Oggi abbiamo l’occasione di fare una chiacchierata con Sandro Sassoli, esperto di comunicazione e giornalista.
Sassoli, dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università La Sapienza di Roma con la tesi in Diritto Costituzionale Italiano e comparato, nella cattedra del prof. On. Giuliano Amato, “I privati e il servizio pubblico radiotelevisivo – Principali orientamenti giurisprudenziali e dottrinali”. Mentre i suoi giovani coetanei si divertivano, lui si inebriava dell’odore della carta stampata al quotidiano “Il Tempo” a Roma. Redazioni Spettacoli e Cultura e qui era già il vice di Gian Luigi Rondi per la critica cinematografica. In quel periodo iniziavano sia le radio private che le televisioni private. Carissimo Sandro ci vuoi raccontare qualcosa di questa tua esperienza nelle radio e televisioni private?
Parlare di sé è sempre difficile, soprattutto per noi giornalisti che siamo abituati ad argomentare degli altri. Io ho e ho avuto sempre la grande fortuna di trovarmi spesso nel posto e nel momento giusto. Vivere per esempio l’inizio di nuove avventure, come le radio e le tv private, è stato entusiasmante e un’esperienza unica. Ci sentivamo dei pionieri, degli “apripista”, con pochi mezzi riuscivamo però a fare degli scoop e a battere in certi casi anche la Rai. Ricordo Silvia Verdone, poi moglie di Cristian De Sica, che presentava le trasmissioni. Ed è così che ho scoperto soprattutto la magia della radio, un mezzo che ancora oggi a distanza dei suoi 70 anni, riesce ad incantarmi e coinvolgermi. Sono poi approdato in Rai, dove tutto mi sembrava grande e facilitato e ho cominciato a parlare a un pubblico più vasto, sia in Italia che all’estero dove curavo trasmissioni per i nostri connazionali oltreconfine, soprattutto in America.
Nel 1987 eri incaricato come il Responsabile marketing e iniziative speciali per il settore metalli preziosi di ITALIA ’90 Campionati Mondiali di Calcio. Ideatore del Pallone di Platino, con promozione a Tg L’una Raiuno, e La Domenica Sportiva e 90mo Minuto con Paolo Valenti. Ci puoi raccontare questa esperienza con il grande Paolo Valenti?
Intanto l’esperienza dei Mondiali di Calcio è stata notevole sia sotto il profilo umano (ho conosciuto e frequentato campioni come Maradona, Vialli, Baggio…) che ovviamente professionale. Avevo inventato il Pallone di Platino come “un di più” nel settore, dato che esiste nel calcio il Pallone d’Oro come massimo riconoscimento. Con Paolo Valenti, toscano doc, è scattata subito una forte empatia. Ci frequentavamo anche fuori dalla nostra attività, andavo spesso a casa sua, dove la moglie Bruna, grande musicista e direttrice di coro, preparava dei piatti straordinari. Poi lui risultò affetto da un male terribile, che non gli lasciò scampo. Come e più di un soldato eroe, fino all’ultimo, cioè sino a quando fu in grado di muoversi da solo, pallido e smagrito, non smise mai di condurre in tv il suo mitico “Novantesimo minuto”. La moglie gli fu sempre accanto, dietro le quinte dello studio televisivo in via Teulada. Solo i grandi professionisti riescono a fare questo. Indimenticabile esempio.
Dal 2002 al 2003 eri l’Ideatore e Coordinatore generale delle Celebrazioni ufficiali della Lira Italiana con l’Ultimo giorno della Lira a Fontana di Trevi con Alberto Sordi, e poi con il Monumento alla Lira con madrina Sophia Loren. E poi ancora, recentemente, con la celebrazione nel 2022 della Lira Tron a Venezia con Katia Ricciarelli. Ora ti chiederò due parole sul grande Alberto Sordi e sulla grande diva Sophia Loren.
Sai che cosa mi intrigava di loro, a parte quello di essere degli interpreti straordinari molto amati dal pubblico? La semplicità. La naturalezza. L’umanità. Con Sordi avevo un rapporto affettivo particolare. Ci davamo del tu, ma lui mi chiamava per il cognome, e io mi rivolgevo a lui chiamandolo Maestro. Quando mi inventai nel 2002 le Celebrazioni della lira per ricordare la vecchia valuta nazionale che stava lasciando il posto all’Euro ed aveva fatto la storia d’Italia, fui ricevuto dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Gli dissi che come testimonial avevo pensato a Sordi e alla Loren, due interpreti-esempio dell’italianità, e lui fu subito d’accordo. Il 28 febbraio del 2002 feci arrivare Sordi a Fontana di Trevi a bordo di una carrozza a cavallo, perché tempo prima mi aveva raccontato a casa sua che era rattristato dal fatto che la gente non aveva capito un suo film, “Nestore l’ultima corsa”. L’evento di lui che gettava le ultime Lire nella celebre fontana fu ripreso da tutto il mondo, tutti i canali Rai e Mediaset, ma pure la tv giapponese e quelle americane. Si dice che lui fosse tirchio. Invece era solo parsimonioso e dava al denaro la giusta importanza. “Il denaro non va sperperato, e va utilizzato per buoni fini”, mi rivelò una volta. E infatti Alberto ha fatto tanta beneficenza, quella vera, silenziosa e non plateale, che nessuno sa. Questo particolare ed altri li ho raccontanti recentemente in una intervista nel bel documentario di suo cugino Igor Righetti, “Alberto Sordi secret, la storia inedita della sua vita privata”, che presto sarà possibile vedere.
Su Sophia Loren ci sarebbe da scrivere libri. La conobbi ai tempi dei Mondiali di calcio Italia ’90, e mi presentò anche sua sorella Maria Scicolone, che divenne una mia assidua e fedele collaboratrice. Anche qui dobbiamo parlare, oltre che di una bellezza incomparabile che tutto il mondo ci ha ammirato, di semplicità. Una sera eravamo soli io e lei in un ristorante a Berna, in Svizzera. Le chiesi quale fosse il segreto della sua eterna bellezza, e lei candidamente mi rispose: “Vedi, Sandro, ora sono le 20 e siamo qui a cenare. Ma io sarei già a letto, dopo aver mangiato una mela cotta, e bevuto una tisana. Al mattino mi alzo presto, già alle 6. Rispondo alle lettere degli ammiratori perché mi piace farlo personalmente e non attraverso la mia segretaria, poi curo i miei fiori… Ecco questo è il mio segreto. Condurre una vita semplice e misurata. Poi ovviamente ci sono gli impegni mondani, gli eventi a cui debbo partecipare. Ma il mio mondo è come quello di Lillput…”
Quando la invitai a inaugurare il Monumento alla Lira a Rieti, un altro evento memorabile delle Celebrazioni, ci fu con lei un momento cruciale che ancora ricordo. Dovevamo percorrere a piedi un tratto di strada che ci separava dal monumento, ma la folla desiderosa di toccarla riuscì a rompere un esile cordone di poliziotti ai due lati del percorso, e ci trovammo addosso persone che urlavano “Sophia, Sophia”. Lei, come del resto anche Sordi, amava la gente ma in questi casi ne aveva il timore di essere travolta. Mi prese le mani stringendomele forte, sembrava una bambina spaventata. Per fortuna arrivammo incolumi sotto il monumento, che lei inaugurò tra gli applausi…
Per saperne di più sulle celebrazioni della lira, invito i tuoi lettori a visionare il sito ufficiale: www.indimenticabilelira.it
Hai avuto incarichi importanti all’Assemblea Generale dell’ONU a New York come Fondatore della United Future World Currency con Arthur Schlessinger Jr, ex consigliere del Presidente USA J.F. Kennedy, progetto di una nuova moneta presentato al Vertice G8 de l’Aquila e alla Sessantaseiesima Assemblea Generale dell’ONU, New York. Questi sono eventi intercontinentali di alto livello e quindi ci puoi dire due parole?
Con Arthur Schlessinger Jr., uomo di un ingegno fine a cui tutto il mondo deve la soluzione della tremenda crisi dei missili di Cuba che poteva sfociare negli Anni Sessanta in una terza guerra mondiale, convenimmo quando lo incontrai al Forum Ambrosetti di Cernobbio che, dato che presto l’Europa sarebbe stata unita da un’unica valuta, l’Euro, potenzialmente ci sarebbe stato posto in futuro per una valuta ancora più ampia. Non è possibile pensare sempre che possano esserci al mondo 235 valute diverse. Era un progetto “futuribile”, e forse ancora possibile in tempi lunghi, magari tra qualche decennio qualcosa potrebbe accadere. Importante è aver piantato il seme. Chissà… Non mi dispiace pensare da visionario, anche se magari qualcuno può ritenermi un folle esaltato.
Sei stato ideatore del Premio della Bontà, svoltosi anche alla Camera dei Deputati , per sensibilizzare media e pubblico su gesti altruistici e sociali, conferendo riconoscimenti al Dalai Lama, Don Gelmini, Tara Gandhi, il Corpo dei Vigili del Fuoco, i Missionari Comboniani. Per questo tuo impegno sei stato coadiutore in India di Tara Gandhi, nipote del Mahatma Gandhi, nel programma Kadi Village per aiuti ai bimbi degenti e senza famiglia. Che cosa ci racconti di questi impegni onorevoli per gli altri?
Tara Gandhi, nipote diretta del Mahatma Gandhi, mi onora della sua amicizia da decenni. Mi considera come un suo fratello, e mi ha dato anche il nome indiano Satyam, che significa Verità, perché dice che io dico sempre la verità. E’ immensa nella sua semplicità. Ha 95 anni ma ha la forza e l’entusiasmo di una ragazza. Si prodiga a favore degli orfani e dei bambini abbandonati, una piaga dell’India poco conosciuta, e promuove il kadi, il tessuto particolare che dà lavoro a tante povere famiglie. Due anni fa si collegò da New Delhi con tante scuole della Tuscia e gli studenti ebbero la fortuna di sentirla parlare di Pace in un italiano quasi perfetto, con parole semplici e profonde. Un’esperienza incancellabile per migliaia di ragazze e ragazzi. La pace, dice la Gandhi, è una conseguenza dello stato della coscienza individuale.
E’ il 29 ottobre del 2024 e qui sei il Collaboratore della famiglia Marconi e del Comitato Marconi 150 per le celebrazioni del 150^ anniversario di Guglielmo Marconi. In questo evento tenutosi nell’Aula Magna UniMarconi a Roma con la presenza sia dei famigliari di Guglielmo Marconi che di alte cariche governative ed i dirigenti dell’Università UniMarconi per promuovere l’insegnamento del grande Marconi nel mondo. La cerimonia viene conclusa dalla musicista direttrice d’orchestra e compositrice Damiana Natali con il suo brano: “Marconi sulle ali del mondo” Sarebbe interessante conoscere gli obiettivi di questo progetto in ricordo di Guglielmo Marconi.
E’ un progetto che è stato subito compreso e abbracciato da Elettra e dal figlio Guglielmo, ai quali mi lega da tantissimi anni una bella amicizia. Si prefigge di portare la figura e l’esempio di Marconi nelle scuole, attraverso degli incontri gratuiti e la proiezione del mio docufilm fatto in estrema economia ma con tanta passione con l’apporto di Unimarconi, la prima università telematica italiana di cui proprio quest’anno ricorre il 20mo della fondazione e di cui ringrazio il rettore Abate, il presidente Acomanni e il direttore generale vicario Belli. I giovani sanno poco di Marconi, al quale l’umanità deve tantissimo. Non inventò solo la radio, la televisione, il radar, ma perfino i telefoni cellulari che lui preconizzò nel corso di un simposio di ingegneri a Chicago nel 1937, l’anno stesso in cui poi morì. Il video che ho intitolato “Marconi l’uomo che cambiò il mondo”, parla dellesua vita e delle scoperte, anche dalla viva voce della figlia Elettra e del nipote che sul nonno ha centinaia di aneddoti. Le musiche originali, come accennavi tu, sono di Damiana Natali, cara amica e bravissima compositrice e direttrice d’orchestra di fama mondiale, chiamata il 29 dicembre a dirigere il concerto di apertura di Agrigento Capitale della Cultura. Ma devo anche ringraziare l’amico Luca Ward, grande attore e doppiatore (chi non ricorda per esempio la sua inconfondibile voce per Russel Crowe nel Gladiatore?) per aver collaborato con slancio al commovente commento iniziale del video, che coinvolge il pubblico fin dai primi momenti. Anzi approfitto del vostro spazio per lanciare un messaggio a tutte le scuole interessate, soprattutto le Medie, che possono mettersi in contatto con me attraverso il mio profilo Fb per avere gratuitamente il docufilm di 19 minuti, specificando che le celebrazioni su Guglielmo Marconi proseguono anche nel 2025 e oltre.
Salutiamo e ringraziamo Sandro Sassoli di averci regalato il suo prezioso tempo
E’ stato un piacere aver parlato con te e i tuoi followers ed aver condiviso momenti e sensazioni che anche io stavo dimenticando…