Si può dire ad un bambino di cinque anni che il papà è in carcere? Se sì, come glielo si può spiegare?
Nella mia attività di psicologa, spesso incontro genitori ai quali sembra impossibile parlare con i figli di alcuni avvenimenti, come morte, carcerazioni, dipendenze di uno di loro due.
Proprio in tali situazioni, fuori dall’ordinario, è necessario, invece, trovare le parole adatte all’età del bambino, per dare un senso alle emozioni che stanno travolgendo tutti i componenti del nucleo. Così facendo, si salvaguarda anche il rapporto di fiducia tra genitori e figli, evitando che le informazioni giungano in maniera distorta dall’esterno.
Per questo motivo, ad esempio, ho proposto ad una madre, spaventata dall’idea di raccontare al figlio che il padre era in carcere, di inventare una favola adatta allo scopo.
Alessandra sembra aver colto il senso profondo di questa esercitazione, elaborando una favola, che trova ispirazione nei personaggi preferiti dal figlio.
Superando, così, le sue comprensibili resistenze, la giovane madre riesce a trovare le parole per ciò che sembrava indicibile, formulando anche un significativo messaggio educativo.
Nel compiere questa operazione, risalta il senso di immediato sollievo e benessere della donna, finalmente alleggerita da un fardello. Così come la condivisione dello scritto con il papà del bambino risulterà un ulteriore passaggio comunicativo, fondamentale affinché il piccolo possa, poi, rispecchiarsi autenticamente nei propri genitori.
Mi aspetto che questo racconto, semplice e genuino, così come è stato scritto, possa ispirare altre madri o padri in difficoltà, nella ricerca di un dialogo obiettivamente difficile, ma pur sempre possibile.
C’era una volta…
Tanto tempo fa sulla terra c’erano diverse creature, erano grandi, alti e molto forti. In particolare c’era una famiglia di dinosauri. Questa famiglia era formata da Papà T-Rex Mamma T-Rex e il piccolo Diego T-Rex.
Tutte le mattine Mamma T-Rex usciva con il piccolo Diego per accompagnarlo a scuola, mentre Papà T-Rex usciva per andare a caccia.
Un giorno, uscito dalla scuola il piccolo T-Rex andò a fare una passeggiata per la foresta. Il piccolo Diego era un dinosauro molto curioso e faceva molte domande al suo papà: Papà cosa sono quei piccoli animali sotto alle rocce? Papà come fanno a crescere gli alberi? E così via…
Mentre il papà rispondeva a tutte le domande del piccolo T-Rex, ad un certo punto, trovarono un cartello rosso dove c’era scritto “vietato passare, pericolo crollo”.
Il papà prese in braccio il piccolo Diego e corsero a casa dalla mamma a raccontare cosa avevano visto.
Il mattino seguente, mentre il piccolo Diego andava a scuola con Mamma T- Rex, il papà T-Rex pensava ancora a quel sentiero dove era vietato entrare e allora decise di andare a controllare. Arrivato al posto, Papà T-Rex vide da lontano che c’erano degli alberi con delle foglie molto luminose, grandi e avevano un aspetto molto gustoso.
Il papà pensò “per raccogliere quelle foglie devo fare il giro di tutta la montagna, mentre se passo per questo sentiero farò più veloce “.
Mentre Papà T-Rex attraversava il sentiero, non si rese conto che la terra si stava spaccando per il suo peso eccessivo e tutto ad un tratto si ritrovò in una grande voragine molto profonda.
Nel frattempo si era fatta sera e Mamma T-Rex era molto in pensiero per Papà T-Rex quindi decise di andare a cercarlo con il piccolo Diego. Mentre camminavano per il bosco videro delle impronte molto grandi e decisero di seguirle. Da lontano si sentiva una voce che urlava “Aiuto… aiuto” era Papà T-Rex.
Diego T-Rex e la Mamma corsero alla voragine e videro Papà T-Rex, dove gli spiegò cosa era successo.
Papa T-Rex si era reso conto che per uscire dalla voragine ci voleva molto tempo e soprattutto doveva costruire dei gradini che gli facessero come scala.
Rassicurò Mamma T- Rex, dicendogli di stare tranquilla, e rassicurò anche il piccolo Diego dicendogli che con tanto lavoro papà T-Rex sarebbe riuscito ad uscire dalla voragine.
Mamma T-Rex e Diego andavano tutti i giorni dal Papà T-Rex per fargli compagnia e per portargli un po’ di cibo.
Il tempo passava, le foglie iniziavano a cadere dagli alberi, iniziava ad arrivare l’inverno e nella voragine il papà T-Rex sentiva molto freddo e si sentiva solo. Si faceva lanciare dalla mamma T-Rex le foglie più grandi per utilizzarle come coperta.
L’unica cosa bella, che consolava tutti e tre, era che, la notte, guardavano lo stesso cielo e così si sentivano più vicini.
Il piccolo Diego vedeva la mamma, a volte, stanca e triste e l’aiutava in tutte le faccende, riuscendo a rassicurarla e a farla sentire un po’ meno triste. Pensando anche al papà, il piccolo raccoglieva dei legnetti e dei regali da portargli nella voragine.
Quando la mamma e il piccolo Diego preparavano le cose per il papà, dove si sentivano stanchi e avviliti, il piccolo Diego riusciva sempre a trovare un’idea bella per distrarsi da questi brutti pensieri.
Dopo tante tempeste, uscì finalmente il sole, le giornate diventarono più lunghe e maturarono frutti gustosi. Intanto, il papà T-Rex era riuscito a costruire l’ultimo scalino per uscire dalla voragine, dove lì c’era ad aspettarlo la sua famiglia.
Tutti si abbracciarono e tornarono a casa felici e contenti, dove soprattutto il papà T-Rex imparò una lezione molto importante “è meglio aspettare per le cose belle, che scegliere la strada più facile per poi trovarsi in situazioni pericolose.”