Son stata insieme a loro tre dì e una settimana
Son voci fuor dal coro, la mente è un poco strana.
Però fra quei pazienti con dei problemi seri
Provai dei sentimenti a me ignoti fino a ieri.
Son lì, gridano aiuto, col cuore ch’è a brandelli
Ma l’eco resta muto, han carichi fardelli.
Amica mia di stanza, più i sensi percepivi
Tenevi la distanza, gli abbracci non sentivi
Né il freddo, né il caldo, né il fisico dolore
Più l’equilibrio è saldo, lo strazio nel tuo cuore.
Le delicate vene ti avevano fasciato
Chissà per quali pene quel gesto disperato
Ma sorridevi ancora, e un viso così bello
Potrà veder l’aurora, lo scorrer di un ruscello.
Sembravi la Bertini, gran diva del passato
Neppure fra i cuscini quell’abito hai levato
Riflessa negli specchi non ti riconoscevi
Com’eran tristi gli occhi, chi sei? Tu ti chiedevi.
“Moon River” mi suonavi, mia sveglia del mattino
Le note le vibravi su quel tuo bel violino
Sbagliai a dir parola, mi rovesciasti il piatto
La colpa mia fu sola, dimenticai quell’atto.
Pur venni a salutarti, al letto eri legato
Volevo anche abbracciarti, però mi fu vietato
Sol cenni di saluto, ma gli occhi m’han parlato
Tu mi fissavi muto, lo sguardo disperato.
Han l’anima davanti a tutti completamente nuda
Con dei pensieri brutti, quelli che aveva Giuda
Non temono la morte, la vita è a far paura
Una ben triste sorte che va contronatura.
La sanità mentale la vera imperfezione
Per questo stanno male e canbian direzione.
Perché chi è intelligente arriva a pensar storto?
Si sloga un po’ la mente come succede a un arto.
Un ramo di pazzia l’abbiamo tutti quanti
Nascosta mercanzia o in mostra lì davanti.
Siam tutti dei diversi guardati da vicino
Attenti a come porsi e a fare qualche inchino.
Possiam chiamar follia il sogno di chi è sveglio
L’amore è una pazzia che ci fa stare meglio.
Dicono che la poesia sia la pazza della casa
Ma sprigiona una magia n’è la terra tutta invasa.
Voi coniate melodie in un mondo tutto a parte
Pur se buie son le vie non barate con le carte.
Maria Rosa Bernasconi