Serie TV: Another self, la famosa serie turca che parla di costellazioni familiari | di Caterina Civallero

da | 02 Settembre 2024 | Cinema, Serie TV

Gloria Jean Watkins, insegnante universitaria, femminista, scrittrice statunitense che scrive sotto lo pseudonimo di Bell Hooks, ha dato a un’intera generazione di lettrici e lettori gli strumenti per guardare il mondo con occhi nuovi. Nel suo libro “All about Love” afferma che il futuro è ancestrale.

A Nuran Evren Sit, la scrittrice che ha sceneggiato Another self, la famosissima serie turca di cui ho già parlato in un paio di articoli, è stato chiesto: «Cosa ne pensi?».

Questa è la sua risposta: «Il futuro è adesso. Ciò che facciamo ora crea il futuro. Credo che siamo legati al nostro passato, ma non siamo bloccati in esso. Siamo nutriti dalle nostre radici tanto quanto nutriamo il nostro sé futuro. Siamo il passato dei nostri figli. Quella consapevolezza è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per costruire il nostro futuro. Il destino è un concetto con cui possiamo interagire».

Sulla base delle sue parole è facile comprendere il punto di vista da cui origina lo stile che ha sottolineato le due apprezzate serie televisive.

Tutte le risposte di Nuran Evren Sit, scritte in corsivo e contenute in questo articolo, si trovano nell’intervista rilasciata al sito portoghese Affectum.

NURAN E LA SUA ESPERIENZA PERSONALE CON LE COSTELLAZIONI FAMILIARI

«Ho partecipato a “un’espansione della sessione sull’origine familiare” sette anni fa con Sabri Salıs. È stata un’esperienza molto forte e profonda. Da allora, quando ho capito come è cambiata la mia vita, e non solo la mia ma anche quella dei miei amici e delle persone che hanno partecipato, ho continuato a sperimentare. Sabri Salıs e Gulcin Onel mi hanno offerto pieno sostegno se avessi scritto una serie sull’argomento. E quattro anni dopo quella conversazione, mi sentivo pronta a parlarne al grande pubblico.

Ho letto quasi tutto ciò che ho potuto trovare sull’argomento. Prima di convincere i produttori, gli attori e la rete, dovevo essere davvero sicura di quello che raccontavo. Quando ti rendi conto che scrivere fiction televisive è un modo enorme per comunicare con persone in tutto il mondo, devi davvero stare attento a ciò che dici nella narrazione. Mi sono domandata: “Se avessi la possibilità di raccontare al mondo una storia, quale sarebbe? Cosa significherebbe? Cosa ispirerebbe il pubblico?” Penso che la lettera di mio nonno abbia avuto molto a che fare con il mio concetto di scrittura».

LA MISSIONE DI NURAN

Un paio di anni prima di scrivere Another self, Nuran trovò una lettera di suo nonno. La ricevette quando aveva sei anni, e fra quelle pagine le rivelava che il nome Evren era strettamente connesso con il suo carattere e il suo futuro. Le spiegava che poteva immaginarla mentre raccontava storie al mondo intero attraverso un libro o un film. Se mai avesse avuto la possibilità di realizzare quella visione, avrebbe onorato il proprio nome e la sua memoria. Another self nasce dalla missiva di un nonno amorevole che spinge coraggiosamente la sua nipote prediletta verso un futuro radioso.

«Penso che chi siamo dipenda dal modo in cui utilizziamo il nostro passato per costruire il nostro futuro» afferma; «”Live to tell” è ciò che faccio inconsciamente. Sembra che, quando scrivo, i personaggi, gli eventi, i dialoghi, provengano da luoghi in cui sono già stata prima. Quando medito e mi concentro sul mestiere con l’intenzione di lasciare che la mia scrittura sia ciò di cui il collettivo ha più bisogno, con le parole che devono essere dette ad alta voce e che ispirino le persone, le parole vengono facilmente. Mi sento come se stessi canalizzando ciò che è già lì per tutti. Cerco di non rimanere bloccata nei giudizi, nel prendere posizione o nel cercare di dare lezioni al pubblico quando scrivo».

TURCHIA: UN PONTE FRA ASIA ED EUROPA

Nuran Evren proviene da una terra che ha dato i natali a grandi poeti, filosofi, scrittori e personaggi rivoluzionari come Rumi, Şems, Hacı Bektaş, Mustafa Kemal Atatürk: tutti loro hanno portato nuovi modi di pensare e di vivere alla gente; sceneggiare Another self ha richiesto un grande lavoro di traduzione culturale. Le dinamiche familiari e il patrimonio culturale della Turchia sono molto diversi e unici; pertanto, il lavoro di decodifica volto a mostrare le esperienze acquisite nel campo delle costellazioni familiari alla cultura dell’Anatolia e al pubblico turco prima, e a quello europeo in seguito, ha richiesto l’ausilio di due consulenti del settore. Qui trovi full cast e crew.

Sabri Salıs e Gulcin Onel, che hanno ricevuto la loro formazione in Germania dagli studenti di Bert Hellinger e dallo stesso Hellinger, hanno aiutato Nuran Everen a strutturare uno straordinario ritratto delle trappole psichiche delle dinamiche familiari che così spesso ci condizionano e ci legano alle storie vissute dai nostri antenati; in tal modo l’intero processo di scrittura è stato per lei come una vera e propria terapia.

Il focus di tutta la serie consiste nel comprendere e accettare il nostro passato per poter cambiare paradigma in modo consapevole, in quanto il futuro è adesso e ciò che facciamo ora crea il futuro. Siamo legati al nostro passato, e siamo nutriti dalle nostre radici tanto quanto nutriamo il nostro sé futuro. Siamo il passato dei nostri figli. Questa consapevolezza è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per costruire il nostro avvenire; il destino è un concetto con cui possiamo interagire sempre.

COME FUNZIONA UNA COSTELLAZIONE FAMILIARE?

Il metodo usato in Another self per la conduzione della Costellazione familiare sistemica è basato piuttosto fedelmente sul lavoro dello psicologo e scrittore tedesco Bert Hellinger, nato nel 1925 a Leimen/Baden. Hellinger fu per 16 anni sacerdote, insegnante e missionario in Sudafrica tra gli Zulù. Parroco laureato in teologia, psicologia, e appassionato allo studio di storia, filosofia e antropologia, stimolato dal contatto con la cultura locale, si concentrò sul paragone fra la struttura della messa cattolica e i rituali tribali.

L’analisi della questione gli permise di osservare che, nella ricerca del sacro, il risultato è lo stesso.

Una volta rientrato in Europa approfondì gli studi di psicologia junghiana maturando, negli anni a seguire, una propria “Terapia Sistemica della Famiglia”, oggi famosa in tutto il mondo.

Erroneamente viene definito il padre delle costellazioni familiari, che a tutto diritto rispondono alla paternità di C. Gustav Jung.

Ne parla anche Alessandro Zecchinato nel suo libro Archetipo Africa – Il culto degli Antenati nella Psicogenealogia. Qui puoi leggere l’estratto.

Senza dilungarmi nella spiegazione dettagliata di come si sviluppa una sessione, che nelle 16 puntate della serie TV è ben delineata, sottolineo l’importanza di riconoscere e onorare i ruoli dei nostri avi, dei consanguinei e dei nostri partner, per poter comprendere la nostra realtà soggettiva, maturando al contempo una visione oggettiva.

Attraverso la percezione emotiva la costellazione mostra la giusta posizione, e quindi il ruolo, che spetta a ogni membro di una famiglia.

La trasposizione costellativa permette di vedere e percepire il disegno che articola le dinamiche della nostra vita e ci permette di prendere parte all’atto risolutivo che ci permetterà di trovare serenità, conforto e realizzazione.

SEMBRA UNA MAGIA MA NON LO È

Ricordo un’esperienza avvenuta molti anni fa: ero seduta come allieva a una sessione di Costellazioni familiari e cercavo di cogliere le ragioni che avevano spinto le persone presenti a iscriversi al corso di formazione. Istintivamente osservavo il linguaggio del loro corpo e con l’immaginazione disegnavo nella mia mente quali potessero essere le problematiche che le avevano portate lì. Conoscevo quel metodo da alcuni anni. Avevo già partecipato ad altre costellazioni poco convincenti, ero stata ai Camp di Hellinger, in Germania e in Italia, avevo sperimentato le costellazioni di numerosi professionisti, ma per certo sapevo che quel giorno sarebbe stato per tutti indimenticabile: il giorno zero da cui sarebbe partita una dolce ricostruzione per tornare alle origini.

Percepivo l’importanza di aver scelto un docente qualificato, i suoi metodi erano equilibrati, meno impositivi di quelli tedeschi. La sua preparazione era in linea con i miei pensieri e il materiale in dotazione dimostrava un grande lavoro di ricerca volto a onorare tutti gli psicologi che, da circa cento anni, avevano lavorato per portare alla luce il tema delle costellazioni familiari.

Dai miei studi avevo evinto più volte che una sessione costellativa è capace di disegnare le basi per costruire quel ponte emotivo capace di ricondurci a casa: intendendo per casa quel luogo protettivo da cui un giorno, senza forse nemmeno accorgercene, ci siamo allontanati, da cui ci siamo persi e al quale non sappiamo più fare ritorno.

Come naviganti senza bussola persi nel mare e nelle sue immense distese, ognuno di noi prima o poi sente quel richiamo, quella voce che chiede di essere ri-collegata con la matrice del Tutto.

Nella vita, in un dato momento, qualcosa che si muove dentro ti indica che è l’unico punto di partenza che ti permetterà di tracciare nuove rotte, nuove avventure. Il nord: bisogna tornare lì per andare dove si vuole. Così mi sento di descrivere il senso di una costellazione.

“Siamo tutti naufraghi vivi in un mare d’amore” sono le parole di una bellissima canzone ascoltata recentemente e desidero utilizzarle per invitare tutta a iniziare questo viaggio verso casa.

LA STORIA DI NURAN EVREN SIT

Scopriamo qualche curiosità sulla sua vita e sulle ragioni che l’hanno spinta a portare le Costellazioni familiari sullo schermo.

Evren, che in turco significa “L’Universo”, è nata e cresciuta ad Ankara, la capitale della Turchia, in una famiglia umile. Quando aveva otto anni è diventata un’attrice e da adolescente si è dedicata ad acquisire le esperienze necessarie per diventare una regista.

A 18 anni ha vissuto in Brasile presso la famiglia Neves per un anno, come studente in scambio. Vivere lì è stato un punto di svolta nella sua vita e anche grazie al rapporto con la sorella Amanda Neves, che se n’è andata nel 2020 a causa di un cancro, ha costruito i personaggi che conosciamo con i nomi di Sevgi, Ada e Leyla.  Lei stessa afferma: «Non avrei potuto creare questa serie se nel mio cammino non li avessi incontrati… mi hanno insegnato molto su come vivere questa vita in modo gioioso e solidale. Voglio ringraziarli moltissimo per avermi accettato come parte della loro famiglia».

Dopo essere tornata in Turchia con una mentalità completamente diversa, ha studiato cinema e televisione alla Mimar Sinan Fine Arts University di Istanbul, dove ha avuto insegnanti e mentori incredibili che erano i maestri del cinema turco. Ha realizzato cortometraggi scritti e diretti grazie al suo talento e lavorato nel cinema come assistente alla regia e nel reparto casting.

Ma non poteva definirsi pienamente soddisfatta: aveva bisogno di raccontare storie. È stato così che ha iniziato a lavorare come sceneggiatrice scrivendo film e programmi TV, ormai da 18 anni circa: è anche autrice di The Gift. Qui la sua filmografia completa.

Il contributo cinematografico di Nuran Evren ci ha offerto la possibilità di conoscere un metodo capace di mostrare i nostri blocchi emotivi e la ragione per cui ne siamo portatori. Comprendere che il nostro presente origina dalle azioni compiute dai nostri avi suggerisce la necessità di soffermarci a riflettere sull’importanza che la storia di una famiglia riflette sulla sua discendenza. Non importa se il destino che siamo chiamati a vivere sia più o meno faticoso: non esistono vite leggere prive di fastidi! Qualunque sia la nostra missione di vita comprenderne il significato è il vero scopo dell’esistenza!

Concludo questo articolo con il brano della colonna sonora di Another self.

Chi ha amato in particolare i personaggi di Ada, Leyla, Sevgi, Zaman, ha sicuramente compreso che per cambiare il nostro futuro dobbiamo voltarci e onorare il nostro passato, qualunque esso sia. Auguro a tutti i miei lettori di realizzare ogni loro sogno.

Caterina Civallero

LA TRADUZIONE DEL THEME SONG OF ANOTHERSELF

Özgür Buldum, Selin 2022

E se il passato non fosse ancora storia,

È per questo che il mio futuro mi sfugge,

La beatitudine, la gioia e la vittoria,

Sono nascosti in un altro sé nel profondo di me.

Sei venuto per sorridere, sei venuto per piangere,

Sei venuto per fallire e poi crescere in alto.

Sei venuto per cadere, sei venuto per amare,

Sei arrivato a ricordare che siamo nati per volare.

I MIEI PRECEDENTI ARTICOLI SULLA SERIE ANOTHER SELF

 ANOTHER SELF: Psicogenealogia e Costellazioni Familiari | di Caterina Civallero

Another Self: La serie TV che parla di Psicogenealogia| di Caterina Civallero

CATERINA CIVALLERO saggista e scrittrice

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