto o la fine di una relazione, tuttavia, molto spesso, non è altrettanto riscontrabile tale atteggiamento sul piano emotivo.
In pratica, le persone, acquisiscono la consapevolezza del rifiuto da parte dell’amato, ma stanno male per la loro non accettazione emotiva. Ed è pertanto sul piano emotivo che bisogna intervenire.
Daniela Cavallini:
Tendenzialmente molte donne escogitano ogni strategia partorita dalla loro fantasia nell’intento di farsi amare dall’uomo prescelto. Perché è così raro che abbiano successo?
Dott. Roberto Cavaliere:
Premesso che un raffinato gioco di seduzione è consono, gradevole e propedeutico all’inizio di una relazione, il problema si verifica quando subentra l’insistenza e/o ostinazione che tramuta il sottile gioco in fastidio – quando non in persecuzione -, nel momento in cui l’uomo manifesta un interesse antitetico.
Lei mi chiede perché le varie strategie ben difficilmente hanno successo, ebbene le rivelo che l’ostinazione femminile induce il maschile a scappare. Quando l’uomo individua accanimento da parte di una donna, la percepisce alla stregua di un vampiro energetico: lapalissiano che fugga.
Daniela Cavallini:
Che cosa spinge una donna a perpetrare strategie umilianti e deludenti?
Dott. Roberto Cavaliere:
La presunzione di essere amata! Mi spiego: dalla presunzione di essere amata, la donna, attinge l’energia che funge da stimolo all’insistenza e l’insistenza è generata da aspetti ossessivi, induttivi a loro volta di volere a tutti i costi quello che non si può avere.
Si può instaurare un meccanismo di presunzione, la cosiddetta “hybris”, di poter guadagnare quell’amore, ovvero la presunzione di riuscire prima o poi a farsi amare da chi proprio non vuole saperne di amare o di amare nel modo in cui lo si pretende.
Daniela Cavallini:
Dott. Cavaliere, enfatizzo il significato di “hybris”, riportando un paragrafo – esplicativo ed illuminante – tratto dal suo libro “Se non mi amo, non ti amo”:
“Come nell’antica Grecia, il termine “hybris”, connotava gli esseri umani che volevano superare i propri limiti, sfidando gli dei, così, attraverso una concezione, estremamente romantica dell’amore, il dipendente affettivo vuole superare ogni limite, anche il volere dell’altro. Si tratta di una sfida con se stessi, per riscattare la propria infanzia. Talvolta questa presunzione non è più di un elemosinare amore, poiché gli amori dipendenti necessitano enormemente di essere amati nonostante abbiano scarse capacità di amare. Ogni richiesta di attenzione ottiene il risultato opposto, non sono in grado di conquistare l’altro, ma continuano a perseverare. In alcuni casi poi, questa ostinazione è frutto non di una presunzione, ma di una necessità – ancora una volta – , o meglio da una dipendenza dal desiderare. E’ lo stato emotivo che si prova nell’inseguire l’irraggiungibile in quanto tale, che si accompagna a impressionabilità, irritabilità e reattività e che apparentemente potrebbe legarsi alla nostalgia, solo che si tratta di una nostalgia del futuro, qualcosa di indefinito che però è una promessa tale da muovere tutte le azioni dell’innamorato.”
Daniela Cavallini:
Una figura oggi in auge è quella del “Love coach”. Cosa ne pensa?
Dott. Roberto Cavaliere:
Penso che possa riscontrare utilità nell’educazione sentimentale in età adolescenziale/giovanile, ovvero a fronte delle prime relazioni, ma in età adulta, ha un impatto solo di facciata con scarsi risultati comportamentali, perché – troppo spesso generica e non individualista – non tiene conto delle differenti personalità formate dal punto di vista relazionale.
Daniela Cavallini:
È noto che attraiamo l’amore altrui solo quando impariamo ad amare noi stessi ed è pertanto emblematico il titolo del suo ultimo libro – Se non mi amo non ti amo –, tuttavia, parrebbe facile – amarsi – ma non è così. Dott. Cavaliere, concretamente, cosa significa “amare sé stessi”?
Dott. Roberto Cavaliere:
L’amore per se stessi, è in realtà l’espressione abusata di un concetto spesso confuso. Amare noi stessi significa avere la conoscenza dei nostri reali bisogni e porsi nell’ottica di soddisfarli. In realtà, trattiamo con superficialità questo fondamentale aspetto, per focalizzarci su bisogni del nostro amato. Tuttavia è impensabile instaurare una relazione sana e duratura con un partner che non è in sintonia con i nostri bisogni e, questo, non perché egli debba adempierne il soddisfacimento – sarebbe una forzatura di breve durata -, ma perché solo in reale e sincera corresponsione degli stessi bisogni è possibile instaurare reciprocità nella coppia.
Pertanto, il gesto d’amore più grande verso noi stessi – “amare se stessi” – consiste nell’individuare, focalizzare e valorizzare i nostri bisogni.
Daniela Cavallini:
Infine, Dott. Cavaliere, cosa si sente di dire alle persone che soffrono di mal d’amore?
Dott. Roberto Cavaliere:
Ribadisco il concetto: chiedersi cosa si desidera da una relazione e ricercare la reciprocità nell’altro, anziché rincorrere le proiezioni delle proprie aspettative, pretendendone accoglimento con ostinazione.
Daniela Cavallini:
Dott. Cavaliere, nel ringraziarla per la sua disponibilità, La saluto cordialmente.
A voi tutti un abbraccio,
Daniela Cavallini